3936 Uruguay: emorragia migratoria mette a rischio lo sviluppo del Paese

20071121 12:12:00 redazione-IT

Inchiesta di Federica Manzitti dalla redazione uruguaiana di Gente d’Italia

Montevideo – Ci sono molte similitudini tra la società italiana e quella uruguyana. Una è l’età media dei loro rappresentanti politici che fa gridare alla gerontocrazia alle due sponde dell’oceano. L’altro è il lato opposto della medaglia, ossia l’invecchiamento generale della popolazione. In Italia gli ultimi dati Istat vedono una leggera ripresa delle nascite grazie soprattutto al contributo degli stranieri residenti nel territorio, qui al contrario il fenomeno dell’emigrazione appesantisce un dato che secondo gli analisti “è allarmante per il futuro dell’Uruguay” – scrive Federica Manzitti dalla redazione uruguaiana di Gente d’Italia, quotidiano delle americhe diretto da Mimmo Porpiglia.

Le ultime cifre della Direzione Nazionale della Migrazione, diffuse dal settimanale uruguayano Busqueda, confermano che il paese assiste ad un’emorragia migratoria simile a quella vissuta durante la crisi economica del 2001-2002. Secondo le proiezioni sui dati raccolti fino al 30 di ottobre di quest’anno, il 2007 si chiuderà con un saldo negativo di 21mila persone che avranno lasciato il paese. Per una nazione che conta solo 3 milioni e 300mila abitanti, la cifra ha il suo peso. Si tratta poi in particolar modo di giovani laureati e con formazione professionale qualificata che si vanno a sottrarre al tessuto economico locale. Secondo i dati in mano al Ministero degli Interni, fino ad ottobre 2007 sono entrati dall’Aeroporto Internazionale di Carrasco 202.667 cittadini uruguayani , e ne sono usciti 224.957 con un saldo negativo di 22.290 persone. Le previsioni per il saldo annuale sono di un incremento sostanziale del dato emigratorio rispetto allo scorso anno quando si contarono circa 17.500 emigranti. Alcuni politici e numerosi studiosi di scienze demografiche rintracciano una responsabilità del fenomeno nelle politiche migratorie dei paesi di destinazione. Un esempio: la dichiarazione del presidente spagnolo Luis Zapatero che proprio a Montevideo i primi giorni di novembre ha annunciato un’allargamento del riconoscimento della cittadinanza ai nipoti degli spagnoli ( ne più ne meno di quanto accade già con gli italiani). Una riforma del diritto di cittadinanza che “avrà ripercussioni sostanziali sul saldo migratorio del paese”. Secondo la demografa Adela Pellegrino, intervistata da la Busqueda, “la decisione di emigrare e il flusso migratorio sono condizionati da variabili distinte che rendono molto difficile prevedere una linea di stabilità”, però ha poi aggiunto che “quando i paesi di destinazione, che nel caso degli uruguayani sono soprattutto Spagna e Stati Uniti, attuano delle politiche restrittorie per gli ingressi, le percentuali di partenza calano”.
I dati recenti raccolti dagli studiosi ururguayani raccontano di un paese dove, nonostante la ripresa economica, i giovani scelgono di andare altrove, indipendentemente dalla situazione interna, ma in modo dipendente dal grado di facilità di accesso dei paesi ospitanti. La politica migratria spagnola quindi farà sentire i suoi effetti in Uruguay, ed in modo meno diretto, non essendo l’Italia l’obiettivo del 70 percento degli emigranti come il paese iberico, anche la politica migratoria italiana e la nuova legge sulla cittadinanza che sarebbe in dirittura d’arrivo. Il passaporto europeo si equivale e questo non è un segreto per nessuno. L’emigrazione ha per i paesi anche un aspetto positivo, e l’Italia non dovrebbe avere nulla da imparare in materia: le rimesse degli emigranti e la minore incidenza della popolazione attiva sull mercato del lavoro con il conseguente abbassamento del tasso di disoccupazione. Ma nel caso dell’Uruguay non partono braccianti e badanti, ma medici, ricercatori, scienziati.
Per l’economista Juan Josè Calvo “L’Uruguay richiede una certa massa critica di imprenditori, scienziati, elementi altamente qualificati per poter sostere diverse aree di sviluppo. Se non saranno attivate politiche urgenti per attenuare gli effetti del fenomeno migratorio, il paese avrà gravi problemi”. In questo senso dovrebbero entrare in gioco le istituzioni accademiche, le Università, in grado di attivare legami virtuosi con i paesi esteri nel settore della formazione, contentendo l’emorragia di giovani che finirà per penalizzarare anche gli anziani.

 

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EmiNews 2007

 

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