3932 W. Anselmi, (Università dell'Alberta-Canada), scrive al Min. D'Alema sulla chiusura del Consolato

20071120 12:21:00 redazione-IT

Ho inviato la seguente lettera all’Onorevole D’Alema per quanto riguarda la chiusura del Consolato d’Italia ad Edmonton, Alberta, Canada, piu’ di una settimana fa. Non avendo ricevuto risposa in merito, non ho altro strumento a mia disposizione che affidarmi, dove possibile, ad organi di stampa e media nazionali ed internazionali.
Con l’augurio che tale missiva elettronica venga pubblicata, e che cio’ possa iniziare un dialogo sull’irragionevolezza della decisione presa senza consultazione alcuna con le parti implicate, porgo i miei piu’ sinceri saluti,

Dott. W. Anselmi

Egregio Onorevole D’Alema,

Le scrivo in merito alla decisione di chiudere l’ufficio del
Consolato d’Italia ad Edmonton, Alberta, Canada.
Ho cercato di capire le motivazioni per cui tale decisione sarebbe stata presa, ma mi e’ difficile riuscire a trovarne ragione. Forse, come professore universitario all’interno del dipartimento di Lingue moderne e studi culturali, sezione di Studi italiani, presso l’università dell’Alberta (Edmonton, Alberta) esula dalle mie competenze e/o abilita’ riuscire a vedere cosa abbia portato a tale scelta.
Mi permetta, quindi, di illustrarLe brevemente le due ragioni per cui spero la decisione non venga attuata:
a) l’importanza economica di avere rappresentanza in una provincia canadese come quella dell’Alberta visto che questa provincia e’ l’unica ad aver risolto il proprio debito interno grazie alla sua ricchezza di giacimenti petroliferi e’ cosa ovvia in se’. E’ l’unica provincia a poter dichiarare continui surplus anno dopo anno. E’ evidente che la presenza di un Consolato sia conveniente per tutti quei tipi di accordi economici e commerciali che tale posizione le concede. Anche se questo e’ un campo che esula dalle mie competenze, penso sia di certo importante mantenere una rappresentanza attiva in questa provincia a tutto vantaggio della famosa azienda Italia.

Per quanto riguarda il secondo punto, quello che piu’ mi sta a cuore, sara’ facile capirne l’importanza con le seguenti righe.
b) in veste di professore (Associate Professor) e co-ordinatore del programma ‘undergraduate’ e ‘graduate’ di Italian Studies, il cui compito e’ quello di trasmettere la lingua, cultura e letteratura italiana, e che quindi ha come sottofondo quello di operatore culturale, l’eliminazione del Consolato vorrebbe dire fare a meno di un aiuto concreto sul campo, sia a livello di rappresentanza sia a livello pratico, di appoggio culturale. Non solo, la scomparsa del
Consolato verrebbe ad indicare – a livello politico, prima di tutto – per quanto riguarda la mia universita’, la voluta sottrazione di supporto logistico e materiale. Tale cosa non farebbe che favorire una certa volontà, all’interno dell’universita’, di procedere con dei tagli al nostro programma.
Le faccio presente che siamo l’unica universita’ ad ovest del Canada (e di Toronto), ad offrire un Master in Italian Studies. Visto che non beneficiamo di un lettore od una lettrice, cosa che sarebbe piu’ che necessaria come avrà capito in queste breve righe, la chiusura del Consolato avra’ un effetto molto negativo sulla nostra stessa esistenza accademica.
Con questo breve intervento, di certo non credo di poter far altro che renderLa partecipe al processo in corso, credendo fortemente nel processo del dialogo, oltre ad offrirLe considerazioni altre in merito alla chiusura del Consolato ad Edmonton.
Se mi sono permesso di scriverLe e’ perche’ ritengo valido andare direttamente alla fonte, come cerco di insegnare ai miei studenti, piuttosto che perdersi in meandri speculativi e/o mediatici. Spero Lei possa tener conto di quanto sopra.

I miei piu’ distinti saluti,

Dott. William Anselmi,
Modern Languages and Cultural Studies
University of Alberta,
Edmonton, Alberta, Canada

 

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EmiNews 2007

 

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