3928 La nuova legge italiana spinge in Spagna i romeni minacciati di espulsione?

20071119 15:34:00 redazione-IT

Il governo romeno tranquillizza quello spagnolo e chiede di eliminare la moratoria. Mihai Gheorghiu, Segretario di Stato per l’emigrazione della Romania: ”Incide negativamente sulla vita di 300 mila lavoratori”

MADRID – Il governo romeno tranquillizza quello spagnolo. Mihai Gheorghiu, Segretario di Stato per l’emigrazione della Romania, ha dichiarato che non c"è nessuna prova che i suoi compatrioti minacciati di espulsione in Italia arrivino in Spagna. Lo ha detto nei giorni scorsi in occasione di una visita al municipio di Coslada, vicino a Madrid. Quanto avvenuto in Italia è seguito con attenzione e anche con preoccupazione, tanto che il quotidiano Abc ha messo in prima pagina un titolo di questo tenore: ”La nuova legge italiana spinge in Spagna migliaia di zingari romeni”.

Il ministero dell’Interno spagnolo da settimane è in contatto con le autorità italiane su questo fronte. Il governo di Zapatero lo scorso dicembre stabilì una moratoria di due anni (fino al 2009) che restringe l’entrata di mano d’opera dalla Romania. Su questo delicato capitolo la posizione romena è chiara: eliminare la moratoria. Lo ha chiesto ufficialmente Mihai Gheorghiu e insieme a lui lo chiedono un centinaio di rappresentanti di associazioni romene presenti in Spagna, attraverso una “Lettera aperta” inviata al Ministro spagnolo del lavoro e degli affari sociali, Jesús Caldera. La comunità romena ha appena celebrato il suo secondo Congresso nel municipio madrileno di Torrejón de Ardoz (solo nella provincia di Madrid si stima che risiedano 170 mila immigrati romeni, è il gruppo più numeroso). Secondo Daniel Tacu, presidente dell’”Associazione per lo sviluppo culturale dei romeni di Spagna”, la moratoia “incide negativamente sulla vita di 300 mila lavoratori che si vedono costretti allo sfruttamento e alla clandestinità”.

L’ambasciatrice della Romania a Madrid, Maria Ligor, ha dichiarato: ”è paradossale, i romeni possono circolare liberamente, ma non hanno il diritto di lavorare legalmente. Questo spinge al lavoro in nero”. La comunità romena, in occasione del suo secondo Congresso, ha riflettuto anche sulla necessità di migliorare la propria immagine all’interno della società spagnola. “L’immagine del romeno – ha detto Tecu – è migliore dello scorso anno, ma sappiamo che una buona immagine si guadagna molto lentamente e si può perdere in un attimo, come è avvenuto in Italia”. Secondo dati diffusi dalla Commissione Europea, la Spagna è il paese della U.E. che accoglie il maggior numero di cittadini romeni e bulgari in età di lavoro, 655 mila in totale di cui 555 mila romeni e 100 mila bulgari. Dall’entrata di Romania e Bulgaria nell’Unione Europea, l’1 gennaio scorso, il numero di residenti in Spagna provenienti dai due paesi si è incrementato di 73 mila unità. Il maggior numero di romeni e bulgari (169 mila) è arrivato nella penisola iberica tra il 2005 e il 2006.

(Giorgio Contessi)

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