3958 Elezioni in Australia, dopo undici anni i laburisti tornano al potere

20071124 18:27:00 redazione-IT

«L’Australia guarda al futuro: gli australiani hanno deciso che il Paese deve andare avanti, incontro al futuro per scrivere insieme una nuova pagina della nostra storia»: il leader laburista Kevin Rudd, vincitore delle elezioni politiche in Australia, intende cancellare 11 anni di governo conservatore, forte di una maggioranza – a scrutinio non ancora completato – del 53 per cento degli elettori.
La rotta politica del premier uscente, Michael Howard, non poteva essere più completa, visto che è probabile che non venga neanche riconfermato in Parlamento: ma anche la sua eredità rischia di essere stravolta dal nuovo esecutivo laburista. Nella celebre foto della riunione alle Azzorre oltre a George W. Bush, Tony Blair e José Maria Aznar avrebbe potuto comparire a buon diritto anche John Howard, alleato di ferro dell’Amministrazione Usa sia in Afghanistan e in Iraq, teatri ai quali l’Australia ha contribuito in termini di truppe – e ciò già dal momento dell’invasione in Iraq – e di vittime.

Incurante della crescente insoddisfazione dell’opinione pubblica, Howard ha continuato a mantenere e anzi rafforzare il contingente australiano in Iraq, attualmente forte di circa mille 500 effettivi, mentre l’opposizione laburista ha promesso un rimpatrio di circa 550 soldati impegnati in missioni di combattimento lasciando all’incirca un migliaio di effettivi per l’addestramento delle forze irachene e la sorveglianza delle frontiere.

I cambiamenti principali dovrebbero riguardare tuttavia il clima: l’Australia, come gli Stati Uniti, era l’unico Paese industrializzato a non avere ratificato il Protocollo di Kyoto e solo nelle ultime settimane Howard si era impegnato a fissare un creare un sistema di scambio di crediti che sarebbe dovuto entrare in vigore a partire dal 2012. Rudd si è invece impegnato a ratificare il Protocollo e a recarsi alla Conferenza Internazionale organizzata dalle Nazioni Unite il prossimo dicembre a Bali, dove verranno discusse le strategie da seguire alla scadenza dell’accordo di Kyoto, appunto nel 2012.

Cambiamenti di rotta che non riguarderanno né l’economia estera, che continuerà a guardare all’Asia (Rudd parla perfettamente cinese), né in fondo neanche la politica estera e in particolare l’alleanza con gli Usa, principale garante della sicurezza australiana: l’Amministrazione Bush è infatti al tramonto, di ritiro dall’Iraq parlano tutti i candidati Democratici e quanto al clima, persino la Casa Bianca sembra essersi arresa all’evidenza scientifica.
Infine, la vittoria di Rudd rappresenta anche un cambiamento generazionale: il 50enne leader laburista succede a Howard, 68 anni ed esponente della vecchia guardia politica, grazie al voto di molti giovani che – come ha ricordato nel suo discorso – «per la prima volta hanno votato il Labour».

 

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EmiNews 2007

 

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