3954 Una colf immigrata su tre costretta a lasciare i propri figli in patria

20071123 11:21:00 redazione-IT

E le Acli calcolano anche ”l’indice di distacco affettivo”: il 65,5% delle domestiche straniere sposate residenti in Italia da meno di 5 anni non ha il marito ”al seguito”. Sei su dieci vivono da sole

ROMA – Le colf immigrate sono costrette a lasciare i propri figli. Non succede sempre, ma succede molto spesso. Era un fatto noto, ma ora ne abbiamo la conferma per una ricerca voluta dalle Acli e curata da due ricercatori, David Recchia e Gianfranco Zucca (vedi lancio precedente). Secondo questa ricerca, il 34% delle collaboratrici domestiche intervistate nell’ambito della ricerca dichiara di essere stato costretto a lasciare i propri figli nei paesi di provenienza.

La richiesta di ricongiungimento è una pratica con tempi molto lunghi e nella maggior parte dei casi le donne immigrate che curano i nostri figli in Italia non possono più badare ai loro. I bambini e le bambine rimangono con i nonni o negli ambiti familiari dei paesi d’origine.

Delle donne immigrate che sono arrivate nel nostro paese – secondo il campione delle intervistate dalla ricerca delle Acli – sei su dieci vivono da sole. In generale, sempre dai riscontri che si hanno confrontando le diverse domande che sono state sottoposte alle immigrate, almeno la metà del campione delle immigrate si dichiara disposto a rinunciare (per un periodo limitato di tempo) agli affetti più cari per poter venire a lavorare in Italia. Molto poche, una minoranza, sono le donne che possono contare sull’aiuto di un caro: il 14,7% dichiara di avere figli al seguito, l’11,1% vive con il marito, il 10% vive solo con il marito. Per tutte le altre c’è la solitudine. Anche perché essendo appunto molto lunghe e farraginose le pratiche di ricongiungimento familiare, il tempo di permanenza in Italia modifica inevitabilmente gli assetti delle famiglie di origine di queste donne. Le colf che soggiornano da più tempo nel nostro paese, essendo divenute nel frattempo regolari, hanno maggiori possibilità economiche, abitative e legali per mantenere i propri figli in Italia. “In pratica – scrivono i ricercatori – sembra che la giovane età e il fatto di essere da meno tempo in Italia condizioni molto la vita affettiva di molte colf da noi intervistate”.

In una tabella pubblicata con la ricerca si calcola perfino l’indice di distacco affettivo. Con 100 si indica il punteggio massimo (ovvero che la colf in considerazione ha dovuto lasciare al suo paese tutti i figli). Ebbene facendo le percentuali e gli incroci delle interviste si scopre che la media dell’indice di distacco si attesta sul 65,6%. Sono proprio le colf che vivono in Italia da cinque anni che raggiungono il punteggio più alto nella graduatoria dell’indice di distacco. La media per loro è dell’80%. Man mano che aumenta il periodo di permanenza nel nostro paese anche l’indice di distacco tende progressivamente a diminuire. Stessa tendenza si riscontra nella presenza del marito oltre che dei figli. Il 65,5% delle domestiche straniere sposate residenti in Italia da meno di 5 anni non ha il marito “al seguito”. (pan)

www.redattoresociale.it

 

3954-una-colf-immigrata-su-tre-costretta-a-lasciare-i-propri-figli-in-patria

4710

EmiNews 2007

 

Views: 5

AIUTACI AD INFORMARE I CITTADINI EMIGRATI E IMMIGRATI

Lascia il primo commento

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*


Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.