3964 Cerimonia di consegna dei diplomi Celi nell´aula magna dell´universitá di Basilea

20071126 19:13:00 redazione-IT

Anche quest´anno migliaia di scolari dei corsi di lingua e cultura italiana in tutto il mondo si sono iscritti agli esami di Certificazione Celi i.Nella nostra circoscrizione consolare si sono cimentati con la difficile prova circa trecento alunni.Ad affiancarli "tra le gole insidiose" del Centro d´esame Celi dell´ Ecap di Basilea vi erano anche un manipolo di alunni dei licei svizzeri, che al cimento si sono presentati volontariamente ed assistiti dai propri docenti.Docenti che,oltre ad aver preso parte attiva ai corsi di aggiornamento Celi, un tempo riservati ai soli docenti italiani,hanno anche partecipato,in qualitá di esaminatori alla sessione d´esame estiva.L´auspicio di allargare la frequentazione dei corsi anche all´utenza svizzera, incrementando di conseguenza anche la diffusione della cultura e della lingua italiana,ha trovato cosi´un suo primo momento di concretezza grazie agli esami di Certificazione delle competenze in lingua italiana.

Nella nostra circoscrizione gli esami di Certificazione Celi hanno avuto dunque un effetto doppiamente benefico:il conseguimento di un Diploma utilizzabile sia a livello scolastico che lavorativo da un lato e l´incremento del numero delle iscrizioni ai corsi,dall´altro.Come ho gia´fatto notare altrove,a fronte delle trasformazioni avvenute negli ultimi trent´anni all´interno della nostra comunitá all´estero ,comunitá non piu´tesa al rientro,ma ormai stabile ed integrata,non e´piu´possibile percepire il sistema scolastico italiano all´estero come un´estensione di quello italiano.E in questo senso le Certificazioni,tra cui il Celi,oltre a farsi promotrici della lingua e della cultura italiana,rappresentano il primo passo di una riforma dei corsi in senso Europeo. A proposito di cultura ,mi preme inoltre sottolineare-come si legge anche nel documento prodotto dalla IV commissione tematica scuola e cultura del CGIE durante i lavori della sessione straordinaria dei giorni 6 e 7 luglio 2007,a Roma -che quando "si parla di cultura non si fa riferimento esclusivamente alla cultura sviluppatasi in ambito metropolitano ma anche alle espressioni culturali sorte in emigrazione".Nel giro di soli quattro anni l´esperienza di Certificazione ha assunto non solo un ruolo chiave tra i Progetti sottoposti all´attenzione del Ministero degli Affari Esteri dai vari uffici scolastici consolari,ma soprattutto ha ottenuto un tale consenso presso la nostra comunitá e le autoritá scolastiche cantonali da essere ormai considerata come parte imprescindibile e meta finale dell´iter scolastico degli alunni frequentanti i corsi Licit.Le ragioni apparenti del consenso della Certificazione presso la comunitá italiana sono sostanzialmente due :agli scolari piace l´idea di cimentarsi con una prova di esame finale mentre per le famiglie e´interessante un titolo di studio con valore europeo,che a differenza del Diploma di terza media,e´spendibile anche nel mondo del lavoro specie per coloro i quali si orientano nel settore bancario,assicurativo,impiegatizio e,piu´in generale in tutti quei settori lavorativi dove e´richiesta la conoscenza della lingua italiana.Le ragioni latenti di tale consenso sono invece da ricercarsi nel"desiderio diffuso di superare la legge 153".Legge che "anche se finora ha svolto un ruolo essenziale nella promozione della lingua e cultura italiane" viene ormai messa in discussione dall´evolversi del contesto socio-culturale di riferimento , a conferma che la pratica precede sempre la teoria; infatti, come ci ricorda un noto teorico del diritto, e´"l´eccezione che fa la regola."

Marco Minoletti

 

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EmiNews 2007

 

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