3992 PROSTITUZIONE:''Zone free'', battaglia politica sul potere dei sindaci.

20071128 18:34:00 redazione-IT

Il disegno di legge fa discutere: contrari alcuni ministri che temono si crei disparità tra città e città e che si faciliti la nascita di quartieri a luci rosse. Dal Consiglio potrebbe non uscire un testo definitivo approvato

ROMA – Zone vietate alle lucciole, decise dai Comuni, e zone dove invece è possibile esercitare la prostituzione. E’ questo il nodo politico da sciogliere domani in Consiglio dei ministri, quando verrà discusso il nuovo disegno di legge contro la prostituzione voluto dal ministro dell’Interno Giuliano Amato e sul quale si preannuncia già battaglia. Il testo introduce infatti il divieto di prostituirsi in prossimità di luoghi di culto, scuole e ospedali, prevedendo inoltre la possibilità di estendere questo divieto ad altre zone del territorio comunale, individuate dai sindaci dopo avere consultato comitati di quartiere, organizzazioni a carattere sociale, associazioni per i diritti delle lucciole.

Questi divieti, però, non possono avere l’effetto di impedire del tutto l’esercizio della prostituzione in luoghi pubblici, né di consentirlo solo e unicamente in luoghi o secondo modalità che possono essere pregiudizievoli per la dignità o l’incolumità delle persone coinvolte.

Ed è proprio su questo punto, al momento, che manca l’accordo politico dentro il governo: secondo indiscrezioni, sarebbero contrari al potere dei sindaci Francesco Rutelli e le forze centriste. Ma si tratta comunque di una critica diffusa, per ragioni diverse, in tutto il centro-sinistra. Il rischio, secondo alcuni ministri, è che con questa misura si creino delle disparità tra città e città, preludendo inoltre alla nascita di quartieri a luci rosse. A 50 anni dalla legge Merlin, il provvedimento, dibattuto fin dal suo nascere, entra quindi in Consiglio con notevoli dissensi. Altro punto di frizione, circa la bozza di ddl, è l’aleatorietà delle sanzioni (art. 2) che nel complesso non vanno a incidere in modo decisivo nei confronti dell’istigazione, dello sfruttamento e della tratta. Ultima questione cruciale: una prostituzione che continua a essere vista come una "professione” che, se fatta per libera scelta, viene “tollerata” dallo Stato, seguendo l’impianto della vecchia legge Merlin, ma che di fatto continua a non essere ancora regolamentata (ad esempio fiscalmente). E’, dunque, possibile che dalla discussione di domani non esca un testo definitivo approvato dal Consiglio. (mt)

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