4036 Riforme, Veltroni in Parlamento. A Natale il testo corretto

20071204 19:22:00 redazione-IT

Sulla riforma della legge elettorale, siamo al giro di boa. Il segretario del Pd Walter Veltroni, concluso il giro di consultazioni con i partiti di maggioranza e di opposizione, martedì rimetterà il risultato del dialogo fin qui allacciato, dei sì e dei no ricevuti nelle mani dei presidenti delle commissioni Affari Costituzionali di Camera e Senato, Luciano Violante ed Enzo Bianco.

Quello che consegnerà loro non sarà più il testo originario proposto, passato sotto il nome di "Vassallum" o anche di "sistema tedesco alla spagnolesca".

Nel senso che quella proposta appare ora corretta da obiezioni e limature. Ad esempio, come spiega uno degli estensori, il costituzionalista Stefano Ceccanti, dopo che molte forze politiche hanno criticato uno sbarramento soltanto nelle singole circoscrizioni che rischiava di favorire solo liste radicate in territori anche piuttosto piccoli e magari senza seguito nazionale, ora la nuova formulazione prevederebbe «uno sbarramento nazionale» e un recupero possibile solo per chi ha ottenuto seggi in «almeno alcune circoscrizioni», si pensa quattro o cinque ma non è stato ancora definito. Resta il principio del sistema proporzionale senza premio di maggioranza ma con meccanismi che consentano di rafforzare i partiti maggiori. Resta dunque il riparto dei seggi su collegi uninominali e per il resto su liste bloccate dove sia possibile l’alternanza uomo-donna. E le circoscrizioni piccole, che quasi coincideranno con le province.

Ceccanti non nega che per alcune forze, soprattutto quelle di grandezza intermedia, abbiano espresso preferenze per un sistema più tedesco-tedesco, che il Pd vedrebbe però troppo simile a una fotografia dell’esistente. Ma a quanto pare il Vassallum riveduto e corretto sembra, a conti fatti, piacere a quasi tutti. Anche per Pierferdinando Casini il testo di cui hanno discusso Veltroni e Berlusconi nell’incontro di venerdì scorso è «una buona base di partenza».

Il presidente della commissione Affari Costituzionali del Senato Enzo Bianco in una riunione dell’ufficio di presidenza della sua commissione martedì dovrebbe già mettere a punto il calendario della riforma. La bozza finale dovrebbe essere presentata entro la metà della prossima settimana per poi fissare il termine per la presentazione degli emendamenti dopo 7-10 giorni. In questo modo la maggioranza conta di poter chiudere il testo in commissione, salvo ostruzionismo naturalmente, entro Natale, per poi portarlo in Aula a Palazzo Madama a gennaio e ottenere l’ok del Senato in quel mese. I tempi, se si vuole evitare il referendum non sono amplissimi. Per il 20 gennaio è infatti attesa la sentenza della Corte Costituzionale sull’ammissibilità del referendum elettorale che in caso di responso positivo e a meno dell’approvazione di una nuova legge, si terrebbe in primavera.

Sul versante politico della maggioranza, dopo che il segretario di Rifondazione Franco Giordano ha annunciato una consultazione dei militanti del Prc sulla tenuta della coalizione, martedì è il presidente della Camera Fausto Bertinotti a pronunciarsi per primo. Per l’ex segretario politicamente il centrosinistra – cioè l’Unione – «ha fallito» e si apre ora una «nuova fase» in cui anche la sinsitra deve riproporre il suo «grande tema dell’autonomia». «Essere o meno alleati del Pd, stare o meno dentro questo governo: tutto va riposizionato in chiave strategica», dice Bertinotti in una intervista a Repubblica.

La verifica chiesta da Giordano a gennaio potrà servire per tentare una nuova fase della vita del governo, purché, fa notare Bertinotti si intervenga «due terreni irrinunciabili: i salari e la precarietà».

Per finire sulle riforme istituzionali, e su quella elettorale per prima Bertionotti sembra in accordo con il nuovo testo della Vassallum. Il presidente della Camera prende atto che «il bicameralismo perfetto non funziona più» e rilancia il proporzionale senza premio di maggioranza e con lo sbarramento, «soluzione ragionevole e coerente con l’evoluzione del quadro politico: il Pd, il Pdl – o meglio Ppl – la Cosa rossa, lo spazio al centro».

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EmiNews 2007

 

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