4035 Bertinotti: «L'Unione ha fallito» Bindi e Damiano contro di lui. Si prenda le responsabilià

20071204 19:18:00 redazione-IT

Nuove polemiche nella maggioranza per via delle parole di Fausto Bertinotti, che ha definito l’esperienza politica dell’Unione fallimentare: «Il progetto del centrosinistra è fallito», ha affermato il presidente della Camera in una intervista a "Repubblica", «noi siamo già oltre l’Unione».

«Quelle del presidente della Camera sono affermazioni molto forti di cui si assumerà la responsabilità», afferma il ministro della Famiglia, Rosy Bindi, commentando l’intervista di Bertinotti a "Repubblica".

«Penso che il centrosinistra, anche con l’apporto di Rifondazione, abbia compiuto scelte molto importanti per il paese», aggiunge Bindi citando il risanamento, la lotta all’evasione, la riforma del welfare «auspicata e contenuta nel programma dell’Unione». insomma, «credo che questo non sia un fallimento ma un risultato importante».

Il Prc dovrebbe andare orgogliosa dei risultati del governo, dice il ministro del Lavoro Cesare Damiano, l’esperienza politica dell’unione non è stata fallimentare: «Il centro-sinistra sta attuando il programma dell’Unione», osserva Damiano, «se la logica è "tutto e subito", nessun governo lo potrà fare», bisogna procedere con interventi «decisi e graduali», come è stato fatto finora.

«Bertinotti ha ragione quando dice che il quadro politico è cambiato, a gennaio serve un riflessione», dice la vice presidente dei deputati del Partito democratico Marina Sereni, che distingue «il merito delle questioni poste da Bertinotti dallo schema politico su cui lui ragiona». Il merito «non lo condivido, il giudizio di Rifondazione sul welfare, non di Bertinotti, è un giudizio sbagliato nel merito, quello è stato il provvedimento più di sinistra del governo». E Fabio Mussi critica apertamente le parole di Bertinotti: la sinistra unita deve avere vocazione di governo, spiega, e quanto al metodo: «sarebbe bene confrontare e condividere le posizioni politiche».

Il ministro della Ricerca si chiede «che sinistra vogliamo cominciare a costruire l’8 e il 9 dicembre, questo fine settimana? Certamente non residuale o protestataria. Nel qual caso, non basta la denominazione «alternativa per salvarla dalla irrilevanza», conclude.

La verifica di maggioranza, in ogni caso, si farà. E anche presto. Romano Prodi lo ha garantito ai piccoli dell’Unione, che erano insorti dopo il vertice di domenica sera del Partito Democratico, che ha dato ufficialmente il via libera al proporzionale senza premio di maggioranza e con una soglia di sbarramento. Prodi, tuttavia, deve fare i conti anche con la dura analisi del presidente della Camera: «La grande ambizione con la quale avevamo costruito l’Unione non si è realizzata. Non ci deve essere nervosismo, da parte di Prodi – spiega – ma per favore prendiamo atto di una realtà: in questi ultimi due mesi tutto è cambiato, una stagione si è chiusa».

Ma ad agitare i "piccoli" dell’Unione non è solo il timore di un accordo tra le forze maggiori, che li veda esclusi di fatto dalla ridefinizione delle regole del gioco. C’è anche il malumore per il sistema elettorale che si va delineando. Modello che non conquista entusiasmi nemmeno all’interno dello stesso Pd, con D’Alema e Rutelli che continuano a sostenere il tedesco puro e la coppia Parisi-Bindi che difende strenuamente il maggioritario.

Intanto, Walter Veltroni, terminato il giro di consultazioni, incontrerà i presidenti delle commissioni Affari costituzionali di Camera e Senato, ai quali riferirà sull’esito del giro di ricognizione tra le forze politiche e affiderà la palla al Parlamento. Spetterà alle Camere, infatti, definire un testo su cui converga la maggioranza dei partiti. Ma, avverte Marina Sereni, «se non ce la fa il Parlamento noi andremo a votare il referendum e voteremo sì».

www.unita.it

 

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EmiNews 2007

 

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