4039 MARIO DIDO' DIRIGENTE DELLA CGIL E PARLAMENTARE SOCIALISTA SI E' SPENTO IERI.

20071205 09:28:00 redazione-IT

Si è spento durante il sonno, nella sua casa di Varese, Mario Didò. Nato in Francia, a Livry Gargan il 16 novembre 1926, Mariò Didò è stato segretario confederale della Cgil, con Luciano Lama segretario generale. È stato poi eletto deputato europeo nelle file del Partito socialista italiano nel 1979, confermato nel 1984 e ancora subentrato nel biennio 1992-1994. È stato vicepresidente del Parlamento europeo nella legislatura 1984-1989 e vicepresidente del Gruppo socialista al PE. Allo scioglimento del Psi, aveva aderito ai Socialisti Italiani , e successivamente allo Sdi, ricoprendo il ruolo di responsabile esteri incarico che ha tenuto fino al 2004, e vicepresidente del Partito del Socialismo Europeo fino al 2000. Lascia la moglie Vanda e due figli, Massimiliano e Monica.

Epifani a nome di tutta la CGIL ha dichiarato: "E’ scomparso il compagno Mario Didò, già indimenticato segretario confederale della Cgil. Con la sua fermezza, ha segnato il grande e costante sforzo di unità della Cgil ed è stato tra i più alacri costruttori del progetto per un moderno movimento sindacale Europeo. Successivamente, ha proseguito questo cammino nelle istituzioni comunitarie, con la stessa passione e competenza".

Boselli ha dichiarato: "è stata una figura politica esemplare che ha sempre sostenuto la causa del socialismo italiano, con grande coerenza e tenacia, rafforzando il suo impegno nei momenti più difficili e drammatici". "È stato con noi – continua Boselli – nel Psi, nel Si che nacque dalla maggioranza del Psi, e infine nello Sdi. Guardava con interesse e partecipazione alla costruzione di un nuovo partito socialista che non raccogliesse solo la diaspora ma fosse rivolto a tutti coloro che dopo l’89 si sono riconosciuti nel socialismo europeo. È stato ai vertici della Cgil, con una posizione riformista e autonomista. Nel Psi si è occupato prevalentemente di politica europea e di politica estera sulla base di un bagaglio che aveva accumulato seguendo l’attività internazionale della Cgil. Non ha mai risparmiato le sue energie godendo di una stima che andava ben al di là dei confini socialisti.

Resterà sicuramente per tutti noi – conclude il leader socialista – un amico e un compagno a cui fare riferimento nella nostra azione per rinnovare e rafforzare il socialismo nel nostro paese".
Villetti ha ricordato: "Laicità, europeismo e riformismo sono state le bussole politiche che hanno guidato l’intensa opera di Mario Didò nella Cgil e nel socialismo italiano".
"Figure come quella di Fernando Santi e di Riccardo Lombardi – continua Villetti – sono state un riferimento costante per il suo impegno in una attivita’ politica nel socialismo italiano che abbiamo condiviso interamente. La sua personalita’ era dotata di grande senso pratico, di una notevole conoscenza dei problemi del lavoro e di quelli internazionali che ha avuto come banco di prova la sua lunga presenza nel Parlamento europeo.

Aveva contatti di amicizia con i principali leader del Pse.
Rino Giuliani a nome dell’Istituto Fernando Santi ricorda Mario Didò segretario della CGIL stimato e rispettato punto di riferimento del movimento sindacale italiano, profondamente legato al movimento operaio del quale, per incarico della CGIL, in prima fila ha rappresentato le aspirazioni e ne ha difeso i diritti. Nella sua lunga e rigorosa vicenda umana , dall’impegno sindacale a quello politico e parlamentare Didò ha rappresentato al meglio l’ansia di giustizia sociale , la volontà di lotta per il cambiamento della società italiana che furono proprie di Riccardo Lombardi e Fernando Santi, due protagonisti socialisti concreti, riformatori veri, lontani dal’enfasi allora come ora diffusa , poco in linea con la democrazia dei gazebo oggi in voga.

Mario Didò al recente congresso dello Sdi di Fiuggi fu il presentatore, insieme a Piero Puddu dell’ordine del giorno votato all’unanimità per un ritorno forte dell’ impegno dei socialisti in emigrazione accanto ai lavoratori emigrati ed alle loro famiglie nei paesi d’accoglienza.
Mario Didò- ha aggiunto Giuliani- aveva un grande rispetto dell’associazionismo in emigrazione, ne riconosceva il ruolo essenziale svclto nel passato e nel presente, ne apprezzava l’autonomia e l’unitarietà d’intenti. Ci mancherà .

 

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EmiNews 2007

 

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