4090 SEMPRE PIÙ RAZZISMO CONTRO I LATINOS NEGLI STATI UNITI

20071212 15:29:00 redazione-IT

di Gennaro Carotenuto

La fonte è di quelle che i media mainstream considerano autorevoli: l’FBI. Ebbene, secondo il Rapporto dell’FBI intitolato “I crimini d’odio contro i latini ad un livello record”, negli Stati Uniti i delitti a sfondo razziale sono in continua crescita, e il 70% delle vittime di tali crimini sono latinoamericane. Appena un lustro fa queste non erano più del 50%.
La denuncia è stata ripresa dal parlamento messicano e fa rumore. La curva dei crimini, omicidi, percosse, minacce, persecuzioni sociali, scolastiche e lavorative che vengono classificate per avere come motivazione unicamente il razzismo, l’appartenenza etnica o nazionale, è in crescita esponenziale negli Stati Uniti.

Si sarebbe potuto pensare che a partire dall’11 settembre 2001 i crimini a sfondo razzista negli Stati Uniti si fossero indirizzati in maggior misura contro la popolazione di religione islamica. Ma lo studio dell’FBI rivela che non è così. Anzi, se fino all’anno 2000 i latinoamericani erano vittime della metà dei crimini a sfondo razziale, nell’ultimo lustro si è cresciuti dal 50% fino a superare il 70%. I numeri sono cogenti. Nell’anno 2003 si registrarono 639 crimini a sfondo razziale, dei quali 480 contro ispanici. L’anno successivo i crimini calarono leggermente, furono 595, con 426 vittime latine. Tornarono a salire nel 2005. Su 646 crimini 475 furono contro messicani e centroamericani. Nel 2006 i “crimini d’odio” crebbero ancora, furono 722 con 522 ispanici come vittime.
Nell’anno in corso, il 2007, negli Stati Uniti si sono già registrati 819 crimini a sfondo razziale. Di questi ben 576 hanno visto come vittime cittadini ispanici, il 70,3%. Secondo il deputato messicano Edmundo Ramírez Martínez, del PRI, è tempo che tali ondate di odio interessino il Ministero degli Esteri attraverso misure che oltre a rafforzare le autorità consolari messicane negli Stati Uniti inducano il governo di Washington a prendere contromisure.
Alle vittime dirette di atti di discriminazione razziale vanno aggiunte le vittime del muro della vergogna fatto erigere alla frontiera tra Messico e Stati Uniti per frenare l’impennata dell’emigrazione registrata a partire dal 1994 come conseguenza del trattato di libero commercio (NAFTA). Nel tentare l’attraversamento del deserto almeno 4000 persone sono morte di stenti e oltre 400 sono state abbattute dalle guardie di frontiera statunitensi.

fonte vedi sito www.gennarocarotenuto.it

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EmiNews 2007

 

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