4115 Danieli risponde a Cassola su questione di Amelia Rossi, dipendente consolare a B.AIRES

20071216 22:13:00 redazione-IT

Danieli risponde a Cassola su questione di Amelia Rossi, la quale ribatte parlando di "13 anni di persecuzione politica"
Amelia Rossi produce un documento completo di fotografie e lettera del 1995 del Consolato Generale d’Italia che conferma che gli atti relativi alla "falsificazione di targhe rilasciate sono state trasmesse" al Ministero competente (da Newsitaliapress)

Roma – Il Vice Ministero per gli Affari Esteri con delega per gli italiani all’estero Franco Danieli, ha risposto all’interrogazione a risposta scritta n. 4-04583 sul caso della Signora Amelia Rossi impiegata a contratto presso il Consolato generale d’Italia a Buenos Aires presentata dall’Onorevole Arnold Cassola, parlamentare dei Verdi eletto sulla Circoscrizione Estero, ripartizione Europa.

"Come da Lei stesso riferito, con sentenza n. 1387 del 22 marzo scorso, la IV Sezione del Consiglio di Stato ha accolto il ricorso in appello presentato dall’Amministrazione contro la sentenza del TAR del Lazio n. 10135/2002, che aveva annullato il provvedimento del Consolato Generale d ‘Italia a Buenos Aires del 14 novembre 1995, n. 14981 con il quale era stata disposta l’immediata risoluzione del rapporto di lavoro dell’impiegata a contratto Amelia Rossi per gravissima infrazione ai doveri d’ufficio (applicazione all’autovettura di fotocopie delle targhe speciali che sarebbe stata tenuta a restituire, non avendo più titolo alloro utilizzo)" scrive il Vice Ministro Danieli.

La sentenza del Consiglio di Stato statuisce, in particolare, che è "comprovata la tesi dell’Amministrazione" e rileva "l’illegittimità e la gravità del comportamento posto in essere dell’interessata”.
Per effetto di tale decisione il provvedimento annullato, la cui efficacia era stata sospesa a seguito di ricorso della signora Rossi, "è tornato ad avere piena ed immediata validità, operando retro attivamente al novembre 1995. La Direzione Generale per il Personale del Ministero degli Affari Esteri ha dunque dato esecuzione alla sentenza del Consiglio di Stato, recependone gli effetti giuridici ed economici (cessazione del rapporto di lavoro a decorrere dal 19.11.1995, data del licenziamento originario). Il rapporto lavorativo è terminato con spettanza all’interessata della pensione e della liquidazione del trattamento di fine rapporto, al netto delle detrazioni relative al periodo da novembre 1995 ad aprile 1996, periodo durante il quale l’impiegata non ha prestato servizio" scrive Danieli.
A seguito di tali fatti, la signora Rossi ha proposto ricorso per revocazione contro tale provvedimento, "chiedendone in via cautelare la sospensione dell’efficacia. Con Ordinanza n. 3557/2007 del l0 luglio 2007, il Consiglio di Stato, Sez. IV, ha respinto l’istanza cautelare, motivando che ‘ad una prima valutazione, l’istanza di re vocazione presentata dalla ricorrente non pare assistita dal necessario [umu.s boni iuris’ e condannando la ricorrente al pagamento delle spese del giudizio cautelare".
L’udienza di merito del giudizio per revocazione, originariamente fissata per il 13 novembre scorso, scrive Danieli "è stata rinviata a data da destinarsi a seguito dell’istanza presentata dalla ricorrente, che ha manifestato la volontà di giungere ad un compromesso. La Signora Rossi ha, infatti, inoltrato alla Direzione Generale per il Personale una proposta di transazione per la composizione negoziale del contenzioso in oggetto, mediante reciproche concessioni. La proposta prevede l’estinzione di ogni diritto e di ogni giudizio pendente connessi con l’impugnato licenziamento, in cambio della prosecuzione del rapporto di lavoro con l’Amministrazione chiamata a valutarne la legittimità e l’opportunità".

Il parlamentare ha informato di questa risposta Amelia Rossi, la quale ha espresso la sua precoccupazione.
"Devo affermare che sono preoccupata per diversi motivi, tra i quali, che non emerga la verità su questa triste vicenda e si debba ancora ‘valutarne la legittimità e l’opportunità’ (di un’eventuale transazione), come manifestato dal Vice Ministro Franco Danieli" afferma Amelia Rossi.
Esiste in Argentina, spiega Amelia Rossi, "Sentenza del Giudice Jorge A. Urso –Juzgado de Instruccion n. 30-secretaria n. 109 in data 15.02.1996, la quale espressamente dice ‘non trovo nessuno strumento pubblico adulterato e non credo che nessuno possa considerare come tale le targhe o l’autorizzazione che aveva in suo possesso la titolare della macchina e che la stessa ha consegnato per ritirare l’autovettura dal commissariato, …..e nemmeno sono state questionate dallo stesso Console come false’" Non basta, aggiuge la Rossi, "In data 10 maggio 1996, a seguito della sentenza del Giudice Urso, il V. Console Curcio , si è nuovamente presentato, questa volta presso il Tribunale Penale Argentino, di cui era titolare il Giudice Yrymia. Sotto giuramento dichiara, ampliando e sottoscrivendo la dichiarazione, (già non per falsificazione), per ‘Usurpazione di titoli ed onori’ e ‘Sostituzione illegittima delle targhe’. Nella suindicata dichiarazione sostiene, varie volte, che ero pensionata invalida, cercando di ottenere una definitiva sentenza penale, a qualunque costo, contro la scrivente. Mi sembra molto grave che, sotto giuramento, in un Tribunale Straniero, il Console affermi nel 1996 che ero pensionata per invalidità, mentre in realtà ero stata da lui licenziata per presunta invalidità. La causa non ha continuato per ‘falsificazione’, (presunto motivo del licenziamento), ha continuato per Usurpazione di titoli ed onori e Sostituzione illegittima delle targhe". A questo riguardo Amelia Rossi produce un documento completo di fotografie e lettera del 1995 del Consolato Generale d’Italia che conferma che gli atti relativi alla "falsificazione di targhe rilasciate sono state trasmesse" al Ministero competente.
La sentenza definitiva del proscioglimento, in data 24 settembre 1996, emessa dalla Càmara Argentina, con sentenza sottoscritta dai Giudici. Carlos Alberto Gonzalez, Carlos Alberto Elbert, Luis Ameghino Escobar e dal Segretario Roberto Luis Ares, non si riferisce alla falsificazione delle targhe, "si riferisce esplicitamente all’accusa effettuata dal Console Curcio per il ‘delitto di sostituzione illegittima’ delle targhe. Mentre io vivevo questo calvario, nello stesso periodo, il Console Generale d’Italia in Buenos Aires, Arturo Olivieri, funzionari della nostra Ambasciata, ed altri colleghi del Consolato Generale, che realizzavano la stessa pratica di nazionalizzazione dell’autovettura, portavano le fotocopie delle targhe restituite, sulla propria macchina come era ed è consuetudine" afferma Amelia Rossi
Mi sento molto angosciata, afferma Amelia Rossi "come cittadina italiana molto delusa, permettendomi rilevare che, in Argentina sono considerata un’onesta straniera residente, come risulta dalla sentenza emessa opportunamente, indicando nella medesima , con espressa menzione che: ‘non è stato leso il buon nome ed onore di cui godeva l’indagata’. Invece in Italia, sono considerata una delinquente che non può continuare a prestare servizio per ‘gravi motivi d’infrazione d’Ufficio’, licenziata dal lavoro, dopo 13 anni di persecuzione politica, da parte del nostro Console Generale Giancarlo Maria Curcio, il quale rappresenta l’Italia in Argentina e ‘tutela’ i connazionali residenti" conclude Amelia Rossi.

http://www.newsitaliapress.it/articolo.asp?id=3516

 

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EmiNews 2007

 

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