4124 Lavoratori migranti, l'Oim: ''Una politica globale contro le discriminazioni''

20071219 10:49:00 redazione-IT

In occasione della Giornata internazionale per le migrazioni, l’organizzazione riporta l’attenzione sulle pessime condizioni lavorative e sulle varie forme di abuso e traffico illegale di immigrati. ”Le leggi nazionali non bastano”

Ginevra – Assicurare la protezione dei diritti dei migranti e dei lavoratori temporanei attraverso l’applicazione di politiche globali concertate capaci di gestire la mobilità della manodopera su scala mondiale. Lo chiede l’Organizzazione internazionale per le migrazioni – Oim – in occasione della Giornata internazionale per i migranti.

In una nota, l’Oim osserva con soddisfazione come recentemente ci siano stati dei segnali positivi in questo senso. “La protezione dei diritti umani dei migranti e dei lavoratori a tempo determinato – i cosiddetti ‘stagionali’ – riveste un’importanza fondamentale se si vuole che la mobilità della manodopera esprima appieno il suo potenziale economico e umano nell’interesse di tutti” dichiara il direttore generale dell’Oim, Brunson McKinley.

La mobilità lavorativa costituisce un elemento chiave della globalizzazione ed esercita un forte impatto sull’economia mondiale. Nel 2007, i lavoratori migranti provenienti dai paesi in via di sviluppo hanno inviato nei loro paesi di origine, attraversi le vie ufficiali, più di 240 miliardi di dollari, contribuendo in maniera significativa alla crescita economica e alla prosperità dei paesi di accoglienza. Se gestita efficacemente, la mobilità internazionale della manodopera può rivestire un ruolo importante nel permettere ai migranti di acquisire conoscenze e qualifiche utili a promuovere lo sviluppo dei loro paesi, come è stato sottolineato nel corso del Forum globale “Migrazione e sviluppo” che si è tenuto a Bruxelles nel luglio 2007.

Nonostante il loro positivo contributo all’economia mondiale, i lavoratori migranti e i lavoratori “stagionali” continuano ad affrontare difficoltà in molte parti del mondo, dalla pessime condizioni lavorative a varie forme di abuso e discriminazione. Anche se a livello nazionale sono stati definiti dei solidi quadri giuridici, occorre che essi siano accompagnati dal dialogo intergovernativo e dalla cooperazione sulla mobilità lavorativa, elementi cruciali per il progresso economico e sociale e per lo sviluppo, che costituiscono anche la migliore garanzia di rispetto dei diritti umani dei migranti.

Secondo McKinley “proteggere i diritti umani dei migranti e dei lavoratori ‘stagionali’ presuppone la realizzazione di solidi partenariati tra i paesi di origine e di destinazione, tra agenzie interessate alla mobilità lavorativa e altri importanti interlocutori provenienti dal settore privato”. “E’ per questo che l’Oim offre il suo supporto e le sue competenze ai dialoghi regionali, come nel caso del Processo di Colombo, che riunisce in Asia undici paesi di origine di lavoratori migranti”.

Nel gennaio 2008 i ministri del Processo di Colombo si riuniranno ad Abu Dhabi, negli Emirati Arabi Uniti, con i ministri del Consiglio di Cooperazione del Golfo e di altri paesi di destinazione di manodopera asiatica. “Questo incontro mostra come i paesi di origine asiatica e i paesi di destinazione del Consiglio di cooperazione del Golfo possano cercare insieme delle soluzioni pratiche per un miglioramento della situazione lavorativa dei lavoratori asiatici nella regione del Golfo” afferma McKinley.

Anche se si osserva un riconoscimento sempre più ampio del fatto che una gestione della mobilità lavorativa sia necessaria alla crescita globale e allo sviluppo, c’è ancora molto da fare per assicurare un accordo efficace tra domanda e offerta di lavoro. Un fallimento in tal senso produrrebbe una aumento dei casi di tratta, una crescita del “traffico” illegale di immigrati irregolari e, di conseguenza, ulteriori violazioni dei diritti umani.

“E’ essenziale promuovere una politica trasparente di impiego affinché i diritti dei lavoratori migranti e dei lavoratori stagionali siano rispettati” continua Brunson McKinley “Esistono anche altre mezzi utili a favorire la riduzione della loro vulnerabilità: dall’offerta di assistenza tecnica per aiutare i paesi a identificare il numero di lavoratori stranieri di cui hanno bisogno all’introduzione di misure per facilitare la certificazione e l’omologazione delle qualifiche”. Per l’Oim, la formazione pre-partenza dei migranti e dei lavoratori stranieri e dei lavoratori stagionali è un altro momento critico per assicurare che essi siano a conoscenza dei loro diritti dei loro doveri. In un modo sempre più contraddistinto dai movimenti lavorativi, è necessario che la comunità internazionale agisca adesso per adottare un approccio globale e pragmatico nei confronti di una mobilità della manodopera che sia di beneficio per tutti”

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EmiNews 2007

 

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