4123 HAITI: I TESTIMONI DEL SILENZIO

20071218 20:00:00 redazione-IT

L’eliminazione sistematica dei sostenitori Lavalas è iniziata almeno nel 2002 e pianificata molto tempo prima. Ecco le prime testimonianze dal Plateau Central raccolte dalla Association of University Students Committed to a Haiti with Rights (AUMOHD). Rimasti isolati, anche dalla sicurezza offerta dal contingente internazionale della missione ONU, questi cittadini haitiani chiedono verità e giustizia per i loro parenti scomparsi o uccisi.

Di Alma Giraudo, per Selvas.org

Il Plateau Central fa parte del Dipartimento di Centro, uno dei dieci dipartimenti in cui è suddivisa Haiti e si trova lungo la frontiera con la Repubblica Dominicana. Copre un’area di 3.675 Km2 ed ha una popolazione di quasi mezzo milione di abitanti. Coloro che vivono nel Plateau Central, così come chi vive nella regione montuosa dell’Artibonite, a nord, è composta in prevalenza da contadini ed allevatori, sempre più impoveriti dalle imposizioni delle istituzioni finanziarie internazionali e destinati o alla fame o ad alimentare le poverissime bidonvilles di Port-au-Prince se gli Accordi di Partenariato Economico (EPA), che l’Unione Europea sta cercando di far accettare con qualsiasi mezzo, saranno sottoscritti.
Sia il Plateau Central e sia l’Artibonite sono da sempre teatro dei peggiori massacri, dai regimi dei Duvalier, alle dittature che si sono succedute negli anni 1986-1990, al regime di Cedras, a quello di Latortue. Sulle violenze avvenute in queste zone le testimonianze sono sempre state scarse perché ben pochi vi si sono recati per documentarne la realtà.

Dal 2001 due gruppi armati composti soprattutto da ex militari hanno operato per abbattere il governo costituzionale da poco eletto, assassinando sistematicamente dirigenti, membri o simpatizzanti del partito Fanmi Lavalas (fondato da Jean-Bertrand Aristide) e seminando il terrore: il primo è il Front de Résistance des Gonaïves, guidato da Butteur Métayer, Jean-Pierre Baptiste (noto come Jean Tatoune) e Winter Etienne, che il 5 febbraio 2004 occupò la città di Gonaïves, mentre il secondo è il Front de Libération National, diretto da Guy Philippe, Ravix Remissainthe e Louis-Jodel Chamblain, già numero.2 del FRAPH, la formazione paramilitare al servizio del gen. Raul Cedras durante gli anni 1991-1994 (furono 5.000 le vittime del regime di Cedras).
Questi due gruppi entrarono in Haiti dalla confinante Repubblica Dominicana.

E il governo degli Stati Uniti finanziò e addestrò almeno 600 membri delle forze paramilitari anti-Aristide nella Repubblica Dominicana, con il consenso dell’allora Presidente dominicano Hipolito Mejia e con il preciso scopo di rovesciare il governo democraticamente eletto di Haiti.
I paramilitari, che indossavano divise della polizia dominicana, venivano istruiti al combattimento in vari villaggi, fra i quali Neiba, San Cristobal, San Isidro, Haina, e gli ex militari sopra menzionati hanno partecipato a tale addestramento.

I rischi per i testimoni e per l’AUMOHD
Dopo l’elezione democratica del Presidente Préval, nel febbraio 2006, la speranza di poter denunciare gli abusi subiti e di ottenere giustizia ha spinto alcuni cittadini di Mirebalais, Lascahobas e Belladère, tre piccole città situate nel Plateau Central, a contattare l’organizzazione per i diritti umani Aumohd, invitandola a recarsi in queste zone per raccogliere le testimonianze e cercare di intraprendere un’azione legale contro i responsabili di crimini.
Mirebalais, Lascahobas e Belladere insieme non raggiungono i 150.000 abitanti totali e i racconti dei testimoni documentano solo una minima parte delle violenze avvenute in queste zone, ma sono particolarmente significative in quanto dimostrano in modo inequivocabile, se ce ne fosse ancora bisogno, che gli attacchi armati contro il governo ed i suoi sostenitori sono iniziati poco dopo l’insediamento del presidente eletto Jean-Bertrand Aristide avvenuto nel febbraio 2001.

E’ stato un lavoro lungo e complicato quello esercitato dall’associazione per i diritti umani Aumohd in oltre un anno di raccolta e annotazione. Secondo le numerose testimonianze delle vittime, gli autori, i co-autori e i complici degli atti criminali, delle violazioni dei diritti umani e crimini contro l’umanità sarebbero tutti conosciuti e riconoscibili dalle loro vittime e dalla popolazione che proprio per questo teme possibili ritorsioni. Tra l’altro i parenti delle vittime dichiarano che i mandanti e i responsabili di violenze e di altre atrocità sono innanzitutto facenti parte del cosiddetto “braccio armato” dell’ex opposizione al governo di Aristide. I nomi citati dalle vittime sono numerosi ed elenchiamo solo quelli maggiormente citati.
Fra gli ex militari apparirebbero Guy Philippe, Louis Jodel Chamblain, Ravix Remissainthe, Clotaire Jean Baptiste, Joseph Jean Baptiste, Edouard Jean Baptiste, Calixte Idrick.
Mentre molte sono le segnalazioni tra i civili: Bel Panel, Voltaire Jean Baptiste, Cazimir Edouard, Celestin Moise, Victor Gaston, Jean Edner, Fernand Edouard, Walso Vincent, Bardin Amonvil, e molti altri ancora.

Tutti i testimoni, nonostante siano ben consapevoli dei rischi di ritorsione da parte dei criminali da loro indicati, che circolano tranquillamente per il Paese, hanno liberamente accettato che il proprio nome e la propria foto nome venissero pubblicati sul rapporto dell’Aumohd e su internet. In questo caso è esclusiva scelta dell’autrice di non pubblicare le loro foto. D’altro canto i soldati del contingente ONU che hanno nel proprio mandato il compito di proteggere i cittadini haitiani sono totalmente assenti da queste zone.

Come e forse più dei testimoni sono a rischio i membri dell’AUMOHD ed in particolare il presidente Evel Fanfan, che ha subito pesanti minacce dopo essersi recato a raccogliere le testimonianze proprio nel Plateau Central.
Chiunque voglia aiutare queste persone e l’Aumohd può contattare l’autrice tramite selvas.org. Qualsiasi somma possa essere inviata all’associazione, per quanto piccola, costituisce un atto di solidarietà attiva alla difesa dei diritti umani.

Cos’è stato raccontato su quel periodo

Non si può, né si deve dimenticare, la risoluzione del Parlamento Europeo del 15 gennaio 2004 mentre l’Unione Europea stava sottoponendo Haiti ad un odioso embargo economico iniziato nel 2001 e mentre i Lavalas, “il partito al potere”, venivano sistematicamente eliminati:

“I deputati, condannando tutte le violenze e gli assassinii politici di cui Haiti soffre da anni e domandando a tutte le parti coinvolte il rispetto dei diritti umani, esortano il governo haitiano, l’opposizione e la società civile a impegnarsi in un dialogo costruttivo, eventualmente nel quadro di una «Conferenza internazionale», al fine di spianare la strada ad elezioni legislative”

“Il Parlamento, inoltre, deplora il fatto che la polizia e il sistema giudiziario non abbiano affrontato gli attivisti del partito al potere responsabili di violenza politica e chiede che venga condotta un’inchiesta indipendente e trasparente sulle accuse di violazioni dei diritti umani commesse dalla polizia, dalle forze di sicurezza, dagli attivisti politici e dalle milizie. A tale proposito, esorta il governo haitiano a sciogliere le milizie e le bande armate che seminano terrore, a porre fine alla corruzione e a impegnarsi nella lotta contro il traffico di droga”

(vedere “Haiti: cronache d una morte annunciata” su www.selvas.org)

Nemmeno si può dimenticare cosa scrivevano o dicevano gli organi d’informazione, nazionale ed internazionale, in perfetta sintonia con le dichiarazioni provenienti da Washington, sulla violenza politica che sarebbe stata causata da bande composte da membri del Fanmi Lavalas, che avrebbero ucciso gli oppositori ed intimidito la stampa “libera”, su un Aristide improvvisamente colto da sete di potere e divenuto un despota (…)
Nessuno ha ritenuto di verificare quale fosse la realtà, nessuno ha raccolto testimonianze o addirittura tentato di documentare cosa stesse avvenendo, tradendo qualsiasi principio basilare sulla correttezza dell’informazione.

La persecuzione continua

E’ fondamentale sottolineare che la persecuzione dei Lavalas non è finita con l’elezione di un governo legittimo: la scomparsa dell’attivista per i diritti umani Pierre Antoine Lovinsky il 12 agosto 2007, mai ritrovato, ed il sequestro, il 28.ottobre 2007 della dottoressa Maryse Narcisse, membro dell’esecutivo del Fanmi Lavalas e portavoce di Jean-Bertrand Aristide, fortunatamente liberata dopo alcuni giorni, sono atti di aggressione e di minaccia gravissimi.
Il governo Préval – Alexis è alle prese con un Paese distrutto da ricostruire e con un disperato bisogno di fondi, sottoposto quindi ai pesanti ricatti dei Paesi ricchi, fra i quali l’Unione Europea, e delle istituzioni finanziarie internazionali (che sono sostanzialmente la stessa cosa) e non è in grado di rispondere adeguatamente a queste aggressioni.

La speranza e la volontà di giustizia dei coraggiosi cittadini di Belladère, Lascahobas e Mirebalais si scontrano con questa realtà. Coloro che hanno finanziato, addestrato, sostenuto i criminali ed il golpe hanno tutto l’interesse ad affossare le richieste di giustizia che porterebbero alla luce le loro responsabilità.
I cittadini del Plateau Central, l’Aumohd che li sostiene, il governo haitiano, hanno bisogno di un forte sostegno internazionale di organizzazioni e singoli cittadini affinché vi sia una possibilità di giustizia e di verità.

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LE TESTIMONIANZE

Qui di seguito sono riepilogate alcune delle testimonianze più significative raccolte nell’agosto 2007 dall’Aumohd. Quasi tutte le persone assassinate o scomparse erano dirigenti, membri o simpatizzanti del Fanmi Lavalas. Dalle testimonianze risulta chiaro che si è trattato di una vera "caccia alle streghe"

"Sono Joël PAULAS. Sono molto contento di vedere oggi, per la prima volta, un’organizzazione per i diritti umani con noi, a Belladère, dopo tutti questi avvenimenti così dolorosi. Quello che consideriamo particolarmente grave è che dopo tutti questi massacri, questi stupri, ci troviamo disprezzati da parte dello Stato. Non abbiamo libertà di parola, non abbiamo sicurezza, non c’è disarmo. I criminali di Guy Philippe sono tutt’oggi presenti nella città. Sono là, in mezzo a noi, senza che alcuna azione sia stata intrapresa nei loro confronti. Su 5 persone che vedete per strada 2 o 3 portano un’arma. L’accesso alla giustizia per noi non esiste.
Ci rivolgiamo al Presidente René Garcia Preval, al Primo Ministro Jacques Edouard Alexis, al Ministro della giustizia, René Magloire nei quali abbiamo fiducia, per correggere questa situazione di impunità che regna nel Plateau Central e per portare gli autori di questi crimini a rispondere davanti alla giustizia."

"Sono Hilaire VERNET. Sono un responsabile del Fanmi Lavalas di Belladère. Vi voglio dire che gli assassini sono tutti là, nel parlamento haitiano come deputati o agenti di sicurezza dei deputati, sono al comune di Belladère, sono stati candidati alla presidenza, salvo Remissainthe Ravix e Clotaire Jean-Baptiste che sono morti."

"Sono Pierre LUCA: sembra che il resto del Paese non sia al corrente di quello che è successo nel Plateau Central: estorsioni, stupri, omicidi, case incendiate, tutti crimini commessi dagli ex militari e da civili armati contro persone innocenti. Siamo preoccupati ma pronti a presentare una denuncia contro tutti coloro che hanno partecipato a questi crimini. Il Plateau Central è pieno di bambini rimasti senza padre e senza madre e di donne rimaste vedove. Non c’è la presenza di uno Stato che si prenda carico di questi bambini esposti alla delinquenza, all’accattonaggio ed alla prostituzione."

"Sono Pierre CAVIL, il testimone oculare dell’assassinio del sindaco di Savanette, Amongue Lema. Sono disposto a spiegare alla polizia ed alla giustizia come il Sindaco è stato ucciso, se sono garantite le condizioni di sicurezza."

"Il mio nome è Leonard YONEL, vengo da Pernal, questo luogo di terrore caduto in mano agli ex militari dove Pedel Colo, Amongue Lema, Pierre Marais, Samedi Patrick (un poliziotto), Bernadeau Marjorie, Jean Fritzner e molti altri sono stati catturati ed uccisi. Vogliamo un’inchiesta indipendente sui tutti i casi di violazione dei diritti umani."

"Sono DENAUD, il fratello di Wilfrid. Mio fratello è stato colpito da numerose pallottole vicino a Pernal: il suo corpo è rimasto abbandonato per più giorni perchè per noi, i parenti, non era facile nemmeno recuperare il corpo. Conosciamo molto bene gli assassini di Wilfrid, sono attualmente presenti a Lascahobas, Belladère, e altri sono a Port au Prince. Siamo pronti a collaborare con la giustizia e con la polizia per fare il punto su questo assassinio."

"Sono Jerbo LUC, testimone oculare dell’assassinio di Pedel Colo, uno studente che veniva da Port-au-Prince per far visita ai propri parenti. E’ stato assassinato il 21 giugno 2003 dagli ex militari perchè non è stato in grado di identificare le case di esponenti Lavalas. I suoi assassini sono Voltaire Jean Baptiste e Fernand Edouard. Ravix Remissainthe era presente."

"Sono la moglie di Sincère JOSEPH che è stato assassinato nella notte fra il 10 e l’11 dicembre 2002 da almeno 15 uomini pesantemente armati. Stavamo dormendo, io , mia figlia e mio marito quando qualcuno ha bussato con violenza alla porta fingendosi un conoscente. Visto che non aprivo mi hanno ingiunto di farlo perchè altrimenti avrebbero crivellato di colpi la casa ed il suo contenuto: allora ho aperto e Sincère è andato con loro, per salvare me e la nostra figlia. Dopo poco ho sentito un colpo e poi niente. Con mia figlia siamo fuggite nel bosco ed il giorno dopo Sincère è stato ritrovato assassinato con un colpo alla testa. Da allora nulla è stato fatto affinchè gli assassini rispondano dei loro atti. Sarebbe una gioia se veramente l’Aumohd riuscisse ad aiutarci a portare davanti alla giustizia questi assassini come Guy Philippe ed i suoi compagni."

"Sono Cabue JOHNSON. Sono stato arrestato dal gruppo di Clotaire Jean Baptiste il 10 dicembre 2002, Ho trascorso molto tempo in prigione. Il capo d’accusa era che sono un dirigente Lavalas. Non sono stato torturato come è avvenuto per numerose altre persone che sono state arrestate in circostanze simili."

"Sono la Sig.ra Louidor DORSAINVIL. Durante la notte fra il 10 e l’11 dicembre, la notte più triste per la mia famiglia, un gruppo di uomini armati è venuto a bussare cercando di farsi passare per Cabue, un compagno di Dorsainvil. Ho rifiutato di aprire ma poi sono stata costretta: Dorsainvil è uscito ed ho sentito uno sparo ed il giorno dopo il suo corpo è stato trovato in un canale. Mio marito è stato ucciso perchè era un militante Lavalas."

"Sono il fratello di Pierre MARET che è stato assassinato dai soldati di Guy Philippe, di Clotaire Jean Baptiste ed i loro compagni. Il 21 giugno 2003 Pierre è stato arrestato, dopo essere stato identificato come un membro dei Lavalas. E’ stato ucciso lo stesso giorno."

Il caso della famiglia SOUVERAIN
Nella notte fra il 23 ed il 24 giugno 2003 un gruppo di uomini pesantemente armati (provenienti dalla Repubblica Dominicana, secondo quanto affermano i sopravvissuti), composto da Ravix Remissainthe, Clotaire Jean BAPTISTE (entrambi uccisi in circostanze poco chiare durante il periodo del governo Boniface/Latortue), Bell Panel, Edouard Cazimir e Voltaire Jean Baptiste (tutti attualmente liberi e tranquilli à Belladère) ha vigliaccamente assassinato:

Rosita SOUVERAIN, 24 anni
Nathalie SOUVERAIN, 17 anni
Mimose BRIZARD una commerciante di 38 anni che si recava da Port-au-Prince alla Repubblica Dominicana ed era ospite della famiglia Souverain
Dubuisson BRIZARD, 35 anni, anch’egli commerciante temporaneamente ospite della famiglia Souverain.
Ramil ALBERT LOUIS, 14 anni

Ed ha ferito alla schiena il piccolo B.H. di 9 anni, rimasto paralizzato.

Il caso di Péligre
Il 7 maggio 2003, un gruppo di composto da dodici persone ha attaccato la centrale idroelettrica. Due guardie sono state assassinate e la sala di comando incendiata. Questo crimine contro un bene dello Stato costituisce un crimine contro lo Stato.

Il caso del giudice di Pace Lozamard CHRISTOPHE
Il 28 novembre 2002 il giudice di Pace di Lascahobas è stato assassinato dopo essere stato intercettato da un gruppo di uomini armati, mentre era nell’esercizio delle proprie funzioni di giudice: si stava recando a redigere un verbale.

Il caso dell’assassinio di 4 impiegati del Ministero degli Interni
Il 25 luglio 2003, nella sezione comunale di Roi Sec, presso Pernal, quattro impiegati del Ministero degli Interni e dei Collettivi territoriali, Jean Marie Depeingne, Adrien Celestin, Wilfrid Thomas et Chrétien Augustin sono stati assassinati mentre ritornavano dopo aver partecipato all’insediamento del Consiglio Comunale a Belladère. I corpi dei quattro assassinati sono stati maltrattati e bruciati dagli assassini.

Elenco parziale di persone delle quali non si sa più nulla
(2002-2004)

1.- Guitoya Fede, 60 anni, prelevata dalla sua casa il 14 marzo 2003 da dei civili armati: scomparsa.
Secondo la cognata è stata assassinata per la sua appartenenza politica al movimento Lavalas.

2.- Nejan Espérance, prelevato dalla sua casa il 14 marzo 2003 in presenza della moglie: scomparso.

3.- Bouton Exile, 70 anni, prelevato dalla sua casa dagli ex militari il 14 marzo 2003 in presenza della moglie: scomparso

4.- Eritil Exilas prelevato dalla sua casa dagli ex militari il 14 marzo 2003 in presenza della moglie, del figlio e della figlia: scomparso

5.- Deli Oscar, 59 anni, prelevato dalla sua casa nel mese di gennaio 2004: scomparso

6.- Jean Bouchette, 58 anni, prelevato dal commissariato di Belladère il 30 aprile 2002: scomparso

7.- Pierre Cius Marcellin, prelevato da ex militari nell’aprile 2003: scomparso
Secondo testimoni è stato fucilato.

8.- Alcant Bernier, nessun testimone: scomparso

9.- Viergemène Joseph, 47 anni, dal giugno 2003 non si hanno sue notizie: scomparso.

10.- Brunette Jean prelevata mentre percorreva la strada in direzione Plateau Central all’altezza di Croix des Bouquets: scomparsa.

Alma Giraudo
mantiene vive le cronache "invisibili" da Haiti tramite le pagine del sito da lei coordinato www.aristide-haiti.it Ha pubblicato "Haiti, dalle ceneri il nuovo governo" – cronaca delle elezioni del 7 febbraio 2006 e il Dossier
E-mail alla redazione: redazione@selvas.org

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EmiNews 2007

 

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