4155 La Finanziaria è legge altra fiducia sul Welfare

20071221 19:43:00 redazione-IT

Il Senato dà fiducia al Governo. Dopo i due sì alla Finanziaria votati giovedì sera, l’Unione supera anche l’ultimo scalino, la terza fiducia sui tre articoli della manovra di bilancio: i voti a favore sono stati 163, quelli contro 157. Votano sì sei sei senatori a vita: Giulio Andreotti, Carlo Azeglio Ciampi, Emilio Colombo, Francesco Cossiga, Rita Levi Montalcini e Oscar Luigi Scalfaro. Assente solo Sergio Pininfarina. Subito dopo, si è svolto anche il voto finale sul disegno di legge di bilancio che ha registrato 162 sì e 153 no. «Ho la maggioranza politica», afferma il Presidente del Consiglio, Romano Prodi.

Sconti su Ici e affitti, aiuti per chi non riesce a pagare il mutuo sulla prima casa e norme per contrastare il caro-benzina. Non solo risanamento. Le novità della Finanziaria appena approvata, per un totale di 16,4 miliardi di euro, sono soprattutto all’insegna della redistribuzione. E della tutela del cittadino-consumatore. Arriva il bonus da 1200 euro l’anno per le famiglie con almeno quattro figli, calano le aliquote Ires e Irap mentre dal prossimo anno caleranno anche le tasse per i lavoratori dipendenti. Sul fronte della tutela del consumatore sbarca in Italia la class action, l’azione collettiva di risarcimento, e nasce il cosiddetto Mister Prezzi con il compito di vigilare su prezzi e tariffe.Tagli anche ai costi della politica, che porteranno a un risparmio di circa 3,5 miliardi di euro in tre anni. Il prossimo governo sarà più snello con un limite massimo di 12 ministri e 60 componenti per l’intera compagine governativa e arriva un contenimento degli sprechi anche su consiglieri e assessori: viene ridotto il numero, le indennità e i gettoni di presenza.

Superato questo scoglio, la maggioranza resta però ancora con il fiato sospeso fino al verdetto sul ddl welfare previsto per venerdì sera o al massimo per sabato. Intanto, giovedì il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che già altre volte aveva invitato a non perseguire la politica delle “scorciatoie” con i maxiemendamenti, è intervenuto con un monito sull’uso eccessivo del voto di fiducia. Ora, in vista del voto sul ddl welfare conferma «la preoccupazione sull’andamento dei rapporti maggioranza-opposizione e sullo svolgimento dei lavori parlamentari». E ai capigruppo dell’opposizione al Senato che giovedì gli hanno scritto per lamentarsi del troppo frequente ricorso alla fiducia risponde: «Posso assicurare che continuerò nell’impegno di vigilanza e di stimolo che ho profuso fin dall’inizio del mio mandato». L’opposizione intanto si è detta pronta a ridurre gli emendamenti presentati al protocollo sul welfare, a condizione che il governo rinunci a porre la questione di fiducia.

 

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EmiNews 2007

 

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