489 L’UNIONE SBARCA IN VENEZUELA

20051121 12:13:00 rod

L’Unione sbarca in Venezuela
(da La voce d’Italia – Caracas)

Tre giorni fitti di appuntamenti per il senatore triestino Milos Budin, giunto venerdì a Caracas per conoscere e confrontarsi con la collettività italiana

Caracas-Arriva a Maiquetia con sottobraccio il video-messaggio di Romano Prodi, registrato appositamente per essere teletrasmesso in contemporanea in 24 paesi. Quelli che l’Unione ha scelto per celebrare “Viva l’Italia”, kermesse di tre giorni per gli italiani nel mondo.

Milos Budin, senatore triestino DS, alto, il viso affilato, la barba bianca appena spuntata, è venuto per parlare dell’Unione, la Grosse Koalition che va da Bertinotti a Mastella, e del rapporto che la lega con gli italiani d’oltre frontiera. Il confine, la frontiera Budin li conosce bene, figlio di Trieste, ultima città d’Italia (1954), esempio encomiabile di un cinquantennio di convivenza pacifica tra sloveni e italiani. Segretario della terza commissione permanente “affari esteri, emigrazione”, ha trascorso l’intera legislatura con un occhio rivolto al mondo, e un altro verso italiani che vivono il mondo.

-E’ nella tradizione del centrosinistra avere rapporti molto stretti con le comunità all’estero- sostiene Budin –e noi vogliamo continuare a coltivare questo rapporto, affinché gli italiani fuori dai confini percepiscano il nostro interesse.

La sua tre giorni serve soprattutto a conoscere le problematiche, le paure, degli italiani, ma anche a capire il paese in cui vivono perché, come gli fanno notare molti presenti, gli italiani in Venezuela “qui vogliono continuare a starci bene”.

Budin arriva a pochi mesi da un evento storico nella politica parlamentare italiana: le collettività all’estero esprimeranno i propri rappresentanti in Parlamento. L’evento potrebbe essere storico anche per il Venezuela, non a caso all’incontro col senatore sono presenti i mass media nazionali.

Per la prima volta una poltrona rossa di Palazzo Madama o Montecitorio potrebbe essere occupata da un cittadino venezolano(italo), che in Venezuela ha i propri interessi economici e politici. Una rivoluzione copernicana nei rapporti bilaterali tra le due sponde dell’oceano con la nascita di un nuovo ibrido: il deputato “in bilico”, pienamente integrato in due realtá.

Inizia la conferenza

Sono le 7 e 30 di sera, è venerdì ed il Salon Avila, all’ultimo piano dell’Altamira Suite, è pieno. Per il senatore, ingabbiato nel fuso orario italiano, è l’una di notte e si appresta così ad affrontare un dibattito inconsueto, notturno. Lo confesserà con gli occhi stanchi a fine serata:

– E’ la prima volta parlo dall’ una di notte alle cinque del mattino.

La notte non gli toglie lucidità, e la pacatezza con cui misura le parole sorprende chi si aspettava un atteggiamento più aggressivo e spaccone, perché così i venezolani si ricordano i politici che nel passato hanno messo piede nella terra di Bolivar.

Budin è riflessivo, ma la sua calma non è fiacchezza intellettuale, le sue idee sul rapporto tra l’Italia e la comunità sono chiare, nette, e non perde tempo a tracciare le differenze con il centro destra:

-Il rapporto tra l’Italia e le comunità all’estero che noi vogliamo non è all’insegna dell’etnicità, bensì dell’inter-etnicità. Dobbiamo favorire l’integrazione. Questa è una differenza marcata tra noi e il centrodestra. Il candidato dell’Unione, chiunque sia, dovrà non solo avere autorevolezza all’interno della comunità italiana, ma anche nella società in cui vive. Dovrà abbandonare una retorica di tipo nazionalista. L’Italia è stato un paese di emigrazione, adesso siamo un paese di immigrazione, e questo ci permette di affrontare al meglio i problemi degli uni e degli altri.

Molta preoccupazione per la situazione dei sequestri, dopo che il problema è balzato sulle prime pagine dei giornali italiani per l’ennesimo rapimento, quella di Giorgina Frigo e la sua figlioletta presso El Tigrito.

– Sono arrivato solo ieri sera ma ho percepito la forte preoccupazione. L’Italia dovrebbe impegnarsi permanentemente, visto che il problema ha assunto queste dimensioni. L’ attenzione deve essere straordinaria. Bisogna agire assieme alle comunità. Noi non ci tiriamo indietro: se sarà necessario incalzeremo il governo.

Dopo aver parlato del rapporto con la collettività il senatore accenna al governo attuale, premettendo che non parlerà male dell’Italia per colpire il governo.

– Il nostro paese – secondo il senatore – ha perso autorevolezza, anche in ambito internazionale. Per anni siamo stati in politica estera in una posizione di mediazione, tra Europa e Medioriente. In questi anni il governo ha scelto con troppa acriticità di sostenere Bush, e così facendo ha indebolito il nostro rapporto con l’Europa. Noi vogliamo recuperare questo rapporto, all’interno del multilateralismo organizzato delle Nazioni Unite.

– Senatore, manterrete la figura del ministro degli Italiani all’estero? chiede connazionale presente tra il pubblico

– Sì, credo proprio di sì".

 

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