11695 E’ on line “Nuovo Paese” – mensile della Filef Australia (maggio 2015)

20150515 19:55:00 redazione-IT

[b]"Problema di privilegi": l’editoriale su "Nuovo Paese" di Maggio[/b]
[i]di Frank Barbaro[/i]
Non c’è dubbio che la povertà – locale e globale – è la condizione economica che più di tutto contribuisce a creare e nutrire i conflitti sociali.
Il danno dei conflitti attuali non è inferiore a quello delle due guerre mondiali che coinvolse per lo più l’Occidente.
Lo stesso Occidente che oggi si identifica con i propri interessi esportando invece le sue tensioni.

Considerando la crescente povertà – cifre dell’Onu puntano l’attenzione su circa 805 milioni di persone che erano affetti da malnutrizione cronica tra 2012-2014 – non ci dovrebbe sorprendere che i conflitti in corso sono tra i più aspri che si sono combattuti fino ad oggi e che hanno distrutto molti Stati funzionanti.

Per esempio, a prescindere dal fatto se la loro dirigenza piacesse o non piacesse all’ Occidente, la Yugoslavia, l’Iraq, l’Afghanistan, la Libia e la Siria erano molto più funzionanti prema, piuttosto che dopo il ‘regime change’ provocato dall’ Occidente.

Durante il 2012, secondo il Centro di ricerca sull’ epidemiologia dei disastri (CRED) più di 172 milioni di persone sono state colpite da conflitti in tutto il mondo.

La democrazia di cui l’Occidente si vanta, nasconde i propri limiti e la povertà è ormai epocale – basta soltanto considerare che sempre secondo l’Onu, circa 16,7 milioni cercano un reinsediamento fuori da zone di guerra o povertà cronica.

E’ chiaro che la povertà di oggi non è più localizzata e che la causa non si spiega soltanto come mancanza di uguaglianza.

Il problema di oggi è lo stato privilegiato dei potenti – individui, corporazioni e Stati – che pesa su tutto e su tutti.

La guerra dei privilegiati non ha e non ha avuto confini e la risposta sta nel come coinvolgere loro nel destino dell’umanità.

[b]Scarica la rivista QUI:[/b]
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[b]The problem of privilege[/b]

There is no doubt that poverty – local and global – is the economic condition that most of all creates and nurtures social conflicts.

The damage from today’s conflicts is no less than that from the two world wars mainly of the West which today is united in its interest and exports its tensions.

Considering rising poverty – UN figures point of approximately 805 million people who suffered chronic malnutrition between 2012-2014 – it should not surprise that the current conflicts are among the fiercest fought and that they have destroyed many functioning States.

For example, regardless of whether their leadership was liked or not nations like Yugoslavia, Iraq, Afghanistan, Libya and Syria were much more functional than after the ‘regime change’ caused by the West. During 2012, according to the Centre for Research on the Epidemiology of Disasters (CRED), more than 172 million people have been affected by conflict around the world.

The democracy the West boasts of hides its limits including epochal poverty; according to the UN about 16.7 million seek resettlement from war or chronic poverty. It is clear that poverty today is no longer localized and its cause cannot be explained only as a lack of equality.

The problem is the privileged position of the powerful – individuals, corporations and states – that weighs on everything and everyone.

The wars of the privileged did not and have no boundaries and the answer lies in how to involve the privileged in humanity’s fate.

[b]Download here:[/b]

[i]
Nuovo Paese
Adelaide – Australia[/i]

https://cambiailmondo.files.wordpress.com/2015/05/np-maggio-2015.pdf

 

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