11363 Eugenio Marino (Pd) fa il punto sulle elezioni dei Comites del 19 dicembre

20141010 18:18:00 redazione-IT

[i]“Le elezioni rappresentano un’occasione per ragionare sulla futura riforma dei Comites. Questi organi di rappresentanza hanno una missione ancora valida anche nelle nuove forme di mobilità che stiamo vivendo. Il Pd darà il massimo contributo affinché il voto rappresenti il successo delle comunità e non dei partiti”[/i]
ROMA – E’ ormai in piena attività la macchina elettorale per il rinnovo dei Comites. L’auspicio è che queste elezioni possano portare la linfa vitale delle nuove generazioni nel mondo nella rappresentanza degli italiani all’estero. Da questo importante appuntamento elettorale, lungamente atteso dalle nostre comunità nel mondo, rimarranno però ancora una volta esclusi numerosi giovani protagonisti della nuova mobilità che molto spesso, trovandosi all’estero per motivi di studio o solo in via temporanea, non risultano iscritti all’Aire. Un’occasione di partecipazione perduta che in futuro potrebbe essere superata attraverso una riforma del sistema di rappresentanza.

Di questa tematica e di altre questioni legate al rinnovo dei Comites abbiamo parlato con il responsabile per gli italiani nel mondo del Pd Eugenio Marino.

[b]Fra pochi mesi i nostri connazionali all’estero saranno chiamati ad esprimersi per il rinnovo dei Comites. Un appuntamento più volte rinviato e molto atteso dalle nostre comunità nel mondo che troverà il suo compimento nel voto del 19 dicembre. Cosa può dirci in proposito? [/b]
Per troppo tempo si è rinviato questo passaggio elettorale sospendendo la democrazia e non riuscendo a fare le cose che andavano fatte . Questo ha provocato un logoramento dei Comites che sono praticamente da dieci anni fermi con persone che operano a titolo del tutto volontario e che spesso non sono più nelle condizioni di poter lavorare. Finalmente questo governo, il sottosegretario e il ministro hanno avuto la forza e il coraggio di ripristinare la normalità democratica. Questo è avvenuto anche in condizioni difficili. Per le elezioni dei Comites abbiamo impostato importanti elementi di riforma come ad esempio l’inversione dell’opzione di voto che consente di garantire una partecipazione più consapevole, rendendo inoltre più sicuro il suffragio. Questo cambiamento ovviamente richiedeva dei tempi più lunghi che però non possiamo avere, quindi vi saranno dei sacrifici nella partecipazione, ma questi sacrifici rappresenteranno un investimento per il futuro dei Comites, per la loro legittimità e anche per la certezza del voto all’estero. Chiaramente tutto questo, oltre a ripristinare una normalità democratica, comporterà un rilancio di questi organismi di rappresentanza. Ma come rilanciarli e con quali contenuti? Questo dovrà essere discusso in campagna elettorale dagli esponenti delle liste e dai candidati che si presenteranno alle elezioni nella prospettiva di una futura riforma di questi organismi di rappresentanza. Il nostro Parlamento sta lavorando ad una ridefinizione dell’architettura generale dello Stato, volta al superamento del bicameralismo perfetto. Dovremo vedere come si concluderà questa riforma e nell’ambito di questo nuovo impianto costituzionale ragionare su come riorganizzare la rappresentanza degli italiani all’estero. Le persone che si candideranno a consiglieri dei Comites e del Cgie, e che poi dovranno interloquire con il Parlamento e il Governo sulla possibile riforma, dovranno ragionare su cosa andranno a diventare i nuovi Comites. L’occasione migliore per questa riflessione è quella delle elezioni . Per cui si va a dire ai cittadini cosa vogliamo che diventino i Comites, quali poteri dovranno avere, quale ruolo avranno all’interno delle comunità e quale sarà la tipologia della rappresentanza.

[b]Secondo lei in quale direzione dovrebbe evolvere un’eventuale riforma dei Comites?[/b]
Chiaramente il primo elemento da cui partire è quello della rappresentanza più generale, quindi non più una rappresentanza per i soli iscritti all’Aire, ovvero l’emigrazione stabile, ma anche per le nuove forme di mobilità, come ad esempio i studenti Erasmus oppure chi resta in un Paese per sei mesi o un anno e poi magari si sposta in un paese nuovo. Quindi tutte le forme di mobilità, oltre a quelle tradizionali iscritte all’Aire, dovranno essere coinvolte nel processo decisionale di rappresentanza ed essere portatrici nei nuovi Comites di quelle istanze che fino ad oggi rimangono fuori. Non sto parlando solo di un allargamento della base della rappresentanza, ma anche dell’individuazione dei nuovi compiti dei Comites. Oggi i Comites hanno una missione che è ancora valida anche nelle nuove forme di mobilità che stiamo vivendo.

[b]Ma in attesa di una riforma che modifichi questi organi di rappresentanza, i giovani delle nuove mobilità potranno essere in qualche modo coinvolti nell’importante appuntamento elettorale del 19 dicembre?[/b]
Per adesso non possiamo farlo formalmente, se non nei casi previsti dall’attuale legge che regola la vita dei Comites. Quindi il coinvolgimento dei giovani in nuova mobilità per adesso avviene sul piano delle opinioni e delle aspettative. Aspettative che chi si candida alle elezioni del 19 dicembre deve saper raccogliere, in modo da portarle nei Comites e poi nella riforma della rappresentanza che si farà dopo le elezioni.

[b]Un’ultima domanda meno tecnica e più politica. In quale modo Partito democratico affronterà questo importante appuntamento elettorale ?[/b]
Il Partito democratico non si presenterà alle prossime elezioni dei Comites con liste di partito, e questo nonostante una nostra candidatura ci avrebbe sicuramente avvantaggiato sul piano elettorale, godendo il Pd in vari contesti, come ad esempio quello europeo,di un voto di opinione molto ampio. Non abbiamo presentato liste di partito perché i Comites non sono il Parlamento, ma organismi di rappresentanza delle nostre comunità all’estero, soprattutto sul piano associativo, che hanno il compito di interloquire con le autorità diplomatiche e consolari. Quindi queste elezioni non devono essere “partitizzate”. Il Pd e gli altri partiti potranno dare un contributo di idee in vista della riforma. Alle elezioni del 19 dicembre vi saranno certamente anche molti nostri militanti fra i candidati, ma questo avverrà sul piano associativo e su quello delle idee, Noi daremo il massimo contributo affinché queste elezioni siano il successo delle comunità e non dei partiti.

[i](G. M. – Inform/eminews)[/i]

 

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