11210 CITTADINANZA E XENOFOBIA IN EUROPA IUS SOLI, A CHE PUNTO SIAMO?

20140618 10:36:00 redazione-IT

in occasione della presentazione del libro di Pietro Gargiulo, con la collaborazione di Laura Montanari
[i]LE FORME DELLA CITTADINANZA – Tra cittadinanza europea e cittadinanza nazionale [i]
[b]Roma, giovedì 26 giugno, ore 10 – Cgil nazionale, Corso d’Italia 25, Sala Santi[/b]

Coordina [b]Raffaele Minelli[/b], Direttore Ricerca Associazione Bruno Trentin. L’autore ne parla con [b]Roberta Agostini[/b], Vice Presidente 1° Commissione Affari Costituzionali della Camera, [b]Guglielmo Bozzolini[/b], Direttore Ecap-Svizzera, [b]Khalid Chaouki[/b], parlamentare PD [b]Emanuele Galossi[/b], ricercatore Associazione Bruno Trentin, [b]Padre Giovanni La Manna[/b], Presidente Centro Astalli, [b]Antonio Russo[/b], responsabile dell’area Immigrazione ACLI, [b]Pietro Soldini[/b], responsabile Immigrazione Cgil nazionale.

A più di vent’anni dall’istituzione della cittadinanza europea, questo volume si propone di riflettere sulla natura e sul contenuto di tale istituto che, come affermato dalla Corte di giustizia dell’Unione europea, è destinato ad essere lo «status fondamentale dei cittadini degli Stati membri».
I professori Pietro Gargiulo, dell’Università di Teramo, e Laura Montanari, dell’Università di Udine, sono tra i docenti che hanno dato un notevole contributo alla riflessione sul tema della cittadinanza e dalle sue evoluzioni più recenti, in un contesto che non è più solamente nazionale.
Dallo studio emerge con evidenza il ruolo sempre più rilevante che sta assumendo il criterio dello “ius soli” (temperato) al fine dell’acquisizione della cittadinanza. Le esperienze esaminate e le considerazioni svolte offrono interessanti spunti anche per riflettere sulla situazione italiana, dove in molti casi il dibattito politico si ferma a valutazioni superficiali e preconcette.

L’idea di cittadinanza è tradizionalmente connessa all’appartenenza allo Stato/comunità politica nazionale. La cittadinanza europea, al contrario, rende necessario immaginare una diversa forma di appartenenza propria dello spazio politico europeo, non più esclusivamente dipendente dalla cittadinanza nazionale ma legata all’effettiva residenza nel territorio dell’Unione. La dimensione di appartenenza così definita non può non riguardare anche i cittadini di paesi terzi che vivono stabilmente nel territorio dell’Unione. La costruzione dello «spazio di libertà, sicurezza e giustizia» costituisce il contesto nel quale è possibile declinare questo nuovo modello di appartenenza.

La Corte di giustizia dell’Unione europea nella sua giurisprudenza più recente ha offerto una serie di indicazioni di grande interesse. Da un lato, ha stabilito che la disciplina delle modalità di acquisto e di perdita della cittadinanza nazionale deve comunque rispettare il diritto dell’Unione.
Dall’altro, ha affermato che la cittadinanza dell’Unione è destinata a diventare lo status fondamentale dei cittadini degli Stati membri.
Tuttavia, alla luce delle conseguenze prodotte dalla crisi economica e dalle esigenze di rafforzamento della sicurezza, le aperture che si erano manifestate agli inizi del nuovo secolo sembrano oggi ridimensionate.

http://www.ediesseonline.it/catalogo/formazione/le-forme-della-cittadinanza

 

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