11189 QUESTIONE DI SOLDI e di SHOCK ECONOMY

20140531 21:57:00 red-emi

COSA È IL GRUPPO BILDERBERG?

IN QUESTI GIORNI SI STA TENENDO LA RIUNIONE ANNUALE DEL GRUPPO BILDERBERG, UNA DELLE PRINCIPALI ORGANIZZAZIONI DEL CAPITALE TRANSNAZIONALE.

Partecipano per l’Italia
Bernabè, Elkann, Monti e Monica Maggioni.

In contemporanea esce nelle librerie italiane la seconda edizione aggiornata ed ampliata del mio libro "Il Gruppo Bilderberg. L’élite del potere mondiale". Segnalo che in questa edizione sono riportati i verbali riservati degli incontri principali del Bilderberg tenutisi negli anni 50, 60 e 80. La mia sintesi di tali verbali dimostra, fra l’altro, in quale modo il Bilderberg abbia operato per ricondurre l’Europa sotto l’egemonia degli Usa e per introdurre l’euro e favorire l’unificazione europea come strumento di introduzione delle politiche neoliberiste. Molto ampio il nuovo apparato di tabelle e grafici con elenchi di gruppi dirigenti e partecipanti agli incontri e composizione per professione e provenienza geografica del Bilderberg e della Trilaterale, la sorella minore del Bilderberg.
Per Monica Maggioni è la prima volta al Bilderberg. Ma è di un certo interesse rilevare come la Maggioni sia stata già inserita nel gruppo dirigente della Trilaterale Europa, insieme con altri italiani come Marta Dassù, neoconsigliera del CdA di Finmeccanica, Monti ed Elkann. Anche questi ultimi due sono presenti quest’anno al Bilderberg. Tra le due organizzazioni c’è dunque un rapporto molto stretto, a conferma del fatto che i circoli dominanti a livello mondiale sono interconnessi (vedere a questo proposito la tabella dell’intreccio Bilderberg-Trilaterale-Aspen Institute Italia in appendice al mio libro). Un’altra osservazione è che la presenza della Maggiori, direttore di Rainews24, dimostra come al Bilderberg, come sempre, la presenza di esponenti dei mass-media è massiccia. La connessione grande capitale-media è sempre più solida e stretta, anche nel caso di media teoricamente "pubblici (Autore: Domenico Moro)

NOTA 1 :
LE PREVISIONI DICONO CHE DAL 29 MAGGIO AL 1 GIUGNO, SUL PRESTIGIOSO HOTEL MARRIOTT DI COPENAGHEN E SOPRATTUTTO SUI SUOI ANCORA PIÙ PRESTIGIOSI OSPITI, SI RIVERSERANNO ACCUSE E CATTIVI PENSIERI A CATINELLE. L’ALBERGO DELLA CATENA ULTRA-LUSSO È INFATTI LA SEDE DESIGNATA PER L’ANNUALE RIUNIONE DEL CHIACCHIERATISSIMO E AL TEMPO STESSO SEGRETISSIMO GRUPPO BILDERBERG, GIUNTO QUEST’ANNO AL SUO 62ESIMO INCONTRO.

COSA È IL GRUPPO BILDERBERG? …. Nato con lo scopo di promuovere il dialogo tra Europa e Nord America, l’incontro prende il nome dall’albergo che ospitò la prima riunione del 29-31 maggio 1954, a Oosterbeek (Olanda). Da allora, ogni anno, la riunione si ripete chiamando a raccolta 120-150 personaggi tra i più influenti del mondo della politica e della finanza – provenienti per due terzi dalla compagine europea e i restanti da quella nordamericana. Agli incontri del gruppo Bilderberg si accede solo per invito e ogni anno, insieme ai leader politico-finanziari, vengono invitati anche accademici e giornalisti. A organizzare il tutto c’è una commissione permanente della quale fa parte una trentacinquina di membri, oltre al presidente e segretario generale onorario. Cosa fanno rinchiusi negli alberghi dei bottoni, è presto detto: parlano, parlano e parlano – senza un tema ben preciso, senza prendere alcuna decisione, senza che ne esca alcuna dichiarazione politica. O almeno così scrivono loro sul sito. Ma a chiederlo ai complottisti, cosa fanno quelli del Bilderberg, vi daranno tutt’altra risposta.

NO GIORNALISTI …. A parte quelli che vi rientrano perché invitati dal comitato direzionale, l’accesso alle riunioni è assolutamente vietato ai giornalisti. La prima volta che la stampa ha avuto una zona dedicata nei pressi dell’albergo dove si teneva la riunione è stato lo scorso anno, a Watford in Inghilterra. In quest’occasione è stato addirittura allestito un ufficio stampa interno all’albergo e con lo scopo di facilitare la copertura mediatica dell’evento.

COMPLOTTO… Proprio l’assoluta segretezza in cui avvengono le riunioni è il terreno più fertile per le teorie complottiste attorno al gruppo, spuntate come funghi a partire dalla pubblicazione del libro The true story of the Bilderberg Group, di Daniel Estulin. Così oggi c’è chi arriva a sostenere che i potenti del Bilderberg tengano nascosta la cura contro il cancro, pur di portare a termine il presunto piano per istituire un Nuovo Ordine Mondiale che li veda sostanzialmente padroni di tutta la terra.

CHI SONO GLI ITALIANI CHE NE FANNO PARTE….L’ex premier Mario Monti e l’ex presidente di Telecom – ora presidente dell’azienda speciale Palaexpò-Scuderie del Quirinale – fanno entrambi parte dello Steering Committee – il comitato permanente del Club Bilderberg. Quest’anno tra i partecipanti figurano anche il direttore di RaiNews24 Monica Maggioni e il presidente della Fiat John Elkann – invitato anche lo scorso anno ma allora assente. A differenza dell’ultima riunione, mancheranno gli imprenditori Alberto Nagel e Gianfelice Rocca, l’ex Consigliere Delegato e CEO di Intesa Sanpaolo Enrico Tommaso Cucchiani e la giornalista Lilli Gruber.

COME SEGUIRLO …. Non mancano invece i contestatori più agguerriti del gruppo. Primo fra tutti, a livello internazionale, il regista americano Alex Jones forse il più attivo tra i delatori del Bilderberg e sostenitore della teoria del complotto del Nuovo ordine mondiale. Jones, anche quest’anno segue da vicino la riunione, mandando la sua testimonianza in streaming sul suo canale Ustream.
A livello italiano, invece, continuano a seguire “gli uomini più influenti del pianeta” sia il deputato grillino Carlo Sibilia, che il blogger Salvo Mandarà.

COPENAGHEN – HOTEL MARRIOTT …. Carlo Sibilia con Paolo Bernini e Claudio Cominardi Università DI Napoli "Federico II" •
Just landed! Procediamo in direzione al centro di Copenaghen dove è in corso il Meeting Bilderberg. Il meeting raduna ogni anno 120/150 tra gli uomini più influenti del pianeta. Un crogiolo di politici, rappresentanti di governo insieme a presidenti di compagnie petrolifere, banche e istituti finanziari. Il tutto condito da alcuni giornalisti che partecipano da invitati al meeting, ma che non scriveranno mai una parola sul Bilderberg. Perché è importante esserci:
1. Per tenere un faro sempre acceso su un evento che influenza i destini del mondo politico, economico e finanziario di tutto il mondo. Del quale il Movimento 5 Stelle è rimasto il solo a parlarne.
2. Per tentare di presentare una nostra proposta agli organizzatori che servirebbe ad eliminare alcuni evidenti problemi di conflitto d’interessi tra i partecipanti (renderemo presto pubblico il testo).
3. Per continuare il lavoro che stiamo facendo da oltre un anno e mezzo in parlamento teso ad eliminare l’ingerenza dei lobbisti sulle scelte che dovrebbero essere prese dagli eletti dal popolo.
4. Perché abbiamo una responsabilità nei confronti dei cittadini ai quali abbiamo promesso onestà, legalità e trasparenza…
Sono 4 gli italiani invitati. Abbiamo il contatto di uno di loro con il quale cercheremo di parlare…stay tuned

NOTA 2:
«CLUB BILDERBERG: GLI UOMINI CHE COMANDANO IL MONDO», INTERVISTA ALL’AUTORE (di Valentin Ipuche)
Franco Bernabè, Tommaso Padoa-Schioppa, Mario Monti, John Elkan, Mario Draghi, Paolo Scaroni, Alfredo Ambrosetti, Gianni Riotta, Domenico Siniscalco, Rodolfo De Benedetti, Fulvio Conti (vice presidente della Confindustria), Corrado Passera, Giulio Tremonti, Paolo Fresco, Gabriele Galateri di Genola, Ferruccio De Bortoli, Marco Tronchetti-Provera, Romano Prodi, Enrico Letta, Gian Maria Gros, Ignazio Visco. Sono solo alcuni dei membri italiani del Bilderberg Club, un’organizzazione che raggruppa l’élite internazionale, quell’1% della popolazione mondiale che detiene il 46% della ricchezza del globo. «Per il Bilderberg sono passati tutti i ministri delle finanze dei governi italiani degli ultimi 13 anni e due governatori della Banca d’Italia», documenta Domenico Moro, autore del libro Club Bilderberg: gli uomini che comandano il mondo. Un testo che tratta un argomento oscuro con approccio scientifico. Abbiamo incontrato Moro alla presentazione del libro a Verona e ci ha rilasciato questa intervista.

COS’È IL CLUB BILDERBERG E COS’È LA TRILATERAL?
Il Club Bilderberg e la Commissione Trilaterale sono le due più importanti organizzazioni della classe capitalistica transnazionale, ovvero lo strato superiore del capitalismo mondiale. I loro incontri annuali mettono in contatto i vertici del mondo economico (multinazionali industriali e banche internazionali), con i vertici del mondo politico e istituzionale (capi di Stato e di governo, ministri economici, commissari europei, responsabili delle banche centrali) e del mondo culturale (think tank, università, fondazioni e centri di studio). Il Club Bilderberg, nato nel 1954, ha un carattere “atlantico”, riunendo personalità che provengono da Usa, Canada ed Europa occidentale. La Trilaterale nasce nel 1973 come filiazione del Bilderberg, con l’intento di allargare la partecipazione alle élite capitalistiche non occidentali, prima al Giappone e poi ad altri Stati come la Corea del Sud, l’Indonesia, l’Australia, il Messico. L’importanza delle due organizzazioni è testimoniata dal fatto che numerosi primi ministri e alti burocrati italiani ed europei, prima di diventare tali, hanno ricevuto una sorta di imprimatur dai due gruppi o ne sono stati dirigenti. Ad esempio, Tommaso Padoa-Schioppa, Giulio Tremonti, e Mario Draghi hanno partecipato agli incontri annuali del Bilderberg, mentre Romano Prodi e Mario Monti hanno fatto parte del suo comitato direttivo. Enrico Letta è stato dirigente della Trilaterale e l’anno prima di essere nominato premier partecipò all’incontro del Bilderberg.

QUALI SONO I PROPOSITI DI QUESTE ORGANIZZAZIONI E ATTRAVERSO QUALI MEZZI LI PERSEGUONO?
L’obiettivo iniziale del Bilderberg era coordinare le élite delle due sponde dell’Atlantico al duplice scopo di rafforzare la loro integrazione economica e la lotta contro l’Urss e i partiti comunisti occidentali. La Trilaterale, invece, nasce come risposta al declino dell’egemonia capitalistica, soprattutto del suo centro statunitense, a seguito delle lotte studentesche e operaie nei Paesi avanzati e delle lotte di liberazione nel Terzo mondo tra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ‘70. È significativo che la Trilaterale metta da subito al centro dei suoi lavori la “crisi della democrazia”, intesa come “eccesso di partecipazione” delle masse popolari alla vita politica. L’obiettivo generale di queste organizzazioni era ed è favorire l’accumulazione di capitale mediante la realizzazione di un mercato mondiale ad egemonia Usa ed Europea occidentale. I mezzi principali sono, sul piano istituzionale, l’affermazione di una forma di democrazia oligarchica basata sulla prevalenza dei governi sui parlamenti, e sul piano economico, il ritiro dello Stato dall’economia, la liberalizzazione dei mercati finanziari e del mercato del lavoro, le privatizzazioni e la riduzione dello Stato sociale. Anche l’unificazione europea e l’euro sono stati uno strumento per bypassare i parlamenti nazionali e attuare politiche economiche draconiane altrimenti inapplicabili.

La copertina del libro recita «Gli uomini che comandano il mondo». È così? Quanto c’è di vero, quanto c’è di plausibile e quanto c’è di fantasioso nelle teorie complottistiche che riguardano il Bilderberg? C’è una relazione con le logge massoniche?
Le cosiddette “teorie del complotto” tendono a semplificare la questione del rapporto tra élite, società e Stato. Il Bilderberg e la Trilaterale influenzano pesantemente e in modo non trasparente le vicende degli Stati e dei popoli. Ciò, però, non avviene tanto mediante oscuri complotti, quanto mediante l’elaborazione di linee guida strategiche che successivamente vengono implementate a livello nazionale e sovrannazionale. Tale implementazione si realizza grazie al coinvolgimento diretto dei vertici della politica mediante la loro integrazione con i vertici economici in organizzazioni internazionali come il Bilderberg e la Trilaterale. In effetti, l’élite politica è essa stessa parte della classe borghese transnazionale, visto che i suoi membri, attraverso il sistema delle “porte girevoli”, passano con disinvoltura dai consigli d’amministrazione delle multinazionali e delle grandi banche ai consigli dei ministri o alla Commissione europea e alla Bce nonché alle università d’élite e ai think tank e viceversa, come nel caso di Draghi, Monti, Trichet, Prodi, ecc. Si tratta di un tipo di corruzione che produce effetti più gravi dei cosiddetti “costi delle politica” e delle ruberie personali continuamente denunciate dai media, perché si sostanzia nella sottomissione degli interessi generali a quelli particolari di una ristretta élite. È in questo modo che si produce il degrado della vita democratica interna dei partiti, il quale favorisce il diffondersi degli sprechi e della corruzione personale. Con la Massoneria ci sono analogie e contatti. La Massoneria, come il Bilderberg, è una organizzazione che riunisce in maniera “riservata” i vari settori delle élite borghesi. Inoltre, ci sono stati frequentatori del Bilderberg di cui è assodata l’appartenenza alla Massoneria, come nel caso di Vittorio Valletta, per molti anni amministratore delegato della Fiat.
L’HOTEL DOVE NACQUE IL GRUPPO NEL 1954 (FONTE WWW.THEGLOBALISTREPORT.COM)

QUALI SONO I MASS MEDIA ATTRAVERSO I QUALI IL BILDERBERG AGISCE?
Uno dei settori industriali maggiormente presenti al Bilderberg è quello dei media, che rappresenta oltre il 10 per cento degli invitati agli ultimi tre incontri. Sono molti i tycoon e i dirigenti dei grandi gruppi del settore che intervengono alle riunioni, come gli editori di network televisivi e di quotidiani prestigiosi come El Pais, Le Monde, The Washington Post, ecc. Numerosa è anche la presenza di saggisti e giornalisti che hanno un ruolo importante di opinion makers a livello nazionale e internazionale. In particolare, va segnalata la partecipazione di The Economist, organo semiufficiale del Bilderberg, nel cui consiglio d’amministrazione siedono esponenti del capitalismo internazionale come i Rothschild e gli Agnelli. La ragione della forte presenza dei media sta nel fatto che questi hanno un ruolo centrale nel preparare il terreno presso l’opinione pubblica, in modo da permettere ai politici di far passare quelle linee strategiche di politica economica e istituzionale di cui ho parlato.

QUANTO HA INFLUITO E QUANTO INFLUISCE IL BILDERBERG SULLA POLITICA INTERNAZIONALE?
I meccanismi che ho sommariamente descritto sopra e che vengono analizzati in dettaglio nel mio libro permettono allo strato superiore del capitale internazionale di esercitare, per dirla con Gramsci, una sottile e pervasiva forma di egemonia sulle società occidentali, basata sulla manipolazione del consenso. Sotto molti aspetti tale egemonia si è realizzata in pieno. Nel corso degli ultimi trent’anni gli obiettivi definiti nel documento della Trilaterale “La Crisi della democrazia” si sono realizzati. Tra di essi l’affermazione del neoliberismo, del mercato autoregolato, nonché la stessa globalizzazione. Tuttavia, non è stato realizzato alcun Nuovo ordine mondiale governato dell’élite internazionale. Le politiche del Bilderberg non sono in grado di annullare ed anzi hanno accentuato le contraddizioni del capitalismo, che porta con sé crisi, squilibri e sperequazioni. Ciò determina guerre e conflitti endemici che hanno aperto una nuova fase di caos che si prospetta essere assai lunga. (Fonte www.somethinelse.com)

E IN ITALIA? QUALI SONO I SOGGETTI POLITICI CHE PIÙ PERSEGUONO LE TEORIE NEOLIBERISTE DEL CLUB BILDERBERG?
L’Italia è uno dei Paesi occidentali dove le linee guida espresse dal Bilderberg e dalla Trilaterale sono state maggiormente applicate. Il processo di separazione dello Stato dall’economia, attraverso le privatizzazioni, è stato più accentuato che altrove, e le conseguenze più devastanti perché il ruolo ricoperto dallo Stato era più importante.
L’ITALIA HA ATTRAVERSATO ANCHE UN PROCESSO DI RIDUZIONE DELL’”ECCESSO DI DEMOCRAZIA”, MEDIANTE IL PREVALERE DELL’ESECUTIVO SUL PARLAMENTO, IL CUI RUOLO NE È RISULTATO SEMPRE PIÙ SVILITO.
Questo, insieme alle leggi elettorali maggioritarie, al bipolarismo e alle modifiche della Costituzione, che hanno reso sempre più simili gli orientamenti di fondo di centro-destra e centro-sinistra, ha indebolito la capacità di rappresentare la società da parte della politica e dei partiti. In particolare, il centro-sinistra, i cui maggiori esponenti hanno frequentato il Bilderberg e la Trilaterale molto più di quelli di centro-destra, ed il PD si sono fatti espressione più coerente delle tendenze “riformistiche” in Italia, tanto che The Economist ha appoggiato Bersani alle ultime elezioni. Lo svilimento della forma di governo parlamentare ha raggiunto il suo apice con i governi delle larghe intese prima di Monti e poi di Enrico Letta, entrambi voluti dal Presidente Napolitano, il quale si è fatto garante del rispetto dei trattati e dei vincoli di bilancio europei. Del resto, Napolitano al momento della nomina di Letta, ha addotto come una delle ragioni della sua scelta la frequentazione da parte di Letta di «importanti sedi di discussione internazionale», vale a dire il Bilderberg e la Trilaterale. Per concludere, l’Unione Europea e ancor di più l’unione monetaria europea, come auspicava la Trilaterale negli anni ’70, sono state uno strumento fondamentale per combattere l’”eccesso di democrazia”, imponendo con il “ce lo chiede l’Europa” quelle scelte economiche e politiche che altrimenti non sarebbero passate.

SEMBRA CHE LA LOTTA DI CLASSE SIA STATA PRESA MOLTO SUL SERIO, MA SOLO DALLA CLASSE CAPITALISTICA.
Il problema sta nel fatto che la classe capitalistica è fortemente interconnessa e organizzata a livello internazionale, ha una coscienza dei suoi interessi complessivi molto alta e si è integrata con il personale politico e burocratico di vertice. Viceversa, i lavoratori salariati sono divisi non solo a livello internazionale – un limite gravissimo dati i processi di globalizzazione – ma anche nazionale. Inoltre, non hanno una coscienza chiara dei propri interessi ed obiettivi generali e non hanno appoggi dentro lo Stato. Tale condizione pone i lavoratori in una situazione di netta inferiorità. Tuttavia, non è vero che non ci sia una lotta di classe anche da parte dei salariati e delle altre classi subalterne. Si tratta, però, di una lotta frammentata e che si indirizza verso obiettivi parziali e qualche volta fuorvianti, come appunto la rivolta contro “la casta”. Manca una autonomia culturale, politica e organizzativa, che permetta di ricollegare le varie lotte e dargli obiettivi politici complessivi. Come affrontare questa situazione? Per iniziare, bisogna capire la nuova realtà che ci circonda e per farlo è essenziale studiare le basi economiche della classe borghese transnazionale ed i meccanismi attraverso cui riproduce la sua egemonia sulla società. E soprattutto è necessario studiare nello specifico come la democrazia parlamentare si stia trasformando in una democrazia oligarchica. È proprio in questa direzione che, con il mio libro, ho voluto dare un contributo che spero possa essere utile.

NOTA 3:
IL BILDERBERG 2014 DI NUOVO SEGRETO, L’UE E LA MISTERIOSA FIGURA DI JOZEF RETINGER, IDEATORE DEL CLUB.
La PM danese Helle Thoring-Smith, ospite del Bilderberg 2014, qui mentre scatta un selfie col presidente Obama e il PM britannico Cameron. ( di Maria Grazia Bruzzone)

Maggio/giugno, tempo di Bilderberg, la conferenza che ogni anno fa incontrare le élites delle due sponde dell’Atlantico: esponenti di grandi banche, finanza, multinazionali, istituzioni internazionali, primi ministri di ieri di oggi e magari di domani, ministri dell’economia e degli esteri o ex tali, più pochi selezionati giornalisti, invitati di volta in volta ma tutti tenuti al silenzio stampa. E tutti quanti chiusi per tre giorni in qualche bell’albergo a 5 stelle affittato in blocco e off limits per chiunque altro. Quasi un ritiro, ma assai poco spirituale, dal momento che i partecipanti si confrontano intorno ai temi economici e politici più caldi, oggi e in prospettiva.
Dell’edizione 2014, la 62esima, a oggi si sa soltanto che si svolgerà in Danimarca a fine maggio. Nulla di più. Eppure il meeting dell’anno scorso si era svolto in Gran Bretagna all’insegna di una nuova trasparenza ( qui Underbolg), una svolta rispetto all’estrema riservatezza di sempre, un alone di mistero che per anni ha alimentato sospetti, e contestazioni da parte dei “complottisti” che accusano il club di decidere in segreto le sorti del mondo (i partecipanti agli incontri sarebbero tenuti a mettere in pratica quanto deciso).

UNA NOVITÀ, QUELLA DEL 2013, CHE A QUANTO PARE NON HA AVUTO SEGUITO, ALMENO FINORA. COME MAI?
Torna l’iper-riservatezza? L’operazione trasparenza 2013 era stata molto voluta dal PM britannico David Cameron, che ospitava la conferenza. Possibile che la bionda danese Helle Thoring-Smith, prima Primo Ministro donna del paese, per di più a capo di una coalizione “progressista” socialdemocratica, ospite dell’edizione 2014, sia meno sensibile al tema del PM britannico, conservatore? Con il quale peraltro l’avvenente premier è in ottimi rapporti – a giudicare dalla foto che l’ha ritratta insieme a lui e a un Obama di ottimo umore mentre scatta un selfie a tre al funerale di Nelson Mandela.
O sarà invece perché i cattivissimi blogger alternativi hanno poi scoperto che quella dell’anno scorso è stata un po’ una presa di giro? Il meeting non si è svolto affatto all’Hotel Grove, come annunciato, là a Watford, Hertfordshire dove nelle vicinanze dell’albergo era stata allestito un ufficio stampa e dove erano convenuti a centinaia i contestatori “alternativi” ai quali era stato concesso persino di parlare in pubblico in una sorta di Festival ( qui altro post Underblog). Mentre l’attenzione dei bloggers era tutta concentrata lì, in quella che adesso si dice fosse solo una sede di eventi sociali e ricreativi la “vera” conferenza si teneva tranquillamente altrove, nel lussuoso Selsdon Park Hotel a Croydon, Londra Sud, dotato di eliporto proprio e a pochi minuti dall’aeroporto di Gatwick. Così almeno ha scritto recentemente Centurywire, tradotto qua e là in italiano, avvisando: attenti ai depistaggi di Copenaghen. E agli annunci dell’ultima ora che possono deviare l’attenzione.

Fatto sta che se l’anno scorso si era saputo in anticipo anche l’elenco dei partecipanti, rivelato al Telegraph insieme a un’agenda di massima e riportato poi ufficialmente – mentre il sito britannico Bilderberg 2013. co. uk forniva un sacco di altre info – questa volta il sito ufficiale del club è muto, a parte l’indicazione della Danimarca e del periodo, senza date. E perfino le pagine del sito ufficiale con le info sulle conferenze del passato non sono più reperibili (tranne quelle degli ultimi 4 anni), sostituite da una mappa interattiva con le sole indicazioni di luogo e data.

Luoghi ipotetici. Quanto basta per scatenare i blogger. Si fa il nome del Marriot Hotel di Copenaghen, che risulterebbe prenotato nell’ultima settimana di maggio, fino al 1 giugno. Ma riservato per lo stesso periodo sarebbe anche il Kokkedal Castle, antico castello appena ricostruito in stile immerso in un parco, spa, golf, tennis, non lontano da un aeroporto internazionale.

Le date stesse sono ancora ignote, e chissà che non slittino un po’, a ridosso del G7 di Bruxelles del 4-5 giugno – il G8 senza la Russia che avrebbe dovuto tenersi a Sochi, prima delle sanzioni al Cremlino causa annessione della Crimea. Del resto è quasi tradizione che sia preceduto e/o seguito da eventi importanti, l’anno scorso dopo la conference c’è stato il G20 in Irlanda. E magari il meeting si terrà addirittura da quelle parti, tra Belgio e Olanda, arriva a ipotizzare Centurywire.

Presidenti e primi ministri. Si è detto molte volte che la conferenza del Bilderberg sia anche l’occasione di una audizione di futuri presidenti e premier, finanche degli Usa. La lista – secondo Centurywire – comprende Tony Blair, Bill e Hillary Clinton e perfino Barack Obama, che si dice fosse presente con Hillary nel 2008, quando il Bilderberg avrebbe negoziato un accordo per passare la mano attendendo la tornata del 2016. Tra i nostri PM a partecipare al meeting è stato un paio di volte Mario Monti (2011e 2013), Enrico Letta (2012), tempo addietro Prodi . Di Renzi invece non si è mai avuta notizia, gli sarà bastato l’endorsement dei suoi svariati sostenitori esteri, per es Tony Blair.

UE, Ucraina e Russia, fra i temi 2014. Quel che è certo è che l’edizione 2014 avrà molta carne al fuoco. A cominciare dall’Europa, che sarà appena uscita dalle elezioni dell’europarlamento dove si prevede un arrembaggio di euroscettici ( ma gli ultimi sondaggi li vedono arretrare, tranne che in Italia) dove andranno rinnovate tutte le cariche (la premier danese avrebbe delle buone chances per una poltrona, come successore di Van Rompuy o forse addirittura di Barroso se si concretizzassero le opposizioni britanniche a Schultz e Juncker cui accennava Zatterin su lastampa.it).

E’ da scommettere che si parlerà del TTP, il Trattato di Partenariato Transatlantico con annesso accordo di libero scambio Usa-Ue che la Ue deve approvare e al quale il presidente Obama tiene moltissimo, quanto e più dell’omologo TPP di Partenariato Transpacifico con gli alleati asiatici. E l’Ucraina, naturalmente, e i rapporti con la Russia che paiono tornati ai tempi della Guerra Fredda. E lo shale gasche l’America vuol promuovere in Europa, fra molte difficoltà e perplessità, cominciando proprio da Ucraina e Polonia. E la Siria, ancora una volta, dove si dice l’America stia aumentando l’impegno (missili ai ribelli). E ancora, lo stato di salute dell’economia globale e quella dell’euro, tra gli stress test delle banche europee e i minacciati referendum. Temi plausibili, ma del tutto ipotetici.

IL MISTERIOSO PIONIERE DELL’UNIONE EUROPEA, NONCHÉ IDEATORE DEL BILDERBERG.
In questo incerto contesto 2014 ci torna in mente la sorprendentemente lunga rievocazione della figura di Jozef Retinger, che spiccava nel sito inglese Bilderberg2013 dell’operazione trasparenza voluta da Cameron. Un personaggio pressoché ignorato dai media, forse perché, polacco di nascita, fu anche un agente segreto britannico.

Almeno, ne era convinto l’esperto in guerra psicologica nonché consigliere del presidente americano Eisenhower, C.D Jackson. “Sapeva come lavorare tra le ombre e stare tra le ombre e una di queste ombre era l’ala oscura dell’intelligence britannica”, scrisse Pietro Quaroni, ambasciatore italiano a Parigi, Londra e Bonn, in un lungo ricordo di Retinger – col quale aveva collaborato per anni. Quaroni fu con Alcide De Gasperi, al quale era molto vicino, il primo membro italiano del Bilderberg alla sua nascita, nel 1954.

Abituati ad associare la creazione della Comunità Europea (poi Unione) a politici come appunto De Gasperi, Jean Monet, Robert Schumann e Paul Henry Spaak, Altiero Spinelli e Konrad Adenauer, Francois Mitterand e Winston Churchill, sottovalutiamo, o semplicemente ignoriamo il ruolo, a quanto pare fondamentale, giocato da questo protagonista infaticabile che agiva dietro le quinte. “Come accade spesso nel ‘grande gioco della politica’”, sottolineava Quaroni. Quello che conta davvero, lontano dai riflettori dei media, aggiungiamo.

Nell’ombra, tanto da essere “nominato come Mr. R o Dr. R o semplicemente R dai nemici, che lo consideravano un avventuriero della politica e un agente delle forze del male, il Diavolo incarnato e lo accusavano di ogni sorta di crimini. Mentre i molti amici che lo amavano e rispettavano gli avevano confezionato vari nomignoli: Padre Joseph, per via dell’educazione gesuita e del seminario frequentato in gioventù; Diavolo zoppo, a causa della leggera zoppia a seguito di uno sfortunato lancio col paracadute nel ’44, per raggiungere la Resistenza nella Polonia ancora occupata dai nazisti; Eminenza Grigia, per i suoi stretti legami con due Papi: quello Bianco e quello Nero”(per Papa Nero si intende di solito il generale a capo dell’ordine dei Gesuiti, ndr).

UN PERSONAGGIO DA ROMANZO DI LE CARRÉ, LA CUI VICENDA CI PARE PER MOLTI ASPETTI ILLUMINANTE.

Proviamo a darne un’ idea a partire dallo scritto “ufficiale” citato sopra, ignorando altre dubbie fonti trovate sul web.
“Incarnando il motto dei Templari ‘ NON NOBIS’ partecipò ai maggiori intrighi politici internazionali del XX secolo per idealismo , e per ammirazione verso gli uomini a cui decise di volta in volta di legarsi”.

“Monaco-soldato che amava i piaceri semplici come fumare, bere, chiacchierare, ridere”, ma era dotato di una volontà d’acciaio, una mente notevole e un’energia inesauribile, nelle parole del principe Bernardo d’Olanda, cofondatore e presidente del Bilderberg (fino al 1976 quando, coinvolto nello scandalo Lockeed, dette le dimissioni, ndr).

Nato povero ma “adottato” dal conte Zamoysky, a 16 anni è a Parigi, a 20 si laurea in Lettere alla Sorbona, affila i denti frequentando il milieu politico, intellettuale e letterario della capitale francese di fine secolo, vorrebbe fare lo scrittore ma André Gide lo dissuade dopo aver letto un suo racconto . Si butta allora sulla politica, inseguendo il suo sogno adolescenziale di una Polonia libera e unita. Per prima cosa va a Monaco a studiare Psicologia comparata. Con profitto, a quanto pare: oltre a un naturale charme e a occhi attenti e penetranti, viene sottolineata la sua sottile capacità manipolatoria.

A Londra Studia per un anno alla London School of Economics entrando in contatto col socialismo riformista della Fabian Society dei suoi fondatori, promuove il movimento per l’indipendenza della Polonia, diventa amico di scrittori (Joseph Conrad per esempio, polacco come lui, e il commediografo George Bernard Shaw) ma soprattutto politici, dall’ex premier Asquith a Lord Balfour ,a Churchill.

“Impara a cavalcare i venti del potere, la sua influenza comincia farsi sentire dal n. 10 di Downig Street al Quai d’Orsay, dal Vaticano al Kremlino”. Mr. R riesce a frequentare simultaneamente diversi mondi, anche opposti abile nell’adattarsi come un camaleonte: Gesuiti e Framassoni, Sinarchisti (cattolici di estrema destra, falangisti, ndr) e rivoluzionari, Socialisti Fabiani, sostenitori del Federalismo Imperiale, ecc.

Tra il 1906 e il 1920 (un periodo di grandi rivolgimenti che vedono venir meno tre imperi: di Russia, Austria e Germania, ndr) lavora a progetti diversi: * la definizione di un piano per riorganizzare l’Europa Centro-Orientale, voluto dal generale dei Gesuiti, il conte polacco Ledochowski; * la creazione di un governo mondiale, col federalista britannico Arthur Capel; * la creazione dello Stato di Israele, con leader dei movimento Sionista come Chaim Weizmann e Nahum Sokolov.

Ma qualcosa va storto e a un certo punto nel’ 20, diventato ‘persona non grata’ in Europa, R la lascerà per il Messico, dove aiuta a mettere in piedi i sindacati ed è richiesto di prendere contatti con Washington per problemi fra il Messico e le compagnie petrolifere americane.

In Europa ritorna solo nel 1939, partecipando alla resistenza polacca come braccio destro del generale Wladyslav Sikorski, capo del governo polacco in esilio a Londra nonché delle forze armate, “primo capo di Stato o di governo a dichiararsi apertamente in favore di un’Europa unita”. Insieme definiscono il ‘piano Sikorski’ per la creazione di una comunità di paesi liberi e indipendenti in Europa Centrale, nel 1941 creano addirittura un comitato, con tre rappresentanti belgi, fra i quali Spaak.

Nel 1943 Sikorski muore in un incidente aereo mentre vola verso il Medio Oriente dove stazionavano forze polacche. E dopo Yalta, accantonata ogni speranza sulla sua Polonia, Retinger si volge interamente al progetto di unione europea coinvolgendovi anche gli Stati Uniti, del cui contributo fondamentale si era convinto già dopo il primo conflitto mondiale.

Il Congresso dell’Aja, la mega conferenza che nel maggio del 1948 “fu il punto di partenza del processo politico che portò al Trattato di Roma del 1957”, venne organizzato da Retinger e dal lui promosso insieme a Duncan Sandys, genero di Churchill. Vi parteciparono 800 figure chiave dell’Europa e del Nord America. Del resto R “conosceva tutti e aveva accesso ovunque, in quegli anni era uno degli uomini meglio informati”, ricorda Spaak.

Già due anni prima Mr R aveva tenuto al Royal Institute of International Affairs di Londra un discorso sul futuro dell’Europa che fu uno dei primi appelli all’unificazione del “vecchio Continente”. E dopo la conferenza dell’Aja fu tra i motori dietro la creazione del Movimento Europeo, del Congresso d’Europa, del College of Europe di Liegi e dell’European Center of Culture di Ginevra, tutti volti a promuovere l’idea di un Europa unita.

“Ponte fra i popoli europei, R fu anche un ponte fra l’Europa e gli Stati Uniti”. “Per dire, fu uno dei soli tre europei (con W. Churchill e R. Coudenhove-Calergi) a far parte dell’American Committee on United Europe (ACUE), definita come “struttura di facciata creata nel 1948 dalla CIA, dal Dipartimento di Stato e dal Council of Foreign Relations per coordinare gli aiuti all’unificazione Europea, progetto che all’inizio della guerra fredda era una priorità politica assoluta per gli Usa. R era responsabile della distribuzione di milioni di dollari senza i quali l’unificazione europea non sarebbe stata possibile.”

Convinto che senza America non ci sarebbe stata Europa – che da sola non avrebbe resistito alle mire espansionistiche dell’Urss; e all’inverso senza un’Europa unificata l’America sarebbe stata presto circondata dalla minaccia comunista. Motivo per cui Mr R fu un fervente sostenitore della creazione della NATO, nel 1949.

E’ in mezzo a quelle complesse vicende che nel 1954 nasce il Bilderberg. “Fra i vari paesi dell’Alleanza Atlantica erano scoppiate tensioni e R prese l’iniziativa”. Convinto che “una discussione regolare, off-the-record avrebbe favorito una comprensione migliore delle forze complesse e delle maggiori tendenze nelle nazioni Occidentali in quel difficile periodo post bellico” . R credeva nel dialogo fra le persone che contano nel loro campo e inventò un consiglio transatlantico informale da usare per rafforzare i rapporti e la cooperazione fra Europa e Usa.

Convocò un primo Incontro a Parigi, nel settembre 1952, ospitato dal barone Francois de Nervo, per delineare la struttura organizzativa. 12 i presenti, fra i quali il PM francese e il capo dell’opposizione, il PM belga, il ministro degli esteri danese, un diplomatico greco, il principe Bernardo e altri, per l’Italia l’ambasciatore Quaroni.

“Ci vollero due anni per coinvolgere gli Stati Uniti nel progetto” (tra i primi ad aderire il banchiere David Rockefeller, presidente onorario del Council of Foreign Relations e fondatore della Trilateral con Zbigniew Brezinski, ndr) e organizzare la prima conferenza ‘Europa-America’ a Oosterbeek, in Olanda, nel maggio 1954. “L’ultimo regalo di Retinger al mondo”.

Mr R muore di cancro ai polmoni a Londra nel 1960. Senza proprietà né reddito, aiutato dagli amici fra i quali il principe Bernardo d’Olanda.

NOTAZIONI.
Resta da capire perché, al di là della citata ricorrenza del 125° anniversario della nascita, il Bilderberg inglese l’anno scorso abbia voluto ricordare la figura di questo duplice patriota, polacco ed europeo. Un idealista, a suo modo, come ce n’erano quando la politica non era ancora stata risucchiata dall’economia,
In ogni caso la vicenda ci rammenta che la Ue, ancorché “sogno europeo", non sarebbe probabilmente diventato realtà senza la mano degli inglesi (oggi così euroscettici) e senza l’apporto determinante degli Stati Uniti d’America (dove pure oggi sembrano esserci forze che quegli euroscettici appoggiano).

E anche Bilderberg in fondo è stata una creazione europea, prima che americana, come oggi tende ad apparire.

 

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