11154 Risposta ufficiale del Venezuela alle diffamazioni del signor Onofrio Introna (SEL)

20140506 11:49:00 redazione-IT

[i]Riceviamo e pubblichiamo la nota ufficiale dell’Ambasciata venezuelana in risposta alle affermazioni a mezzo stampa del rappresentante politico in Puglia di SEL, Onofrio Introna, Presidente del Consiglio Regionale della Puglia.[/i]

"In riferimento alle affermazioni diffamatorie del Presidente del Consiglio Regionale della Puglia, Onofrio Introna l’Ambasciata della Repubblica Bolivariana del Venezuela presso la Repubblica italiana dichiara quanto segue:

[b]PERCHÉ SI DIFFAMA IL VENEZUELA?[/b]

Il diritto di esprimere le nostre opinioni termina dove inizia quello degli altri. Quando si afferma che in Venezuela si mettono in galera le persone senza processo e ai cittadini vengono confiscati i loro beni, si tratta di diffamazione.

A diffamare sono gli italo venezuelani che hanno mentito al Consiglio Regionale della Puglia. Quando l’odio politico e sociale viene trasformato in opinione corrente per affermare che in Venezuela si assassina per ragioni di Stato, si tratta di diffamazione.

Irresponsabile, o per lo meno molto superficiale, è chi fa eco alle denunce false e diffamanti che espongo un Governo e un popolo all’odio.

Perché un funzionario pubblico si presta a divulgare simili falsità con il solo fine di fare opposizione a un Governo?

Perché si reca nocumento alla dignità e alla reputazione di alcuni governanti solo perché non sono quelli che rispondono agli interessi dei diffamatori in questione?

A tal proposito, bisogna chiarire alcune questioni che vengono toccate nell’articolo di cui sopra: Roberto Annese è morto a Maracaibo a causa dell’esplosione di un ordigno artigianale, che gli è scoppiato in mano. L’ordigno misurava 8.9 centimetri di diametro e il suo peso era di 300 grammi.

Sei persone che erano con Annese hanno spostato il suo cadavere alterando la scena dell’incidente con l’intento di depistare l’indagini e l’informazione. Dopo aver abbandonato il corpo, le persone implicati si sono dati alla fuga. Purtroppo una giovane vita non c’e’ più ma non è stata la pistola di un poliziotto a togliergliela. Solo questo dovrebbe bastare per togliere ogni credibilità ai diffamatori.

Nota: Si allega alla presente il documento ufficiale di denuncia che il governo venezuelano ha presentato a vari organismi internazionali, tra cui UNESCO, FAO ect., relativo alla campagna diffamatoria di un’ala dell’opposizione, oltre ad una raccolta di foto che non sono state divulgate dalla stampa, che dimostrano le azioni violente messe in atto negli ultimi tre mesi nel nostro paese.

Attentamente,

Embajada de la República Bolivariana de Venezuela
en la República Italiana
Via N. Tartaglia, 11
00197 – Roma
Tel: +39 06 807 9797
Fax: +39 06 808 4410

e-mail: embaveit@ambavene.org

——————-

[i]Quello che segue è il comunicato emesso da Onofrio Introna (SEL), Presidente del Consiglio regionale della Puglia[/i]

"[b]1° Maggio per il Venezuela Onofrio Introna (Sel) presidente del Consiglio regionale della Puglia[/b]

Domani (oggi per chi legge NdR) è il 1 maggio e il mio pensiero va quest’anno ai milioni di emigrati pugliesi nel mondo. In particolare a quanti stanno vivendo pagine tragiche e dolorose nei Paesi in sui si sono fatti rispettare per la loro operosità

. Sarebbe una bella maniera di festeggiare ila giornata dei lavoratori riportando all’onore delle cronache la drammatica condizione del Venezuela.
Nel trasmetterVi le mie dichiarazioni, diffuse ieri alla stampa e riportate in calce, sento di doverVi rivolgere una calda e forte sollecitazione a sostegno della causa di 1 milione di italo-venezuelani, 300mila dei quali di origine e legami pugliesi.
Sicuramente, altre importanti notizie hanno impegnato le Vostre Testate e non hanno consentito di dar voce alle preoccupazioni che vivono i nostri connazionali e corregionali in Venezuela e le loro famiglie in Italia e in Puglia.
Torno perciò a sollecitare la Vostra cortese attenzione, soprattutto per evitare che sulle tragiche vicende venezuelane di questi mesi debba calare un incomprensibile silenzio.
La Puglia, che è terra di accoglienza e di solidarietà nei confronti di extracomunitari ed africani e che guarda con giustificata attenzione ai problemi di un’umanità che soffre e che bussa all’Europa attraverso la nostra porta, non può ignorare il momento terribile che tanti italiani stanno vivendo anche in queste ore nel martoriato Venezuela.
Ho fatto mio l’appello che arriva da quella Terra e in maniera accorata di rilanciarlo a vostra volta, in attesa che sulla vicenda si esprima anche il Consiglio regionale con un ordine del giorno che impegnerà il premier Renzi e il ministro Mogherini a farsi carico di mobilitare la dovuta sensibilità internazionale.
Grazie della collaborazione, che certamente vorrete accordare ad una causa giusta.
Onofrio Introna
presidente del Consiglio regionale della Puglia

[b]-In Venezuela si muore, non lasciamo soli gli italovenezuelani-[/b]

Il Venezuela sta morendo. La gente è disperata, affamata, derubata, terrorizzata. Il Paese vive una crisi politica, economica e sociale spaventosa: un milione di italo venezuelani chiede aiuto (tra loro 300mila sono di origini pugliesi): dobbiamo rompere il silenzio che nasconde questo dramma agli italiani, dobbiamo attrarre l’attenzione su una situazione gravissima. Raccolgo l’appello di una delegazione di corregionali, che vivono o hanno parenti nello Stato caraibico. Li ho incontrati, accompagnati dal vicepresidente del Consiglio Generale dei Pugliesi nel Mondo, Giovanni Mariella. Chiedono attenzione ai diritti di una nostra comunità all’estero ed hanno illustrato una realtà di orrore, anche con immagini forti: squadre della morte in azione, giovani assassinati dalla polizia, come il molfettese Roberto Annese o uccisi dalla criminalità incontrollata e organizzata, come la giovane Daysi Genire Ferrer Arenas Arigguni Abruzzo. Uomini e donne arrestati e detenuti senza processo, senza notizie alle famiglie.La repressione violenta del governo Maduro sta cancellando non solo i diritti civili, anche quelli umani. Nessuna protesta è tollerata, nemmeno pacifica.Mancano i beni di prima necessità, sono necessarie ore di fila anche per il cibo quotidiano.Imprese, proprietà e beni vengono “espropriati”, ma in realtà sono confiscati. Emblematico l’”esproprio”, in tre soli giorni, dell’azienda Annese, nel quadro della nazionalizzazione dell’industria petrolifera decisa da Chavez. Da sei anni la famiglia attende dalle autorità un indennizzo che non arriva.Gli italo venezuelani sono di fatto prigionieri. I voli di linea sono ridotti: il Governo consente soltanto l’acquisto di biglietti di sola andata, mentre è noto che le compagnie rilasciano solo biglietti di andata e ritorno.C’è giusta attenzione al nodo Ucraina in Europa ma non possiamo trascurare anche il grido aiuto e di supporto legale che arriva dal Venezuela. In quel bellissimo Paese si vive un clima da Cile di Pinochet e i sacrifici di tre generazioni di italiani sono minacciati dalla ragione di Stato, se non sono andati già perduti.Non possiamo restare insensibili. Assumerò l’iniziativa di far adottare un ordine del giorno dal Consiglio regionale, lunedì 5 maggio, per impegnare il Governo Renzi a farsi carico di sollevare questa difficile situazione nei circuiti internazionali.E mi impegno a coinvolgere anche i Parlamentari pugliesi. Ci sono forti ragioni per sensibilizzare tutti sui problemi di una terra dove è impossibile vivere. Ci sono oltre un milione di ragioni: tanti sono gli Italo-Venezuelani con doppio passaporto, su 28milioni di popolazione venezuelana."

Onofrio Introna
presidente del Consiglio regionale della Puglia

 

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