10981 URGENTE PER L’EUROPA

20131222 16:40:00 guglielmoz

IL VECCHIO CONTINENTE SI APPRESTA A FESTEGGIARE IL SESTO NATALE DI CRISI SENZA DARE SEGNALI DI RIPRESA. E’ EMERGENZA LAVORO. LA CGIL NUOVO RECORD PER LA CASA INTEGRAZIONE, UN MILIARDO DI ORE NWL 2013. UN APPELLO DI INTELLETTUALI PER CAMBIARE LE POLITICHE DI AUSTERITA’ E MODIFICARE I TRATTATI

Al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano
Al Presidente del Consiglio dei Ministri, Enrico Letta
Al Presidente della Commissione Europea, José Manuel Barroso
Al Governatore della Banca Centrale Europea, Mario Draghi

La crisi dura ormai da sei anni. Innescata dalla povertà di massa figlia di trent’anni di neoliberismo, esaspera a sua volta povertà e disuguaglianza. Moltiplica l’esercito dei senza-lavoro. Distrugge lo Stato sociale e smantella i diritti dei lavoratori. Compromette il futuro delle giovani generazioni. Produce una generale regressione «intellettuale e morale». Mina alle fondamenta le Costituzioni democratiche nate nel dopoguerra. Alimenta rigurgiti nazionalistici e neofascisti.
Concepita nel segno della speranza, l’Europa unita – arbitra della scena politica continentale – rappresenta oggi, agli occhi dei più un potere ostile e minaccioso. E la stessa^ democrazia rischia di apparire mero simulacro o, peggio un pericoloso inganno.
Perché? È la crisi – come si suole ripetere – la causa immediata di tale stato di cose? 0 a determinarlo sono le politiche di bilancio che, su indicazione delle istituzioni europee, i paesi dell’eurozona applicano per affrontarla, in Osservanza ai principi neoliberisti?
NOI CREDIAMO CHE QUEST’ULTIMA SIA LA VERITÀ.
Siamo convinti che le ricette di politica economica adottate dai governi europei, lungi dal contrastare la crisi e favorire la ripresa, raf-forzino le cause della prima e impediscano la seconda. I Trattati europei prescrivono un rigore finanziario incompatibile con lo sviluppo economico, oltre che con qualsiasi politica redistributiva, di equità e di progresso civile. I sacrifici imposti a milioni di cittadini non soltanto si traducono in indigenza e disagio, ma, deprimendo la domanda, fanno anche venir meno un fattore essenziale alla crescita economica. Di questo passo l’Europa – la regione potenzialmente più avanzata e fiorente del mondo – rischia di avvitarsi in una tragica spirale distruttiva.
Tutto ciò non può continuare. È urgente un’inversione di tendenza, che affidi alle istituzioni politiche, nazionali e comunitarie il compito di realizzare politiche espansive e alla Banca centrale europea una funzione prioritaria di stimolo alla crescita. Ammesso che considerare il pareggio di bilancio un vincolo indiscutibile sia potuto apparire sin qui una scelta obbligata, mantenere tale atteggiamento costituirebbe d’ora in avanti un errore im-perdonabile e la responsabilità più grave che una classe dirigente possa assumersi al cospetto della so-cietà che ha il dovere di tutelare.

Etienne Balibar, Alberto Burgio, Luciano Canfora, Enzo Collotti, Marcello De Cecco, Luigi Ferrajoli, Gianni Ferrara, Giorgio Lunghini, Alfio Mastropaolo, Adriano Prosperi, Stefano Rodotà, Guido Rossi,

 

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