10921 NOTIZIE dall’ITALIA e dal MONDO 9 nov 2013

20131108 13:11:00 guglielmoz

ITALIA – SCONTI E CONDONI AGLI EVASORI, MEGLIO PENSARCI BENE, pubblicato il 5 novembre da l’Unità
EUROPA – SPAGNA / MELILLA – 200 migranti cercano di superare il confine con Spagna: 1 morto
AFRICA & MEDIO ORIENTE – PALESTINA / YASSER ARAFAT AVVELENATO: SOTTO PRESSIONE I VERTICI ANP / «I vertici Anp hanno sbagliato, dovevano essere protagonisti sin dalla morte di Arafat di una iniziativa forte volta a far piena luce». GAZA – SI PREPARA AL PEGGIO / Lampi di guerra lungo le linee tra Gaza e Israele, a quasi un anno dall’offensiva aerea israeliana «Pilastro di Difesa» che causò circa 200 morti palestinesi
ASIA & PACIFICO – BANGLADESH / DACCA – Reclamavano aumento paga. Tribunale condanna a morte 152 soldati ribelli.
AMERICA CENTROMERIDIONALE – CILE /SANTIAGO – Esule cileno risarcito per le torture subite durante la dittatura di Pinochet.
AMERICA SETTENTRIONALE – NEW YORK – il sindaco è De Blasio, l’uomo che ha promesso di tassare i ricchi / Plebiscito per Bill De Blasio, il candidato di origini italiane nelle elezioni a sindaco di New York.
USA /Medici infermieri e psicologi coinvolti nelle torture contro i presunti terroristi.

ITALIA
ROMA – SCONTI E CONDONI AGLI EVASORI, MEGLIO PENSARCI BENE, articolo di ALFIERO GRANDI pubblicato il 5 novembre da l’Unità / Nel decreto legge che si pone l’obiettivo di riportare il deficit pubblico entro il 3 % c’è il condono per i concessionari dei videogiochi. Queste macchine, circa 300.000 dovevano essere collegate al sistema informatico del Ministero per controllarle e per garantire il pagamento delle tasse dovute ma in realtà questo non è avvenuto per lunghi periodi, contariamente a quanto previsto dalle convenzioni stipulate dai 10 concessionari. Dopo un’indagine accurata la Corte dei Conti condannò i concessionari a pagare 2 miliardi e 800 milioni di euro, concedendo un enorme sconto rispetto ai conti degli inquirenti. Tuttavia il dato positivo è che i concessionari erano stati comunque condannati a pagare una cifra non disprezzabile. In ogni caso era la magistratura contabile ad avere fatto questa scelta. Mentre il Governo ha proposto e il parlamento sembra orientato ad accettare di ridurre a soli 600 milioni, circa il 20 %, l’onere a carico dei concessionari. Perché ? Per incassare in fretta ? C’è una sentenza. Questa motivazione francamente non sembra credibile, tanto più che risulta che la maggior parte dei concessionari, parte dei quali è quotata in borsa, aveva già accantonato cifre tali da lasciare pensare che il pagamento della multa veniva data per scontata dagli interessati. Tranne uno, che però è coinvolto in inchieste ben più gravi e a cui comunque poteva essere tolta la concessione in caso di mancato pagamento. Quindi si tratta di un condono e a prezzi da saldo, malgrado una sentenza della Corte dei Conti. Scelta incomprensibile sotto il profilo dei conti pubblici, perché lo Stato ci rimette l’80 %, ed eticamente un errore, almeno per quella parte del Governo che era stata contraria allo scudo fiscale e ad altri condoni precedenti, affermando con forza che si sarebbe opposta ad altri condoni.
Altro episodio, ancora più grave, è quanto si sta delineando per i capitali italiani esportati illegalmente all’estero. Naturalmente anche in questo caso la motivazione è fare cassa con urgenza.
Come è noto l’antefatto è lo scudo fiscale che ha portato nelle casse dello Stato la ridicola cifra di 5,5 miliardi di euro contro i 105 miliardi circa rientrati, o ripuliti, senza alcuna conseguenza penale. Un condono tombale convenientissimo. Non risulta tra l’altro che l’Agenzia delle Entrate abbia operato per il rientro dell’Iva evasa che essendo tributo europeo è oggetto di contestazione della UE. Infatti l’Ue aveva contestato il condono tombale per la parte Iva – che Tremonti aveva aggiunto come sovrappiù – chiedendo che l’Italia recuperasse le somme evase. Per farla breve l’Italia ha venduto fumo a Bruxelles e tutto è rimasto così. Non risulta che l’Agenzia delle Entrate abbia fatto una campagna per recuperare l’Iva evasa. Malgrado questa enorme convenienza molti capitali italiani sono rimasti all’estero, o ci sono andati successivamente, tanto è vero che sono in corso trattative con gli "Stati rifugio" come la Svizzera. Trattative che per ora non hanno dato esito. La prima notizia è arrivata da un convegno presso l’Università di Pavia dove Tremonti, non più Ministro, e il direttore dell’Agenzia delle Entrate hanno presentato un’ipotesi di rientro spontaneo dei capitali evasi. Come sia possibile questo apparente miracolo è presto detto. Anzitutto gli evasori che riporteranno in Italia i capitali illegalmente esportati pagheranno le tasse solo sul presunto guadagno di questi capitali e pagando una sanzione pari alla metà del minimo. La convenienza comincia ad essere interessante perché non verrebbero pagate le tasse sull’evasione compiuta ma solo sul guadagno presunto dell’impiego dei capitali evasi. Eppure se qualcuno ha portato fuori dall’Italia dei soldi da qualche parte li ha sottratti e quindi presumibilmente non ha pagato le tasse dovute, ha falsificato bilanci, ecc. Altrimenti il giochetto avrebbe potuto essere scoperto.
In più viene promessa una sanzione pari alla metà del minimo. Perché ? Ci si richiama ad un lontano dispositivo del 1997, ma è applicabile a questi casi. Poi chi decide chi merita lo sconto ? Per farla breve secondo calcoli del Sole su 100.000 euro esporatti illegalmente ci sarebbero da pagare poco più di 1200 euro.
UNA MANNA. Purtroppo gli evasori sono sospettosi e vogliono ancora più garanzie. Anzitutto l’Europa potrebbe sempre rivendicare l’accertamento dell’evasione dell’Iva, che riguarda certamente un buon numero di casi, e poi c’è lo scoglio del reato penale, che soprattutto per cifre ingenti potrebbe diventare un problema serio, visto che il rientro dei capitali è in sostanza un’autodenuncia. Quindi risulta che al Ministero dell’Economia qualcuno sta studiando come offrire agli evasori anche queste garanzie, modificando le leggi penali.
E’ sperabile che Letta e Saccomanni ci pensino bene. Non c’è urgenza finanziaria che giustifichi condoni di alcun tipo. La questione prima che finanziaria è etica. Proprio i sacrifici richiesti ai cittadini obbligano tutti alla trasparenza e a non consentire che chi ha sottratto risorse al paese riesca a farla franca, per di più pagando cifre irrisorie ed evitando le conseguenze penali.
Altri paesi hanno risolto in ben altro modo questo problema. Liste sospette sono state trovate anche dai servizi segreti di altri paesi e hanno consentito di mettere sotto torchio gli evasori e in particolare gli esportatori di capitali. Purtroppo la scelta fatta verso i concessionari dei videogiochi non è un bel biglietto da visita, ma questa operazione sarebbe un fatto di gravità ben maggiore. di Alfiero Grandi

ROMA – Cancellieri: "NON LASCIO, SONO A POSTO CON LA MIA COSCIENZA. SPIEGHERÒ PERCHÉ."
Scommettiamo? La cosiddetta "bufera" su Annamaria Cancellieri finirà in una bolla di sapone. Il ministro riferirà martedì alle 16 in Senato, ma la contraerea, potente e anch’essa rigorosamente bipartisan, è già in piena azione. Il Pd, come sempre, è diviso, ma prevale la solidarietà con il ministro, perché, da un lato, nessuno ha voglia di creare intralci al governo e, dall’altro, l’intesa di lunga data fra Berlusconi e Ligresti garantisce buona copertura. Da Napolitano e Letta nessun problema. Anzi… "Sono serenissima e tranquilla, pronta a rispondere a qualunque domanda. Il mio è stato un intervento umanitario, mosso da un detenuto che poteva morire. Se fosse morta cosa sarebbe accaduto?" ha detto il ministro della giustizia, intervistata dal Tg1, in riferimento al suo intervento riguardo alle condizioni di salute in carcere di Giulia Ligresti. "Non siamo tutti uguali davanti alla legge? Certo! Non ci sono detenuti di serie A e serie B. Dobbiamo lottare per migliorare il sistema carcerario, ma queste cose non aiutano" ha aggiunto. E poi, ancora: "Lo rifarei, certo che lo rifarei", ha replicato ai giornalisti che le chiedevano se si fosse pentita della telefonata con la compagna di Salvatore Ligresti. "Io ho la responsabilità delle carceri e sono intervenuta con il Dap dicendo attenzione che Giulia Ligresti potrebbe compiere gesti inconsulti. State attenti". ‘Se poi dovessi essere un peso io me ne andrei” – ha aggiunto -, io non ho problemi né a spiegare né a non minimizzare. Se Giulia Ligresti si fosse uccisa io non sarei stata responsabile? Io ho la responsabilità dei detenuti, ho fatto oltre cento interventi per persone che ho incontrato nel corso delle mie visite in carcere o i cui i familiari si sono rivolti a me anche solo tramite una e-mail". Letta, da parte sua, ha già fatto capire come andrà a finire: "Il governo ha voluto che il chiarimento in Parlamento avvenisse immediatamente perché non devono esserci zone d’ombra. Siamo sicuri che il ministro fugherà ogni dubbio". Mentre il Pd compie l’ennesimo esercizio cerchiobottista del ‘ma anche’: "Noi siamo i primi a non accettare facili strumentalizzazioni della vicenda ma, allo stesso modo, non ne consentiamo una sua minimizzazioni": così si è espresso Danilo Leva, responsabile Giustizia dei democrat.
Anche il presidente della Regione Lombardia e segretario della Lega nord Roberto Maroni dice la sua: "Cancellieri , deve venire in Parlamento a riferire e se non è convincente dimettersi. Ma io non esprimo giudizi a priori. Prima voglio sentire le ragioni della sua difesa, dopodiché valuteremo".
Durissimo, sulla sponda opposta, Grillo, che piazza la botta più forte in direzione del Colle e, in seconda battuta, del presidente del Consiglio: "Nessun monito da parte di Napolitano" e "non un fiato da Capitan Findus, Letta". "La Idem a causa dell’ICI non pagata ha dato le dimissioni in dieci giorni. La Cancellieri – si legge nel in un suo post – forse non le darà mai. Il motivo è semplice. La Cancellieri fa parte di quel mondo composto da politici, banchieri, istituzioni, finanzieri, inestricabile come una foresta pietrificata. Nessun monito da parte di Napolitano per questo scandalo per l’ingerenza di un ministro su una detenzione, avvenuta grazie a rapporti di lunga data con Ligresti. Non un fiato da Capitan Findus Letta. Hanno paura di essere travolti e credono che il silenzio li salverà, ma sono già condannati".

EUROPA
RUSSIA/USA
MOSCA – ATAGATE Snowden ricompare a Mosca. Il «ruolo» di Francia e Italia – di Geraldina Colotti Edward Snowden ricompare a Mosca, in gita sul fiume Moskova che scorre vicino al Cremlino. La foto, che lo ritrae sul battello col berretto bianco, è stata diffusa ieri dal sito russo Life News. L’ex tecnico dell’Agenzia nazionale per la sicurezza Usa (Nsa) era in compagnia di una donna di spalle, probabilmente Sarah Harrison, l’attivista di Wikileaks che lo ha assistito fin dal suo arrivo nell’area transiti internazionali dell’aeroporto moscovita di Sheremetievo, lo scorso giugno. La sua situazione legale si è risolta con l’asilo temporaneo concesso dal governo russo: per un anno e rinnovabile. Da agosto, Snowden vive in una località segreta, inseguito da un mandato di estradizione per «spionaggio» dopo aver diffuso i documenti riservati della Nsa sul mega-scandalo delle intercettazioni illegali chiamato Datagate. E ieri, il suo avvocato, Anatoly Kucherena, ha affermato che Snowden «resterà qui anche dopo la scadenza del suo visto temporaneo», e lavorerà come informatico «per un grande sito web russo, dal 1 novembre». Le due più grandi società di Internet – Mail.ru Group e Yandex – pare abbiano però smentito. Intanto lo spionaggio illegale ha messo in luce lo strapotere delle agenzie per la sicurezza, sdoganate dalla legge Usa del Patriot Act, approvata dopo l’attentato alle Torri gemelle dell’11 settembre 2001. L’entità del Datagate era emersa in estate, quando il giornalista Glenn Greenwald aveva pubblicato sul Guardian le confessioni raccolte da Snowden: la Nsa ha messo il naso nella vita privata dei cittadini Usa e di quelli stranieri. Ha stabilito basi illegali in diversi continenti. Ha spiato leader politici, ambasciate e grandi imprese, nei paesi nemici ma anche in quelli alleati. Ha imposto alle grandi compagnie di internet di consegnare informazioni sui cittadini, o le ha intercettate illegalmente. Alla fine il Datagate ha messo in piazza i panni sporchi tra gli stati europei e Usa, obbligando Obama a una imbarazzata difesa (sapeva o no delle intercettazioni di Angela Merkel?), e i suoi servizi segreti a un contrattacco verso gli omologhi dei paesi alleati. «Così fan tutti», aveva detto in sintesi Obama. Ora però la Nsa nega di aver carpito milioni di comunicazioni nelle sue basi all’estero (19 nelle principali città europee), si appella agli accordi tra intelligence, e accusa i partner europei di aver trasmesso volontariamente agli Usa i dati intercettati. I file di Snowden mostrano il patto a cinque tra Usa, Gran Bretagna, Australia, Canada e Nuova Zelanda: paesi che avrebbero spiato per la Nsa nei vari continenti. Poi esistono singoli accordi preferenziali, con Israele o con i paesi d’Europa: con la Francia, il «Lustre», un protocollo d’intesa attivo tra fine 2011 e inizio 2012. Ne esiste un altro che giustifica i 70,3 milioni di comunicazioni intercettate in un mese tra il 10 dicembre del 2012 e l’8 gennaio 2013? La Francia gode di una posizione strategica per il transito dei metadati. Marsiglia e Penmarch, in Bretagna, sono i terminali su cui scaricano le comunicazioni provenienti da Africa e Afghanistan attraverso i cavi sottomarini. Difficile che i potenti segreti francesi (la Dgse), che stoccano e smistano il flusso, non fossero al corrente della faccenda. Lo stesso vale per l’Italia. Nsa e Cia avrebbero intercettato da noi 46 milioni di chiamate telefoniche in un mese. Con quale margine di manovra o connivenze? Ieri si è riunito il Comitato interministeriale per la sicurezza della repubblica (Cisr), presieduto dal presidente del Consiglio, Enrico Letta. Una riunione dettata dal Datagate: per proseguire «nell’attività di verifica e tutela fin qui svolta dagli Organismi di intelligence nazionali». Insomma, nulla.

GRECIA
ATENE – la Troika torna all’attacco. Da domani inizia una nuova verifica, ma "il paese è allo stremo"
Gli esperti della ‘troika’, composta da Commissione europea, Fondo monetario internazionale e Banca centrale europea, analizzeranno da martedi’ a Atene i conti della Grecia. In particolare il disavanzo per il 2014, su cui c’è scontro con il governo. Le stime degli organismi internazionali indicano un deficit compreso tra 2.000 e 2.500 milioni di euro, cosi’ da esigere maggiori misure di austerità, mentre la Grecia ha stimato una cifra di 500 milioni di euro ed e’ convinta che questa somma possa essere messa insieme attraverso le riforme e un migliore riscossione delle imposte, quindi sostanzialmente abbandonando il programma di licenziamenti nel pubblico impiego, di privatizzazioni e di tagli. Proprio nei giorni scorsi è intervenuto il presidente della Repubblica, sottolineando che il paese non può dare di più. E questo mentre il paese continua ad essere attraversato da scioperi, soprattutto del pubblico impiego, e in Parlamento è in discussione una legge per un inasprimento della tassazione dei terreni agricoli.
Il governo greco teme nuove proteste se interverrà’ con nuovi tagli salariali e delle pensioni. La Grecia e’ l’unico Paese in crisi che ha ricevuto due pacchetti di aiuti, per complessivi 240.000 milioni di euro. Ora si trova al top della classifiche sulla disoccupazione, con più del 27%, e un taglio dei salari di almeno il 20%. Se tutto questo non sara’ sufficiente, nel 2014 potrebbe rendersi necessario negoziare un terzo programma di salvataggio, che potrebbe essere, secondo alcune indiscrezioni, di 10.000 milioni di euro, con condizioni di credito piu’ lunghe e interessi piu’ bassi.
Il ministro delle Finanze greco, Ioannis Stournaras , ha avvertito in un’intervista pubblicata oggi che la situazione nel paese e’ ”critica”. "Abbiamo scalato il Kilimanjaro – ha detto – ci sono un centinaio di metri alla vetta e ancora corriamo il rischio di cadere", ha spiegato con una metafora il ministro ad quotidiano greco ‘To Vima’ . Stournaras ha sottolineato che sarebbe grave se i tentativi fatti finora dalla Grecia per uscire dalla crisi non funzionassero.

ATENE – DIECI GLI UFFICIALI PIZZICATI PER I LEGAMI CON ALBA DORATA / Sono dieci gli ufficiali della polizia greca collegati "direttamente o indirettamente" con il partito neonazista Alba Dorata, ma non vi sono indicazioni di cellule organizzate in seno alla polizia. E’ questo il risultato di una indagine interna alla polizia greca, che e’ stato presentata in una conferenza stampa nei giorni scorsi ad Atene, riferisce il sito Ekathimerini.
L’indagine, aperta il mese scorso, ha riguardato 319 ufficiali di polizia di cui 15 sono stati arrestati. E di questi ultimi, dieci sono risultati legati ad Alba Dorata. In gran parte , ha spiegato la polizia, si tratta di ufficiali assegnati alla sicurezza dei deputati del partito neonazista. L’indagine ha evidenziato anche una "supervisione inadeguara" in seno alla polizia.
L’indagine interna e’ partita in settembre dopo l’ondata di emozione scatenata in Grecia dall’omicidio del rapper Pavlos Fyssas da parte di un militante del partito di estrema destra. Si e’ parlato di complicita’ della polizia con Alba Dorata e due alti funzionari – l’ispettore generale di polizia per la Grecia meridionale, Yiannis Dikopoulos, e il direttore generale per la polizia nella Grecia centrale, Apostolos Kaskanis- si sono dimessi, ufficialmente per motivi personali. I vertici di Alba Dorata sono stati intanto arrestati e accusati dalla magistratura di aver costituito una banda criminale dedita a violenze, contrabbando e altri traffici illeciti.

GRECIA/GERMANIA
ATENE – "OPERAZI Grecia, Schulz scrive "La Troika ha fatto più male che bene" / "La struttura della troika si e’ rivelata inconcludente per la soluzione dei problemi ed ha fatto piu’ male che bene".
Questo è un importante passaggio di un articolo scritto proprio per l’edizione domenicale del quotidiano greco To Vima dal presidente del Parlamento europeo, il socialista tedesco Martin Schulz, oggi ad Atene per presenziare a una conferenza sul tema ‘Sud per lo sviluppo’. "Ogni Paese europeo sta affrontando problemi che l’Europa, il continente piu’ ricco del mondo, sembrava aver superato definitivamente – ha scritto il presidente dell’europarlamento -: difficolta’ di accesso ai servizi sanitari in Grecia, sfratto di famiglie per il ritardato pagamento della rata di un mutuo in Spagna, la perdita di un’intera generazione di giovani che sono costretti ad abitare con i genitori e ad abbandonare ogni sogno per una carriera o una famiglia proprie". "Il prezzo che i cittadini europei sono chiamati a pagare era e rimane sconvolgente – continua Schulz -. Ci avevano detto che non avevamo altra scelta, che l’austerita’ era l’unica via d’uscita e che la ripresa economica aveva un prezzo che tutti dovevamo essere pronti a pagare. Oggi, in base al rapporto del Fondo Monetario Internazionale, gli economisti dimostrano che le ripercussioni dell’austerita’ sull’economia erano state calcolate male…".
"Il rapporto del Fmi dimostra, tra l’altro, che la struttura della troika si e’ rivelata inconcludente per la soluzione dei problemi e che ha fatto piu’ male che bene – ha scritto l’esponente socialista tedesco -. Ha prodotto maggiore recessione di quella prevista e non e’ riuscita a riconquistare la fiducia degli investitori. Ha rallentato la ripresa economica ed ha minato la fiducia verso l’Europa".
"Chiedere ‘perdono’ non basta – scrive Schulz -. Qualcuno deve assumersi la responsabilità per i tentativi falliti e le enormi delusioni provocate. Qualcuno deve rendere conto… La commissione Affari Economici del Parlamento europeo sta conducendo un’indagine sull’operato della troika in Grecia, in Portogallo, in Irlanda e a Cipro per capire per quale motivo si sono registrati tanti errori e perche’ tante affermazioni, che tre anni fa venivano considerate corrette, si sono invece dimostrate assolutamente errate. Il controllo democratico, dopo tre anni di attesa, puo’ finalmente cominciare". "Il danno, pero’, e’ stato fatto – ha concluso Schulz -. Dobbiamo riconquistare la fiducia verso l’Europa… Molte sono le promesse fatte, che pero’ hanno avuto pochi risultati. Dobbiamo moderare le nostre pretese ed agire con modestia. Ciò nonostante, credo ad un Sud per lo sviluppo e ad un’Europa per il Sud e con il Sud".

SPAGNA
MELILLA – 200 migranti cercano di superare il confine con Spagna: 1 morto. Governo: "Installeremo lame trancianti". Melilla è una delle località autonome spagnole situate in territorio marocchino. Qui 200 subsahariani circa hanno preso d’assalto la barriera dell’enclave spagnola che è situata sulla costa orientale, hanno tentato di scavalcarla per entrare in Europa. Quattro migranti ne sono tuttavia rimasti feriti, una persona invece è morta perché è cascata da sei metri di altezza nell’intento di scavalcare la rete messa al confine. Gli immigrati che sono dunque riusciti a entrare nel territorio spagnolo sono stati fermati, poi portati in un centro d’identificazione e Verranno espulsi.
Il governo spagnolo ha così deciso di installare di nuovo, lungo la frontiera, lame trancianti, che sono state rimosse nel 2007 a seguito delle pressioni delle associazioni e ONG di difesa dei migranti, che di queste ne denunciavano proprio la pericolosità.
Le recinzioni verranno rinforzate su 6 km dei 9 totali, anche dal filo spinato e la loro installazione dovrebbe essere effettuata entro la fine del mese di novembre. A renderlo noto è Abdelmalik El Barkani, il delegato del governo spagnolo sulle questioni che riguardano le migrazioni.

GERMANIA
ONE SNOWDEN": PARTE L’APPELLO DI POLITICI E INTELLETTUALI PER L’ASILO
"Asilo per Snowden: benvenuto Edward!". Con questo appello, oltre 50 personalità della politica, della cultura e del mondo dell’impresa tedeschi chiedono al governo della Germania di dare asilo alla ‘talpa’ del Datagate, meritevole di aver reso "un grande servizio" all’Occidente e in particolare all’Europa grazie ai documenti da lui diffusi in questi giorni. L’appello è stato fatto proprio dal settimanale Der Spiegel sulla cui copertina compare il titolo "Asyl fur Snowden" e giunge a due giorni dalla notizia secondo cui la ‘talpa’ del Datagate sarebbe pronto a venire in Germania e parlare con le autorità tedesche a patto che gli venga garantita sicurezza o asilo.
IL CASO DATAGATE È SOLO AGLI INIZI SUL PIANO DELLE RELAZIONI INTERNAZIONALI
Per ora, quella dell’asilo tedesco, resta comunque una possibilita’ circoscritta all’appello pubblicato su Der Spiegel ma è indubbio che la Germania abbia fatto la classica “mossa del cavallo” invitando Snowden a deporre presso le varie procure su tutta la vicenda del Datagate e le implicazioni sul piano delle relazioni internazionali. .Le ultime notizie riguardanti un coinvolgimento di Cina e Indonesia, senza parlare della “contro-accusa” rivolta agli europei di aver gestito una rete di spionaggio tra vari paesi, sicuramente tra Germania, Francia e Spagna, dimostrano che questa vicenda andrà avanti per parecchi mesi, con colpi di scena sul piano dell’immagine e dei rapporti diplomatici. A specificare le caratteristiche dell’arrivo di Snowden in Germania sonon i russi stessi, secondo i quali Snowden e’ libero di parlare con chiunque, "puo’ far le valigie e andare dove vuole".
RUSSI E TEDESCHI PARTNER NELLA VICENDA
Il portavoce del Cremilino Dmitri Peskov sulla possibilita’ che la ‘talpa’ del Datagate possa parlare con la giustizia tedesca di questioni legate alle intercettazioni da parte dei servizi americani del cellulare della cancelliera Angela Merkel, specifica che Snowden ha uno status di rifugiato in Russia, "non e’ un prigioniero ". Snowden "non può utilizzare il territorio russo per nuocere agli interessi Usa", ha detto Peskov ribadendo un concetto posto dal presidente Vladimir Putin come condizione per la concessione dell’asilo all’ex consulente della Nsa, ma "può far le valigie e andare dove vuole, non e’ tenuto prigioniero", ha aggiunto il portavoce del Cremlino. Salvo poi precisare che se vorrà far ritorno in Russia, Snowden "dovrà presentare una nuova domanda di asilo". Ieri il deputato dei Verdi tedeschi Hans-Christian Stroebele, che ha incontrato la ‘talpa’ a Mosca, ha detto che Snowden è pronto a venire in Germania ma solo se potrà rimanere poi nel paese o essere accolto in uno stato affine.
APPELLO CON FIRME CELEBRI
L’appello tedesco porta firme celebri. "Snowden ha reso all’Occidente un grande servizio, e’ ora di aiutarlo", scrive l’ex segretario della Cdu – il partito della cancelliera Merkel – Heinen Geissler. Mentre per il suo collega della Cdu Wolfgang Bosbach, "se il parlamento dovesse nominare una commissione d’inchiesta sulla Nsa, quella di Snowden sarebbe una testimonianza particolarmente importante". All’appello si sono uniti intellettuali come lo scrittore Daniel Kehlmann, musicisti come Udo Linderberg, oltre ad altre note personalita’ come l’attore Daniel Bruhl, l’imprenditore Dirk Rossmann e il presidente della Bundesliga Reinhard Rauball. Sempre secondo la stampa tedesca, Berlino e Washington starebbero per concludere un accordo di "non spionaggio reciproco" che partirebbe dal 2014, mentre ieri oggi Germania e Brasile hanno chiesto all’Assemblea generale dell’Onu di adottare una bozza di risoluzione per per arginare "l’invadenza" della sorveglianza elettronica svelata dal Datagate.
BERLINO
SCANDALO NSA / Le spie inglesi a Berlino / Nell’ultimo capitolo della vicenda delle intercettazioni dell’Nsa, il quotidiano Independent ha rivelato che i servizi di Londra avrebbero spiato i vertici del go-verno tedesco usando come sta-zione d’ascolto l’ambasciata britannica a Berlino. Le accuse arrivano pochi giorni dopo le tensioni tra Berlino e Washington innescate dalla scoperta – grazie ai documenti fatti filtrare da Edward Snowden – di una complessa rete di spionaggio statunitense nella capitale tedesca. "A questo punto bisognerà vedere come queste nuove rivelazione influiranno sulle relazioni tra Germania e Regno Unito", scrive l’ìndependent, sottolineando che il ministro degli esteri tedesco Guido Westerwelle ha "invitato per un colloquio" sulla vicenda l’ambasciatore britannico Simon McDonald. Intanto Der Spiegel ha pubblicato un appello di Snowden, che a Mosca ha incontrato il deputato verde tedesco Hans-Christian Ströbele. "Abbiamo il dovere morale", ha scritto Snowden, "di limitare i programmi di sorveglianza e tutelare i diritti civili".
BERLINO
NON C’È QUORUM / È fallito il referendum che si è tenuto il 4 novembre a Berlino sull’approvvigionamento energetico della città. I referendari chiedevano di riportare la rete elettrica cittadina sotto la proprietà pubblica e garantire forniture di energia pulita. "Ha votato sì l’8o per cento dei partecipanti", spiega Die Tageszeitung, "ma il quorum del 25 per cento non è stato raggiunto". La consultazione era promossa dal Berliner Energietisch, un comitato a cui hanno aderito i Verdi, la Linke, il Partito dei pirati, i sindacati e alcune organizzazioni ambientaliste e di quartiere. La consultazione, scrive il quoti-diano, ha ottenuto comunque qualche risultato, spingendo il governo cittadino a decidere la costruzione di una centrale elettrica ecologica.
BERLINO
II 1 novembre la Germania è diventata il primo paese europeo ad autorizzare la registrazione dei neonati ermafroditi senza specificare il sesso.

NORVEGIA
II 4 novembre un sud sudanese che aveva dirottato un autobus diretto a Oslo ha ucciso le tre persone prese in ostaggio. L’uomo sarebbe stato espulso dalla Norvegia il giorno dopo perché la sua domanda di asilo era stata respinta.

RUSSIA
La militante delle Pussy Riot Nadezda Tolokonnikova è stata trasferita il 5 novembre in un campo di lavoro in Siberia.

KOSSOVO
TENSIONI AL VOTO /Le elezioni amministrative del 3 ottobre sono state segnate da gravi violenze nelle aree a maggioranza serba del nord del paese. Il voto doveva segnare un punto di svolta dopo gli accordi tra Pristina e Belgrado siglati ad aprile a Bruxelles, con cui i serbi hanno accettato di riconoscere la sovranità kosovara nel nord, e quindi di prendere parte alle elezioni, in cambio di maggiore autonomia. Tuttavia, a Mitrovica poco prima della chiusura delle urne alcune persone con il viso coperto hanno fatto irruzione in tre seggi lanciando granate e distruggendo le urne. Secondo il quotidiano serbo Politika, è proprio a causa delle intimidazioni di alcuni estremisti che al nord la partecipazione dei serbi al voto è stata solo del 12 per cento, molto inferiore rispetto al 60 per cento delle enclavi serbe a sud del fiume Ibar. Dopo le violenze la commissione elettorale di Pristina ha deciso di annullare i risultati del voto e di far ripetere le elezioni nella parte serba di Mitrovica. In questo modo, scrive Politika, "gli accordi di Bruxelles, che sono costati molti sacrifici ai serbi, riacquisteranno legittimità". Da parte kosovara, invece, il quotidiano Albanofono Koha nitore sottolinea la differenza tra il clima te-so nel nord e la situazione a Pri-stina, dove la chiusura delle ur-ne "è stata celebrata con i fuochi di artificio" e il voto è stato salutato come "l’inizio del cambiamento".

AFRICA & MEDIO ORIENTE
PALESTINA
YASSER ARAFAT AVVELENATO: SOTTO PRESSIONE I VERTICI ANP / «I vertici Anp hanno sbagliato, dovevano essere protagonisti sin dalla morte di Arafat di una iniziativa forte volta a far piena luce». Così l’ex ministro Ghassan al Khatib al «manifesto». E la popolazione e la base di Fatati chiedono un’inchiesta internazionale per individuare il mandante e punire l’esecutore. II 6 novembre Al Jazeera ha ricevuto il rapporto con i risultati dei test effettuati da un laboratorio svizzero sui resti dell’ex leader palestinese YASSER ARAFAT, che conterrebbero alti livelli di polonio.
RAMALLAH , è una città piccola dove tutti si conoscono. Martedì mattina l’uomo con cui stavo parlando ha salutato praticamente tutte le persone che sono entrate nel mio caffè preferito. L’avevo chiamato per chiedergli qualche informazione su alcune questioni legate all’occupazione, e lui ha condiviso con me tutto quello che sapeva. Ex funzionario dell’Autorità Nazionale Palestinese, si è messo in aspettativa e ora sta pensando di andare diretta-mente in pensione. È ancora giovane (avrà poco più di quarant’anni), ma è già stanco di una burocrazia ministeriale che non fa gli interessi della popolazione. Tra le persone che ha salutato c’era una giovane, figlia di due attivisti e funzionari dell’Olp che hanno pagato caro il loro impegno. Con tono paterno il mio inter-locutore ha chiesto alla ragazza come andavano le cose. Lei ha risposto (quasi con vergogna) di aver trovato lavoro in un’ong. Le ong assumono migliaia di persone e le pagano meglio dei dipendenti pubblici. I giovani più istruiti e politicamente consapevoli aspirano a ottenere questi incarichi (soprattutto nelle ong internazionali), ma allo stesso tempo ne mettono in dubbio il ruolo. La maggior parte delle ong si limita ad affrontare questioni umanitarie e ha una linea pacifista (e paternalistica) imposta dai loro finanziatori. Inoltre, spesso sono troppo concilianti con Israele. Ma nonostante questi limi-ti, le ong hanno spesso un ruolo importante nel contrastare l’occupazione.
PALESTINA
GAZA – SI PREPARA AL PEGGIO / Lampi di guerra lungo le linee tra Gaza e Israele, a quasi un anno dall’offensiva aerea israeliana «Pilastro di Difesa» che causò circa 200 morti palestinesi. Ieri, prima dell’alba, quattro militanti di Hamas sono stati uccisi e cinque militari israeliani feriti negli scontri più gravi tra le due parti avvenuti dal 21 novembre – giorno del cessate il fuoco tra Israele e il movimento islamico – ad oggi. Una escalation improvvisa che ha fatto scattare l’allarme tra gli abitanti di Gaza, convinti che Israele sia sul punto di lanciare un nuovo massiccio attacco.
GASOLIO A PREZZI PROIBITIVI
Ad aggravare il clima è stato anche lo stop all’unica centrale elettrica di Gaza, rimasta senza combustibile, che lascia la popolazione con appena 6 ore di elettricità al giorno. «Meno del 50% del fabbisogno della Striscia di Gaza sono attualmente coperti dall’energia elettrica che arriva da Israele», ha riferito Fathi el-Sheikh Khalil, vice presidente dell’Autorità per l’Energia. «Non possiamo più ricevere gasolio industriale egiziano a causa della distruzione dei tunnel dall’Egitto – ha spiegato – Abbiamo cercato di ottenere combustibile da Israele attraverso l’Autorità nazionale palestinese ma i costi sono proibitivi». La centrale elettrica di Gaza copre circa un terzo del fabbisogno di elettricità di Gaza (1,75 milioni di abitanti). Secondo l’ultimo rapporto dell’Ufficio di coordinamento degli affari umanitari delle Nazioni Unite (Ocha), la fornitura di carburante egiziano ha registrato un netto calo nella settimana dal 22 al 28 ottobre a causa della chiusura dei tunnel sotterranei dall’Egitto.
Meno di 100 mila litri di carburante in media al giorno sono stati trasferiti a Gaza attraverso i tunnel e la centrale elettrica di Gaza ha bisogno di almeno 500.000 litri di gasolio al giorno per funzionare a pieno ritmo.
Secondo una ricostruzione di quanto è accaduto ieri, l’esplosione di un ordigno ha ferito soldati del genio militare mentre si apprestavano a far saltare una parte di un tunnel sotterraneo, a est di Khan Younis, costruito da combattenti di Hamas e scoperto nei giorni scorsi. L’Esercito israeliano, sempre secondo questa ricostruzione, aveva attraversato il confine con diversi carri armati nella zona del villaggio di Abbasan al-Saghira. La zona è la stessa in cui lo scorso 13 ottobre sarebbero stati scoperti tunnel simili a quello che i soldati stavano per distruggere e che sarebbe dovuto servire, secondo il portavoce militare israeliano, per condurre «attacchi terroristici e rapimenti». L’ordigno sarebbe stato piazzato da un’unità scelta di Ezzedin al Qassam, il braccio armato di Hamas.
L’INTERVENTO DELL’AVIAZIONE
Dopo l’esplosione – soltanto uno dei cinque soldati è grave – una torretta di sorveglianza israeliana ha individuato la posizione dell’unità palestinese, nascosta in un altro tunnel. È quindi intervenuta l’aviazione che ha ucciso con una bomba di precisione Mohammad al-Qassas, Mohammad Dawoud e Khaled Abu Bakra. Israele li ha prontamente descritti come «tre alti comandanti militari» di Hamas. Un quarto palestinese, Rabieh Barikeh, è morto in uno scontro a fuoco. L’aviazione ha colpito anche lungo la frontiera tra Gaza e l’Egitto, distruggendo in apparenza un altro tunnel sotterraneo.
Ai funerali di Barikeh hanno partecipato almeno 2mila palestinesi. Il portavoce di Hamas, Sami Abu Zuhri, ha reso omaggio ai quattro uccisi definendoli «eroi» e ha detto che anche alcuni soldati sono rimasti uccisi ma Israele non vorrebbe ammetterlo. Poco dopo i Comitati di resistenza popolare e il Fronte popolare per la liberazione della Palestina hanno comunicato di aver sparato razzi e colpi di mortaio verso il territorio israeliano. Israele invece ha parlato di un solo razzo caduto senza fare danni o feriti e ha accusato Hamas di aver violato i termini del cessate il fuoco di un anno fa.
A Gaza molti pensano che i comandi militari israeliani stiano preparando un nuovo attacco, alla luce anche della decisione – riferita dalla tv di stato – di schierare vicino al confine un’altra batteria di difesa aerea «Iron Dome» (Cupola di ferro), in grado di intercettare razzi.

ISRAELE
II 6 novembre l’ultranazionalista Avigdor Lieberman è stato assolto dalle accuse di frode e abuso d’ufficio.

SIRIA
CONFERENZA RIMANDATA / L’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche ha fatto sapere che la Siria ha ri-spettato la scadenza, fissata al 1 novembre, del piano di distruzione del suo arsenale chimico. Il 6 novembre l’inviato dell’Orni e della Lega araba in Siria Lakhdar Brahimi ha dichiarato che la conferenza di pace Ginevra 2 non si svolgerà a novembre come previsto in un primo tempo. Nel frattempo i combattimenti continuano, scrive Al Hayat. Nel nordest del paese i combattenti curdi hanno riconquistato vari villaggi, strappandoli ai jihadisti della regione di Hasaka, ricca di grano e petrolio.

EGITTO
LA DIFESA DI MOHAMED MORSI / "Sono Mohamed Morsi, il presidente della repubblica", ha dichiarato l’ex leader egiziano (nella foto) il 4 novembre 2013, all’apertura del processo in cui, insieme ad altri 14 esponenti dei Fratelli musulmani, è accusato di istigazione alla violenza, in relazione alla morte di decine di manifestanti il 5 dicembre 2012. Morsi non ha riconosciuto l’autorità della corte e ha detto di volersi rappresentare da solo. Il processo è stato aggiornato all’8 gennaio 2014 e Morsi è stato trasferito in una prigione di Alessandria. Il 6 novembre è stato respinto il ricorso dei Fratelli musulmani contro la messa al bando dell’organizzazione.

TUNISIA
II dialogo tra il governo e l’opposizione è stato sospeso il 4 novembre per divergenze sul¬la scelta del nuovo premier.

RDC
KAMPALA – I RIBELLI DELL’M23 SI ARRENDONO / Al termine di un’offensiva lanciata il 25 ottobre, l’esercito ha conquistato le ultime postazioni del movimento ribelle M23 nel Nord Kivu, costringendo la milizia ad arrendersi. I combattimenti hanno causato una decina di morti. L’M23 ha fatto sapere che ricorrerà solo a mezzi politici per ottenere i suoi obiettivi, come stabilito nei colloqui di pace a Kampala, scrive Radio Okapi. La milizia è stata creata nel 2012 da disertori che chiedevano il rispetto degli accordi di pace del 23 marzo 2009.

NIGER
LA TRASEDIA NEL SAHARA / Il 31 ottobre in Niger sono stati scoperti i cadaveri di 92 persone morte di sete nel Sahara e il go-verno ha annunciato la chiusura dei campi illegali per i migranti nel nord del paese. Il 4 novembre 72 migranti sono stati salvati in pieno deserto da un convoglio proveniente da Agadez. "Una buona notizia che contrasta con la tragedia di pochi giorni prima", scrive Actu Niger.

NIGERIA – crolla palazzo di 4 piani. Vittime e operai sotto le macerie
A Lagos, città nigeriana, è crollato un palazzo di quattro piani, e ha causato la morte di quattro persone. Sono invece 50 gli operai intrappolati tra le macerie.
Il crollo è accaduto in un cantiere a Victoria Island. Qui sono state costruite numerose case tra le più costose dello Stato, in riva all’oceano Atlantico.
“Abbiamo sentito un rumore al terzo piano e siamo corsi subito fuori, ma ci sono persone intrappolate e altre portate fuori con gravi ferite, oltre ai morti", ha dichiarato la Reuters TV un lavoratore, confermando la presenza di più di 50 operai nell’edificio mentre questo è venuto giù

ANGOLA
AMNESTY: "Liberate 17enne in sciopero della fame. E’ in carcere per una t-shirt contro il governo"
E’ in sciopero della fame Manuel Chivonde Nito Alves, il giovane di 17 anni del Movimento Giovani Rivoluzionari dell’Angola, arrestato per avere stampato magliette dove definiva il presidente Jose Eduardo dos Santos un ‘dittatore’. "Zedù dittatore schifoso" era la scritta da una parte, dall’altra: "Quando la guerra è necessaria e urgente".
A riferirlo è il suo avvocato in protesta contro il suo trattamento giudicato non solo ingiusto ma anche disumano. Alves aveva stampato magliette per una manifestazione contro il governo e che si è svolta a settembre. Proprio per queste magliette però è stato accusato di insulti al presidente, alla guida del Paese dal 1979.
VA DETTO CHE NONOSTANTE L’ECONOMIA SIA IN CRESCITA LI PIÙ DEI CITTADINI VIVE CON MENO DI UN EURO E 50 CENTESIMI AL GIORNO.
E’ Amnesty International CHIEDE il "rilascio immediato e incondizionato" per Nito Alves. "Nito Alves è stato arrestato e detenuto mentre esercitava il suo diritto di espressione – scrive Amnesty – esprimiamo preoccupazione per le condizioni della sua prigionia, Alves e’ stato infatti posto in una cella con adulti e non gli vengono assicurati trattamenti medici".
Alves e’ stato arrestato secondo la legge sui crimini contro la sicurezza dello stato che prevede che chi "oltraggia malignamente la repubblica dell’Angola o il suo presidente pubblicamente, in riunione o mediante la diffusione di parole, immagini, scritti o suoni" può essere punito con il carcere fino a tre anni. Questa legge è stata già criticata dalle organizzazioni per i diritti umani perché limita la libertà di espressione.
Le autorità hanno agito contro questo giovane anche per la rievocazione della guerra, e per l’appellativo con cui il giovane ha deciso di farsi chiamare. Nito Alves non e’ il suo vero nome. Nito Alves era il ministro dell’interno dell’Angola dopo l’indipendenza dal Portogallo, nel 1975. Alves provò un golpe nel 1977 contro Agostino Neto, il leader del Mpla e primo presidente dell’Angola libera ma fallì.
DOPO NETO NEL 1979 DIVENNE PRESIDENTE DOS SANTOS, DEL MPLA, IN CARICA ANCHE OGGI.

ASIA & PACIFICO
GIAPPONE
CONSUMATORI TRADITI / Gamberi di bassa qualità venduti come pregiati gamberi giapponesi al triplo del prezzo reale, carne di manzo spuzzata di grasso animale servita come bi-stecca, succo d’arancia trattato e surgelato negli Stati Uniti servi-to come spremuta fresca: sono alcuni esempi di truffe ai danni dei clienti da parte delle principali catene di grandi magazzini di lusso giapponesi. Da anni i ristoranti delle catene Isetan Takashimaya, Mitsukoshi e Tokyu ingannavano i consumatori in uno scandalo che si sta allargando. In Giappone non esiste una legge che regola l’esposizione dei menu nei ristoranti ma i responsabili potrebbero aver vio-lato la legge sulla prevenzione della concorrenza sleale, scrive l’Asahi Shimbun.

THAILANDIA
AMNISTIA CONTESTATA / La proposta del governo di Yingluck Shinawatra di un’amnistia generale per i colpevoli di reati legati alla politica dal 2004 a oggi ha riportato i tailandesi in piazza. A guidare la protesta contro il disegno di legge, approvato dalla camera dei deputati e in attesa del voto del senato, è il Partito democratico guidato dall’ex primo ministro Abhisit Vejjajiva. Secondo i detrattori dell’amnistia proposta dal governo di Yingluck Shina-watra, il provvedimento lascerebbe impuniti i colpevoli di violazioni dei diritti umani e permetterebbe all’ex primo ministro Thaksin Shinawatra, in esilio volontario a Dubai dal 2008, di tornare nel paese. Nel 2010 i sostenitori di Thaksin avevano occupato il centro di Bangkok per due mesi e l’intervento dell’esercito aveva provocato 90 morti. La premier Yingluck Shinawatra, scrive The Nation, si è detta pronta a dimettersi se il senato non approverà la legge.

CINA
ESPLOSIONI NELLO SHANXI / Il 6 novembre a Taiyuan, capoluogo della regione dello Shanxi, una serie di piccole esplosioni davanti alla sede locale del Partito comu¬nista ha ucciso una persona. L’agenzia di stampa ufficiale Xinhua ha riferito che si è trattato di ordigni artigianali, ma non ha specificato la matrice dell’attentato. Solo una settimana fa un’autobomba era esplosa in piazza Tiananmen a Pechino.
CAIXIN – Giornalismo e dossier / L’arresto del giornalista cinese Chen Yongzhou, reo confesso di aver screditato con inchieste false la Zoomlion, un’azienda che produce macchinari da costruzione, fa emergere la guerra sporca tra due delle principali imprese del settore, scrive Caixin. La Zoomlion e la Sany si fanno concorrenza da anni con ogni mezzo. Due anni fa qualcuno pubblicò online informazioni false sulle finanze della Sany per spaventare gli investitori, bloccando l’offerta pubblica della società. Secondo alcuni si trattò della Zoomlion. Prima della confessione in tv, l’arresto di Chen aveva suscitato molte critiche. Il News Express, il quotidiano per cui Chen lavorava, era uscito con il titolo "Liberatelo" a tutta pagina. In un editoriale che ha fatto discutere, la direttrice di Caixin, Hu Shuli, ha sottolineato il diritto-dovere di fare inchieste, ma ha criticato il giornalismo basato sui dossier. "Sarà il tribunale a decidere se Chen è colpevole, ma sappiamo che ha preso dei soldi e bisogna andare a fondo in questa vicenda".

BIRMANIA
II 3 novembre circa sessanta profughi rohingya in fuga dalle violenze nello stato Rakhine sono morti nel naufragio della loro imbarcazione nel golfo del Bengala. Solo sei persone sono sopravvissute.

INDIA
II 5 novembre un missile con a bordo una sonda destinata a esplorare la superficie di Marte è decollato dalla base spaziale di Sriharikota.

PAKISTAN
Un tribunale di Islamabad ha ordinato il 4 novembre la liberazione su cauzione dell’ex presidente Pervez Musharraf, che era agli arresti domiciliari da più di sei mesi.

BANGLADESH
DACCA – Reclamavano aumento paga. Tribunale condanna a morte 152 soldati ribelli. / Erano 150 i soldati che sono stati coinvolti in un ammutinamento sanguinoso in una caserma di Dacca quattro anni fa circa e sono stati condannati a morte proprio in Bangladesh dai giudici del tribunale speciale di Dacca.
UNA SENTENZA DA RECORD. Sono stati accusati di aver massacrato, torturato e poi gettato in fosse comuni 80 superiori durante in un assedio nel quartiere generale della forza paramilitare dei Fucilieri del Bangladesh nella capitale. La rivolta risale al 25 febbraio 2009, durò 30 ore circa, 6.000 soldati si sono dunque scatenati nell’insurrezione minacciando la sopravvivenza del governo di Sheikh Hasina, la premier appena salita al potere. Gli imputati oggi erano circa 800, ognuno con diverse accuse a suo carico, tra queste omicidio, stupro e incendio. "152 sono stati condannati alla pena di morte per impiccagione, mentre altri 162 sono stati condannati all’ergastolo, tra cui due ex parlamentari. La sentenza del tribunale, che ha assolto altri 160 imputati per mancanza di prove, è lunga circa 10.000 pagine". Nella rivolta nella caserma di Pilkhana, hanno perso la vita 74 persone, tra cui 57 ufficiali. I ribelli reclamavano l’aumento della paga e un miglioramento delle condizioni pessime di vita delle Guardie di Frontiera.

AMERICA CENTROMERIDIONALE
BRASILE
Calcio – Che Guevara su maglia, boom vendite Madureira – Tremila maglie a settimana, quando prima se ne vendevano dieci al mese. Succede a Rio de Janeiro dove il Madureira, club della terza serie carioca e che ha una squadra anche di calcio a cinque, o ‘futebol de salao’, ha avuto l’idea di mettere l’immagine di Che Guevara sulle sue casacche di gioco, di colore granata. Quella del portiere e’ fatta direttamente con il disegno della bandiera di Cuba e, ovviamente, sempre il volto del ‘Che’. L’iniziativa del Madureira è dovuta al fatto che in questo modo ha voluto rendere omaggio al tour di 50 anni fa che portò la squadra carioca a giocare a Cuba, con Ernesto Guevara tra il pubblico in qualità di ministro dell’Industria. In quell’occasione il leader della rivoluzione cubana volle anche incontrare i giocatori in albergo a L’Avana, secondo quanto ha raccontato il presidente del club Elias Duba. Il problema è fare fronte al boom di richieste che si sta verificando nella ‘cidade maravilhosa’, in particolare per quella indossata dal portiere Robertinho. ”L’amore per il ‘Che’ va al di là del tifo – ha detto Duba -: qui a Rio la nostra nuova maglia la vogliono in tanti, e molti sono sostenitori di altre squadre”

CILE
SANTIAGO – Esule cileno risarcito per le torture subite durante la dittatura di Pinochet / Un esule cileno torturato durante la dittatura di Augusto Pinochet ha vinto la battaglia legale per il risarcimento da parte dello Stato cileno. Leopoldo Garcia Lucero, 80 anni, socialista, attualmente residente nel Regno Unito, aveva chiesto un risarcimento per danni morali alla Corte Interamericana dei Diritti Umani, con sede in Costa Rica, sostenendo che lo Stato cileno e’ stato responsabile di averlo costretto all’esilio nel 1975 e degli enormi problemi fisici sopportati. E i giudici, primo caso, gli hanno dato ragione. Detenuto per oltre un anno e mezzo e torturato, l’uomo e’ rimasto disabile a causa di gravi lesioni spinali. "Sono vivo, ma ci si sente come un morto vivente", ha detto alla Bbc, ricordando che il momento peggiore e’ stato quando i soldati minacciarono di sparare a sua figlia di sei anni e di ucciderlo. A Garcia, che e’ stato tenuto prigioniero nel campo di concentramento di Chacabuco, nel deserto di Atacama, mancano i denti davanti, ed ha bisogno di un apparecchio acustico per sentire e sul volto ha ancora la cicatrice di quando e’ stato colpito con il calcio del fucile. L’uomo, che nel 1975 venne espulso dal Paese con un decreto ministeriale e da allora vive in Gran Bretagna, prova anche dolori costanti per tutte le percosse che ha dovuto sopportare. Alla Bbc ha poi raccontato che la sua pensione cilena – cui ha avuto accesso dopo avere perso il lavoro durante la dittatura – non era sufficiente per soddisfare le sue esigenze mentre era in esilio e la sua famiglia non ha beneficiato delle agevolazioni sanitarie e per l’istruzione, disponibili per le vittime di tortura che vivono in Cile. E’ la prima volta che un tribunale si pronuncia sul caso di un sopravvissuto alle terribili violazioni dei diritti umani commesse all’epoca di Pinochet (1973-1989). Secondo gli avvocati, questo potrebbe avere delle implicazioni per i tanti altri cileni che sono fuggiti dalla dittatura del generale. La Corte Interamericana dei Diritti Umani, si legge in un comunicato in merito alla sentenza, ha riscontrato un ritardo eccessivo di oltre 16 anni nelle indagini delle autorita’ cilene sul caso Garcia, sostenendo che questo rappresenta una violazione dei suoi diritti. Il tribunale ha quindi ordinato, oltre al risarcimento per danni morali, che le indagini vengano concluse in tempi ragionevoli.

CUBA
L’Avana – L’Italia alla fiera FIHAV / Il Padiglione Italiano, organizzato dall’ICE-Agenzia, occupa 900 metri quadrati, e ospita 59 aziende L’ICE -Agenzia organizza la partecipazione collettiva alla 31ª edizione della fiera FIHAV, che si tiene a L’Avana dal 3 al 9 novembre 2013.
La FIHAV rappresenta per Cuba e per l’intera area centroamericana un evento di grande richiamo e visibilità. La manifestazione, che ha cadenza annuale, pur rivestendo carattere di fiera campionaria, negli ultimi anni ha mostrato una sempre più marcata tendenza verso la specializzazione in quei settori particolarmente utili allo sviluppo economico ed industriale dell’isola con particolare riferimento a: edilizia, arredamento, meccanica in generale, tecnologie varie, materie prime e servizi collegati. Non mancano peraltro anche i beni di consumo, quali bevande e prodotti alimentari, abbigliamento ed articoli per la casa.
La collettiva italiana organizzata dall’ICE occupa una superficie di oltre 900 metri quadrati, distribuita su due piani, nell’ambito del padiglione 22. Le aziende partecipanti, in maniera diretta o indiretta, sono 59. Durante la fiera, oltre alla cerimonia ufficiale di inaugurazione, sono previsti anche l’inaugurazione del Padiglione Italiano alla presenza dell’Ambasciatore italiano a Cuba, Carmine Robustelli, ed un seminario organizzato, sempre nell’ambito del Padiglione Italiano, dalla Camera di Commercio cubana e dall’ICE-Agenzia per fornire alle aziende italiane partecipanti informazioni su come fare business ed investire a Cuba.
Nel 2012 la FIHAV ha visto la partecipazione di 67 Paesi e 44 Camere di Commercio ed Agenzie di Promozione, e la presenza di 3.587 espositori esteri su 15.000 metri quadri di esposizione e sono stati registrati circa 97.000 visitatori.
In base alle previsioni dell’Economist Intelligence Unit, dopo essersi attestato al 2,7% nel 2011, il prodotto interno lordo a partire dal 2013 dovrebbe crescere del 4-5% all’anno. La composizione del PIL è la seguente: 4% agricoltura (20% degli occupati), 20,8% industria (19,4% degli occupati) e 75% servizi (60,6% degli occupati).

ARGENTINA
ARCHIVI SEGRETI “ Sono più di mille i dossier trovati per caso in uno scantinato della sede centrale dell’aeronautica di Buenos Aires", scrive il quotidiano Pagina 12 . Lo ha reso noto il 4 novembre il ministro della difesa Agustín Rossi: si tratta di documenti rimasti nascosti per trent’anni che ri-guardano duecento atti, ordina-ti cronologicamente, dell’ultima dittatura militare (1976-1983). "La giustizia deciderà se, oltre al valore storico, questi documenti avranno anche valore giuridico nei vari processi in corso nel paese", ha detto il ministro.

REPUBBLICA DOMINICANA
SENZA CITTADINANZA – "Alla fine di settembre il tribunale costituzionale della Repub-blica Dominicana ha negato la nazionalità ai figli di stranieri ir-regolari, molti dei quali haitia-ni", scrive Haiti Libre. La sen-tenza è retroattiva e si applicherà a tutte le persone nate in terri¬torio dominicano dopo il 1929 da "genitori in transito". Su El Pais Maye Primera ricorda che "la migrazione massiva da Haiti alla Repubblica Dominicana, che condividono l’isola di Hi-spaniola, è cominciata all’inizio del novecento quando centinaia di migliaia di haitiani hanno at-traversato la frontiera per lavo-rare come giornalieri nei campi di canna da zucchero". Secondo Amnesty international, la sen-tenza avrà un effetto devastante sulla vita di migliaia di persone.

COLOMBIA
II 6 novembre il governo e le Fare hanno raggiunto un’intesa all’Avana, a Cuba, sulla partecipazione politica del gruppo ribelle dopo un eventuale accordo di pace.

MESSICO
II senato ha approvato il 31 ottobre una riforma fiscale che prevede nuove tasse sui redditi più alti, sul cibo spazzatura e sulle bevande gassate.

AMERICA SETTENTRIONALE
USA
NEW YORK – il sindaco è De Blasio, l’uomo che ha promesso di tassare i ricchi / Plebiscito per Bill De Blasio, il candidato di origini italiane nelle elezioni a sindaco di New York. Il primo democratico che è riuscito a conquistare la Grande Mela da 20 anni a questa parte, agli exit poll e alle prime proiezioni di questa notte non lascia dubbi, come del resto i sondaggi delle ultime settimane: il distacco sul repubblicano Joe Lotha è di almeno 30 punti. De Blasio, che in campagna elettorale ha proposto piu’ tasse per i ricchi e piu’ servizi sociali per le classe sociali piu’ deboli, passando per un aumento del salario minimo, intende effettuare una vera e propria svolta liberal alle politiche della prima citta’ d’America.
”GRAZIE NEW YORK”, ha twittato De Blasio appena usciti i primi exit poll. Il presidente Obama ”si è congratulato per la vittoria e si è impegnato a lavorare nei prossimi mesi “per ampliare le opportunità economiche per le famiglie della classe media delle loro comunita”’, ha precisato la nota della Casa Bianca.
A Brooklyn è esplosa la festa. Alla Park Slope Armory, quartier generale dell’italoamericano, i fan sono in delirio. ”Il nostro lavoro è appena iniziato”, esulta il vincitore, a cui lo sconfitto Lotha ha telefonato per le congratulazioni. Poi il saluto all’Italia: ”Grazie a tutti”, ha detto nella lingua dei nonni materni che emigrarono negli Stati Uniti dal sud Italia’. E un saluto particolare va a Sant’Agata dei Goti (Benevento), dove nella nottata – come a Brooklyn – impazzano i festeggiamenti.
LOS ANGELES – DI FOLLIA, ALL’AEROPORTO DI LOS ANGELES UN UOMO SPARA ALL’IMPAZZATA
Aeroporto internazionale di Los Angeles, ore 9 del mattino (17 italiane): un uomo ha aperto il fuoco nel terminal 3 uccidendo un agente della Tsa (Transportation Security Administration) e ferendo diverse altre persone per poi venire a sua volta ucciso in uno scontro a fuoco era un agente fuori servizio della stessa Tsa, secondo quanto riferiscono fonti di stampa sul posto. Il presidente americano, Barack Obama, si e’ detto ”preoccupato” per la sparatoria avvenuta all’aeroporto di Los Angeles, senza commentare pero’ alcun dettaglio della vicenda. ”Lasciamo lavorare le forze dell’ordine”, ha detto.
USA – Medici infermieri e psicologi coinvolti nelle torture contro i presunti terroristi . Medici, psicologi e infermieri dell’esercito americano e la Cia hanno partecipato a torture contro presunti terroristi e fornito informazioni cliniche utili per gli interrogatori. A denunciarlo e’ un rapporto della "Taskforce per il mantenimento della professionalita’ medica nei centri di detenzione per la sicurezza nazionale", citato oggi dal quotidiano britannico The Guardian, secondo il quale, dopo gli attentati dell’11 settembre, professionisti della sanita’ "hanno progettato e partecipato a torture e trattamenti degradanti, crudeli e inumani".
In piena violazione del giuramento di Ippocrate, medici e infermieri hanno partecipato al nutrimento forzato di detenuti in sciopero della fame, esplicitamente vietato dalla World Medical Association e la American Medical Association. Hanno inoltre rivelato ai responsabili degli interrogatori dettagli delle condizioni mediche e psicologiche dei detenuti e in qualche caso sono stati i medici stessi a tenere gli interrogatori.
Il servizio medico della Cia, nota ancora il rapporto, ha svolto un ruolo chiave nel sostenere davanti al dipartimento americano di Giustizia che i metodi impiegati nei cosiddetti "interrogatori rafforzati" (privazione del sonno, annegamento simulato come nel waterboarding) erano medicalmente accettabili. E vi sono stati medici che hanno presenziato al waterboarding. Infine il personale medico non ha rispettato la raccomandazione del Surgeon general, il ministro della Sanita’, di denunciare gli abusi. Il rapporto punta il dito soprattutto contro il Pentagono e la Cia, che hanno chiesto ai loro servizi medici di abbandonare ogni scrupolo etico. Incredibilmente la violazione del principio del non causare danno ai pazienti è stata giustificata dal fatto che in questo caso non si trattava di persone ammalate. Se nel frattempo il waterboarding e’ stato riconosciuto come tortura e vietato come metodo di interrogatorio, molte di queste violazioni etiche persistono. E per questo la Task-force – sostenuta dall’Institute on medicine as a profession (Imap) e dalla Open Society Foundation – chiede ora che il Congresso americano faccia piena luce sul ruolo di medici, psicologi e infermieri in centri di detenzione come a Guantanamo.

USA – Non si è voluta levare il cappotto: bimba di 3 anni uccisa dalla maestra / Non si è voluta togliere il cappotto e la maestra ha pensato bene di buttarla a terra causando alla bambina ferite mortali. E’ accaduto in un asilo dell’Ohio, negli Usa. Autumn Elgersma, ha 3 anni, ed è morta in ospedale due giorni dopo la caduta e a seguito della frattura del cranio. La sua insegnante si chiama Rochelle Lynn Sapp, di 33 anni, prima ha raccontato agli inquirenti che la bimba è caduta dalle scale. Poi la sua confessione. E’ stata portata all’ospedale di Orange City, poi trasportata al Sanford Children’s Hospital a Sioux Falls, in North Dakota. I medici lì hanno accertato proprio la gravità delle ferite riportate al cranio e anche dei danni al cervello.
USA gate: Apple, fino a 2mila richieste da usa, 60 da Italia / Anche Apple, come hanno già fatto Facebook, Google e altri colossi della Silicon Valley, ha pubblicato un documento sulle richieste dei governi mondiali relative all’Nsagate. Sul sito web dell’azienda di Cupertino sono visibili un documento e una tabella con i dati Paese per Paese: per quanto riguarda gli Stati Uniti le richieste di informazioni del governo sono comprese tra mille e 2mila, mentre quelle sui singoli account sono tra 2mila e 3mila; Per l’Italia il numero di richieste è stato di 60, per un totale di 76 account

STATI UNITI
NUOVI GOVERNATORI Il 5 novembre il repubblicano Chris Christie ha vinto con un ampio margine le elezioni a governatore del New Jersey, ottenendo un secondo mandato. Carismatico, noto per il suo pragmatismo e il suo stile diretto, aperto alla collaborazione con i democratici e lontano anni luce dalle rigidità ideologiche del Tea party, Christie "ha vinto in uno stato a maggioranza democratica grazie al voto delle donne e degli ispanici", scrive il New York Times. Per un partito repubblicano diviso e in crisi, Christie potrebbe essere il mo-dello vincente. E forse di più: il Wall Street Journal ricorda
che durante la campagna elettorale la sua sfidante, la democratica Barbara Buono, l’ha accusa-to di essere interessato più a una possibile candidatura presidenziale nel 2016 che a governare il New Jersey. Sempre il 5 novembre in Virigina il democratico Terry McAuliffe, che in passato aveva guidato le campagne elettorali di Bill e Hillary Clinton, è stato eletto governatore battendo di misura Ken Cuccinelli, conservatore del Tea party. "Nelle ultime settimane di campagna elettorale feroce, Cuccinelli aveva trasformato il voto in un referendum sulla riforma sanitaria voluta da Barack Oba-ma", scrive il Washington Post. "E molti elettori, in particolare le donne, hanno scelto McAuliffe soprattutto per contrastare il suo rivale ".

GUANTANAMO
LA CURA DELLA TORTURA / Un rapporto dell’Institute on medicine as a profession, un’organizzazione non profit statunitense, ha rivelato che "militari, medici e altri operatori sanitari dell’intelligence statunitense, in particolare psicologi, sono stati complici dell’ideazione e della somministrazione di maltratta-menti, abusi e torture" ai danni dei detenuti nelle prigioni del Pentagono e della Cia, "in palese violazione dei princìpi e delle leggi nazionali e internazionali che regolano la professione". L’Atlantic ricorda che durante lo sciopero della fame della scorsa estate i prigionieri di Guantanamo sono stati sottoposti ad alimentazione forzata.

CANADA
II 3 novembre il sindaco di Toronto, Rob Ford, si è scusato pubblicamente dopo che la polizia ha trasmesso alla procura un video in cui lo si vede mentre fuma crack. Ford ha fatto sapere che non si dimetterà.

CANADA
MONTREAL – Lo “Splendore di Venezia”. Al legame tra arte e musica nella Serenissima è dedicata la mostra che sarà allestita fino al 19 gennaio 2014 nella città canadese “SPLENDORE A VENEZIA – Arte e Musica dal Rinascimento al Barocco nella Serenissima” è il titolo della mostra che è stata inaugurata lo scorso 12 ottobre a Montreal, in Canada, presso il Museo delle Belle Arti. Al centro dell’esposizione, la splendente città lagunare, che fu sede di due età d’oro, sia dell’arte che della musica. Questa mostra multidisciplinare è la prima ad esplorare l’interazione tra le arti visive, la musica e la cultura politica a Venezia: le processioni, le organizzazioni di beneficenza, concerti, opere e festival, e compositori tra cui il Gabrieli, Monteverdi e Vivaldi. In tutto, 120 opere, tra dipinti, stampe e disegni, ma anche documenti, disegni, codici miniati, strumenti originali d’epoca e testi di musica antica, in grado di fornire un ritratto della straordinaria creatività artistica e musicale di cui fu protagonista la città. In mostra, anche opere di artisti di primo piano come Tiziano, Tintoretto, Bassano, Giovanni Battista e Domenico Tiepolo, Francesco Guardi, nonché Bernardo Strozzi, Pietro Longhi e Canaletto, che hanno raffigurato il ruolo della musica nella vita veneziana. In occasione della mostra, l’Arte Musica Foundation presenterà una serie di concerti e conferenze sulla musica a Venezia. La mostra rimarrà aperta al pubblico fino al 19 gennaio 2014. Per maggiori informazioni: www.mbam.qc.ca .

(articoli da: NYC Time, Time, Guardian, The Irish Times, Das Magazin, Der Spiegel, Folha de Sào Paulo, Clarin, Nuovo Paese, L’Unità, Internazionale, l’Independent, Il Manifesto, Liberazione, Ansa , AGVNoveColonne, ItalPlanet News, ControLaCrisi e Le Monde)

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