10882 GRAMSCI NEL BRONX

20131011 11:30:00 redazione-IT

[b]di Enzo Soderini[/b] (New York)

[i]Il risveglio di Gramsci( Gramsci awakening)[/i]
Howard Zinn il noto storico Statunitense autore di "A People’s History", un trattato storico che ripercorre le origini degli USA, dal colonialismo alla Guerra civile fino alle lotte operaie di Lawrence nel Massachusset del 1912, ricorda lo storico sciopero unitario degli operai /operaie di oltre 51 diversità culturali che lavoravano nelle industrie tessili. Un evento noto con il nome di Bread and Roses a simbolizzare che si può lottare ed amare: un’idea delle donne che ne furono le vere protagoniste accanto a uomini come Ettor Joseph e il poeta italiano Arturo Giovannitti. Un evento che ispiro’ il pittore Fasanella che lo immortalò nei suoi quadri. In seguito, Howard Zinn promosse “lo sbarco” di K. Marx a Soho, New York con un testo letterario lodevolmente recitato con successo in tutte le maggiori città degli USA tracciandone sapientemente una riflessione politica universale in una contestualità attuale.

Cosi, anche Antonio Gramsci e’ stato “piantato” nel cuore della Forest House nel Bronx, dove vivono comunità etnicamente isolate di Afro Americani ed Ispanici, di lavoratori, pensionati e disoccupati; in quei "project houses", costruiti nel periodo Roosveltiano durante la crisi del 1929 (New Deal) anche per essere visibilmente e fisicamente identificati contro una eventuale escalation della crisi economica.

Dunque, dopo Karl Marx, Gramsci, uno dei pensatori più importanti della storia moderna, cosi l’ha definito Berman Marshall, filosofo e professore emerito da poco scomparso.

Un Gramsci che ha riscaldato e fermentato le menti di molti intellettuali americani da Dashielle Hammett che ne ha diffuso i testi in inglese e ne ha interpretato il pensiero inserendolo nella realtà attuale. Mentre altri intellettuali come Noam Chomsky, Edward Said e Cornel West, ne hanno valorizzato il concetto di "egemonia culturale" e fornito l’esempio di come gli intellettuali sono attivi nella società civile.

Un Gramsci che “esce dalle ceneri” di Pasolini. Fu Hammett insieme a Joseph Buttigiegg ad inagurare nel 1991 a New York, l’International Gramsci Istitute (IGS). Ne seguì un lavoro diligente e sistematico, si costruì un laboratorio di pensiero che suscitò e rinnovò un ulteriore interesse in molti campus universitari.

Gramsci sosteneva che tutti siamo in un certo modo intellettuali, perciò, attivarsi tra la gente, è un compito arduo ma vitale per la definizione d’intellettuale. Ecco perchè l’iniziativa nel Bronx, dell’artista svizzero Thomas Hirschborn, assume un significato originale che capovolge la teoria accademica dell’uso circoscritto delle conoscenze ma li sposta direttamente dentro la struttura dove va applicata la prassi del cambiamento.

Questa, l’intuizione dell’artista e quella della DIA, Fondazione per la promozione dell’Arte, e di numerose altre fondazioni tra le quali New York City Cultural Affairs, con il contributo di numerosi accademici che insieme alla comunità del Bronx hanno realizzato il progetto.

Esso ha indubbiamente avuto il merito simbolico e pratico nel cercare gli stimoli per attivare in questa realtà la nozione della coscienza di gruppo, una sfida/challenge allo status quo dell’elite intellettuale.
Un progetto che e’ stato realizzato con mezzi semplici ma con soggetti di primo piano con un interessante percorso didattico composto da una ricca biblioteca con decine di testi, un programma radio "alive" dove sono intervenuti centinaia di giovani ad esprimere le loro opinioni su temi correnti come quello dello "Stop-and-Frisk" della polizia verso i giovani d’origine afro-americana e ispanica fermati e interrogati solo in virtù delle loro apparenze sospettose.

Per esempio nel corso del programma radio, impiantato nel centro del progetto Gramsci, si sono confrontati un ex poliziotto… e una giovane vittima: “Mi hanno fermato senza un motivo preciso, ero vestito come tanti altri.” "Lo so, noi poliziotti eravamo stati istruiti per individuare i “sospetti” dalle descrizioni dateci così le caratteristiche riflettevano quelle di molti giovani che venivano arrestati". “Ecco perchè mi sono dimesso" ha affermato l’ex poliziotto "da un sistema in cui non mi riconoscevo più".

Anche la Guerra in Siria per esempio è un tema in cui la nozione dell’egemonia diventa rilevante con le dovute distinzioni sull’uso della “soft power” elaborate da J. Nye più incline all’approccio multilaterale e alla cooperazione economica, al contrario dello ”hard power” che sostiene l’approccio unilaterale, con l’uso militare per il quale si crea una alleanza centralizzata.

Due teorie diverse con correnti di pensiero che si misurano nell’azione. Ecco che il concetto di egemonia di Gramsci diventa attuale e gli ridà una rilevante autorevolezza.

Infatti Gramsci già identificava l’egemonia in varie forme:
“la misura decisive per stabilire cosa deve intendersi per grande potenza è data dalla Guerra” “è Grande Potenza quello stato che -è entrato in un sistema di alleanze per una Guerra-“ p.208 (note su Macchiavelli).

Quindi l’oggetto dell’egemonia di una grande forza militare e’ legato alla possibilità/necessità di una Guerra, è cioè, come trovarsi sotto una minaccia continua e permanente.

Gramsci aggiungeva che: “La grande Potenza è Potenza egemone, capo e guida di un sistema d’alleanze e di intese di maggiore o minore estensione” (ibid pag 207).

Questi sono concetti che vanno ulteriormente esaminati per cercare di capire come Gramsci definiva l’egemonia e gli egemoni che avrebbero condizionato le relazioni internazionali. Una considerazione che ci invita a pensare che "delineare l’egemonia di stato non è una pura applicazione meccanica, ma un risultato di tante azioni convergenti per raggiungere al più presto l’interesse economico".

Al di là di tante analisi e fiumi di libri, Gramsci e’ una testimonianza viva di ciò che può fare un individuo anche in circostanze difficili. Egli sosteneva: ”istruitevi perchè abbiamo bisogno della vostra intelligenza, organizzatevi perché abbiamo bisogno della vostra forza”. E’ un messaggio di cui ogni individuo ha disperatamente bisogno per contrastare il nuovo nichilismo mediatico da cui nasce ciò che anche lui definiva come "INDIFFERENZA".

Una forza negativa che va spandendosi dal ceto dei lavoratori a quello degli intellettuali sempre più confortevoli nell’agire nel proprio giardino.

Forse questo è il monito più rilevante di Gramsci affinchè ci debba incoraggiare a creare i nostri propri spazi e strumenti di diffusione per trasmettere le nostre verità, per informare ed educare ed organizzare sempre più individui, per far nascere nuove coscienze.

Il progetto nel cuore del Bronx, brillantemente realizzato da Thomas Hirschborn, ha precisamente questo messaggio:
[i]Migliorare se stessi perché è solo cosi che si può migliorare il mondo nel difficile percorso che ci attende.[/i]

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[b]Enzo Soderini[/b], insegna Scienze Sociali presso il College of New Rochelle, New York

 

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