10874 GIOVANNI ADAMO EX PRESIDENTE FILEF DI MONTREAL RICORDA VITTORIO CAPPARELLI SCOMPARSO IL 5 AGOSTO

20131006 17:46:00 guglielmoz

[b]GIOVANNI ADAMO[/b] EX PRESIDENTE FILEF DI MONTREAL RICORDA VITTORIO CAPPARELLI SCOMPARSO IL 5 AGOSTO 2013

Caro Vittorio,
mentre ti prepari per l’ultimo viaggio, la tua famiglia, i tuoi parenti, gli amici, siamo vicini a te per l’ultimo saluto pieno di affetto e di stima, per le cose che hai fatto e per dirti grazie per le cose che non hai avuto il tempo di fare, quel tuo grande desiderio di andare in vacanza con tua moglie al paesello dove sei nato.

Non preoccuparti di questo, ritornerai al tuo paese e per sempre. Tua moglie mi diceva l’altra sera che porterà in Italia la cassetta con le tue ceneri così potrai avere vicino ai monti della nostra amata Calabria l’eterno riposo, quel riposo che spesso ti è mancato sulla terra.

La tua vita, caro Vittorio, è stata un impegno continuo e senza sosta. La nostra amicizia che è nata oltre 40 anni fa quando è nata la FILEF è stata la stagione più bella e fruttuosa del nostro impegno politico e sociale. Siamo stati come il personaggio di quel grande calabrese, poeta e scrittore, Leonida Repaci padre del premio letterario Viareggio, in una poesia dedicata alla Calabria in una bellissima frase disse :
“Ti amo insomma Calabria per l’uomo che hai fatto di me, un uomo disinteressato e leale sempre disposto a dare senza nulla chiedere in cambio”.

Io gli scrissi una lettera di commento a quella poesia, seppure cosciente dei tanti errori che conteneva. Nel maggio del 1971 quella lettera scritta da un semianalfabeta come me la presentò in apertura di una conferenza di scrittori e artisti fiorentini.

Ricordo la prima campagna elettorale delle elezioni municipali del 1981 in cui tu eri candidato. Una sera d’autunno fredda e piovosa tu, io e mia moglie, portavamo la pubblicità in giro per le case; eravamo sicuri di perdere, ma ci preparavamo per gli anni a venire.

Poi, nel 1985 a Montreal soffiava il vento del cambiamento e sei stato eletto per la prima volta consigliere municipale. E’ stata una tappa importante, era la prima volta che uno del basso uno che veniva dal nulla, dal popolo, ma dotato di quella grande virtù di sapere vivere solo di onesto lavoro, cosa che all’inizio di questo XXI secolo è quasi inesistente con tutte le bustarelle voluminose e numerose piene di denaro sporco per corrompere chi amministra la cosa pubblica. Dopo quattro anni sei stato rieletto.

Poi arrivò qualche delusione, quando quell’estate di maltempo tante case di Montreal in particolare nel quartiere dove tu eri stato eletto erano piene di fango e di acqua. Il sindaco Jean Dorè se ne restò a godersi le vacanze come se nulla fosse accaduto, e ci fu quella riunione infuocata dove il sindaco stesso fu criticato e screditato.

Alle elezioni del 1993 lasciammo il partito di Jean Dorè e ti presentasti con Pierre Bourque persona seria onesta e preparata, miglior sindaco della storia di Montreal insieme a Jean Drapeau. Quindi eletto per la terza volta, il sindaco Bourque ti volle nel comitato esecutivo.

Durante quel mandato una delegazione del comune di Montreal si recò in Italia per incontrare il sindaco di Milano Albertini e Borque ti ha scelto per fare parte della delegazione. Ricordo quella campagna elettorale che ti ha visto eletto per la prima volta; non avevamo soldi e neanche ne chiedemmo alla gente.

Per finanziare la campagna facemmo un po’ di debiti che poi hai pagato puntualmente con i primi stipendi da consigliere. Fu una campagna con poche spese: eravamo pieni di energia. Visitammo tante famiglie e quasi tutti ci accoglievano con gentilezza e grande generosità. Quanti caffè e quante cose buone da gustare nelle generose famiglie, italiane in particolare.

Ricordo l’eccellente servizio che tu davi dal patronato INCA a qualsiasi ora anche la sera tardi. Eri sempre disponibile e premuroso anche dopo le ore d’ufficio; continuamente ti recavi al capezzale degli ammalati nelle case e negli ospedali. Ricordo l’aiuto che cercavi di dare alle persone che avevano avuto incidenti sul lavoro e avevano difficoltà con la burocrazia assicurativa sempre pronta a ricevere, ma avara nel pagare. Quello che facevi con spirito evangelico portava i suoi frutti assai più di grosse somme investite per la campagna elettorale.

Quando la sede centrale dell’INCA di Roma aveva stanziato i fondi per l’apertura del primo ufficio di Montreal l’impiegato doveva essere di diverso orientamento politico degli altri impiegati dell’INCA del Canada e tu ne eri a conoscenza. Il presidente di Roma Elio Pastorino con il quale avevo ottimi rapporti perché come me da sempre socialista venne a Montreal e gli presentai la tua candidatura che era per me la più valida in un periodo importante e che per me significava la persona giusta al posto giusto.

Fui sempre fiero ed orgoglioso di quella scelta e lo sono ancora specie in questo triste giorno che tu ci lasci per sempre. Hai lavorato all’INCA per circa 20 anni. Ricordo che in pochi anni, grazie al tuo lavoro preciso e meticoloso l’INCA di Montreal divenne la più efficiente di tutti gli uffici sparsi per il mondo: lo dicevano spesso gli amici di Roma.

Prima e in quel periodo facemmo come FILEF nella comunità e per la comunità tante altre cose. Tu coordinavi il grosso del lavoro come segretario con un eccellente comitato con la grande collaborazione dei due vicepresidenti il dott. Filippo Salvatore e l’avv. Sciortino e tutti gli altri del comitato provenienti da tutti gli strati sociali della comunità tutte persone con la grande voglia di fare. A tutti dico un grande grazie.

Io da presidente facevo la mia piccola parte specie quando si trattava di cucinare che era il mio mestiere. Circa 40 anni fa la FILEF è stata la prima a festeggiare nella nostra comunità l’8 marzo giornata della donna. A quei tempi nemmeno le femministe osavano farlo.

A quei tempi c’era un’alta percentuale di alunni figli di emigrati che alle elementari frequentava le classi speciali. Questo significava che quegli alunni da adulti sarebbero stati destinati a quei posti di lavoro poco pagati e pericolosi come i loro padri emigrati. Cercammo di sensibilizzare i sindacati e le autorità scolastiche e le cose migliorarono.

Dopo i giochi olimpici di Montreal le cui istallazioni furono costruite con tanto sudore e sangue italiano per gli incidenti sul lavoro, la FILEF organizzò un convegno a livello nazionale canadese sugli infortuni e la sicurezza sul lavoro.

Erano presenti i governi e i sindacati a tutti i livelli. Diede un grande contributo il carissimo amico on. Eduardo Di Santo di Toronto deputato del Nuovo Partito Democratico.

Come FILEF abbiamo promosso degli incontri fra i sindacati italiani e canadesi. A quei tempi i sindacati del Nord America pensavano più alla busta paga che alla sicurezza e alla salute sul lavoro.

Più di una volta abbiamo accompagnato i sindacalisti italiani agli incontri con quelli canadesi. Più di una volta i sindacalisti italiani hanno invitato quelli canadesi a dei convegni di studio sulla salute e sicurezza sul lavoro in collaborazione con la centrale FILEF di Roma.

Con i sindacati e i politici di buona volontà abbiamo contribuito a migliorare l’accordo di sicurezza sociale Italia – Canada e Stato Quebec. Prima di allora le persone che avevano peregrinato lavorando in diversi Paesi perdevano i contributi e all’età della pensione se ne trovavano privi o con una pensione di fame.

Quando avvenne il terremoto dell’Irpinia organizzammo una settimana culturale alla scuola Kennedy dedicata a Sacco e Vanzetti. Facemmo una raccolta di fondi per i terremotati e per assicurarci che l’aiuto arrivasse ai terremotati affidammo l’assegno alle mani pulite e oneste dell’allora Presidente della Repubblica Sandro Pertini.

Spiegai allora le ragioni di quella scelta alla comunità con una lettera aperta pubblicata da tutti i giornali. Avrei tante altre cose da dire, ma non voglio approfittare della pazienza di tutti voi che avete avuto la cortesia di ascoltarmi.

Ora, caro Vittorio, vorrei che il tempo si fermasse per restare ancora insieme. Ti prego di accettare l’abbraccio affettuoso della tua famiglia, dei parenti, in particolare di tua moglie fedele e affettuosa compagna di tutta la vita che ha saputo superare in maniera brillante gli ostacoli della esistenza.

Accetta l’abbraccio degli amici presenti e di quelli che per varie ragioni non possono essere presenti, anche degli amici di Roma che in questi giorni di dolore hanno rievocato tanti vecchi ricordi.

Ti diciamo grazie per la bella e solida famiglia che ci lasci, una famiglia che sa vivere di verità e di lavoro, che può essere di esempio per tutta la comunità. Puoi essere certo che tua moglie continuerà a custodirla con orgoglio.

Io ti saluto con l’augurio che nell’altro mondo riusciremo a fare quelle cose che in questo mondo non abbiamo avuto il tempo di fare.

Con affetto fraterno Giovanni

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Sull’attività istituzionale di Vittorio Capparelli in Canada: su Wikipedia.org

 

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