10698 ”Picchiati a morte ai confini della Ue”

20130628 23:40:00 redazione-IT

In esclusiva su Repubblica.it, un estratto del film ”N°9” di Sara Creta: una videodenuncia dei pestaggi subiti dai migranti da parte della Guardia Civil spagnola e delle forze ausiliarie marocchine ai confini dell’enclave di Melilla. Il titolo del film è un omaggio a Clément, uno dei clandestini morto sotto gli occhi dei documentaristi: il 9 è il numero stampato sulla sua maglia. In occasione della presentazione del film a Rabat, in Marocco, le associazioni per i diritti umani Alecma, Gadem, Fmas e Amdh hanno lanciato la campagna: “N°9 – Stop alle violenze alle frontiere”, finalizzata a sensibilizzare l’opinione pubblica mondiale sulla brutale repressione

N°9 – GUARDA UN ESTRATTO
MELILLA: MAPPA INTERATTIVA
(Il confine, l’accampamento)
”COSI’ CLEMENT E’ MORTO
SOTTO I NOSTRI OCCHI”
La testimonianza della regista

[url]http://video.repubblica.it/mondo-solidale/picchiati-a-morte-ai-confini-della-ue/133423/131940?ref=HRER2-1[/url]

LA STORIA – L’11 marzo scorso un centinaio di cittadini provenienti da vari Paesi africani (Gabon, Camerun, Mali, Burkina Faso, Guinea, Ciad e Senegal) tenta di attraversare il confine tra il Marocco e l’enclave spagnola di Melilla per entrare nel territorio dell’Unione Europea. L’intervento congiunto della Guardia Civil e delle forze ausiliare marocchine si trasforma in un brutale pestaggio: ”Hanno usato pietre e mazze di ferro” – denunceranno i migranti, che vengono respinti in territorio marocchino. Dopo qualche giorno, il 16 marzo, i migranti feriti sono raggiunti in un accampamento di fortuna nella foresta di Gourougou, nei pressi di Beni Enssar, in Marocco, dall’associazione umanitaria Alecma. Tra i soccorritori c’è anche la regista Sara Creta che, con il collega del Camerun Sylvin Mbarga, documenta le conseguenze delle violenze della polizia e raccoglie le testimonianze scritte e audio-visive delle vittime dell’aggressione. Uno dei feriti – Clément, un cittadino camerunese che era stato arrestato, pestato e trasferito all’ospedale di Nador – muore sotto i loro occhi: l’ambulanza non arriva in tempo. Era ferito alla testa e aveva un braccio ed una gamba fratturati: lascia la moglie incinta e due bambini.

IL FILM – Da questa esperienza è nato il film di denuncia “N°9” – come il numero stampato sulla maglia di Clément -, e una campagna, “N°9 – Stop alle violenze alle frontiere”, finalizzati a denunciare la repressione subita dai migranti ad opera delle autorità marocchine e il coinvolgimento di quelle spagnole nelle atrocità commesse alle frontiere di Melilla. Le associazioni per i diritti umani chiedono anche l’apertura di un’inchiesta ufficiale sulle circostanze della morte di Clément e di tutti gli altri migranti deceduti intorno alle enclave spagnole in Africa. “N°9” – il numero che indica il centravanti in una squadra di calcio – è anche il nome che usano alcuni africani per parlare di quelli che lasciano famiglia e paese d’origine e tentano “il passaggio”, l’emigrazione.

 

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