11847 L’editoriale dell’ultimo numero di Nuovo Paese della Filef Australia

20151113 10:20:00 redazione-IT

[b]di Frank Barbaro[/b]
Mentre il mondo del business e della finanza si lamenta per il quasi totale rallentamento della crescita economica, si ignora la crescita più importante ed indicativa – quella della disuguaglianza.
Povertà e disuguaglianza non sono né inevitabili né casuali: sono piuttosto la conseguenza di precise scelte politiche e le regole che hanno portato all’attuale esplosione della disuguaglianza devono cambiare.
L’esplosione della disuguaglianza frena la lotta alla povertà in un mondo dove oltre un miliardo di persone vive con meno di 1,25 dollari al giorno, e 1 su 9 non ha nemmeno abbastanza da mangiare.

I rapporti presentati quest’anno da diversi istituti di ricerca, hanno evidenziato la cruda realtà della disuguaglianza sociale nel mondo.
Nella zona Ocse — l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico che riunisce 34 paesi — il 10% dei più ricchi ha un reddito 9,6 volte superiore a quello del 10% dei più poveri. La proporzione era di 7,1 volte negli anni ’80 e di 9,1 volte negli anni 2000.
Nel suo rapporto, Wealth: Having It All and Wanting More, Oxfam, la confederazione internazionale (composta da 17 organizzazioni di diversi paesi) attiva sul fronte umanitario e su quello dello sviluppo, notava che la ricchezza detenuta dall’1% della popolazione mondiale, i “paperoni” del pianeta, supererà nel 2016 quella del restante 99% degli abitanti..
Oggi la povertà colpisce anche chi ha un lavoro e i ceti popolari e medi stanno ancora pagando il prezzo della crisi determinata da un modello economico insostenibile sul piano sociale e ambientale, al servizio di una finanza criminogena e fuori dal controllo democratico.
E’ per quello che la lotta alle diseguaglianze deve rappresentare una priorità per i governi che per rendere sana l’economia devono investire sulle politiche sociali e sul sostegno al reddito.

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[b]There is growth[/b]

As the world of business and finance complains about the almost total slowdown in economic growth, it ignores the most important and indicative growth – that of inequality.
Poverty and inequality are neither inevitable nor random: they are the result of specific political choices and the regulations that led to the explosion of inequality must change.
The explosion of inequality hampers the fight against poverty in a world where more than a billion people live on less than $1.25 a day, and one out of nine does not even have enough to eat.
The reports presented this year by various research institutes showed the harsh reality of social inequality in the world.
According to the OECD – the Organisation for Economic Co-operation and Development that brings together 34 countries – 10% of the richest have incomes 9.6 times higher than that of 10% of the poorest. The ratio was 7.1 times in the 80 and 9.1 times in the 2000s.
In its report, Wealth: Having It All and Wanting More, Oxfam, the international body (composed of 17 organizations from different countries) active in humanitarian and the development efforts, noted that the wealth held by 1% of the world population, the “Scrooges” of the planet , in 2016 would exceed the wealth of the remaining 99% of the inhabitants.
Today poverty also affects those who have a job and the working and middle classes are still paying the price of the crisis caused by a social and environmental unsustainable economic model that favours a corrupt finance system that operates outside democratic control.

Scarica la rivista NUOVO PAESE:
[url]cambiailmondo.files.wordpress.com/2015/11/np-novembre-15.pdf[/url]

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