10662 LE DIFFERENZE

20130612 17:00:00 guglielmoz

SYDNEY – LAVORO, CURA DELL’AMBIENTE E PROSPETTIVE DI CRESCITA: L’AUSTRALIA HA EVITATO LA CRISI ECONOMICA E ADESSO VOLA. L’ITALIA, RESTA A GUARDARE. DALLA 24 POSIZIONE.
SYDNEY – Il rapporto “ BETTERLIFE INDEX” condotto dall’OCSE, rivela che la terra dei canguri è il posto dove si vive meglio , davanti a SVEZIA, CANADA, NORVEGIA e SVIZZERA. / Lì dove inizia il mondo è anche lì dove la vita è più felice. L’Australia infatti, è il Paese in cui si vive meglio secondo L’ORGANIZZAZIONE PER LA COOPERAZIONE E LO SVILUPPO ECONOMICO (Ocse), che dal 2011 redige il "Better life index". Dietro la nazione dei canguri ci sono la Svezia e il Canada. L’Italia? E fuori dalle prime dieci posizioni, occupate da Norvegia, Svizzera, Stati Uniti, Danimarca, Olanda, Islanda e Gran Bretagna.
ROMA – Stipendi italiani al palo – 15% rispetto ai tedeschi Report Istat sulle retribuzioni: nel 2010 le buste paga al dodicesimo posto in Europa. NELLA CLASSIFICA EUROPEA, I MEGLIO PAGATI SONO I DANESI: PRENDONO IN MEDIA 27,9 EURO ALL’ORA; SEGUONO GLI IRLANDESI (22,23 EURO) E I LAVORATORI DEL LUSSEMBURGO (21,95 EURO). IN CODA TROVIAMO LA BULGARIA (2,04 EURO), ROMANIA (2,67 EURO), LETTONIA E LITUANIA. Le donne pagate quasi il 10% in meno, i dirigenti quattro volte più degli operai. I lavoratori italiani hanno buste paga più leggere del 14,6% rispetto ai colleghi tedeschi.

SYDNEY – il rapporto “ BETTERLIFE INDEX” condotto dall’OCSE, rivela che la terra dei canguri è il posto dove si vive meglio , davanti a SVEZIA, CANADA, NORVEGIA e SVIZZERA. / Lì dove inizia il mondo è anche lì dove la vita è più felice. L’Australia, infatti, è il Paese in cui si vive meglio secondo L’ORGANIZZAZIONE PER LA COOPERAZIONE E LO SVILUPPO ECONOMICO (Ocse), che dal 2011 redige il "Better life index". Dietro la nazione dei canguri ci sono la Svezia e il Canada. L’Italia? E fuori dalle prime dieci posizioni, occupate da Norvegia, Svizzera, Stati Uniti, Danimarca, Olanda, Islanda e Gran Bretagna. Sono diversi i parametri tenuti in considerazione dalla ricerca, come istruzione, occupazione, reddito e cura dell’ambiente. E proprio in questi settori l’Australia va molto bene. La crisi economica che ha squassato prima gli Stati Uniti e poi l’Europa ha infatti risparmiato questa fortunata parte di Oceania, il cui sviluppo è stato costante negli ultimi vent’anni, con un tasso di crescita medio pari al 3,5 per cento.
IL 73 PERCENTO HA UN LAVORO RETRIBUITO
Non è un caso, dunque, se l’occupazione vada bene: il 73 per cento delle persone tra i 15 i e i 64 anni ha un lavoro retribuito. Si tratta di un dato notevole, se rapportato a quello i che avviene in media tra i 34 Paesi presi in esame dall’indagine: la percentuale è del 66 per cento. In un contesto del genere, a goderne di più sono gli stipendi. Gli australiani infatti possono vantare un reddito familiare pari a 28.884 dollari americani l’anno (22.300 euro), contro una media internazionale pari a circa 23 mila dollari (17 mila euro). Anche il tasso di inquinamento va i meglio rispetto alla media degli altri Paesi: 14 microgrammi di polveri sottili contro 21. ! Ancora: l’84 per cento degli australiani è contento della propria vita. La media internazionale è pari all’80 per cento, con l’Italia che mostra un decisamente poco lusinghiero 69 per cento.
TROPPO DIVARIO TRA RICCHI E POVERI
Certo, anche in Australia non mancano note dolenti. Il divario tra ricchi e poveri, per | esempio, è più marcato rispetto a quanto avviene in altre nazioni. Il 20 per cento più ricco ; della popolazione guadagna j sei volte più del 20 per cento i più povero. Ma in generale la i situazione è migliore rispetto a quella degli altri Paesi presi in esame. Al secondo posto c’è la Svezia. Il reddito familiare è pari a 26.242 dollari (20.000 euro) e in generale il livello di soddisfazione tocca quota 85 per cento. Una situazione praticamente perfetta secondo i dati illustrati dall’Ocse. C’è però qualche scricchiolio nel collaudato sistema del welfare scandinavo. Lo dimostrano i recenti scontri avvenuti nelle periferie di Stoccolma dopo l’uccisione di un uomo di sessantanove anni da parte della polizia. Per una settimana, infatti, forze dell’ordine e giovani (o giovanissimi) svedesi, spesso figli di immigrati, si sono fronteggiati con violenza, tra sassaiole e roghi di auto. Una rivolta che ha ricordato quelle di Londra del 2011 e, soprattutto, quelle delle banlieu di Parigi nel 2005.
“I SOLDI NON FANNO LA FELICITÀ, PERÒ…»
Sul gradino più basso del podio della speciale classifica Ocse c’è il Canada. Anche in questo caso il reddito medio è decisamente più alto (28.194 dollari, cioè 21.700 euro) rispetto a quello degli altri Paesi. Il livello di soddisfazione personale è pari all’82 per cento, segno che, come si legge nel rapporto, «i soldi non danno la felicità, sono però uno strumento essenziale per avere elevati standard di vita». Pure l’occupazione va molto bene: il 72 per cento delle persone di età compresa tra i 15 e i 64 anni ha un lavoro retribuito. I canadesi, peraltro, ogni anno lavorano per un totale di 1.702 ore, meno della media Ocse, pari a 1.776 ore.
SOLO IL 57 PER CENTO HA UN IMPIEGO
Di fronte a questi dati, l’Italia non fa un gran figura. Il nostro Paese guarda il benessere delle altre nazioni direttamente dalla ventiquattresima posizione. Il reddito è pari a 24.216 dollari l’anno (18.600 euro), leggermente superiore rispetto a quello medio di tutti i Paesi presi in esame. Ma la differenza tra ricchi e poveri è sempre più profonda, visto che il 20 per cento dei ricchi guadagna cinque volte di più del 20 per cento dei meno abbienti. In ambito occupazionale, solo il 57 per cento delle persone ha un impiego pagato. E il 55 per cento delle persone tra i 25 e i 64 anni ha un diploma di scuola superiore, contro il 74 della media Ocse. ( di M. Lamartina)

ROMA – STIPENDI ITALIANI AL PALO – 15% rispetto ai tedeschi Report Istat sulle retribuzioni: nel 2010 le buste paga al dodicesimo posto in Europa. NELLA CLASSIFICA EUROPEA, I MEGLIO PAGATI SONO I DANESI: PRENDONO IN MEDIA 27,9 EURO ALL’ORA; SEGUONO GLI IRLANDESI (22,23 EURO) E I LAVORATORI DEL LUSSEMBURGO (21,95 EURO). IN CODA TROVIAMO LA BULGARIA (2,04 EURO), ROMANIA (2,67 EURO), LETTONIA E LITUANIA. Le donne pagate quasi il 10% in meno, i dirigenti quattro volte più degli operai. I lavoratori italiani hanno buste paga più leggere del 14,6% rispetto ai colleghi tedeschi.
Rispetto a quelli del Regno Unito la distanza è del 13% e dell’11% se il confronto avviene con i francesi. Questo almeno quanto accadeva nell’ottobre del 2010, data in cui l’Istat ha scattato la fotografia poi analizzata in un report sulla struttura delle retribuzioni pubblicato alcuni giorni fa. In quel mese, nella classifica generale le retribuzioni si collocano al dodicesimo posto nell’Unione europea a 27 e sono inferiori alla media dell’Eurozona: se invece si considera l’intera Unione europea, i salari italiani sono leggermente superiori alla media. Peggio stanno, tra gli altri, gli spagnoli con il 25,9% in meno. Questo il quadro generale. Vista da vicino, la struttura rivela altri dettagli. Nel 2010 la retribuzione lorda annua per ora era di 16,2 euro: così la media tra lavoratori dipendenti nelle imprese e istituzioni con almeno 10 addetti nell’industria e nei servizi (escluse le attività della pubblica amministrazione in senso stretto). Le donne però prendono meno: la loro retribuzione oraria è pari a 15,3 euro, inferiore del 9,2% a quella degli uomini (16,7 euro). Si chiama gender pay gap ed è la differenza percentuale tra la paga oraria di uomini e donne rapportata alla retribuzione maschile: ebbene tra il 2006 e il 2010 la distanza tra lavoratori e lavoratrici si è ridotta nella Unione europea a 27 passando dal 17,7% al 16,2%, mentre in Italia è aumentata da 4,4 al 5,3%. Altre differenze: i dirigenti guadagnano quattro volte tanto gli operai (44,3 euro contro 11,8) e i laureati o diplomati prendo il doppio di chi si è fermato alle medie o alle elementari (26,2 euro contro 11,6). Analizzando i diversi settori, guadagna di più in assoluto (26,5 euro) chi lavora nel comparto finanziario e assicurativi, in coda troviamo invece i lavoratori dei servizi con 10,8 euro lordi all’ora. Anche l’età ha il suo peso: si passa così dai 9,6 euro dei lavoratori tra 14 e 19 anni, a 11,2 euro in quella tra i 20 e i 29 anni, fino a 23,5 euro per il personale dipendente ultrasessantenne. Traducendo le percentuali in cifre assolute la retribuzione lorda annua per dipendente è pari a 28.558 euro: sale a 31.394 euro per gli uomini e scende a 24.828 per le donne. Questa differenza – spiega l’Istat – è dovuta in parte al diverso numero di ore annue retribuite, che per gli uomini si attesta a 1.876 ore e per le seconde a 1.620 ore. Le retribuzioni medie per i dipendenti che hanno qualifiche più elevate ammontano a 88.942 euro l’anno per gli uomini e a 61.361 euro per le donne; quelle delle qualifiche più basse a 20.064 euro per gli uomini e a 13.784 euro per le donne. (da NUOVOPAESE Australia)

 

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