10650 LAVORO IN INDIA

20130602 08:23:00 guglielmoz

INDIA – In India il settore informale impiega il 90 per cento della forza lavoro e produce il 50 per cento del pil. Però la maggior parte dei lavoratori di questo settore – braccianti, manovali, conducenti di risciò, straccivendoli, prostitute – non riceverà la pensione.

Lo stato, infatti, riconosce una pensione di vecchiaia pari a 200 rupie al mese (circa 2,7 euro) solo a chi risulta sotto la soglia di povertà. Così milioni di indiani che lavorano nel settore informale non rientrano nel programma pensionistico nazionale perché guadagnano più di 50 rupie al giorno (0,70 euro). Duecento rupie al mese sono indubbiamente poche, scrive Fountain Ink, ma almeno garantiscono un pasto in più al giorno. All’inizio di marzo circa diecimila anziani provenienti da ogni parte dell’India sono andati a New Delhi guidati dalla storica attivista Aruna Roy per chiedere il diritto alla pensione per chiunque abbia più di 60 anni. Un’età in cui chi ha svolto per tutta la vita lavori usuranti spesso non è più in grado di continuare a sostentarsi. Attualmente per le pensioni del settore informale il governo centrale e i singoli stati spendono l’equivalente dello 0,2 per cento del pil.
INDIA – Nel 2010 a livello mondiale sono morte un milione duecento trentamila persone per incidenti stradali. L’India guida la classifica con 133,938 morti che negli ultimi tre anni sono aumentati anche se le autorità sono reticenti nel fornire dati aggiornati. Guidare in India e in particolare in una megalopoli come Bangalore e’ un’esperienza indimenticabile per un osservatore straniero ammesso che abbia la possibilità di noleggiare un’auto. Cosa questa che in genere viene rifiutata a meno di non sobbarcarsi pesanti assicurazioni. E il rischio di un infarto appena messosi al volante.
Meglio noleggiare una vettura con autista che nei lunghi percorsi e’ a carico dello straniero per vitto e alloggio e mancia finale. La circolazione in India e’ a sinistra, uno dei residui dell’impero britannico. L’esperienza di chi scrive e’ limitata, si fa per dire, alla citta’ di Bangalore, quasi nove milioni di persone. E città circonvicine del piccolo stato di Karnataka (60 milioni di abitanti). In ogni strada sono stati posti degli "speed breakers", dossi che si trovano in tutti i paesi emrgenti ed hanno lo scopo di ridurre la velocità. In Messico si chiamano ‘toppes’. Unitamente alla buche e voragini questi dossi provvedono a ridurre la velocità dei veicoli a meno che uno non voglia disintegrare le sospensioni. Nelle ore di punta la velocità di scorrimento non supera i 5 -dieci KM all’ora. Le regole che i fantasiosi indiani hanno creato per divincolarsi nella massa di veicoli, carretti, motorette, scooter, mucche sacre, camion fermi chissa perché’, pedoni che si gettano nella mischia per conquistare un passaggio nell’arrembaggio del traffico sono piu’ o meno le seguenti:
1) Mai dare la precedenza a chi ne ha diritto.
2) Superare anche se sta arrivando un altro mezzo, costringendolo a fermarsi, svicolare fuori strada, oppure se proprio insiste nel venire incontro raccomandare l’anima o quel che resta alla Triade (Visnu-Brhama-Shiva).
3) di notte si devono tenere accesi gli abbaglianti. Fregandosene se acciechi gli altri che ti vengono incontro. Tanto anche loro usano gli abbaglianti. I fari alti servono comunque a individuare all’ultimo momento quelli che camminano al bordo strada nel tuo stesso senso di marcia, magari vestiti di nero.
4) Non meravigliarsi se su uno scooter viaggia una famiglia di quattro persone (almeno). Quando ci si ferma ad un semaforo sorridere ai quattro con compiacimento. I ragazzini rispondono al sorriso con entusiasmo. I genitori ignorano.
5) Nelle strade a quattro corsie e’ meglio tenersi sulla destra nella linea di sorpasso per evitare gli scassati autobus che si fermano all’improvviso o rallentano per far scendere in corsa i passeggeri.
6) Sulle moto e scooter le donne siedono stile amazzone con sahari che rischia di finire nei raggi della moto.
7) E’ obbligatorio il casco per il guidatore della moto. Ma non per il passeggero. Non e’ obbligatorio sostituire la lampadina posteriore. Infatti si scopre il motorino all’ultimo momento. Ma anche questo fa parte del divertimento. In India non ci si annoia mai quando ci si trova nel traffico.
8) I semafori nel centro di Bangalore durano un’eternità. Motociclisti e automobilisti spengono i motori per limitare l’inquinamento che e’ altissimo. Ed anche per risparmiare benzina che costa piu’ omeno come in Italia.
9) Impressionante la mancanza del senso di incolumita’ personale degli indiani. Ognuno si pone a rischio contando sui riflessi di chi ti viene contro. Colpa della metempsicosi per cui dopo essere crepato uno si ritrova in un altro essere vivente. Attenzione perche’ se sei stato una carogna da umano puoi finire dentro una zanzara.
10) In genere le ambulanze sono dei piccoli van per riuscire a trovare il modo di filtrare nella muraglia di lamiere.
11) L’India sembra un paese popolato da soli uomini. Le donne in strada sono poche. Nessuna nelle ore serali. Del resto la cultura imperante della violenza alle donne che è sempre stata considerata con molta bonomia da parte delle autorità di polizia locali, continua a prevalere nonostante le manifestazioni pubbliche a Delhi delle donne (definite ragazze da night club) e le intemerate sui giornali.
12) Se il traffico scorre tieni pronto a frenare: postresti trovarti di fronte a delle transenne messe nel mezzo della strada dalla polizia per fare dei controlli, senza alcun preavviso.
13) Dopo qualche settimana di India uno alla fine non si rende conto piu’ della monnezza sulle strade dove brucano le mucche, del frastuono del traffico, dell’impossibilità di fare un programma giornaliero perche’ immersi nel caos, del fatto che quello che paghi tu è almeno il doppio di quello che pagano i locali. E se riesci a sopravvivere alla diarrea, al pericolo del tetano, al caldo, alla polvere che ti entra nei polmoni, alla fine e non sai perche’ questo Paese ti entra nel sangue.
Nota. Gli indiani sono un miliardo e circa trecento milioni di persone. Di questi dieci milioni sono super-super ricchi del tipo di quel magnate che ha noleggiato piazza Ognissanti a Firenze per il ricevimento del banchetto di nozze della figlia. La cerimonia si è tenuta nella Villa dei Principi Corsini.
Poi ci sono circa trecento milioni di indiani che se la passano bene con reddito personale analogo a quello occidentale (non colpito dalla crisi).Tutto il resto della piramide ansima per aggiudicarsi un minimo di benessere sino ad arrivare a quelli che vivono con un dollaro al giorno e riescono anche a sorridere. I quasi nove milioni di una megalopoli come Bangalore sono in gran parte costituiti da personale laureato che lavora nei grandi campus delle importanti aziende dell’elettronica e call centers. Poi ci sono gli amministrativi e la burocrazia dello stato di Karnataka (60 milioni di abitanti). Il resto è costituito da infinite attività imprenditoriali.
L’India che interessa il mondo occidentale è dunque questa parte dell’intera popolazione, calcolata in 400 milioni di individui, in costante crescita considerato lo sviluppo continuo dell’economia indiana che nel 2012 si è attestata sul 5%, un ‘preoccupante’ calo rispetto agli anni precedenti, ma che sara’ riassorbito e superato nell’anno in corso secondo le stime ufficiali.
Le scelte politiche, economiche, i mutamenti di costume, il parziale superamento delle divisioni castali sono tematiche e problemi che riguardano questa ‘inner nation’ e che non toccano il resto dell’immensa popolazione un terzo della quale ancora non ha elettricita’. Scorrendo la stampa piu’ accreditata dell’India fa un certo effetto imbattersi in articoli quale quello pubblicato dal The Times of India sui cinque ridicoli miti sessuali delle donne indiane. A conferma che molto sta cambiando e velocemente. Secondo il quotidiano stampato a Delhi le donne indiane sono convinte che:
1) se un uomo accavalla le gambe significa che i suoi attributi sono di limitate proporzioni.
2) se una donna ha una intensa attività sessuale il suo lato B si svilupperà in maniera apprezzabile.
3) se un uomo ha uno scarso piacere nel rapporto questo dipende dal fattore ‘ friction ‘. La donna dovrebbe diradare i suoi amplessi per consentire ai tessuti di ritornare alla normalita’.
4) se un uomo ha mani, naso, piedi grandi si può essere sicuri sulle dimensioni del suo apparato.
5) se una donna vuole andare sul sicuro deve scegliersi un partner con grande boscaglia di peli sul petto.
Questo articolo si cala in un contesto in cui la violenza alle donne (dai cinque anni in su) è ancora lo sport nazionale. Un paese, l’India, in cui, in molti stati della Federazione, esiste ancora il "Virginity crime", per cui il marito può richiedere ai genitori della sposa un lauto risarcimento se la prima notte di matrimonio scopre la mancanza dell’imene. E via citando. Tratto da lettere da Washington di Bartoli

 

Views: 2

AIUTACI AD INFORMARE I CITTADINI EMIGRATI E IMMIGRATI

Lascia il primo commento

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*


Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.