11854 PD – Francesca La Marca

20151115 11:19:00 guglielmoz

A FIRENZE, capitale della nostra lingua, si è parlato di italiano con qualche bella novità e qualche limite. Lingua italiana stati generali
IN EVIDENZA – poste al presidente Renzi le questioni degli italiani all’estero nella legge di stabilità 2016.
CITTADINANZA: restano da affrontare le questioni riguardanti gli italiani all’estero.
RAPPORTO INPS: la tutela previdenziale dei migranti va garantiti
PASSI IN AVANTI per il reciproco riconoscimento delle patenti di guida tra ITALIA e QUEBEC.
BUON LAVORO al primo ministro TRUDEAU
SODDISFAZIONE per la salvezza dei corsi di lingua italiana a VAUGHAN
CAMERA DEI DEPUTATI . La Marca interviene per il gruppo del pd su due importanti ratifiche di accordi bilaterali
INCONTRI SUL TERRITORIO. All’assemblea nazionale del Québec per le celebrazioni dei cinquantanni della provincia canadese in Italia
WASHINGTON: PRIMA RIUNIONE DI COORDINAMENTO CONSOLARE NEGLI USA
A TORONTO per incontri comunitari e culturali.
A NEW YORK per le manifestazioni del COLUMBUS DAY

1 – A FIRENZE, CAPITALE DELLA NOSTRA LINGUA, SI È PARLATO DI ITALIANO CON QUALCHE BELLA NOVITÀ E QUALCHE LIMITE . LINGUA ITALIANA STATI GENERALI.
Ad un anno esatto dallo svolgimento degli Stati generali della lingua e cultura italiana all’estero svoltisi a Firenze il 20 ottobre 2014, nella stessa città si è tenuto il preannunciato incontro di verifica dello stato dell’opera sulla nostra lingua nel mondo. La prima notizia dell’aggiornamento non è male. Dopo un esame più attento e dettagliato del numero di coloro che in tutto il mondo studiano l’italiano in varie forme e nelle più diverse condizioni, si è potuto stabilire che l’insieme dei discenti ammonta a 1.760.000, vale a dire 250.000 in più rispetto allo scorso anno, distribuiti in 113 paesi. Ripeto, si tratta di una ricerca più scrupolosa, non di espansione vera e propria, come ha riconosciuto lo stesso Ambasciatore Meloni. Dal punto di vista delle aree geografiche, il 40,2% degli studenti è in Europa, il 15,7% in Asia e Oceania, il 12,9% in America latina, l’11,7% in Nord America, l’11,2% nel Mediterraneo e Medio Oriente, il 7% nell’Europa extra UE e appena lo 0, 8% nell’Africa sub-sahariana. Su queste cifre vorrei ragionare un po’ con voi, sia pure velocemente.
È straordinaria la performance dell’Australia, dove 210.000 allievi studiano l’italiano, a partire dalle scuole elementari fino al livello universitario. Questo è dovuto al fatto che i nostri rappresentanti politici e diplomatici sono riusciti a far considerare l’italiano un retaggio dell’immigrazione nazionale e, quindi, a farlo inserire nel percorso curricolare. Con la conseguenza che come lingua di cultura, di insegnamento e di comunicazione la richiesta è vivace anche a livello universitario. Un altro caso vorrei richiamare, non per semplice curiosità. In aree geopolitiche molto difficili, come sono diventate quelle nordafricane, si sono sviluppate esperienze altrettanto significative. In Egitto, ad esempio, sono 132.000 gli studenti che studiano la nostra lingua a scuola e in Tunisia sono 40.000. In sostanza, la scelta di puntare prioritariamente allo svolgimento di corsi integrati nel curriculum scolastico ha dato i suoi frutti e va ribadita e rafforzata ovunque sia possibile, anche, come si è visto, in zone difficili come quelle menzionate. Naturalmente, non sono tutte rose e viole. In Asia, soprattutto nei paesi emergenti e di grande consistenza politica ed economica, come la Cina e lo stesso Giappone, l’italiano è richiesto soprattutto a livello universitario, per evidenti ragioni di scambi commerciali e di relazioni economiche, mentre non ancora penetra nel corpo sociale più diffuso. Indice di una percezione dell’Italia non ancora pienamente realizzata nelle sue potenzialità, soprattutto culturali. Nella nostra area, il Nord America, si registra una relativa espansione in Canada a livello universitario, dove sono impegnati in corsi di studio 11.000 studenti sui 65.000 complessivi, in larga prevalenza discendenti da famiglie di origine, essendo ancora ridotta la percentuale di stranieri che studiano l’italiano. Negli USA le buone notizie vengono dal progressivo consolidamento del programma AP e dalla creazione di un Osservatorio della lingua italiana, presente anche in Canada. Gli Osservatori consentono di rilevare la potenziale domanda in stretto riferimento alla situazione del paese e, quindi, di modulare l’intervento su una base concreta e realistica. Non a caso, una delle esperienze più riuscite fatte negli anni scorsi è stata quella dei Piani Paese, inspiegabilmente lasciati per strada, la cui funzione potrebbe essere riassorbita proprio negli Osservatori. Questo dell’adattamento alle peculiari situazioni delle aree e dei territori è ormai un grande e serio problema. Sarebbe un grave errore pensare di avere un modello di intervento unico per realtà diverse. Per questo francamente non si capisce, o si capisce con ragioni non strettamente linguistico-culturali, come si possa ritardare una riforma di sistema che affianchi ad un efficace ordinamento e razionalizzazione dell’impianto il massimo possibile di autonomia di gestione. Naturalmente, in qualunque contesto si operi, una delle questioni decisive è la formazione e la qualità degli insegnanti. Anche in questo caso, il sistema tradizionale di portarli in Italia per formarli e specializzarli non può più funzionare, soprattutto per mancanza di risorse, sicché è da accogliere con favore la maggiore attenzione che finalmente si sta dando alla formazione a distanza attraverso le ormai ordinarie tecnologie di comunicazione. Sapendo, per altro, che vi sono istituti universitari riuniti in consorzio che questa attività sono in grado di farla bene e a costi competitivi. È tempo ormai di rinnovare molto in questo campo, da un lato non fermandosi ad un’idea della promozione dell’italiano come esclusiva lingua delle radici e mettendosi dunque sul filo della corrente sempre più impetuosa del plurilinguismo, dall’altro levando molta polvere accademica e vecchi paludamenti dal sistema di trasmissione della nostra lingua e della nostra cultura. Ci sono, ad esempio, canali di conservazione e di promozione della lingua efficacissimi che passano attraverso le trasmissioni radiotelevisive, in particolare di RAI Italia, i giornali in italiano, internet, i social network. Purtroppo si continua a considerarli in modo separato rispetto alle modalità canoniche di trasmissione della lingua, quando andrebbero invece incorporati in un unico sistema, sia pure rispettando i linguaggi e le funzioni specifiche. Si tratta anche di avere un’idea più elastica e penetrante sia della lingua che della cultura. Se ne è avuta una prova proprio a Firenze nella tavola rotonda degli imprenditori italiani che operano nella sfera globale, nella quale alcuni di essi hanno dimostrato come possano essere efficaci parole italiane di forte intensità evocativa se inserite con linguaggi giusti in offerte di prodotti innovativi. La risposta che l’aggiornamento degli Stati generali di Firenze purtroppo non ha dato riguarda l’intenzione di coinvolgere tutte le forze che nel mondo sono cresciute in questo campo. Il vecchio vizio dell’italocentrismo è duro a morire. Ai nostri dirigenti politici e alti funzionari amministrativi sembra che sia buono e importante solo quello che parte dall’Italia. Eppure nel mondo vi sono università, istituti, scuole, esperienze, insegnanti, intellettuali di alto profilo e talvolta di eccellenza, che lavorano ogni giorno nel campo della lingua italiana. Essi, con un po’ di larghezza di vedute, potrebbero essere utilmente chiamati ad arricchire proficuamente il profilo di una cultura aperta, plurale, capace di riconoscere i valori reali e di farne una sintesi moderna e spendibile nella dimensione globale.
2 – IN EVIDENZA – POSTE AL PRESIDENTE RENZI LE QUESTIONI DEGLI ITALIANI ALL’ESTERO NELLA LEGGE DI STABILITÀ 2016.
Renzi. Nel corso dell’incontro che il Presidente Matteo Renzi ha avuto con i gruppi del PD di Camera e Senato per chiarire gli obiettivi strategici della legge di Stabilità per il 2016, ascoltare le valutazioni dei parlamentari e raccoglierne indicazioni e suggerimenti di modifica, i temi degli italiani all’estero sono stati costruttivamente posti all’attenzione dei presenti e del Presidente del Consiglio. Nel quadro di una larga condivisione di una manovra finalizzata al sostegno e consolidamento della ripresa e all’alleggerimento del peso fiscale sui cittadini italiani, i parlamentari del PD eletti all’estero, con un intervento dell’On. Laura Garavini, intervenuta nell’assemblea a nome di tutti, hanno richiamato la contraddittorietà di misure di riduzione delle risorse per i corsi di lingua e cultura, per l’attività dei Patronati e per il funzionamento degli organi di rappresentanza rispetto allo stesso obiettivo strategico di rafforzare la presenza dell’Italia nel mondo. In particolare, è stata sottolineata l’incoerenza tra la giusta misura di sostegno all’internazionalizzazione del nostro sistema produttivo e del Made in Italy e l’eventuale riduzione per i corsi di lingua e cultura, che sono uno dei veicoli più efficaci di proiezione del Sistema Paese nel mondo. Al termine degli interventi il Presidente del Consiglio ha ripreso la questione del finanziamento dei corsi di lingua e cultura italiana dichiarando di condividere l’esigenza di una loro salvaguardia. D’altro canto, lo stesso Presidente Renzi, negli incontri che ha avuto negli ultimi mesi con le nostre comunità, ad esempio in Australia e in alcuni Paesi dell’America latina, non ha mai taciuto la sua convinzione che la lingua e la cultura rappresentino il ponte più diretto e sicuro tra l’Italia e le nostre comunità, in particolare le nuove generazioni. In più, i flussi di nuova emigrazione accrescono le responsabilità e l’impegno di offrire in questo campo un servizio diffuso e qualificato. Il cammino delle leggi di Stabilità, come è noto, è sempre arduo e accidentato, soprattutto nella non breve fase di risanamento finanziario e di contenimento della spesa pubblica che stiamo attraversando. Esigenze molteplici e spesso pressanti si devono confrontare con risorse limitate. Tuttavia, le parole del Presidente del Consiglio sono un passaggio di indiscutibile importanza e un richiamo per tutti, sia a livello politico che amministrativo, in vista di una legge di Stabilità che sappia utilizzare la leva della coesione di tutti gli italiani, in Italia e all’estero, per consolidare la ripresa e riportare autorevolmente l’Italia nel mondo. Per quanto ci riguarda, in un’ottica di sostegno dell’azione riformatrice e di risanamento portata avanti dall’attuale Governo, continueremo a far sentire, alla Camera e al Senato, la voce e le richieste degli italiani all’estero nel corso dell’intero iter della legge di Stabilità 2016, senza ristrettezze corporative e toni propagandistici, ma con la convinzione che le soluzioni positive per le quali ci battiamo servano prima di tutto al Paese.
3 -CITTADINANZA: RESTANO DA AFFRONTARE LE QUESTIONI RIGUARDANTI GLI ITALIANI ALL’ESTERO. Cittadinanza Francesca La Marca è intervenuta in Aula sul provvedimento relativo alla cittadinanza dei minori stranieri a nome degli eletti all’estero del PD, anche a nome dei colleghi eletti all’estero del PD Fedi, Porta, Farina, Garavini e Tacconi. L’On. La Marca, assieme agli altri colleghi, ha presentato sia in Commissione che in Aula alcuni emendamenti riguardanti le questioni relative alla cittadinanza degli italiani all’estero. Poiché il provvedimento in esame ha un oggetto specifico e non comprende l’universo delle questioni relative alla cittadinanza, il relatore ha chiesto ai parlamentari eletti all’estero di ritirare i loro emendamenti. I gruppi di opposizione, a loro volta, si sono dichiarati contrari al merito degli stessi emendamenti. Rispetto a queste prese di posizione, la deputata ha svolto il seguente intervento: “Comprendo le ragioni che inducono il relatore e il rappresentante del Governo a chiedere il ritiro degli emendamenti che non hanno una diretta attinenza con il testo al nostro esame. Voglio aggiungere, anzi, anche a nome dei colleghi eletti all’estero del gruppo PD Fedi, Porta, Farina, Garavini e Tacconi, che il passo in avanti che si cerca di fare in questa direzione rappresenta un atto di civiltà e di solidarietà umana atteso da tempo, che ci mette finalmente al passo con i Paesi più avanzati e consapevoli sul piano dei diritti civili. Lo dico da cittadina italiana e da cittadina canadese, che attraverso la sua personale esperienza ha potuto constatare quanto sia importante l’acquisto della cittadinanza per una positiva integrazione nei paese di insediamento. Consentiteci, tuttavia, anche di esprimere il nostro rammarico per il fatto che non si sia potuta cogliere questa occasione per affrontare questioni altrettanto urgenti e sentite riguardanti gli italiani all’estero, questioni che da tempo aspettano una equilibrata e giusta soluzione. Ci riferiamo al recupero della cittadinanza da parte della donna che l’ha perduta avendo sposato uno straniero prima dell’entrata in vigore della Costituzione e che, dunque, non l’ha potuta trasmettere ai suoi figli. Ci riferiamo all’attesa di chi è nato in Italia e che dopo essere emigrato ha perduto la cittadinanza perché ha dovuto assumere, per ragioni di lavoro e di vita, la cittadinanza del Paese di residenza e oggi aspirerebbe a riacquistarla per una scelta identitaria e morale, non per interessi materiali. Ci riferiamo, ancora, ai discendenti degli abitanti dell’ex Impero austro-ungarico che non possono più presentare la domanda di riacquisto, previsto dalla legge n. 379 del 2000, perché i termini sono chiusi dal 2010. Sappiamo che c’è una disponibilità della maggioranza a cercare una soluzione concreta a questi problemi in un momento ed eventualmente in una sede diversa. Mi riferisco al fatto che in Senato è in stato avanzato di esame un provvedimento che riguarda diversi aspetti della cittadinanza degli italiani all’estero. Bene, ne prendiamo atto, con la speranza che il Parlamento e il Governo, dopo quello di oggi, facciano altri passi in avanti anche in questa direzione. Per questi motivi, annunciamo il ritiro dei nostri emendamenti”.
LA MARCA INTERVIENE SUL PROVVEDIMENTO RELATIVO ALLA CITTADINANZA DEI MINORI STRANIERI A NOME DEGLI ELETTI ALL’ESTERO DEL PARTITO DEMOCRATICO . NUOVI ITALIANI: LA CITTADINANZA PER I MINORI FIGLI DI STRANIERI, LA PROPOSTA DI LEGGE APPROVATA DALLA CAMERA
4 – RAPPORTO INPS: LA TUTELA PREVIDENZIALE DEI MIGRANTI VA GARANTITI. Inps La conferenza stampa del Presidente Tito Boeri sul rapporto dell’INPS sulle prestazioni previdenziali e assistenziali erogate a favore di pensionati che per diverse ragioni risiedono o si spostano all’estero fornisce molti dati e qualche spunto di riflessione. Questa operazione, tuttavia, non può prescindere dalla considerazione che in un campo così delicato, che investe la condizione di persone che dopo una vita di lavoro hanno il diritto di sostenersi con il frutto del loro impegno o di affidarsi alla solidarietà della società alla quale sono legati, è necessario tenere presente che i numeri rispecchiano persone e situazioni reali. Per questo non nascondiamo una qualche sorpresa sul fatto che l’incontro voluto dall’INPS sulle pensioni all’estero, pur ricco di dati e di riferimenti, si sia concentrato nelle versioni date dalla stampa nazionale sul fatto che l’Italia, concedendo l’integrazione al minimo e le maggiorazioni sociali a stranieri o italiani che risiedono o si spostano all’estero, si permetta un lusso inopportuno. Per evitare campagne demagogiche e aggressioni polemiche è necessario riportare le cose alle loro dimensioni reali. Gli stranieri che per decenni sono stati in Italia e vi hanno lavorato, spesso in condizioni di sottosalario o addirittura in nero, compromettendo così senza loro colpa il loro futuro previdenziale, se decidono di tornare nell’ultima fase della loro esistenza nei luoghi d’origine non fanno altro che quello che milioni di italiani hanno fatto nella loro vicenda emigratoria e se non possono maturare il diritto ad una prestazione italiana, il nostro Stato dovrebbe almeno restituire loro – come accadeva una volta prima della legge Bossi-Fini – i contributi versati. Inoltre è vero che negli ultimi anni migliaia di pensionati italiani si sono trasferiti all’estero, spesso in Paesi dove il costo della vita è più accessibile, ma questo è dovuto al fatto che molti si sono trovati e si trovano nella condizione di non riuscire a mantenere il loro abituale tenore di vita con le pensioni che riscuotono. Dal 2003 al 2014 sono un totale di 37.000 persone. Fenomeno assolutamente irrisorio sia dal punto di vista numerico che dal punto di vista economico. Perché enfatizzarlo così tanto? D’altronde l’Inps già paga oltre 400.000 pensioni all’estero, destinate a diminuire progressivamente per ragioni fisiologiche e non ad aumentare. Francamente discutibile ci sembra poi l’affermazione che queste persone pagano le tasse dirette e indirette non in Italia, ma nei loro paesi di residenza perché questo accade solo per quei paesi con i quali vi sono accordi bilaterali di sicurezza sociale e finalizzati ad evitare una doppia tassazione. Quale sarebbe la soluzione, quella di smantellare la rete degli accordi bilaterali che l’Italia ha costruito nel tempo e rinchiudersi nei confini nazionali proprio mentre la globalizzazione sta accentuando in modo inverosimile la mobilità dei capitali, delle attività produttive e commerciali, delle professioni e del lavoro? Non ha detto lo stesso Presidente Boeri – e qui ha mille ragioni – che il saldo previdenziale tra le migrazioni in entrata e quelle in uscita è largamente positivo e che tenderà ad aumentare nei prossimi anni? Anche qui, quale sarebbe la soluzione, lucrare sui contributi versati dai lavoratori stranieri e non restituiti e negare allo stesso tempo i diritti di chi è cittadino italiano e ha lavorato nel nostro paese dando un contributo non da poco alla sua vita economica e sociale? Oltretutto, le cifre che s’intravedono dietro i cambiamenti ipotizzati dal Presidente Boeri sono così limitate rispetto ai problemi reali dell’INPS che ci sembra veramente inopportuno e poco producente pensare ad un recupero di risorse partendo dagli ultimi, da chi ha più bisogno e spesso ha meno ricevuto nel corso della sua esistenza. Come è comunque noto l’integrazione al minimo già è stata resa inesportabile nei Paesi dell’Unione europea e dal 1995 è stata vincolata alla presenza di almeno 10 anni di contributi effettivi accreditati in Italia per chi risiede nei Paesi extra-UE (resa quindi anche in questi casi praticamente inesportabile). Non vogliamo credere perciò che l’INPS voglia revocare le pensioni al minimo attualmente cristallizzate nei Paesi extra-UE scippando così dei diritti acquisiti. Diversa potrebbe essere una riflessione sull’esportabilità delle maggiorazioni sociali che tuttavia, non dimentichiamolo, rappresentano spesso l’unico mezzo di sostentamento per migliaia di nostri connazionali che vivono in Paesi devastati dalla crisi economica e sociale. Ci auguriamo, dunque, che le questioni reali del nostro sistema previdenziale e assistenziale tornino al centro della discussione e non si mettano in discussione diritti legittimamente acquisiti.
5 – PASSI IN AVANTI PER IL RECIPROCO RICONOSCIMENTO DELLE PATENTI DI GUIDA TRA ITALIA E QUEBEC
Patenti , rapporti tra l’Italia e il Canada continuano a godere ottima salute. Ne ho avuto diretta conferma qualche settimana fa a Québec, capitale dell’omonima provincia, nella quale si è celebrato il cinquantesimo anniversario della Delegazione in Italia, e nei contatti che nell’occasione ho avuto con le più alte autorità locali. Contatti che saranno utilmente ripresi il 13 dicembre, quando una delegazione del Governo e del Parlamento del Québec saranno a Roma per una visita istituzionale. Un’ulteriore, positiva conferma l’ho ricevuta stamattina da un alto funzionario del Ministero dei trasporti italiano, che ho contattato per monitorare lo stato di avanzamento di un problema che sto seguendo da tempo, quello dell’accordo tra il nostro Governo e le autorità canadesi per il reciproco riconoscimento delle patenti di guida. Un passaggio apparentemente minore, che tuttavia sarebbe di concreto aiuto sia per gli italiani che sono o si recano in Canada, come per i canadesi che fanno altrettanto con il nostro Paese. Uno di quei provvedimenti, insomma, che a me piacciono particolarmente, senza enfasi ma destinati a facilitare la vita delle persone e a rinsaldare con i fatti i legami tra i due Paesi. Voglio ricordare che per merito delle rispettive diplomazie è stato già definito un accordo quadro a livello federale, ma che la traduzione operativa di quell’accordo deve avvenire a livello delle singole Province, che sono titolari esclusive delle competenze in materia. Ebbene, con il Québec i rapporti sono abbastanza avanzati, come mi hanno confermato dal nostro Ministero dei trasporti. Si sono di recente incontrate le delegazioni delle due parti, che hanno messo a punto alcune questioni di carattere tecnico, sulle quali si aspetta ora una risposta conclusiva delle autorità del Québec. Anche se il cammino degli accordi bilaterali è sempre lungo e talvolta tortuoso, mi pare che non siamo lontani dal traguardo. Ne va dato merito a quanti, in Italia e in Canada, stanno lavorando in questo senso”.
6 – BUON LAVORO AL PRIMO MINISTRO TRUDEAU . Esprimo grande soddisfazione per la svolta liberale che i cittadini canadesi hanno impresso alla politica nazionale con il voto di queste ultime ore per il rinnovo del parlamento federale. La vittoria di Justin Trudeau chiude il lungo ciclo conservatore durato per nove anni, ed apre le porte ad una azione di governo più dinamica, più sensibile a questioni epocali come quella ambientale, più attenta ai rapporti di collaborazione in ambito nord americano e globale, più aperta verso il tema cruciale dei migranti. Se ne sentiva il bisogno. I segnali di crisi manifestati dal progressivo decremento del PIL negli ultimi mesi e dalle difficoltà legate alla caduta del prezzo del petrolio sono stati gli impulsi più immediati del cambiamento. Ma al di là di questi pur importanti aspetti, era lievitato nella sensibilità diffusa dei cittadini canadesi un desiderio di riaprire il Canada ad un dialogo più costruttivo con l’alleato nord americano e con gli altri partner internazionali e di rimettere mano all’agenda delle riforme sociali, che i conservatori avevano inappellabilmente chiusa. Questo credo, sia il senso più profondo di un orientamento così netto a favore delle posizioni liberali. Da cittadina canadese e italiana mi auguro che in questa prospettiva di rinnovamento i rapporti tra Italia e Canada, entrambi impegnati a superare le difficoltà di una difficile fase economica con azioni politiche riformatrici, si sviluppino e si rinsaldino. In particolare, mi sentirò ancor più impegnata a fare in modo che le possibilità di scambi culturali e giovanili, diventati in questi ultimi anni sempre più anemici, riprendano slancio e respiro
Buon lavoro, dunque, Primo Ministro Trudeau e buon cammino al governo che sarà chiamato a dirigere e all’ampia maggioranza liberale e progressista.
7 – SODDISFAZIONE PER LA SALVEZZA DEI CORSI DI LINGUA ITALIANA A VAUGHAN .
Studenti Esprimo la mia sincera e grande soddisfazione per la salvezza dei corsi d’italiano integrati nelle scuole locali, avvenuta a seguito della pur contrastata decisione del Board dello York Catholic District School. Era in discussione uno dei presidi dell’immigrazione italiana in Canada e in ballo 400 classi di italiano in 23 scuole elementari di Vaughan. L’istituzione cattolica, per ragioni di risanamento di bilancio, aveva proposto il drastico ridimensionamento dei corsi di italiano, tagliando gli investimenti relativi, nonostante il sostegno che essi da anni ricevono dal Centro Scuola, storico partner del Provveditorato cattolico. L’approvazione di un tale orientamento, anche se motivata da obiettive ragioni finanziarie, non solo avrebbe colpito al cuore la comunità italiana dell’Ontario, ma avrebbe negativamente inciso sulla qualità della formazione di migliaia di studenti, che attraverso l’acquisizione di un’altra lingua o il recupero di quella originaria, aspirano a rafforzare la loro cittadinanza globale. Per questo atto di lungimiranza e di solidarietà, vorrei esprimere la mia gratitudine e ringraziare sentitamente quanti si sono strenuamente impegnati, dentro e fuori l’istituzione scolastica cattolica, per scongiurare una preoccupante eventualità e difendere una conquista storica della nostra comunità. Ora, però, non si può dormire sugli allori. La situazione è obiettivamente difficile per molte delle istituzioni formative che svolgono il loro prezioso servizio e occorre pertanto prevenire prima di alzare barricate quando le situazioni rischiano di diventare irrecuperabili. Io stessa, alle prime avvisaglie del pericolo, ho presentato il 4 giugno 2015 un’interrogazione al Governo italiano per sollecitare un dialogo costruttivo con le autorità scolastiche locali e per considerare l’eventualità di un sostegno integrativo finalizzato alla salvaguardia dei corsi, ricevendo dallo stesso Governo una disponibilità in tal senso. Sono certa che le autorità diplomatiche e consolari, gli organismi di rappresentanza, le personalità più autorevoli della comunità italo-canadese e gli operatori sapranno individuare un percorso capace di riassorbire progressivamente i fattori di rischio e tutelare un assetto formativo che rappresenta una garanzia per migliaia di famiglie e di studenti. Per quanto mi riguarda, confermo la mia piena disponibilità a collaborare ad una soluzione più stabile ed organica.
8 – CAMERA DEI DEPUTATI . LA MARCA INTERVIENE PER IL GRUPPO DEL PD SU DUE IMPORTANTI RATIFICHE DI ACCORDI BILATERALI
Sono intervenuta in Aula per fare due dichiarazioni di voto per conto del Gruppo del Partito Democratico sulla ratifica di altrettanti accordi bilaterali in materia, rispettivamente, di collaborazione aerospaziale (Italia-Usa) e di cooperazione nel settore della difesa (Italia-Cile).
Nel primo caso si è trattato della ratifica e dell’esecuzione dell’Accordo quadro tra il Governo italiano e quello degli Stati Uniti per la cooperazione nell’esplorazione e utilizzazione dello spazio extra-atmosferico per scopi pacifici. Nell’annunciare il voto favorevole del maggior gruppo parlamentare della Camera, ho affermato: “Il provvedimento merita il voto favorevole della Camera perché rafforza e consolida lo scambio scientifico e tecnologico tra l’Italia e uno dei Paesi guida nel campo della ricerca aerospaziale e dell’esplorazione dello spazio, come gli USA; offre nuove e più solide opportunità di sviluppo alla ricerca italiana e all’industria nazionale in un settore strategico e di grande futuro; sostiene e fa progredire la cooperazione della nostra Agenzia spaziale con quelle operanti in USA con analoghe funzioni, ad iniziare dalla NASA”. Ho sottolineato, inoltre, che gli obiettivi del provvedimento sono di primaria importanza, quali l’esplorazione umana dello spazio e l’osservazione dell’universo, nonché la realizzazione degli strumenti scientifici e tecnologici atti a realizzarli.
Sono poi intervenuta per dichiarare il voto favorevole del Gruppo all’Accordo tra il Governo italiano e quello della Repubblica del Cile sulla cooperazione nel settore della difesa. Le ragioni del voto favorevole sono nella idoneità del provvedimento di rafforzare le capacità difensive dei due Paesi attraverso la cooperazione bilaterale delle rispettive Forze armate; di migliorare il dialogo e perfezionare il confronto sui temi della sicurezza, divenuti vitali in ambito globale e in particolari scacchieri, ai quali i due Paesi sono interessati; di consolidare la base di sviluppo delle attività tecnologiche ed industriali legate al campo della difesa e della sicurezza. Per convincersi dell’utilità di questo accordo bilaterale basta scorrere anche solo velocemente i campi di possibile cooperazione: la politica di sicurezza e difesa, quella della ricerca, sviluppo e supporto logistico di beni e servizi per la difesa, le operazioni umanitarie, l’organizzazione delle Forze Armate, la formazione, l’addestramento e la sanità militare. I provvedimenti sono stati entrambi approvati dalla Camera.
9 – INCONTRI SUL TERRITORIO. ALL’ASSEMBLEA NAZIONALE DEL QUÉBEC PER LE CELEBRAZIONI DEI CINQUANT’ANNI DELLA PROVINCIA CANADESE IN ITALIA
Il 28 ottobre a Ville de Québec, capitale amministrativa della provincia canadese e sede del governo e del parlamento provinciali, ho partecipato alle celebrazioni del cinquantesimo anniversario della presenza della delegazione del Québec in Italia. Le celebrazioni sono iniziate nella mattinata presso l’Assemblea nazionale del Québec con un incontro con il Primo Ministro della Provincia, Philippe Couillard, il Presidente dell’Assemblea Jacques Chagnon, il Vice Presidente dell’Assemblea François Ouimet, diversi deputati quebbechesi, alcuni dei quali di origine italiana come l’on. Filomena Rotiroti. Per la parte italiana presenti tra gli altri l’Ambasciatore d’Italia Gian Lorenzo Cornado e il Console Generale di Montreal Enrico Padula. La delegazione italiana ha poi compiuto una breve visita guidata al Parlamento. Ha fatto seguito un colloquio formale con il Presidente dell’Assemblea Chagnon, nel corso del quale ho espresso l’auspicio di un incremento degli scambi giovanili che possa portare da un lato ad una crescita delle esperienze di lavoro di giovani italiani in Québec e dell’altro a una presenza più numerosa per studio e formazione professionale di giovani canadesi in Italia. Dopo un pranzo di lavoro con il vice presidente dell’assemblea e due deputate, una di maggioranza (Filomena Rotiroti) e una minoranza (Agnès Maltais), la delegazione italiana ha fatto ritorno all’Assemblea, dove si è sviluppato un confronto sui temi di politica sanitaria. A questo proposito, ho avanzato l’ipotesi di accordi su specifici aspetti in materia di sanità tra il Québec e alcune Regioni italiane eventualmente interessate. Un altro importante passaggio della lunga giornata di incontri si è avuto presso l’Hotel Château Laurier, dove si è svolta una conferenza significativamente intitolata “Double Regard”, alla presenza di circa 150 intervenuti, in maggioranza espressione della comunità italiana. Tra gli altri, oltre all’Ambasciatore d’Italia e al Console di Montreal, il rappresentante del Canada nel Cgie, Rocco Di Troilo, il Presidente del Comites di Montreal Giovanna Giordano, la responsabile dell’Inca-Cgil Vera Rosati, il sen. Basilio Giordano, il direttore del Cittadino italo-canadese, Vittorio Giordano, il rappresentante del congresso italo-canadese, Pino Asaro. Sono intervenuti la Dott.ssa Daniela Renosto, Capo Missione della Delegazione del Québec a Roma, l’Ambasciatore e il Console italiani. Sono intervenuta, ancora una volta in francese, affermando: “Come parlamentare italiana e come figli di emigrati in Canada sento il dovere di dire che la nostra gratitudine per questa terra è grande e sincera e durerà per molte generazioni. Nello stesso tempo, mi sia consentito di affermare con orgoglio che ci sentiamo di aver dato molto, talvolta in condizioni difficili, allo sviluppo e al progresso di questa realtà. Con il nostro lavoro e la nostra lealtà verso le leggi e l’ordinamento di questo grande Paese. Una realtà che ormai sentiamo nostra, anche se continuiamo a coltivare la nostra cultura delle origini, non come un fattore di distinzione, ma come un elemento di diversità e ricchezza in un sistema interculturale, che il Canada è stato il primo Paese al mondo a costruire”. La lunga e proficua giornata di incontri si è conclusa con una cena ufficiale, nel corso della quale, seduta tra il Vice Presidente dell’Assemblea e il Ministro dei Trasporti Robert Poeti, di origine italiana, ho avuto modo di ritornare su alcune questioni toccate in precedenza, come la sanità e il riconoscimento reciproco delle patenti di guida, e di auspicare che nella prossima visita a Roma di una delegazione parlamentare del Québec si possa approfondire e dare sviluppo alle tematiche affrontate.
10 – WASHINGTON: PRIMA RIUNIONE DI COORDINAMENTO CONSOLARE NEGLI USA. Sabato 17 ottobre ho partecipato a Washington alla prima riunione di coordinamento consolare negli USA tra i COMITES, i parlamentari della ripartizione, i rappresentanti del CGIE e i Direttori degli Istituti di cultura. Ha presieduto l’incontro l’Ambasciatore d’Italia Claudio Bisogniero, presenti anche il consigliere economico Dott. Carlo Romeo e il Direttore di RAI World Dott. Piero Corsini. Prima della riunione plenaria si è svolto un incontro più ristretto dei Presidenti dei COMITES USA, alla presenza dell’Ambasciatore Bisogniero e del Consigliere Romeo. In questa riunione si è discusso in particolare, delle modalità di voto, dell’eventualità di esercitarlo presso seggi installati nei consolati e con modalità elettroniche, della questione dell’opzione, della limitata partecipazione registrata nell’ultima consultazione, delle problematiche legate all’autenticazione delle firme, e di altro ancora. Ha fatto seguito la riunione plenaria durante la quale, con un ampio dibattito, sono stati toccati i numerosi punti all’ordine del giorno, con particolare attenzione per la verifica del Programma AP relativo alla promozione della lingua e della cultura italiana negli USA e per l’efficienza dei servizi consolari, anche alla luce della chiusura di alcune strutture. In questo ambito ho svolto un intervento di carattere generale, nel quale, dopo essermi congratulata con gli eletti per il loro successo ed aver fatto gli auguri di buon lavoro, ho sottolineato l’esigenza di una più stretta sinergia di forze e di impegno rispetto al passato tra tutti i livelli della rappresentanza (COMITES, nuovo CGIE, parlamentari), al fine di contrastare il rischio di regressione degli interventi verso gli italiani all’estero e di farne pesare e riconoscere le istanze. Ho poi toccato due punti relativi alle imminenti scadenze parlamentari, quello della legge di stabilità e dell’annunciata abolizione dell’IMU e della TASI sulla prima casa. Rispetto alla Stabilità 2016, che risentirà della necessità di recuperare margini di spesa pubblica da destinare agli sgravi fiscali, si tratterà di far fronte comune per evitare che questa operazione incida pesantemente sulle poste riguardanti gli italiani all’estero. Sul secondo punto, l’impegno sarà quello di fare in modo che la recente conquista dell’esenzione per i pensionati sia ulteriormente estesa e che, più in generale, l’abitazione posseduta di cittadini italiani all’estero sia equiparata alla prima casa. Infine, mi sono soffermata sulle recenti vicende parlamentari relative all’approvazione di un disegno di legge di iniziativa popolare sulla concessione della cittadinanza ai minori figli di stranieri nati in Italia da genitore regolarmente residente o che abbiano frequentato un intero ciclo di studi. Nell’occasione ho ricordato che da parte dei parlamentari eletti all’estero sono stati presentati emendamenti riguardanti le questioni aperte degli italiani all’estero, che però non sono stati accolti per la specificità della soluzione adottata. La strada che si è scelta è stata quella di aumentare le pressioni politiche per fare in modo che la soluzione per questo altro ordine di problemi possa venire in prima battuta dal Senato, dove è in stato di avanzato esame una legge altrettanto specifica. Concludendo ho insistito sulla opportunità di evitare sulla cittadinanza fughe propagandistiche e di creare facili illusioni per un percorso necessario da perseguire ma che resto ancora lungo e difficile. Durante la pausa pranzo, ho partecipato alla discussione informale con il Direttore Piero Corsini su diversi aspetti riguardanti l’informazione dei nostri rappresentanti all’estero e il miglioramento del servizio a beneficio delle comunità in Nord America. I lavori sono poi proseguiti attivamente nel pomeriggio.
11 – A TORONTO PER INCONTRI COMUNITARI E CULTURALI. DOPO GLI IMPEGNI STATUNITENSI LEGATI ALLA CELEBRAZIONE DEL COLUMBUS DAY, HO AVUTO IN CANADA NEI GIORNI SUCCESSIVI ALTRI INCONTRI DI TIPO COMUNITARIO E E CULTURALE. IL 13 OTTOBRE, PRESSO IL GRANDRAVINE RECREATION CENTRE DI TORONTO, HO INCONTRATO UN NUMEROSO GRUPPO DI ANZIANI ITALO-CANADESI, CHE NELLA GIORNATA DI MARTEDÌ ABITUALMENTE SI RIUNISCONO PER SVOLGERE ATTIVITÀ RICREATIVE PRESSO IL CENTRO.
Nel saluto che ho rivolto ai presenti, ho dato brevemente conto dell’attività parlamentare che sto svolgendo, unitamente agli altri parlamentari del PD eletti nella circoscrizione Estero, in diversi campi, quali la sanità, l’IMU per i pensionati residenti all’estero, le implicazioni per gli anziani contenute nell’accordo bilaterale di previdenza sociale tra Italia e Canada, e altri ancora. In particolare, mi sono soffermata sul mio impegno per il riconoscimento reciproco delle patenti, che ha portato ad un primo accordo quadro a livello federale, da perfezionare ora con accordi con le singole Province canadesi, titolari delle competenze in materia di trasporti. Quindi, ho illustrato il mio emendamento al Progetto “Destinazione Italia”, che prevede il coinvolgimento delle comunità italiane all’estero nei programmi di internazionalizzazione del Paese. La presentazione si è conclusa con alcuni riferimenti alle vicende riguardanti la riforma della cittadinanza, su cui sono intervenuta nell’Aula della Camera nei giorni precedenti a nome di tutti gli eletti all’estero del Partito democratico. L’illustrazione è stata seguita dai presenti con interesse e ha dato luogo ad un ricco dibattito. A Toronto, ho portato il mio saluto al convegno su Dante Alighieri, svoltosi presso il Dipartimento di Italianistica dell’Università di Toronto. Dopo il saluto del Direttore del Dipartimento, Prof. Salvatore Bancheri, del Direttore dell’Istituto italiano di cultura di Toronto, Dr. Alessandro Ruggera e di vari docenti e critici di levatura internazionale, sono intervenuta manifestando la l’emozione per quello che ho considerato un “ritorno a casa”, avendo conseguito presso lo stesso Dipartimento un minor in Italianistica, seguito con entusiasmo molti eventi organizzati nella stessa sede e ottenuto un dottorato in letteratura francese in una struttura parallela della medesima università. Parlando del tema del convegno, ho sottolineato l’attualità di Dante, testimoniata anche dall’impostazione dei lavori, a conferma che il grande patrimonio della cultura italiana di tradizione non si è esaurito, ma può dare ancora frutti fecondi se affrontato secondo profili originali e con metodologie aggiornate. Accanto ad esso, tuttavia, abbiamo la necessità di far vivere un altro tratto dell’identità italiana nel mondo – quello della creatività, dello stile, del gusto, della sociabilità – che spesso è delegato alle attività economiche e commerciali o alle pratiche individuali, senza il supporto di un adeguato progetto culturale. Nel concludere il mio intervento ho ribadito come uno “degli obiettivi primari di eletti all’estero, ma più in generale di comunità italiana nel mondo, è quello di affermare un’idea aperta e plurale della cultura italiana. Voglio dire che è necessario far capire che le elaborazioni e gli stessi canoni interpretativi non sono solo quelli maturati negli ambienti accademici e culturali “metropolitani”, ma tutti quelli che si esprimono nell’ambito della più vasta italianità presente e viva nel mondo.
12 – A NEW YORK PER LE MANIFESTAZIONI DEL COLUMBUS DAY.
Ho partecipato a New York all’intero programma delle iniziative collegate al Columbus Day, il tradizionale evento che da decenni richiama e afferma l’identità e l’orgoglio della comunità italo-americana. Il Columbus Day, infatti, oltre a evocare la storia di milioni di emigrati italiani che negli Stati Uniti hanno trovato una seconda patria e una nuova vita, per sé e per i propri discendenti, rappresenta un messaggio ancora attuale di come una società aperta e dinamica possa accogliere nel suo seno e integrare persone di diversa provenienza e di diversa cultura, diventando anche per questo fattore propulsivo di uno dei più sviluppati Paesi del mondo.
Sabato 10 ottobre ho partecipato al gala della Columbus Citizen Foundation, svoltosi al Waldorf Astoria Hotel, con la presenza di oltre mille persone. Sotto la conduzione del Presidente Angelo Vivolo e del Vice Presidente Ralph Balzano sono stati premiati alcuni tra i maggiori esponenti della comunità italo-americana, come Lady Gaga, il Governatore dello Stato di New York Andrew Cuomo e altri ancora. La serata, tra l’altro, è stata animata dall’esibizione del gruppo di successo “Il Volo”. Lunedì 12 ottobre la lunga giornata di festeggiamenti è iniziata con la celebrazione della Messa presso la St. Patrick’s Cathedral, alla quale ho partecipato al fianco della Console di New York, Natalia Quintavalle e del Console Generale Aggiunto, Roberto Frangione. Subito dopo è iniziata la tradizionale e grande sfilata lungo la 5° Avenue, che anche quest’anno ha coinvolto molte centinaia di migliaia di persone, alla presenza del Sindaco De Blasio e del Governatore Andrew Cuomo. A conclusione della imponente sfilata, si è tenuto presso il circolo della parrocchia della chiesa di St. Ignatius Loyola un incontro con i poliziotti italo-americani del NYPD (New York Police Department). Tra di loro anche l’ex campione di baseball Tommy La Sorda. La lunga giornata si è conclusa al Consolato italiano, dove si sono raccolti centinaia di esponenti della nostra comunità che hanno suggellato un evento di grande forza evocativa della presenza italiana negli USA e in tutto il Nord America.
8 – VAUGHAN: INAUGURAZIONE DELLA MOSTRA “DISCOVER THE OTHER ITALY”.
Presso il comune di Vaughan, la città a nord di Toronto dove vi è una delle più alte concentrazioni di italiani del Canada, ho preso parte all’inaugurazione della mostra fotografica “Discover the other Italy”. La mostra, patrocinata, oltre che dall’Expo, dall’Enit e dalla FAI, è stata una delle manifestazioni collaterali e decentrate dell’Expo di Milano. Era composta da 210 foto, dieci per ogni regione italiana, più 10 dedicate alla città di Milano. All’inaugurazione sono intervenuti, oltre al Sindaco di Vaughan Maurizio Bevilacqua, che ha fatto gli onori di casa, il Console generale Giuseppe Pastorelli, il Direttore dell’Istituto di cultura Alessandro Ruggera e, come si diceva, l’On. La Marca. Nel mio intervento ho manifestato il mio vivo apprezzamento per l’iniziativa. Essa, infatti, presenta il volto di un’Italia meno conosciuta e meno standardizzata, ma pur ricca di valori paesaggistici e storici e di beni culturali, materiali e immateriali, quali le emergenze archeologiche, i borghi, le tradizioni popolari, la gastronomia ed altro. Lo sforzo che l’attuale Governo sta facendo è proprio quello di cercare di orientare il turismo anche nel Mezzogiorno e nell’Italia cosiddetta minore, che offre possibilità di scoperta e di godimento non inferiori a quelle assicurate dalle più note mete del turismo internazionale. Il fatto, poi, che una mostra di questo tipo riproponga ad un pubblico di persone d’origine i quadri ambientali di ogni singola regione tocca sensibilità profonde e autentiche, in quanto ogni emigrato, nella sua memoria e nei suoi racconti, fa costantemente riferimento ad un particolare territorio e ad uno specifico contesto locale. Ho sottolineato, inoltre, come il fascino che l’Italia ha nel mondo sia legato non solo allo straordinario patrimonio di arte, storia, cultura architettura, stile, moda e cibo, ma anche alla varietà dei suoi paesaggi, che spesso nel giro di un ristretto percorso svariano dal mare alla montagna, dalla collina verde e coltivata alle conurbazioni urbane di più forte richiamo turistico. È evidente il vantaggio diretto, soprattutto in termini di turismo e di richiamo culturale, che la promozione del molteplice e variegato profilo dell’Italia comporta, e quello indiretto, legato al fatto che l’offerta delle eccellenze di cui il Paese dispone contribuisce a rafforzare la sua immagine e il suo credito nel mondo.
PER AGGIORNAMENTI E APPROFONDIMENTI E SULL’ATTIVITÀ PARLAMENTARE DEL GRUPPO PD DELLA CAMERA DEI DEPUTATI, CONSULTA IL SITO: www.deputatipd.it

 

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