10493 Marco Fedi (PD-Australia): L’Italia è un bene comune e non c’è Italia … senza di voi!

20130208 19:39:00 redazione-IT

Care elettrici e cari elettori, dobbiamo liberare l’Italia dal centro-destra di Berlusconi. Con il vostro voto costruiremo un’Italia più giusta e contribuiremo alla formazione di un Governo guidato da Pierluigi Bersani. Insieme continueremo la battaglia parlamentare per :
• scongiurare le chiusure dei Consolati, in particolare di Adelaide e Brisbane,
• rafforzare le richieste di servizi efficienti per la comunità italiana d’Australia e per coloro che intendono visitare l’Italia;
• migliorare il sistema di pagamento delle pensioni italiane e di verifica dell’esistenza in vita dei pensionati;
• garantire investimenti adeguati per rilanciare la lingua e la cultura italiana all’estero;
• politiche innovative per i giovani discendenti degli Italiani all’estero e per i giovani che lasciano l’Italia per ragioni di lavoro e di studio.
Grazie al vostro sostegno la voce degli italiani all’estero sarà più forte. L’Italia deve riprendere il cammino verso la crescita e lo sviluppo, nel segno dell’equità e della giustizia sociale. Lavoriamo insieme per un’Italia più giusta.

INFORMAZIONI SUL VOTO ELEZIONI POLITICHE 2013 CIRCOSCRIZIONE ESTERO

• Gli Italiani all’estero votano con le preferenze.

• Il voto degli Italiani all’estero può essere decisivo anche questa volta.

• CHI PUÒ VOTARE:
– Tutti gli Italiani iscritti all’AIRE.
– Chi ha compiuto 18 anni può̀ votare per la Camera dei Deputati. Chi ha compiuto 25 anni può votare anche per il Senato.

• ATTENZIONE Gli Italiani all’estero non votano al seggio. I plichi elettorali verranno recapitati a casa degli elettori.

• IMPORTANTE Si vota apponendo una croce sul simbolo della lista ed esprimendo una solo preferenza, da scrivere nello spazio accanto al simbolo di lista.

• Attenzione: utilizzare solo una penna blu o nera

I PLICHI DEVONO ARRIVARE AL CONSOLATO, per posta o consegnati a mano, ENTRO LE ORE 16,00 DEL 21 FEBBRAIO 2013. ELEZIONI 2013

 

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SCARICA IL VOLANTINO DI MARCO FEDI

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CAMERA DEI DEPUTATI CIRCOSCRIZIONE ESTERO AFRICA, ASIA, OCEANIA ANTARTIDE

 

18 mesi di Governo Prodi… Con Prodi, tutti i capitoli di bilancio degli italiani all’estero aumentano: scuola, cultura, assistenza, Comites, Cgie. Complessivamente, nel 2008, il bilancio complessivo è di 73 milioni di euro. Con la nostra azione parlamentare abbiamo esteso ai residenti all’estero le detrazioni fiscali per carichi di famiglia e la 14esima sulle pensioni. Ed eravamo pronti ad affrontare il nodo riforma cittadinanza, con la riapertura dei termini per il riacquisto della cittadinanza italiana.

48 mesi di Governo Berlusconi … Con Berlusconi si taglia in maniera radicale: nel 2011 si scende a 21 milioni di euro. Oltre 52 milioni di tagli in meno di 4 anni. Poi arriva Monti, ed ecco altri tagli. Si scende a 16.5 milioni di euro. Dati oggettivi, verificabili, che non possono essere smentiti. Per questa ragione occorre una inversione di tendenza, occorrono le riforme, ed occorre investire nelle nostre comunità. E dobbiamo credere nelle nostre comunità.

In 48 mesi di Governo Berlusconi, inoltre, gli italiani all’estero sono stati discriminati, cioè trattati in modo diverso, peggiore, che gli italiani in Italia. Berlusconi ha abolito l’ICI sulla prima casa per gli italiani in Italia ma l’ha lasciata per i residenti all’estero, abolendo le detrazioni introdotte da Prodi e quindi, di fatto, aumentando l’ICI per i residenti all’estero.

Monti ha introdotto l’IMU e non ha voluto ascoltarci, respingendo le nostre proposte di modifica sulla prima casa per gli italiani all’estero. Anche qui occorre una inversione di tendenze che punti alla parità di trattamento.

La nostra azione parlamentare, da opposizione, è̀ stata fortemente limitata dalle proposte di legge “ad personam”, utili al Premier Berlusconi, e dalle vicende giudiziarie e personali del Presidente del Consiglio.

Nonostante tutto ciò siamo riusciti a fare approvare l’unica legge di iniziativa parlamentare di un eletto all’estero, la legge “Fedi” (FEDI ed altri: "Modifiche al decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, in materia di diritti e prerogative sindacali di particolari categorie di personale del Ministero degli affari esteri" 717) Legge n. 38 del 22 marzo 2012 pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 86 del 12 aprile 2012).

In tema di personale a contratto della nostra rete diplomatico consolare nel mondo, abbiamo lavorato e ci siamo impegnati per riformare il regime contrattuale, per incrementare le retribuzioni, bloccate da molti anni, per assicurare diritti e tutele a lavoratori spesso dimenticati. Siamo riusciti a prorogare per tre volte consecutive le detrazioni fiscali per carichi di famiglia per i residenti all’estero. Abbiamo cercato di fermare in tutti i modi le chiusure dei Consolati nel mondo, in particolare Adelaide e Brisbane.

Così come abbiamo insistito affinché anche in South Australia vi fossero adeguati contributi per organizzare corsi inseriti di lingua italiana rispondendo ad impegni assunti nel MOU tra Ministero degli affari esteri e Ministero della pubblica istruzione dello Stato.

Importante infine ricordare l’importante lavoro svolto, insieme a Comites, Cgie, Associazioni e Forum dei parlamentari italo – australiani, per l’inserimento della lingua italiana nel curriculum nazionale, con il suo mantenimento tra le lingua prioritarie.

Obiettivo raggiunto anche grazie alla sensibilità di Ministri federali australiani. Il Forum dei parlamentari australiani di origine italiana, infine, ha visto un nostro costante contributo e questo organismo rappresenta oggi uno strumento incisivo per far arrivare la voce delle comunità italiane d’Australia ai Governi e parlamenti statali e federali australiani. Adelaide e Brisbane sono ancora Consolati e ci batteremo per farli rimanere operativi garantendo servizi ai nostri connazionali.

Sul fronte dell’informazione, i tagli ai quotidiani di lingua italiana nel mondo sono stati tutti del Governo Berlusconi. Insieme alla riduzione dei finanziamenti a Rai Internazionale. Sul tema cittadinanza, nonostante le insistenze del gruppo PD, la Lega Nord – Padania non ha voluto neanche affrontare e discutere il tema della riforma della legge sulla cittadinanza. Il Governo Berlusconi, in altre parole, ha ceduto al ricatto della Lega, che continuerà in futuro visto che sono ancora alleati, e respinge ogni ipotesi di modifica alle legge 91 del 1992. Sia per i nuovi immigrati in Italia che per gli italiani all’estero.

Sul tema pensioni sono stati innumerevoli i nostri interventi tesi a migliorare il sistema di rilevazione dei redditi, la verifica dell’esistenza in vita ed il sistema di pagamento delle pensioni. Dobbiamo garantire un moderno ed efficiente sistema pensionistico e far ripartire le Convenzioni bilaterali che attendono revisione e aggiornamento. Il centro-sinistra negli ultimi anni ha Governato con l’Ulivo e con l’Unione.

Abbiamo dimostrato serietà ed impegno ed abbiamo riconosciuto il valore delle comunità italiane nel mondo con investimenti adeguati. Anche nei momenti di difficoltà, quando si prospettavano tagli e chiusure di Consolati, siamo riusciti, prima come Comites e Cgie, poi anche con il contributo dei Parlamentari eletti all’estero, a recuperare fondi e a garantire i servizi consolari in Paesi extra-Europei in cui più impegnativa doveva essere la presenza dello Stato.

Con il Governo Berlusconi abbiamo avuto il rifiuto di ogni forma di ascolto, nessuna riforma e solo tagli. Per invertire questa tendenza, per migliorare la nostra presenza nel mondo, per dare una opportunità vera all’Italia e agli italiani all’estero, che ne sono parte integrante, occorre la svolta del centrosinistra.

Dobbiamo sconfiggere il centro-destra di Silvio Berlusconi. Non solo per la nostra credibilità internazionale, crollata nel 4 anni di Berlusconi e lentamente riconquistata in questi mesi, ma soprattutto perché il centro-destra ha mal governato l’Italia e gli italiani all’estero.

Più Italia nel mondo, con servizi consolari efficienti, più risorse per il sistema dell’informazione, dopo i tagli pesanti del Governo Berlusconi, maggiori risorse per la promozione di scuola e cultura italiane nel mondo, accompagnati da una riforma di questo settore importante per l’Italia, con una strategia tesa a valorizzare le nuove mobilità professionali, tecniche e di manodopera, nel mondo.

Gli italiani che arrivano oggi nel mondo hanno bisogno di informazioni, servizi, assistenza ed anche di nuove forme di tutela, attraverso le Convenzioni bilaterali e le iniziative governative. Per portare avanti questo programma, contiamo sul voto delle nostre comunità, della nostra gente, degli italiani all’estero.

 

Care elettrici e cari elettori,

credo sia giusto presentarvi un rendiconto del mio lavoro di deputato in questa legislatura. La Circoscrizione Estero è grande quanto il mondo e le Ripartizioni nelle quali essa si articola grandi quanto e più dei continenti, ma l’ondata della propaganda dei candidati e delle forze politiche è ormai tracimata e sta inondando anche gli angoli più lontani.

Non so quale effetto faccia questo improvviso e confuso frastuono alla maggior parte degli italiani all’estero, abituati a ricevere qualche manifestazione d’interesse molto saltuariamente, soprattutto durante la traversata del deserto degli ultimi cinque anni di legislatura. Per quanto mi riguarda, come deputato eletto all’estero, ho cercato quasi quotidianamente di trasmettere informazioni e giudizi riguardanti le azioni di governo e l’attività parlamentare.

Il primo dovere di un eletto, infatti, è dar conto agli elettori della situazione e del proprio operato. E il contributo che sento di dare in questa confusa campagna elettorale per evitare che diventi, come diceva un filosofo, “la notte in cui tutte le vacche sono nere”, è quello di presentare un rendiconto di attività perché ognuno possa avere una misura concreta di giudizio.

Anche per valutare con obiettività come in questa legislatura io, deputato eletto nella Ripartizione Africa-Asia-Oceania-Antartide, abbia onorato il patto con gli elettori e investito la loro fiducia. Per chi vive in Paesi che hanno un quadro istituzionale diverso, una premessa è necessaria. In Italia, tra Camera e Senato, i parlamentari sono circa mille, francamente troppi.

In più, nonostante gli annunci di riforme istituzionali, vige tuttora il bicameralismo perfetto che impone un doppio esame e un doppio voto per ogni provvedimento, con un ovvio prolungamento dei tempi. In una situazione così complessa, l’organizzazione dei lavori d’Aula e di commissione è fatta dalle Presidenze e dalla conferenze dei capigruppo.

In parole povere, i margini di autonomia di ogni parlamentare sono di fatto abbastanza limitati perché necessariamente risentono delle posizioni e degli orientamenti dei gruppi parlamentari. Questo vale per il passato, ma anche per il futuro. Chi dice che nel nuovo Parlamento verrà per fare un’esperienza solitaria distinta dai gruppi politici o mente sapendo di mentire oppure si prepara a cinque anni di isolamento e di ibernazione.

Di fatto, poi, l’iniziativa del parlamentare si concretizza nella presentazione di disegni di legge, nelle proposte di emendamenti, nell’uso delle interrogazioni e delle interpellanze al governo su problemi specifici, nella presentazione di ordini del giorno, che non hanno valore vincolante, nel lavoro in commissione.

Questa è la realtà vera della vita parlamentare per ogni singolo eletto. A questi vincoli di ordine istituzionale, nella legislatura trascorsa si sono aggiunti prima pesanti condizionamenti di ordine politico, poi gli effetti di una delicatissima crisi finanziaria che ha determinato un abbattimento verticale degli investimenti e una drastica riduzione della spesa pubblica.

Ma già negli anni d’avvio, il governo di centrodestra di Berlusconi aveva provveduto a distruggere in meno di quattro anni quello che il movimento democratico in emigrazione aveva costruito in quaranta. Con Prodi, infatti, gli investimenti per gli italiani all’estero avevano raggiunto il loro apice: 73 milioni nel 2008; con Berlusconi sono stati ridotti del 71% toccando 21 milioni. Con Monti di un altro 21,5%, attestandosi a 16,5 milioni.

Questa la cruda realtà dei fatti.

Ebbene, in questo quadro irto di contraddizioni e difficoltà, il mio primo dovere è stato quello di fare veramente il deputato, assicurando una presenza attiva in Parlamento, nonostante la grande distanza con l’Australia, la lunghezza dei viaggi aerei e una seria emergenza di salute che mi ha fermato per alcuni mesi.

Nella graduatoria della produttività dei parlamentari, valutato da un istituto specializzato, su 630 deputati sono stato collocato al 141° posto. In quanto all’iniziativa legislativa, sono 8 i disegni di legge che ho presentato come primo firmatario e poco meno di 190 quelli presentati come cofirmatario. Al di là dei dati numerici, i temi che ho cercato di sollevare con le mie proposte sono stati quello della riapertura dei termini per la richiesta di cittadinanza, quello dell’assistenza fiscale del personale pubblico impegnato all’estero, quello delle modalità di assunzione del personale presso i consolati e gli istituti di cultura e del riconoscimento dei diritti sindacali per questi lavoratori.

La motivazione che mi ha spinto ad assumere queste ultime iniziative sono state da un lato la tutela dei diritti di lavoratori finora discriminati ed emarginati, dall’altro la consapevolezza che dare dignità e sicurezza a queste persone, sulle quali in larga misura si reggono le strutture diplomatico-consolari, significa anche garantire una migliore qualità dei servizi erogati ai nostri connazionali.

Se mi è consentito manifestare una soddisfazione, posso dire che l’unica legge presentata da un parlamentare estero e approvata in questa legislatura è stata proprio la mia riguardante l’esercizio dei diritti sindacali del personale a contratto locale. Allo stesso tempo, anche se i governi non hanno ancora acconsentito ad una soluzione permanente da me più volte sollecitata, posso serenamente rivendicare alla mia iniziativa e a quella di qualche altro collega eletto all’estero il prolungamento dell’esenzione per carichi di famiglia ai lavoratori che operano all’estero.

Oltre alla difesa della rete dei servizi per gli italiani all’estero, ho ritenuto di sostenere anche la qualità culturale e scientifica dell’Italia nel mondo proponendo l’istituzione di un Comitato interministeriale per la promozione e il coordinamento della ricerca scientifica italiana all’estero. Non fuga dei cervelli, ma di fronte al continuo sviluppo delle “nuove mobilità” confronto internazionale della nostra ricerca, che ha poco da invidiare a quella di altre realtà.

L’esperienza interculturale che è maturata in Australia e che ha fatto di questo Paese un riferimento a livello globale, mi ha stimolato a presentare un disegno di legge per l’istituzione di un Consiglio nazionale per l’integrazione e il multiculturalismo, con l’intenzione di orientare il dibattito sull’immigrazione che si svolge in Italia spesso in forme pregiudiziali e polemiche verso le buone e civili pratiche sperimentate in altre parti del mondo.

Di fronte alla gravità dei tagli alle politiche emigratorie, infine, non mi sono limitato alle proteste e alle lamentele, ma ho cercato di indicare quali modifiche andrebbero introdotte nel meccanismo di ripartizione delle risorse all’interno del MAE perché gli italiani all’estero non siano l’ultima ruota del carro ma siano considerati una leva strategica per l’internazionalizzazione del Paese.

Così, attraverso interrogazioni, ordini del giorno e un disegno di legge ho proposto una riparametrazione del trattamento economico del personale diplomatico nella parte che riguarda l’indennità di servizio all’estero perché sia ricondotto a livelli in linea con il momento di crisi che la società italiana attraversa e, soprattutto, per recuperare risorse da ridistribuire sugli investimenti.

 

Il mio impegno parlamentare più fitto si è sviluppato attraverso gli strumenti regolamentari possibili:

• 57 interrogazioni e interpellanze presentato al governo;

• 22 ordini del giorno portati all’attenzione dell’Assemblea, di cui 4 in occasione di sessioni di bilancio;

• 41 interventi in Aula;

• 20 interventi in Commissione Esteri solo su progetti di legge.

Senza contare quelli fatti su altri argomenti o nel Comitato per gli italiani all’estero. Di essi, evidentemente, non posso dare qui riferimenti analitici per ragioni di spazio. Chi voglia conoscerli e approfondirli può consultare comunque la scheda a mio nome nel sito della camera dei Deputati.

Desidero comunque richiamare i temi principali per dare il senso dell’attenzione ai problemi e della vicinanza alle nostre comunità. Per la cittadinanza, oltre alla riapertura dei termini, ho sollecitato l’accelerazione dei tempi per i permessi di soggiorno per chi voglia riacquistarla con il decorso della residenza e la modifica della norma che consenta di applicare finalmente la sentenza della Cassazione che consente anche alle donne sposate con stranieri prima del 1948 di trasmettere la cittadinanza ai discendenti.

Per la promozione della lingua e della cultura italiana, oltre alle proposte di riforma del sistema condivise con altri colleghi e alle reiterate richieste di risorse aggiuntive, ho contrastato la riduzione dei lettorati, in particolare in Australia, sollecitato il rilancio della formazione professionale nelle aree extraeuropee, richiesto un migliore coordinamento del riconoscimento dei titoli di scuola superiore per l’iscrizione alle università italiane.

Per la comunicazione, essenziale per mantenere i legami e per sostenere la partecipazione democratica mediante il voto per corrispondenza, ho difeso i fondi per l’editoria sotto minaccia di tagli, ho più volte portato all’attenzione di Parlamento e Governo la deriva impressa a RAI Italia, chiedendo la conferma della dotazione finanziaria della convenzione con la RAI e l’istituzione di una Commissione permanente di coordinamento e di una struttura di monitoraggio.

Per i COMITES e il CGIE, mi sono impegnato per il ripristino dei fondi necessari per la loro funzionalità e richiesto il rinnovo entro i tempi di legge, violati sia dal governo Berlusconi che da quello Monti. Per la rete dei servizi ai connazionali, ho cercato di contrastare la chiusura dei consolati, frutto di cecità strategica del governo e del MAE, con particolare e ripetuta attenzione per il destino di quelli di Durban, Adelaide e Brisbane; ho richiesto i servizi sostitutivi per le nostre comunità e ho spinto per l’assunzione di personale locale e per la modernizzazione dei servizi.

Più volte ho sollecitato la firma degli accordi bilaterali con paesi di storica emigrazione (come il Cile) o di vasta immigrazione (Filippine e Marocco); un leit motif del mio lavoro, inoltre, è stata la lotta contro le doppie imposizioni fiscali, soprattutto per i pensionati ex dipendenti pubblici residenti in Australia, Tunisia, Lussemburgo e in altri Paesi.

Un filo rosso che ha legato questi molteplici interventi è risultato quello della difesa del lavoro, sia di quello prestato da chi ancora è in servizio che da coloro che sono in pensione. Sono intervenuto, come ho già detto, per il personale a contratto di ogni parte del mondo, dall’Australia agli Stati Uniti, dal Giappone al Canada, dal Pakistan alla Slovacchia, sia per il riconoscimento dei diritti sindacali e per l’applicazione della legge che li ha riconosciuti sia per la rivalutazione delle retribuzioni, erose dall’inflazione e dai cambi.

Non si contano, poi, gli interventi anche ripetuti a difesa dei pensionati, ad esempio per il pagamento delle centinaia di pensioni sospese in Sud Africa, per la semplificazione delle procedure di accertamento del reddito e dell’esistenza in vita, per l’applicazione delle norme contro la doppia imposizione fiscale, per l’adozione anche all’estero del 730, per le innumerevoli disfunzioni dell’istituto italiano, spesso messe a carico degli interessati senza alcuna loro colpa.

Ho posto, infine, una questione di parità di diritti tra gli italiani residenti in Italia e quelli residenti all’estero chiedendo per l’IMU l’equiparazione alla prima casa dell’abitazione posseduta in Italia e l’estensione del trattamento per l’applicazione dell’imposta per il trasferimento di danaro all’estero anche a chi risiede oltre l’Europa. Questa legislatura, come ho detto all’inizio, è stata di ferro e di fuoco, per gli italiani in Italia e per quelli all’estero.

I risultati concreti di tanto lavoro sono stati certo inferiori alle speranze e alle attese di tanti. Ma credo che ad un eletto si debba chiedere se ha onorato il patto con gli elettori, se è stato coerente con le idee che ha messo a base della richiesta di consenso, se ha fatto il suo dovere non a parole ma con gli strumenti che il Parlamento gli mette a disposizione.

Per quanto mi riguarda, ho sentito il dovere di presentare il rendiconto della mia attività perché ciascuno possa esprimere un giudizio obiettivo sulla base dei fatti e decidere serenamente se merito la conferma della fiducia che sento di chiedere agli elettori.

Per i contenuti del mio lavoro parlamentare CLICCA QUI

 

Care italiane e cari italiani,

si avvicinano per la terza volta le elezioni politiche all’estero. Le elezioni politiche sono un passaggio fondamentale della democrazia. Il risultato finale dipenderà non in misura marginale anche dal vostro contributo, considerato che eleggerete dodici deputati e sei senatori. Io voglio dirvi, con semplicità, solo poche cose.

La nostra Italia ha bisogno di ritrovare coesione e slancio economico, ha bisogno di rivalutare quell’etica che in questi anni Berlusconi ci ha fatto perdere agli occhi del mondo con i suoi comportamenti, ha bisogno di equità e di responsabilità. Senza questo non avremo la forza per far ripartire l’Italia e per trovare le soluzioni adeguate alla crisi della nostra società, per garantire serenità e sicurezza per il futuro nostro e dei nostri figli. Insieme, in Italia e con gli italiani nel mondo, possiamo e dobbiamo far ripartire l’Italia, creare occupazione, garantire serenità alle famiglie, dare un lavoro e un’opportunità ai giovani senza costringerli a scappare. Noi dobbiamo permettere alle nostre imprese e ai prodotti italiani di affermarsi di più nel mondo.

Solo insieme ce la possiamo fare. Insieme vogliamo e possiamo tornare a vincere, anche per il bene delle nostre comunità. Dico insieme perche un Paese diviso dalle diseguaglianze è un Paese debole e senza futuro. Il Governo del centrodestra di Berlusconi ha tagliato ogni legame con le nostre comunità nel mondo, ha smantellato il sistema di rappresentanza senza riconoscere nemmeno il lavoro dei parlamentari italiani eletti all’estero, ha azzerato tutte le risorse economiche per gli italiani nel mondo che il Governo Prodi aveva notevolmente aumentato tra il 2006 e il 2008.

Il Governo Monti purtroppo non è stato in grado di invertire questa tendenza. Il tempo dei tagli lineari alla spesa pubblica, degli interessi personali messi al di sopra dell’interesse collettivo, dell’evasione fiscale e dei festini che ridicolizzano l’Italia e finito. C’è bisogno di un’Italia giusta, di solidarietà, di essere uniti.

C’è bisogno di rispetto per il lavoro e per l’istruzione. Non vi prometto dunque “nuovi miracoli italiani”, ma prendo alcuni impegni chiari e precisi anche per l’estero: dalla garanzia per i servizi consolari al recupero di fondi per l’assistenza, dal miglioramento del sistema dell’informazione alla riforma generale del sistema di diffusione della lingua e cultura italiana nel mondo, dall’internazionalizzazione delle imprese a una seria strategia di valorizzazione delle nuove mobilità professionali. C’è bisogno del rilancio e della riforma dell’intero sistema della rappresentanza.

Guardiamo al futuro, quindi, non al passato. Occorre impegnarsi ed essere seri, tutti. A partire da noi politici che abbiamo il dovere di dare il buon esempio. La scelta di presentare una lista unica del centrosinistra e del mondo delle associazioni indipendenti è fondata sul presupposto che abbiamo sempre considerato i cittadini italiani all’estero come cittadini di pieno diritto, informati e responsabili, capaci di dare un contributo importante per la scelta del futuro governo del Paese.

I candidati del centrosinistra sono uomini e donne riconosciuti e apprezzati dalle nostre comunità, e sapranno rappresentarle al meglio nel futuro Parlamento della Repubblica Italiana.

 

On. Marco Fedi
Capolista del Partito Democratico
alla Camera dei deputati
nella Ripartizione Africa, Asia, Oceania, Antartide

 

http://www.marcofedi.com.au/

 

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