10253 Notizie 9 nov

20121109 16:07:00 guglielmoz

MEDIO ORIENTE
ed AFRICA
AMERICHE
ASIA e PACIFICO
EUROPA

MEDIO ORIENTE ed AFRICA.
SIRIA – Bombe sui profughi PALESTINESI, 30 morti . 6 novembre. Salito a 30 morti il bilancio di due giorni di combattimenti e bombardamenti nel campo profughi palestinese di Yarmouk, alla periferia di Damasco, tra forze fedeli al regime di Bashar Assad e i ribelli. Un colpo di mortaio ha centrato in pieno un autobus facendo sette morti. Tra le vittime di queste ultime ore ci sono anche donne e bambini. Sono almeno 50 invece i siriani, fra soldati e miliziani pro regime, uccisi ieri dall’esplosione di un’autobomba guidata da un kamikaze, in una località della provincia di Hama, secondo quanto ha riferito l’Osservatorio nazionale per i diritti umani, vicino all’opposizione siriana. I Comitati di coordinamento locali, anch’essi legati all’opposizione – che non hanno riportato i 50 morti di Hama – hanno riferito di 92 persone morte ieri in Siria (civili, soldati e ribelli) in combattimenti e bombardamenti avvenuti a Idbil, Damasco, Aleppo e altre località del paese.
Si continua a discutere dell’assassinio a Damasco del palestinese-siriano Mahammed Rafea, uno degli attori protagonisti della popolare soap opera «Bab al Hara», vista per anni in tutto il mondo arabo, in particolare durante il mese islamico di Ramadan. L’uccisione è stata rivendicata dal gruppo armato «Battaglione Siddiq» – affiliato all’Esercito libero siriano, la milizia ribelle – che ha definito Rafea un «servo al servizio del regime… impegnato a raccogliere informazioni sugli oppositori e in possesso di una pistola». Amici e colleghi dell’attore da parte loro negano che Rafea svolgesse attività di spionaggio per conto dei servizi di sicurezza. L’attore, affermano, era soltanto un aperto sostenitore del presidente Bashar Assad. Mohammed Rafea, era figlio di un altro artista noto in Siria, Ahmed Rafea, un profugo palestinese costretto a lasciare la sua terra dopo la fondazione di Israele nel 1948, che nel 1948 si era stabilito ad Aleppo.
SIRIA – Un incontro cruciale. Sul luogo di un attentato a Damasco, il 5 novembre 2012. II Consiglio nazionale siriano (Cns), l’opposizione in esilio, si è riunito a Doha, in Qatar, per dare una nuova struttura all’organizzazione, scrive The National. Il Cns è accusato di essere poco efficace e di non includere i gruppi politici attivi in Siria, dove le violenze sono in aumento: con 250 morti, il 5 novembre è stato uno dei giorni più sanguinosi. I ribelli siriani, invece, sono nel mirino delle organizzazioni per i diritti umani dopo la pubblicazione di un video che mostra l’uccisione sommaria di un gruppo di soldati governativi che erano stati fatti prigionieri

GERUSALEMME – Il Santo Sepolcro chiude per lite?. La chiesa del Santo sepolcro, a Gerusalemme, che oltre a essere un luogo sacro per la cristianità è una delle maggiori attrazioni turistiche della città, minaccia di chiudere le porte a turisti e pellegrini in protesta per una controversia con la società israeliana di distribuzione dell’acqua. La società Hagihon infatti afferma che la chiesa è in arretrato di bel 2,3 milioni di dollari sulle bollette dell’acqua, e ha ottenuto che i conti correnti bancari della chiesa siano messi sotto sequestro. Cos’ centinaia di preti, monaci e suore sono rimasti senza salari. Il fatto è che il Patriarcato greco ortodosso di Gerusalemme – responsabile della chiesa del santo sepolcro insieme al Patriarcato armeno ortodosso e all’ordine francescano della chiesa cattolica – aveva raggiunto con l’ex sindaco della città un accordo per cui sarebbe stata esentata dal pagare l’acqua. Nel 2004 la società Hagihon, che aveva assunto il sercizio alla fine degli anni ’90 ha rimesso in discussione l’accordo e ora rivendica gli arretrati degli ultimi 15 anni. Il ministro israeliano del turismo sta ora cercando una mediazione.

EGITTO – II vescovo Tawadros, 60 anni, è diventato il 4 novembre il nuovo patriarca della chiesa copta ortodossa egiziana. Iraq II 6 novembre 27 persone sono morte nell’esplosione di un’autobomba davanti a una base militare a Taji.

LIBIA – II 31 ottobre l’assemblea nazionale ha approvato il nuovo governo guidato da Ali Zeidan. Malawi In attesa di una decisione del parlamento il governo ha sospeso il 5 novembre una legge che punisce l’omosessualità.

GOLFO PERSICO – La repressione degli emiri – II 5 novembre sono morte due persone in cinque attentati a Manama, in Bahrein. Due giorni dopo il governo sunnita ha revocato la nazionalità a 31 attivisti sciiti. Da febbraio del 2011 il paese è scosso dalle proteste della maggioranza sciita e la repressione ha causato almeno ottanta morti. Anche in Kuwait, scrive Al Jazeera, la polizia è intervenuta duramente, sparando gas lacrimogeni contro migliaia di persone che il 4 novembre avevano bloccato un’autostrada per protestare contro la riforma elettorale.

MALI – Una delegazione di Ansar Eddine, uno dei gruppi islamici che controllano il nord del paese, ha raggiunto il Burkina Faso il 2 novembre per dei negoziati con il governo Burkina bè, mediatore nella crisi.

NIGERIA – II i novembre l’esercito ha ucciso 40 persone, presunti membri della setta islamica Bo-ko haram, in un raid a Maiduguri, nel nordest del paese.

SOMALIA – Due donne nel governo . II premier Abdi Farah Shirdon ha presentato il nuovo governo il 4 novembre. Tra i ministri, due donne: Fozia Yusuf Haji Aden (nella foto), che per la prima volta ricopre l’incarico di ministro degli esteri e vicepremier, e Maryan Qasim, ministra per lo sviluppo sociale. "Il governo è formato da dieci ministri, un numero ridotto rispetto al passato", scrive Shabelle News. II 6 novembre il leader di Al Qaeda, Ayman al Zawahiri, ha invitato i miliziani di Al Shabaab a moltiplicare le operazioni di guerriglia. Il giorno dopo a Mogadiscio una persona è morta nello scoppio di un’autobomba vicino al parlamento.

BAHRAIN – Cinque esplosioni a Manama Cinque esplosioni hanno avuto luogo tra le 4.30 e le 9.30 Del 6 novembre nei quartieri di Qudaibiya e Adliya nel centro di Manama. L’attacco ha provocato la morte di due lavoratori asiatici addetti alle pulizie. Secondo il ministero dell’interno, si è trattato di ordigni rudimentali, messi a punto da gruppi di opposizione. Questi ultimi respingono l’accusa, chiamando in causa i servizi di sicurezza governativi che avrebbero architettato gli attentati per giustificare la repressione in atto nel paese. Dal canto suo, l’esponente del partito sciita Wefaq, Matar Matar ha escluso che il movimento per le riforme e la democrazia sia dietro l’attacco.

AMERICHE.

CANADA – Corruzione a Montreal i. Il sindaco di Montreal, Gérald Tremblay , si è dimesso il 5 novembre dopo 25 anni di carriera politica. Le sue dimissioni erano state chieste dalla premier del Québec Pauline Marois, dopo che una commissione d’inchiesta lo aveva accusato di corruzione. Secondo il Toronto Star, il partito Union Montreal riceveva soldi da imprese edilizie in cambio di appalti. Ma nel suo discorso di dimissioni Tremblay "ha sostenuto la sua innocenza con atteggiamento di sfida", osserva la Montreal Gazette.

STATI UNITI – Da Washington . Futuro a colori. AIla fine non c’è stata storia. Barack Obama ha schiacciato Mitt Romney in una contesa che, per sostanza e stile, raramente è stata all’altezza della posta in gioco. Queste presidenziali si sono risolte in una scelta tra due direzioni: avanti o indietro. Il 6 novembre il paese ha scelto un futuro più ricco di sfumature, di colori e di accenti, e ha deciso che questo futuro ha le idee e la voce di Obama. "Il viaggio è stato lungo, ma ci siamo rimessi in piedi", ha detto Obama davanti a una folla festante a Chicago. "E in fondo al cuore sappiamo che, per gli Stati Uniti d’America, il meglio deve ancora venire". Oltre a Obama, faranno parte di questo "meglio che deve ancora venire" una senatrice dichiaratamente omosessuale, Tammy Baldwindel Wisconsin, e una spietata nemica del mondo della finanza come Eliza-beth Warren, del Massachusetts. Il Maryland e il Maine sono passati alla storia legalizzando il matrimonio tra persone dello stesso sesso. Il Co-lorado e lo stato di Washington hanno legalizzato l’uso della marijuana. Per Romney, che sarebbe passato alla storia come il primo presidente mormone del paese, la delusione era palpabile. Dopo sei anni di campagna elettorale, nell’ultimo mese sembrava in rimonta. Alla fine, però, la sua rincorsa si è rivelata più che altro un’invenzione dei mezzi d’informazione e nulla ha potuto fare contro l’evidenza dei dati e l’efficientissima macchina politica di Obama. "Avrei tanto voluto realizzare le vostre speranze", ha detto nel discorso in cui ha riconosciuto la vittoria all’avversario. (Jason Horowitz è un giornalista del Washington Post per Internazionale)
STATI UNITI – “The best is yet to come”, ovvero “il meglio deve ancora venire”: è un Barack Obama raggiante quello che accoglie dal quartier generale democratico di Chicago il secondo mandato alla Casa Bianca affidatogli dagli americani. Diventa così realtà lo slogan della campagna elettorale del presidente uscente, “Four more years”, ovvero “altri quattro anni”, il seguito di “Yes we can” della campagna del 2008. In occasione della conferma del presidente Obama alla Casa Bianca il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ha inviato a Obama un messaggio: “E’ un piacere poterle indirizzare le più calorose congratulazioni e i più fervidi auguri miei personali e dell’Italia per la rielezione a presidente e per l’avvio del suo secondo incarico”. “Mi consenta – continua il capo dello Stato – anche di manifestare ammirazione per l’alto senso di responsabilità con cui i due candidati hanno fatto seguire immediatamente all’annuncio del risultato espressioni di reciproco riconoscimento e di comune impegno a operare per l’ unità della nazione. Il popolo americano ha affidato a lei l’ ulteriore mandato per la soluzione dei suoi problemi e innanzitutto per il superamento di una grave crisi economica globale come quella che stiamo insieme vivendo. Il popolo americano e il popolo italiano – sottolinea nel suo messaggio Napolitano – hanno bisogno della più solida amicizia tra i nostri due paesi e della più stretta cooperazione tra Stati Uniti ed Europa perché possa avanzare nel mondo la causa della pace, della democrazia e dei diritti umani. Il mondo – conclude il presidente della Repubblica – ha bisogno di un forte apporto dell’America per la costruzione di nuovi equilibri e per uno sviluppo sostenibile nella sicurezza e nella giustizia da cui nessun popolo e nessun paese siano esclusi”.

BRASILE – II nuovo volto. "II Partito dei lavoratori brasiliano (Pt) non è più lo stesso", scrive il settimanale Istoé. "Basta dare un’occhiata ai risultati delle elezioni amministrative del 28 ottobre per avere un’idea della dimensione di questo cambiamento: una rivoluzione silenziosa all’insegna del rinnovamento, che fa nascere nuovi leader e manda a casa i vecchi volti del partito". Il nuovo sindaco di Sào Paulo, Fernando Haddad, 49 anni, è uno dei simboli di questa trasformazione. Il suo discorso dopo la vittoria riassume bene la strategia del governo di Dilma RoussefF: lasciare spazio ai tecnici. Per la presidente queste elezioni sono state le prime dopo la sua vittoria nel 2010. E il risultato è stato eccezionale: 635 sindaci eletti, il 14 per cento di municipi in più nelle mani del Pt. Un successo a cui Lula stava lavorando da anni, con la candidatura alla presidenza di Dilma. "L’obiettivo era dimostrare che il Pt, colpito da vari scandali di corruzione, in particolare il mensalào, è disposto a riscrivere la sua storia". Secondo Lula, l’unico modo per sanare l’immagine pubblica del suo partito è rinnovare tutta la squadra. +
BRASILE – La super chiesa del prete popstar. Sarà inaugurata oggi a San Paolo, la maggiore chiesa cattolica del Brasile e dell’intero continente sudamericano: il santuario Theotokos Mae de Deus (Madre di Dio) è stato realizzato con i proventi dei dischi e dei libri della popstar religiosa di origini italiane, padre Marcelo Rossi. La struttura, da sette anni in costruzione, potrà ospitare fino a 100 mila fedeli, non avrà colonne sui suoi 30 mila metri quadrati e sfoggerà un altare alto cinque metri. Il gigantesco edificio, largo 142 metri, è inoltre capace di accogliere 10 mila persone sedute.

CUBA – Vigilia elettorale. Dall’Avana Yoani Sànchez
A Cuba tutti gli sguardi erano rivolti alle elezioni statunitensi. La politica di plaza de la Re-volución è per definizione contraria a quella di Washington. Raùl Castro ha lanciato una modesta riforma dell’immigrazione e ha spiegato che non si può fare di più, perché siamo accerchiati dall’impero. Non si possono neanche legalizzare i partiti perché "lo zio Sam è in agguato", mentre l’accesso a internet è selettivo per evitare che "la guerra mediatica del Pentagono" ci colpisca troppo. Analizzando questa rivalità, si potrebbe concludere che i cubani non sono mai stati così dipendenti dagli Stati Uniti.
L’uomo che vende pesciolini sulla strada sperava che fosse rieletto Barack Obama, in modo che suo fratello potesse continuare a mandargli il mangime speciale di cui hanno bisogno i suoi animali. Un ex detenuto politico voleva che vincesse Romney, perché "le cose devono peggiorare ancora affinchè la gente reagisca". L’adolescente con la testa tra le nuvole riconosce più facilmente l’inquilino della Casa Bianca del signore con la camicia a quadri che la tv chiama Fidel Castro. Raùl deve guadagnare protagonismo nell’agenda del nemico. Per questo si manifestano già i sintomi di un’escalation diplomatica che obbligherà il nuovo presidente degli Stati Uniti a prendere posizione. Il linguaggio politico si fa più affilato, gli insulti sono più ingegnosi e il pungiglione dello scontro affonda per far reagire Washington. È il momento di cercare di aggiudicarsi un posto tra le priorità del vicino del nord. Ma questa strategia non funziona più. +fr

ARGENTINA – Diritto di voto a 16 anni. II 1° novembre la camera dei deputati ha approvato, con 131 voti a favore e due contrari, l’estensione del diritto di voto volontario ai giovani di 16 e 17 anni. L’opposizione è uscita in blocco dall’aula. "Alle elezioni legislative del 2013", "potranno votare un milione e mezzo di ragazzi in più". Secondo gli awersari del governo, il provvedimento è una mossa della presidente Cristina Fer-nàndez de Kirchner per ottenere più voti alle prossime elezioni. Invece i sostenitori della legge sostengono che, con l’abbassamento del diritto di voto, aumenterà la partecipazione alla vita politica nazionale. Anche in Brasile, in Ecuador e in Nicaragua è possibile votare a 16 anni.

L’AVANA – COLMBIA II negoziati tra Farc e governo colombiano Da martedì, all’Avana, delegati del governo colombiano s’incontrano con i rappresentanti della guerriglia marxista delle Forze armate rivoluzionarie colombiane (Farc) per «preparare formalmente» i negoziati di pace, che avranno inizio il prossimo 15 novembre. Il dialogo tra il governo del presidente colombiano Juan Manuel Santos e le Farc ha preso avvio il 18 ottobre a Oslo, capitale della Norvegia, dov’è stata messa a punto un’agenda dei negoziati in cinque punti, che dovrà concretizzarsi nei prossimi incontri all’Avana, sede permanente dei negoziati. Sul tavolo della trattativa, il tema della riforma agraria, la smobilitazione del gruppo guerrigliero e l’entrata in sicurezza nella vita politica, la questione dei prigionieri e quella delle vittime di un conflitto che dura dal ’61. Le Farc, che contano circa 9.000 combattenti, sono infatti l’organizzazione guerrigliera più longeva del continente latinoamericano. Dopo anni di tentativi infruttuosi, sempre disattesi dal precedente governo di Alvaro Uribe, le trattative sono iniziate a Cuba lo scorso 26 agosto e sono diventate pubbliche all’inizio di settembre. La delegazione del governo è guidata dall’ex vicepresidente colombiano Humberto de la Calle, quella della guerriglia, da Iván Márquez, considerato il numero due delle Farc. Cuba e Norvegia sono i garanti del processo. Venezuela e Cile figurano come accompagnatori. In un comunicato emesso nella capitale cubana, le Farc hanno fatto sapere che si augurano che «il dialogo evolva in maniera costruttiva e nel minor tempo possibile». il governo e le Fare hanno partecipato a un incontro all’Avana per preparare i negoziati di pace che cominceranno il 15 novembre a Cuba. Nella delegazione delle Fare c’era anche l’olandese Tanja Nijmeijer ). Nicaragua II Fronte sandinista di liberazione nazionale (Fsln) del presidente Daniel Ortega ha vinto le elezioni amministrative del 4 novembre. Stati Uniti II i novembre Rezwan Ferdaus, uno statunitense di 27 anni, è stato condannato a 17 anni di prigione per aver pianificato degli attentati contro il Pentagono e il congresso.

ECUADOR – Indios vs. Chevron. La causa s’allarga La causa era iniziata nel 1993, quando la Texaco (poi acquistata e incorporata dalla Chevron) finì nel mirino della giustizia di Quito per le estrazioni di greggio compiute tra il 1964 e il 1990 nella regione amazzonica e petrolifera di Sucumbios, al confine con la Colombia. Nei prossimi giorni il collegio di avvocati che difende le etnie indio ecuadoriane intende richiedere il sequestro dei beni della Chevron in Argentina e in Colombia. Nuove cause potrebbero essere avviate anche in Europa, in Asia e in Oceania, nei paesi in cui opera il gruppo petrolifero americano. La nuova offensiva è motivata dal tentativo – risultato finora vano – di obbligare la multinazionale Usa a pagare i 19 miliardi di dollari della multa che le era stata comminata da un tribunale ecuadoriano. Il caso è giunto al Supremo Tribunale di Quito, dopo varie decisioni favorevoli agli indios nelle istanze inferiori, e si estenderà a Argentina e Colombia grazie alla Convenzione interamericana di esecuzione delle misure cautelari.

HAITI – Emergenza ad Haiti dopo Sandy . II 24 ottobre l’uragano ha distrutto il 70 per cento dei raccolti, soprattutto nel sud dell’isola. Ora il paese, già colpito da un’epidemia di colera, rischia la carestia
1 passaggio dell’uragano Sandy ad Haiti, il 24 ottobre, ha provocato 104 milioni di dollari di danni all’agricol-JHLtura. Una cifra provvisoria destinata ad aumentare. Per agire nel modo più efficace possibile, il governo ha decretato lo stato d’emergenza in tutto il paese. Secondo le previsioni dei responsabili della Coor-dination nationale de la sécurité alimentai-re (Cnsa) di Haiti, la situazione è molto grave. Per trenta giorni, a partire dal 5 novembre, il governo non dovrà scontrarsi con "le barriere" della legge sugli appalti. Questo, ha dichiarato il ministro della comunicazione Ady Jean Gardy, permetterà di prendere delle misure eccezionali per affrontare la minaccia della carestia.
"Il periodo di siccità aveva già causato delle perdite enormi nel settore dell’agricoltura", ha dichiarato l’agronomo Gary Mathieu, responsabile della Cnsa. "E ad agosto il passaggio dell’uragano Isaac aveva già provocato perdite per 70 milioni di dollari". In pochi mesi l’agricoltura ha subito una perdita di oltre 254 milioni di dollari, a cui bisogna aggiungere quelle nel settore dell’allevamento. "La popolazione dei dipartimenti Sudest, Nordest, di alcuni comuni dell’Ovest e del Centro, del Nordovest e di Nippes avevano già un livello di vita bassissimo prima del passaggio dell’uragano Sandy", ha spiegato Mathieu. La prima ondata di aumenti dei prodotti di prima necessità a settembre aveva peggiorato la situazione. L’uragano Sandy l’ha fatta precipitare: ha colpito le zone risparmiate dalla siccità e da Isaac, quelle che fino a due settimane fa erano considerate il granaio del paese. Di solito in questo periodo dell’anno gli agricoltori si preparano a raccogliere i frutti della semina di luglio e agosto. La stagione è quindi completamente persa, mentre il raccolto di primavera era stato compromesso dalla siccità. Secondo Mathieu, l’obiettivo è riuscire a salvare la stagione della primavera del 2013 per avere dei raccolti all’inizio di giugno. Per sfamare la popolazione le autorità dovranno importare molti più prodotti di consumo del solito.
Limitare i danni
La Cnsa ha lanciato un allarme contro le speculazioni, che faranno aumentare ancora di più i prezzi dei prodotti di prima necessità. Le conseguenze della siccità, della tempesta tropicale Isaac e dell’uragano
Sandy sono irreversibili. Ma per limitare i danni, Mathieu consiglia la creazione di lavori ad alta intensità di manodopera, soprattutto nella riparazione delle infrastrutture agricole colpite dal passaggio di Sandy. La commissione di stabilizzazione dei prezzi dei prodotti di prima necessità aveva già raccomandato la creazione di una riserva strategica di generi alimentari per permettere agli haitiani di trovare dei prodotti a buon mercato.
Il passaggio di Sandy ad Haiti ha provocato 54 morti, venti dispersi e altrettanti feriti. Il Venezuela ha promesso di stanziare subito dei fondi e il 31 ottobre l’ambasciatrice statunitense ad Haiti, Pamela White, ha chiesto dei fondi aggiuntivi a Washington. "Prevediamo di fornire assistenza per l’agricoltura, il settore più colpito da Sandy soprattutto nel sud dell’isola", ha dichiarato White in un comunicato reso pubblico dall’ambasciata.
Da mesi la popolazione di Haiti protesta contro l’aumento del costo della vita e dei prodotti alimentari, con manifestazioni in tutto il paese. Nell’aprile del 2008 la stessa situazione portò a un voto di sfiducia in parlamento contro il primo ministro Jacques-Édouard Alexis. ( dI Robenson Geffrard, Le Nouvelliste, Haiti)

ASIA e PACIFICO

SRI LANKA – Accuse interessate . II 6 novembre il parlamento srilanchese ha avviato un procedimento di impeachment voluto dal governo a carico della presidente della corte suprema Shirani Bandaranayake. Il governo accusa la prima donna a capo della giustizia del paese, nominata nel 2011, di aver nascosto il suo vero patrimonio e di essere inadatta a ricoprire la carica perché suo marito è indagato per corruzione. In realtà, sostiene l’opposizione, la colpa di Bandaranayake è aver ostacolato il passaggio alla corte suprema di una proposta di legge che limita la devoluzione di fondi e di potere alle regioni, scrive The Sunday Leader.
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GIAPPONE – I sismologi ci ripensano Area, Giappone. La condanna a sei anni per omicidio colposo di sette tra sismologi e funzionar! del governo italiano ha aperto una discussione a livello internazionale. Alla base c’è il terremoto che nel 2009 ha devastato la città dell’Aquila, causando la morte di trecento persone. Infatti, quando la commissione grandi rischi italiana si era riunita per valutare le probabilità di un terremoto, le persone oggi condannate avevano dichiarato che il territorio era "sicuro". Dopo sei giorni avvenne il disastro. Le questioni che ora si pongono sono due: la capacità di prevedere i terremoti e il modo di comunicarlo ai cittadini. Il tribunale italiano ha addossato gran parte della responsabilità ai sismologi aprendo così un dibattito in Giappone. Fino a ieri gli scienziati giapponesi sostenevano che i terremoti si possono prevedere con una certa sicurezza, ma dopo questa condanna molti di loro si stanno tirando indietro. Invece Hidenori Shimamura, autore di Le bugie sulla previsione dei terremoti, ha sempre sostenuto che è impossibile anticipare un sisma. Rimane un dubbio: fino a che punto si può condannare uno scienziato per qualcosa che non si può prevedere? 4
INDIA – II trionfo dei generici. II 3 novembre la corte d’appello indiana per la proprietà intellettuale ha revocato il brevetto di un farmaco usato per curare l’epatite C, prodotto dall’azienda svizzera Roche. Il brevetto, concesso nel 2006, era stato contestato dal Sankalp rehabili-tation trust, una fondazione che si batte per la diffusione dei medicinali generici, copie a basso costo di farmaci di marca i cui brevetti sono scaduti. Roche, che nella prima metà del 2012 ha registrato vendite pari a 22 miliardi di dollari, è il terzo colosso farmaceutico condannato quest’anno in India. La tedesca Bayer ha dovuto rinunciare al monopolIo sulla produzione del Nexavar, un farmaco contro il tumore ai reni e al fegato, che è stato ritenuto troppo costoso e poco reperibile e che ora potrà essere prodotto da un’azienda indiana, con una riduzione di prezzo del 97 per cento. Anche alla svizzera Novartis è stato rifiutato il brevetto per l’antitumorale Glivec, giudicato troppo simile a un farmaco generico già in commercio in India. Secondo Asia Sentinel, "l’attenzione sui farmaci generici avrà un effetto a catena sull’accessibilità e sul funzionamento del mercato farmaceutico indiano". La differenza di prezzo tra gli originali e le copie, infatti, spesso è notevole. Finora la cura per l’epatite C costava l’equivalente di pmìla dollari ed era fuori dalla portata della maggior parte dei malati.

LAOS – LE GRANDI OPERE DI VIENTIANE. "Non dovrebbe sorprendere che il Laos, dove in questi giorni si svolge il vertice eurasiatico, intenda continuare nella costruzione della diga Xayaburi, la prima nel tratto principale del fiume Mekong", scrive The Diplomai Così come non c’è da stupirsi se la Tailandia è l’unico paese ad appoggiare il progetto, dato che due sue aziende controlleranno il 50 e il 25 per cento delle quote. Ma il fatto che Vientiane abbia scelto la vigilia del vertice per annunciarlo ha irritato non poco il Vietnam e la Cambogia, preoccupati per i danni che subiranno a causa della diga. Gli Stati Uniti e l’Australia, finanziatori della commissione per il fiume Mekong, chiedono ulteriori studi sull’impatto ambientale del progetto.

COREA DEL SUD II 5 novembre il governo ha ordinato la chiusura di due reattori nucleari per motivi di sicurezza. Nauru II i novembre trecento richiedenti asilo, trasferiti sull’isola a settembre, hanno cominciato uno sciopero della fame per chiedere all’Australia di accelerare l’esame delle loro pratiche.

PAKISTAN – II Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha stabilito delle sanzioni contro il clan degli Haqqani, considerato vicino ad Al Qaeda e responsabile di molti attentati in Afghanistan.

CINA – Una spia a Chongqing . II 5 novembre il Wall Street Journal ha rivelato che Neil Heywood, l’uomo d’affari britannico morto avvelenato dalla moglie di Bo Xilai nel novembre del 2011, da almeno un anno forniva informazioni sull’ex astro nascente della politica cinese ai servizi segreti di Londra. L’omicidio di Heywood ha portato alla condanna a morte -poi sospesa – di Gu Kailai, la moglie di Bo, e alla caduta dell’ex segretario del partito di Chong-qing, che aspirava ai vertici del potere
CINA – Cambio della guardia a Pechino Yu Sheng, iSun Affairs, Hong Kong – II congresso del Partito comunista, in cui saranno presentati i nuovi leader del paese, è stato preceduto da un giro di vite nella sicurezza. E da una lotta serrata al vertice fine settembre la polizia ha prelevato Zhang Yumin dal piccolo albergo di Pechino dove allogiava e l’ha scortata fino a Wu-lan, nella Mongolia interna, la sua città d’origine. Zhang ci è abituata: dopo la demolizione forzata dell’edificio dove lavorava, le è capitato altre volte di andare a Pechino a presentare delle petizioni e, in occasione di festività importanti, essere riportata a casa da funzionari arrivati a prenderla dal paese d’origine (chi ha subito un torto da un’amministrazione può presentare una petizione all’autorità superiore rispetto a quella per ottenere giustizia. Molti arrivano fino a Pechino, davanti all’autorità centra-le). Stavolta però la polizia l’ha portata prima in un albergo di Xing’anmeng, poi in una foresteria dell’esercito, e poi in altri due luoghi di custodia, fino all’8 ottobre. Passate le festività di metà autunno e l’anniversario della nascita della repubblica, Zhang Yumin ha chiesto alle guardie: "Ora posso tornare acasa?". Esitando, una guardia le ha risposto: "Non ancora, la terremo in custodia fino alla fine del congresso". Solo allora Zhang ha capito di trovarsi nel mezzo di una battaglia più assurda di quella tra chi va a Pechino a presentare delle petizioni e chi lo intercetta: la lotta per la difesa del congresso, in cui ci sono nemici dappertutto. Nel corso del XVIII congresso nazionale del Partito comunista cinese, cominciato l’8 novembre a Pechino, saranno scelti i nuovi componenti del comitato centrale del partito. Questi a loro volta sceglieranno i membri del politburo, quelli del comitato permanente del politburo e il nuovo segretario generale del comitato centrale del partito che, secondo la prassi, diventerà presidente della repubblica, assumendo i poteri politici e militari. A parte la conferma di Xi Jinping alla presidenza della repubblica, si tratta di una lotta all’ultimo sangue tra i membri del comitato permanente del politburo: saranno sette o nove? Chi sale? Chi scende?
Piazza Tienanmen è stata addobbata con le decorazioni floreali più imponenti della storia. Per strada la tv nazionale Cctv chiede ai cittadini perplessi: "Siete felici?". La messinscena di pace e prosperità è ridicola. Tutti gli occhi sono puntati sulla lotta per il potere. Il ministro della pubblica sicurezza Meng Jianzhu ha affermato che la difesa del congresso deve procedere dall’alto al basso e va realizzata a ogni livello. Per tutelare l’attuale sistema autoritario, chi dipende dal potere deve "difenderlo fino alla morte". Indipendentemente da quale fazione vinca. Un negoziante si è visto rimandare indietro da Taobao (l’eBay cinese ) la mercé spedita: il congresso è imminente, non si possono spedire liquidi, e libri e periodici vanno ispezionati. Bisognerà aspettare la fine del congresso. Hong Kong aspetta, Taiwan aspetta e gli stranieri aspettano. Il luogo cruciale per la difesa del congresso è Pechino. Ogni quartiere della capitale ha delle priorità specifiche: controlli approfonditi sulle persone in transito e l’eliminazione dei "fenomeni sospetti". Sono ricomparse le ronde con nomi familiari come quella "dei piedi fasciati" (pattuglie dell’ordine pubblico composte da anziane signore in pensione), quella delle "fasce rosse" e quella dei "volontari". Se ne vedono ovunque per le strade di Pechino: si dice che siano circa novantamila. Dal 19 al 21 settembre la polizia della capitale ha inviato i funzionari di governo e i direttori delle stazioni di polizia di quartiere a perquisire gli appartamenti in otto distretti del centro della città e in un centinaio di aree periferiche chiave, dove vivono molti migranti. I proprietari di appartamenti in affitto sono stati avvisati che gli inquilini senza il permesso di residenza temporanea dovevano immediatamente lasciare la casa, pena la confisca dell’immobile e il pagamento di una multa. I tassisti, le "finestre sulla capitale", hanno seguito dei corsi di formazione: le videocamere montate nelle auto trasmettono immediatamente le immagini al centro di sorveglianza. Il signor Zhao, tassista, spiega che lui e i suoi colleghi devono stare particolarmente attenti quando attraversano piazza Tiananmen, per evitare che i passeggeri lancino volantini dai finestrini. Il gruppo Yu Yang, una delle principali aziende di taxi di Pechino, ha fondato un gruppo per la difesa del congresso, formulando un dettagliato programma di lavoro. Anche se sono autisti privati, i tassisti sono stati comunque annessi al dipartimento dei trasporti della commissione del traffico e ad altri dipartimenti per "dare il benvenuto a un congresso sicuro." Il centro commerciale Yanghuatang di Wangfujing, uno dei viali più famosi della capitale, ha esposto la scritta "vincere la battaglia per la difesa del congresso". A settembre le regioni dello Henan, della Mongolia interna, dello Zhejiang, dell’Anhui, dello Shanxi e le altre regioni e municipalità autonome hanno cominciato degli addestramenti militari su vasta scala al grido di slogan come "difendere il congresso fino alla morte". Sul web sono circolati molti commenti in merito. Zhuzhiyong scrive: "È da più di sessant’anni che governano il paese, perché sono così nervosi?". Wk-Zhu scrive: "Considerano il popolo un nemico e discutono di come gestirlo. È un’assemblea del popolo in cui il popolo non c’è". Un altro risponde: "Vero! Il popolo è il nemico pubblico. Questo è il punto".
Chi sono i veri nemici II 31 luglio Yuan Peng, direttore del dipartimento di studi americani presso l’istituto cinese di relazioni internazionali contemporanee, aveva pubblicato un articolo sull’edizione in lingua inglese del Quotidiano del Popolo in cui spiegava chiaramente chi sono i "nemici": gli avvocati per i diritti civili, i seguaci di religioni clandestine, i dissidenti, i commentatori più influenti della rete e le masse più deboli. Sono loro, secondo il governo, la causa principale di instabilità nella Cina di oggi. Tra questi, chi per qualsiasi motivo presentava una petizione era il nemico principale che i governi locali dovevano sorvegliare alla vigilia del congresso.
All’organizzazione meticolosa dei gruppi per la difesa del congresso fanno da contraltare l’incertezza e le complicazioni ai vertici del partito. Dopo la vicenda di Bo Xilai, si sono diffuse voci sulla lotta di potere al vertice. Uno dopo l’altro, Zhou Yong-kang, del comitato permanente del polit-buro, Ling Jihua, capo dell’ufficio generale del comitato centrale del partito, e Liu Yuan, commissario politico del dipartimento generale di logistica dell’esercito, sono stati implicati nel caso Bo Xilai. Per un po’ i nove membri del comitato permanente sono comparsi quasi ogni giorno in tv per provare che stavano bene.
LA CRISI DEI REGALI
A quanto pare dopo il congresso il numero dei componenti del comitato permanente del politburo potrebbe scendere da nove a sette. Il signor Huang rivende alcolici e tabacco di lusso (i regali più comuni ricevuti dai politici, che se non vengono consumati spesso sono rivenduti) e spiega che il congresso sta influendo negativamente sui suoi affari. Quest’anno, infatti, il prezzo degli alcolici e del tabacco riciclati è aumentato di circa il io per cento. "Gli affari zoppicano perché è diminuito il numero delle persone che fa i regali", spiega. Huang non è l’unico a sostenerlo.
I primi di ottobre Xu Xiaonian, che insegna finanza ed economia alla China Europe international business school, ha pubblicato un commento su Weibo, il Twitter cinese. Stava leggendo in aereo sul Wall Street Journal che la Burberry, che in Cina fa affari d’oro, aveva pubblicato il primo profit varning degli ultimi anni: il prezzo delle azioni era calato di colpo di più del io per cento. Il motivo è chiaramente la Cina: "La cosa interessante è che l’azienda ritiene che l’incertezza politica influenzi il volume delle vendite. Sembra che non si sappia più a chi fare regali esclusivi. Ma le vendite dovrebbero salire di nuovo dopo il congresso".
Così il prezzo dei liquori pregiati si è abbassato, mentre il prezzo del liquore Xi, del gruppo Maotai Guizhou, è salito alle stelle. Tra i motivi, la somiglianza del nome con il cognome di Xi Jiping. Lo slogan "Dopo il congresso, bevete Xi" sta circolando ampiamente

CINA – DA SAPERE GUIDA AL CONGRESSO * II diciottesimo congresso del Partito comunista cinese, cominciato l’8 novembre, dovrebbe durare sette giorni. Al congresso, che si tiene ogni cinque anni, partecipano più di2.200 delegati provenienti da tutta la Cina. Quest’anno è importante perché ci sarà il cambio di leadership che avviene ogni dieci anni. Sette dei nove componenti del comitato permanente del politburo, che detiene il potere decisionale supremo, saranno sostituiti. Tra questi il presidente HU JINTAO, capo del partito e dello stato, e il primo ministro WEN JIABAO, che dovrebbero essere sostituiti rispettivamente dall’attuale vicepresidente XI JINPING e da LI KEQIANG, oggi vicepremier. I nomi dei nuovi leader saranno annunciati subito dopo la fine del congresso. "L’elite politica cinese è dominata da due correnti principali che si contendono il potere", spiega Cheng Li, della Brookings institution, sul sito della Bbc. "La ‘coalizione populista’, guidata dal presidente Hu Jintao e dal premier Wen Jiabao, e la ‘coalizione Elitista’, emersa durante l’era di Jiang Zemin e guidata oggi da Wu Bangguo, capo del comitato permanente del congresso Nazionale del popolo, e Jia, capo di un organismo politico consultivo. Queste due parti si sono divise finora i vertici del potere in un equilibrio quasi perfetto: cinque seggi agli elitisti quattro ai populisti. XiJinping e Li Keqiang rappresentano le due correnti, i cui esponenti si distinguono per origine socioeconomica e geografica", spiega Cheng."La maggior parte dei leader elitisti è composta ‘principini’, eredi di famiglie di veterani della rivoluzione o di funzionari di alto livello che hanno fatto carriera nelle città costiere avanzate e che rappresentano gli interessi imprenditoriali. I leader della corrente populista, invece, vengono da famiglie meno importanti e hanno fatto carriera nelle province arretrate dell’entroterra. In genere le due parti cercano di cooperare, e mantenere l’attuale equilibrio di potere converrebbe a entrambe. Sembra però che nel nuovo comitato permanente, che potrebbe passare da nove a sette seggi, aumenterà il peso dei principini. In questo caso per la nuova leadership sarebbe difficile costruire il consenso per governare il paese. Il passaggio dei seggi da nove a sette, inoltre, porterebbe all’eliminazione di due figure, il capo della propaganda e quello della polizia, che finora hanno ostacolato la liberalizzazione economica

EUROPA

FRANCIA – LA MANOVRA DI PARIGI Tre milioni di disoccupati, 20 miliardi alle imprese – In Francia la disoccupazione ha ormai superato il 10% e ci sono più di 3 milioni di disoccupati. La bilancia commerciale è in forte passivo e c’è una minaccia di recessione. La diagnosi dominante è che il paese deve recuperare «competitività». Il modello è quello delle riforme realizzate in Germania ai tempi di Schröder. Ieri il primo ministro, Jean-Marc Ayrault, ha annunciato una serie di riforme per rilanciare la competitività, sulla base del rapporto redatto da Louis Gallois, ex pdg di Eads, considerato un «padrone di sinistra», che però, stando all’interpretazione di Mélenchon, ha presentato proposte in linea con le esigenze del padronato, «tutte da buttare». Gallois proponeva uno «choc di competitività» con una riduzione di 30 miliardi di contributi sui salari, per abbassare il costo del lavoro. Ayrault ha scelto una via mediana: le imprese otterranno 20 miliardi di crediti d’imposta, che verranno finanziati con un aumento dell’Iva (il tasso normale passerà dal 19,6% al 20%, e gli altri saranno del 5% e del 10%). Per evitare di essere accusato di far rientrare dalla finestra l’«Iva sociale» di Sarkozy abolita con l’arrivo di Hollande, Ayrault ha sottolineato ieri che la riforma mira ad «essere competitivi per essere più solidali»: l’Iva sui beni di prima necessità cala dal 5,5% al 5%. Ayrault ha annunciato tagli alla spesa pubblica per altri 10 miliardi, lo stanziamento di un fondo di 500 milioni per la pmi, l’accesso all’apprendistato dai 14 anni per 500mila giovani. Prossimamente, ci sarà la promessa riforma bancaria, con la separazione tra le attività di credito e la speculazione e nel 2016 una batteria di misure di «fiscalità ecologica». Il governo ha invece rifiutato la proposta di Gallois di avviare lo
sfruttamento del gas di sciste («shale gas»). I sindacati restano prudenti.
FRANCIA. II governo ha approvato il 7 novembre un progetto di legge che legalizza i matrimoni omosessuali e permette alle coppie gay di adottare. Il parlamento lo esaminerà a gennaio.

GRAN BRETAGNA – Anonymous marcia su Westminster. Sulla scalinata della National Gallery, a Trafalgar Square a Londra, gli Anonymous si sono dati appuntamento ieri per una marcia pacifica nell’anniversario della Congiura dei poveri diretta verso Westminster. Nel 1605, Guy Fawkes cercò di far saltare il Parlamento britannico per protesta contro la repressione anti-cattolica. Insieme ad altri cospiratori, i ribelli tentarono di assassinare re Giacomo I d’Inghilterra. Il complotto venne scoperto da Thomas Knyvet, soldato del re, e i barili di polvere da sparo furono disinnescati. Per ricordare questo episodio, ogni 5 novembre, nel Regno Unito e in Nuova Zelanda gruppi di bambini vanno in giro con dei fantocci, recitando una filastrocca, e chiedono ironicamente soldi per comprare "fuochi per il falò". Di Fawkes, è rimasta la maschera, disegnata dal fumettista Alan Moore nel libro, in seguito film, "V per Vendetta". E proprio questi ragazzi in maschera, tra canzoni hip hop a tutto volume, hanno marciato anche in Francia, Italia e Stati uniti. «La fine è vicina»: si leggeva sugli striscioni. Nell’annunciare la manifestazione gli attivisti cybernetici hanno minacciato attacchi ad aziende, accusate di opprimere i più deboli, come Paypal, Symantec e Zynga. Alla prima sarebbero state sottratte le credenziali di accesso di 28 mila utenti. Mentre Zynga è uno dei maggiori produttori di video giochi online. E viene accusata dagli Anonymous di licenziamenti indiscriminati dopo la caduta in borsa. Ben più gravi accuse sono mosse dagli hacker all’Ocse (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa), accusata di voler manipolare le elezioni ucraine o validare risultati sebbene vengano avanzati dubbi di brogli. In realtà dalle minacce, solo raramente si è passato ai fatti. Ma ieri, i siti del governo australiano e di quello ecuadoriano sono stati modificati, in seguito alle vicende che hanno coinvolto il fondatore di Wikileaks, Julian Assange, con cui recentemente gli hacker si sono scontrati.

UCRAINA – In piazza contro i brogli. La situazione rimane tesa in Ucraina dopo la vittoria alle elezioni del Partito delle regioni del presidente Viktor Janukovic. L’opposizione manifesta quotidianamente di fronte alla sede della commissione elettorale a Kiev (nella foto) per protestare contro i brogli e chiedere il ri-conteggio dei voti. Le autorità hanno però vietato ogni assembramento nella capitale. Secondo il settimanale Zerkalo Nedeli, il fatto che anche gli osservatori internazionali abbiano denunciato brogli è un serio problema per il governo, che sperava in queste elezioni "per sdoganarsi in occidente, accelerare la firma dell’accordo di adesione all’Ue e rafforzare la sua posizione nei rapporti con Mosca".
RUSSIA – II ministro licenziato . Cambio al vertice della difesa in Russia. Vladimir Putin ha sostituito il ministro Anatolij Serdjukov, in carica dal 2007 e coinvolto in uno scandalo di corruzione, con il suo fedelissimo Sergei Soigu, governatore della regione di Mosca e già ministro della protezione civile. Come spiega il Moscow Times, Putin ha definito Soigu la persona giusta per gestire i 770 miliardi di dollari che nei prossimi dieci anni saranno spesi per il riammodernamento dell’esercito.

SPAGNA – Un paese da piangere. Gli anni in cui il premier José Maria Aznar poteva affermare fieramente "iEspana va bien!" sono ormai lontani. Con la disoccupazione che supera il 25 per cento (il 50 per cento tra i giovani), mezzo milione di famiglie sfrattate in quattro anni perché non più in grado di pagare il mutuo, i tagli ai servizi sociali come la sanità e l’istruzione e l’assenza di investimenti pubblici da parte di uno stato impegnato quasi esclusivamente a pagare gli interessi sul debito alle banche tedesche, la Spagna è ormai "un paese da piangere", titola Cambio 16. Il settimanale punta il dito in particolare contro la "crudele" legge (risalente al 1909) sui mutui: una norma che consente alle banche di confiscare la casa se i proprietari non sono in grado di pagare il mutuo, costringendoli però a continuare a versarne le rate finché il debito non è estinto. Nel frattempo "l’evasione fiscale ha dimensioni enormi" e vede protagoniste le famiglie più ricche, le banche e le grandi imprese. Ogni anno, secondo l’agenzia delle entrate, questi gruppi frodano il fisco per 70 miliardi di euro. "Soldi che lo stato non percepisce e che sono la causa diretta dell’aumento delle tasse pagate dalle classi medie e popolari in cambio di prestazioni sociali sempre più scadenti".

PAESI BASSI – I problemi della coalizione. II nuovo governo olandese, formato dalla coalizione tra i liberali del Vvd e i laburisti del Pvda, ha prestato giuramento il 5 novembre, ma deve già affrontare i primi contrasti interni. Ad alimentare le tensioni è la riforma dell’assicurazione sanitaria voluta dal leader laburista Diederik Samsom e fortemente criticata dall’ala destra dei liberali del premier Mark Rutte (nella foto con Samsom). La riforma ha poche speranze di passare l’esame del parlamento, scrive De Volkskrant, ma questo "è solo un assaggio delle difficoltà che attendono il governo". La crisi economica, infatti, impone tagli al bilancio per almeno 15 miliardi di euro, e altre misure dolorose sono in programma. "Per i Paesi Bassi si chiude un’era di prosperità evidente. Il nuovo governo sembra averlo capito. Ora tocca a tutti gli olandesi accettarlo", commenta Trouw.

UNGHERIA – Obbligatorio registrarsi. Uno strumento in mano al governo di Viktor Orbàn per falsare le elezioni con frodi e brogli. Così l’opposizione ungherese ha definito il provvedimento approvato il 29 ottobre dalla camera (dove Orbàn ha una maggioranza di due terzi), secondo cui per partecipare alle prossime elezioni del 2014 i cittadini dovranno registrarsi presso apposite liste almeno 15 giorni prima del voto. Secondo il blog Hungarian Spectrum, il nuovo obbligo è irragionevole, perché il paese ha già un efficiente registro centrale degli elettori, e servirà solo a tenere lontani dalle urne gli indecisi (che spesso tendono a non votare per il partito al governo) e i cittadini più poveri, specialmente quelli delle aree rurali.

GRECIA – II 6 novembre decine di migliaia di persone hanno manifestato ad Atene (nella foto) e a Salonicco in occasione di uno sciopero generale di 48 ore contro il piano pluriennale di austerità voluto dal governo.

LETTONIA – II i novembre la commissione elettorale ha bocciato un referendum per concedere la cittadinanza a 300mila membri della minoranza russofona

ITALIA.

ELEZIONI. DA PORCELLUM A CICCIOBELLUM – Tre preferenze invece di due, così si penalizzano le donne Non c’è solo l’innalzamento della soglia di maggioranza tra le novità di ieri. La commissione affari costituzionali del senato ha approvato infatti anche un emendamento firmato dal capogruppo dei senatori del Pdl Maurizio Gasparri e dal suo vice Gaetano Quagliariello che aumenta da due a tre le preferenze che si possono esprimere. Il testo base del berlusconiano Malan prevede infatti che due terzi dei seggi siano attribuiti con il ritorno delle preferenze. Fino a ieri due preferenze per ogni elettore, con l’obbligo dell’alternanza di genere. Obbligo che rimane anche con l’emendamento Gasparri-Quagliariello che però aggiunge una preferenza così sfavorendo di fatto il sesso meno rappresentato in politica. «Il Pdl pensa che di donne nelle istituzioni ce ne siano già abbastanza e le vuole ridurre un po’», denuncia la capogruppo Pd Anna Finocchiaro. «È un modo chiaro per annullare del tutto quel minimo di utilità che si poteva trovare nella doppia preferenza di genere», aggiunge la collega di partito Vittoria Franco. Più complessa la lettura del presidente della prima commissione, Carlo Vizzini, secondo il quale «la preferenza tripla serve per garantire gli equilibri interni al Pdl, serve agli ex Forza Italia, agli ex An e alle donne del partito». Replica l’Udc Gianpiero D’Alia, secondo il quale le tre preferenze derivano dal fatto che si sono allargate le circoscrizioni, come alle europee.

SICILIA – IMPEGNO «PARZIALE E A TITOLO GRATUITO» «Sarò Franco». Battiato dice sì a Crocetta per la Cultura
Palazzo d’Orleans, sede della giunta regionale, non sarà il «centro di gravità permanente» di Franco Battiato, il colpo grosso messo a segno dal neo governatore della Sicilia Rosario Crocetta. L’artista catanese sarà il futuro titolare alla Cultura in maniera «parziale perché non voglio cambiare mestiere», afferma, e lo farà a titolo gratuito e senza l’etichetta di assessore «che mi offende», quindi, dice il cantautore, «chiamatemi Franco». Più franco di così si muore: «Non voglio avere assolutamente a che fare con i politici – sottolinea infatti Battiato -. Ho bisogno di avere uno spazio dove ci sia libertà di organizzare degli eventi speciali che mettano in contatto la Sicilia con il resto del mondo, dalla Cina all’America e alla Germania. È un progetto ambizioso e si può fare anche con pochi soldi, come abbiamo dimostrato in passato. L’altra cosa che ho chiesto a Rosario Crocetta è di non ricevere stipendio perché ciò mi rende libero di poter lasciare l’incarico da un momento all’altro».
Crocetta si dice comunque «entusiasta» del sì ricevuto dal cantautore: «Battiato è uno dei siciliani più in gamba che ci sono. Può dare un grande contributo e per questo gli ho rivolto l’invito chiaro e onesto a scendere in campo». E mentre sul web nel pomeriggio si scatenavano commenti di tutti i tipi, ironici e compiaciuti, e il mondo politico si complimentava per la designazione – qualcuno l’ha paragonata a quella di Gilberto Gil in Brasile – in serata il neo governatore spiegava di «voler costruire tutta la squadra di assessori», partiti permettendo, sulla stessa scia, ossia in base «alle riconosciute e riconoscibili competenze». Crocetta sottolinea di voler «ripristinare il principio gramsciano degli intellettuali in politica: in un Paese dove gli intellettuali in questi ultimi anni sono stati emarginati, io dico con estrema sincerità che voglio costruire un percorso nuovo».
Che lo voglia o no, Crocetta – dovrebbe essere ufficialmente proclamato presidente della regione entro questa settimana dall’ufficio elettorale della corte d’appello – avrà a che fare con le fortissime pressioni dei partiti e dei politici che lo hanno sostenuto, Pd e Udc, ma anche con quelli di opposizione, visto che non ha maggioranza sufficiente per poter governare tranquillamente: «Voglio dialogare con i partiti, ci mancherebbe – spiega – ma loro devono proporre dei nomi validi. È questo l’appello che faccio: presentate dei nomi e io deciderò se hanno le caratteristiche che intendo dare alla giunta».
La squadra è ancora in gran parte da comporre. In questi giorni sono circolati tantissimi nomi, da quello del procuratore capo di Torino, Giancarlo Caselli, già procuratore a Palermo, a quello del docente universitario Alfredo Galasso, avvocato antimafia, già deputato regionale del Pci ed ex membro del Csm, e Mariella Fedele, moglie del procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso. Nessuna conferma.
Si dà invece per certa Lucia Borsellino, figlia del giudice ucciso dalla mafia, alla guida dell’importantissimo assessorato alla Sanità. Altrettanto sicuri dovrebbero essere Emanuele Rapisarda, insegnate di liceo a Catania, non vedente, cui andrebbe la delega alle politiche per la disabilità; e Marina Lafarina, dell’Arci gay, «alla quale mi piacerebbe assegnare la delega sui diritti civili». Un altro nome che Crocetta ha in mente è quello di Mariella Maggio, ex segretaria regionale della Cgil, «che vedrei bene, considerata la drammatica situazione occupazionale».
Sulla futura giunta Crocetta non dice di più, anche perché le caselle da riempire sono ancora parecchie e alcune anche abbastanza pesanti, come quella al bilancio. C’è poi da assegnare la presidenza dell’Ars: andrà alla maggioranza o all’opposizione? E inoltre: in casa Pd chi la spunterà tra Beppe Lumia e Antonello Cracolici, gli sponsor principali del molto discusso – nonché compromettente governo Lombardo – dati entrambi in lizza per un posto in prima fila? «Non ne abbiamo ancora parlato», taglia corto Crocetta. DATI

DATI ISTAT – Disoccupazione, il 2013 è da incubo. Sale dal 10,6% del 2012 all’11,4% il tasso di disoccupazione previsto per il prossimo anno, sia a causa del contrarsi dell’occupazione, sia per l’aumento dell’incidenza della disoccupazione di lunga durata. Il Pil resterà in rosso, andranno giù i redditi e i risparmi delle famiglie. È nero il quadro tracciato dall’Istat nel rapporto sulle «prospettive dell’economia italiana». La caduta del reddito disponibile, il clima di incertezza percepito dai consumatori e l’attuazione di misure di politica economica volte al consolidamento dei conti pubblici penalizzeranno quindi la spesa per consumi, sottolinea l’istituto di statistica. Per l’Istituto di statistica, scendono pil (-2,3%) e consumi (-3,2% quest’anno)
La cancelliera Angela Merkel vede nero per altri cinque anni nella zona euro, ma l’Istat vede nerissimo per l’Italia nel 2013. Con un ulteriore calo del Pil, dei consumi e soprattutto un incremento della disoccupazione.
Nero su bianco, è scritto che l’Istat prevede un «rilevante incremento» del tasso di disoccupazione per quest’anno, al 10,6%. Mentre nel 2013 il tasso sarebbe ancora in salita raggiungendo l’11,4% «a causa del contrarsi dell’occupazione», unito all’aumento dell’incidenza della disoccupazione di lunga durata. «La crescita delle persone in cerca di lavoro iniziata alla fine del 2011, è alla base del rilevante incremento del tasso di disoccupazione previsto per quest’anno (10,6%) – spiega l’Istat – per il 2013, il tasso di disoccupazione continuerebbe ad aumentare (11,4%) sia a causa del contrarsi dell’occupazione, sia per l’aumento dell’incidenza della disoccupazione di lunga durata. Le retribuzioni per dipendente mostrerebbero una dinamica moderata (0,9%, nel 2012 e 1% nel 2013). La produttività del lavoro diminuirebbe nel 2012 per poi stabilizzarsi nel 2013. Il costo del lavoro per unità di prodotto tenderebbe a crescere in entrambi gli anni».
Sempre nel documento intitolato «Le prospettive per l’economia italiana nel 2012 e 2013», in fondo il quale solo il presidente del consiglio Mario Monti vede una «luce», l’Istat segnala che «la durata della crisi attuale supererebbe così sia quella del biennio 2008-09 (5 trimestri) sia quella del periodo 1992-93 (6 trimestri)».
Detto in altri numeri, Il pil italiano scenderà del 2,3% quest’anno e dello 0,5% il prossimo, «nonostante l’attenuazione degli impulsi sfavorevoli e un moderato recupero dell’attività economica nel secondo semestre. La caduta del Pil iniziata nel terzo trimestre del 2011 dovrebbe proseguire, con intensità sempre più contenute, fino al secondo trimestre del 2013». Un segnale timidissimo, a fronte di una caduta del 2,3% «a causa di un contributo marcatamente negativo della domanda interna (-3,6%, al netto delle scorte), solo in parte compensato da quella estera netta (pari a 2,8%, circa il doppio rispetto al 2011)». L’istituto di statistica stima che «la domanda estera netta risulterebbe, in entrambi gli anni, la principale fonte di sostegno alla crescita, con un contributo rispettivamente pari a 2,8 e a 0,5 punti percentuali nei due anni considerati, mentre il contributo della domanda interna al netto delle scorte è previsto rimanere negativo sia nel 2012 (-3,6 punti percentuali) sia nel 2013 (-0,9 punti percentuali)».
Con l’Iva destinata a crescere ancora, i consumi restano depressi. La spesa privata per consumi, secondo l’Istat, dovrebbe registrare quest’anno una contrazione del 3,2%, mentre nel 2013, la spesa dei consumatori risulterebbe ancora in calo (-0,7%), per «le persistenti difficoltà sul mercato del lavoro e della debolezza dei redditi nominali». Consolazione misera, l’inflazione: se nel 2012 il tasso di crescita del deflatore della spesa delle famiglie residenti è stimato al 2,7%, nel 2013 «il processo di rientro dall’inflazione dovrebbe rafforzarsi» (2%). In presenza di una domanda debole e della crescita Iva.

 

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