10177 I Patronati all’Estero tra presente e futuro.

20120924 11:17:00 guglielmoz

Una sentenza del Tribunale di Zurigo, che ha accolto la richiesta di indennizzo a carico di un Patronato italiano operante in Svizzera, è stata l’ennesima occasione per un attacco violento e generalizzato ai Patronati. ( vedi AISE del 18 settembre 2012). Si è distinto in tale campagna denigratoria l’on. Guglielmo Picchi.

Non sappiamo se la vicenda giudiziaria sia realmente terminata, se c’è un giudizio di appello.
Certamente i pensionati vittime di comportamenti illeciti vanno tutelati., i comportamenti scorretti di singoli operatori devono essere sanzionati, sul piano civile ed eventualmente penale.
Tuttavia episodi sporadici di irregolarità non giustificano un attacco generalizzato ai Patronati e tanto meno proposte di modifiche legislative, che di fatto renderebbero impossibile la loro attività all’Estero.
Occorre sempre distinguere tra singole responsabilità e l’Istituzione in questione dove avvengono episodi anche gravi. Se il criterio esposto fosse valido , il Parlamento dovrebbe essere chiuso da tempo così come parte delle regioni, molte istituzioni, i partiti compreso il PDL e via di questo passo fino ad Adamo e Eva. L’ Organizzazione chiamata in causa non ha bisogno di avvocati difensori vale la sua storia e il quotidiano impegno di migliaia di persone oneste.

La normativa, vigente da oltre 30 anni, prevede, una verifica puntuale , da parte del Ministero competente, dell’attività dei Patronati all’Estero e stabilisce che una percentuale del fondo, costituito per il loro finanziamento, debba essere destinata al controllo sia della loro organizzazione che della loro attività.
Non si tratta di una verifica solo documentale, ma di un controllo effettivo e totale nei diversi paesi, realizzato da Ispettori del Ministero.

Purtroppo in questi ultimi anni tali controlli sono stati sporadici. Si tratta allora di applicare la Legge già esistente piuttosto che evocarne di nuove, per motivi di campagna elettorale.

In realtà i Patronati rappresentano uno strumento insostituibile ( spesso l’unico) per il godimento effettivo dei diritti previdenziali dei lavoratori italiani all’Estero, specialmente in un contesto che registra un indebolimento delle strutture consolari ed un flusso di nuova emigrazione giovanile in cerca di opportunità di lavoro.

L’evoluzione del sistema previdenziale italiano, l’impoverimento di larghi strati dell’emigrazione italiana in alcune aree ( si pensi ad intere generazioni di lavoratori italiani, in America latina) , le difficoltà che tanti giovani della nuova emigrazione incontrano nell’approdare all’Estero per cercare un lavoro, richiedono un potenziamento, certamente non una riduzione della Presenza dei Patronati all’Estero.

Non si tratta evidentemente di assistere questi giovani della nuova emigrazione per il conseguimento della pensione, ma di aiutarli oggi ad inserirsi nel mondo del lavoro, ad iniziare a costituire il loro capitale contributivo ( in quasi tutti i Paesi ormai si va verso il sistema previdenziale contributivo), a districarsi in un panorama legislativo, che supera spesso la distinzione tradizionale tra lavoro subordinato e lavoro autonomo.

Nel dopoguerra, ai Patronati, all’atto della loro istituzione, venne affidato, accanto al compito di assistenza per la pratiche previdenziali, anche una più larga funzione di promotori dell’inserimento sociale, mediante il collocamento, l’organizzazione di progetti educativi per i figli dei lavoratori, le campagne di informazione.

Nella fase attuale di crisi ( si potrebbe parlare di una nuova partenza) dell’economia mondiale, ai Patronati all’Estero , potrebbe essere affidato un compito specifico per aiutare giovani laureati, artigiani, piccoli imprenditori a trovare uno sbocco, a cogliere opportunità di vita e di lavoro, a costruire un futuro.
A tale proposito trovo un limite molto grande alla iniziativa politica specie all’estero. Prevalgono incontri, feste, convegni autoreferenziali, difesa di interessi spesso corporativi, rappresentazione di questioni più sindacali e di Patronato , centinaia di ordini del giorno , raccomandazioni e interrogazioni che lasciano il tempo che trovano. Manca una forte e necessaria iniziativa che proponga un punto di riferimento forte una stella polare; LAVORO-LAVORO-LAVORO

Non cè traccia di come si aiuti l’internazionalizzazione della piccola e media impresa, quella Italiana esprime una imprenditorialità unica per capacità e intelligenza. Si avverte una assenza della politica mentre le difficoltà sono crescenti . Si tratta di lavorare per proporre L’Italia nei Paesi dove cè necessità di tecnologie, capacità e professionalità.

All’estero, a cominciare dall’Argentina, si preferisce promettere provvidenze che non saranno più possibili, si guarda al passato- all’assistenza e non alla cultura del lavoro- Nell’insieme prevale il piccolo cabotaggio e solo per fini elettorali-

Non si tratta allora di chiudere o ridimensionare i Patronati all’Estero, prendendo a pretesto qualche caso ( in realtà molto raro) di cattivo funzionamento o anche di singole malversazioni, ma di applicare realmente quella Legge che già esiste, che fu scritta ed è ancora valida, per attuare il dettato dell’art. 3 della Carta Costituzionale : “ E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale… che impediscono il pieno sviluppo della persona umana…”
Antonio Bruzzese Pres.CNA Epasa Argentina Buenos Aires 22 settembre 2012

 

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