10094 La CGIL saluta Andrea Amaro

20120728 11:15:00 redazione-IT

[b]A ricordare il sindacalista della CGIL, impegnato con il sindacato sin dal 1962, anche il Segretario Generale Susanna Camusso che ha voluto sottolineare la sua capacità di "dare il massimo in tutti gli incarichi ricoperti e di saper valorizzare i rapporti umani tra le persone.[/b]

Quando si ricordano gli amici e i compagni che ci hanno lasciato, è molto raro sentir dire le stesse cose da persone diverse. In questo caso, però, quasi tutti quelli che ricordano Andrea lo descrivono con gli stessi tratti del carattere: l’ironia, la serietà nell’impegno politico, il suo essere al tempo stesso tagliente e lieve, la sua generosità. E non è neppure un caso leggere i tanti ricordi di chi lo ha conosciuto solo in anni recenti nel suo ultimo impegno per gli italiani all’estero. Ironia, impegno, generosità questi i tratti del carattere di Andrea Amaro, (Bologna 1943), dirigente della CGIL dal 1962, deceduto a Roma mercoledì 25 luglio, che anche il Segretario Generale della CGIL, Susanna Camusso ha voluto ricordare questa mattina durante il saluto della CGIL nella sede del sindacato della Funzione pubblica in via Leopoldo Serra.

Per tutti gli incarichi che gli sono stati affidati, Andrea Amaro ha cercato sempre di dare il massimo, ha ricordato Susanna Camusso. Da quanto era nella FIOM e poi nella Camera del lavoro di Bologna, agli incarichi di direzione di importanti categorie nazionali della CGIL, gli alimentaristi, gli elettrici, il sindacato dell’energia. E poi ancora in Confederazione, a Roma, dove Amaro è stato presidente di Progetto Sviluppo, l’istituto che si occupa di cooperazione internazionale e infine nel Consiglio generale degli italiani all’estero (CGIE), come componente di nomina governativa della CGIL.

Andrea Amaro, ha detto Susanna Camusso, non aveva però solo le doti del dirigente sindacale. Era sempre attento alla politica, alle tendenze culturali più generali e aveva una grandissima considerazione delle relazioni umane e della cultura. A chi – come tanti di noi – è toccato di lasciare la propria città per venire e lavorare a Roma, ha detto Susanna Camusso, Andrea consigliava di gustarsi le tante bellezze culturali della capitale, i quadri, i monumenti, non si risparmiava mai in consigli e suggerimenti per gli amici. E non è stato neppure un caso che questa mattina, a concludere la lieve cerimonia funebre, sia stata una poesia di Caproni sull’amicizia e il nostro passare effimero in questa vita letta a nome dei famigliari. E’ bello essere stato con voi, con gli amici, a condividere chiacchierate serene.

“Ho avuto la fortuna, il privilegio e il piacere di lavorare con Andrea in questi anni al dipartimento internazionale – ha detto Leopoldo Tartaglia – Andrea incuteva il grande rispetto di un importante dirigente “storico” della CGIL, che ha ricoperto così tanti incarichi di responsabilità, ma aveva, allo stesso tempo, la preziosissima caratteristica di una grande grandissima umanità e di una squisita naturale gentilezza. E di quella sua ironia, con la quale era in grado di sdrammatizzare tutto, di dire, a volte, anche cose spiacevoli, ma in un modo che ti faceva sorridere. Ed era anche un’autoironia, un modo di prendere in maniera “scanzonata” anche le cose più serie, anche la vita stessa”. Una ironia, ci ricorda sempre Tartaglia che si può perfino definire con una immagine. “Non so se la sua formidabile collezione di fischietti e ocarine – ne aveva raccolte in ogni suo viaggio e chiedeva sempre a tutti – ovunque andassero di portargliene una….. possa anche un po’ rappresentare questo suo modo di essere”.

“Il mio rapporto con Andrea durava da più di mezzo secolo – ha detto invece Alfiero Grandi, ex dirigente CGIL e sottosegretario dei governi di centrosinistra – ci siamo conosciuti quando eravamo studenti medi, già impegnati politicamente, responsabili di 2 organizzazioni giovanili del centro storico di Bologna. Lui dei giovani socialisti e io dei giovani comunisti. Le differenze erano più di nome. Di fatto non c’erano reali differenze politiche tra noi, del resto militava nell’area di Lelio Basso. Anzi Andrea era probabilmente più movimentista e a sinistra di me. In seguito Andrea ha partecipato alla formazione del PSIUP. Più tardi ci siamo ritrovati insieme nel PCI. In realtà l’esperienza principale di Andrea è stata nella CGIL, dove è entrato giovanissimo e di cui è diventato presto un dirigente affermato”. Grandi ha voluto ricordare, di Amaro, tra le tante altre cose il “fortissimo sentimento di classe. Gli sfruttati, gli ultimi erano il suo punto di riferimento. Su questo non ha mai cambiato parere. Erano – senza tentennamenti – quelli da difendere, anche con ironia e senza negarne le debolezze, ma sempre per farne crescere le capacità di affermazione, la dignità personale e collettiva”.

Ci mancherà il suo sorriso, la sua intelligenza acuta, la sua passione disincantata.

http://www.cgil.it/dettagliodocumento.aspx?ID=19605

 

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