10089 La Procura di Palermo chiude l’inchiesta sulle trattative Stato/mafia. A giudizio 12 indagati

20120725 13:59:00 red-roma

La Procura di Palermo ha chiuso le indagini sulla trattativa Stato-mafia. I pm hanno firmato la richiesta di rinvio a giudizio di 12 indagati, tra i quali figurano oltre a capimafia come Provenzano, il generale dei carabinieri Mario Mori, l’ex ministro Calogero Mannino e l’ex presidente del Senato Nicola Mancino (per falsa testimonianza) che dice: "Dimostrerò mia estraneità". Marina Berlusconi,figlia del leader del PDL, chiamata a deporre in Procura a Palermo, per i soldi versati sui conti di Dell’Utri.

La Procura della Repubblica di Palermo ha chiuso le indagini sulla trattativa Stato-mafia, rinviando a giudizio 12 indagati, tra cui figurano l’ex ministro Calogero Mannino, l’ex presidente del Senato Nicola Mancino, e il senatore Marcello Dell’Utri. La richiesta, che è stata vistata dal procuratore capo Francesco Messineo, sarà trasmessa nelle prossime ore al giudice per l’esame preliminare.

Le richieste di rinvio a giudizio riguardano anche i capimafia Totò Riina, Giovanni Brusca, Antonio Cinà, Leoluca Bagarella e Bernardo Provenzano.

Anche uomini delle istituzioni dello Stato: l’ex generale Antonio Subranni, l’ex colonnello dei Ros Giuseppe De Donno, l’ex generale del Ros Mario Mori,sono stati rinviati a giudizio dai procuratori della Repubblica di Palermo

Tra i primi a commentare la richiesta dei giudici è stato proprio Nicola Mancino. "Dopo la comunicazione della conclusione delle indagini sulla cosiddetta trattativa fra uomini dello Stato ed esponenti della mafia, ho chiesto inutilmente al Pubblico ministero di Palermo di ascoltare i responsabili nazionale dell’ordine e della sicurezza pubblica (capi di gabinetto, direttori della Dia, capi della mia segreteria, prof. Arlacchi, ad esempio), i soli in grado di dichiarare se erano mai stati a conoscenza o se mi avessero parlato di contatti fra gli ufficiali dei carabinieri e Vito Ciancimino e, tramite questi, con esponenti di Cosa Nostra. A questo punto ho rinunciato al proposito di farmi di nuovo interrogare e di esibire documenti”. . "Preferisco farmi giudicare da un giudice terzo,aggiunge N.Mancino. Dimostrerò la mia estraneità ai fatti addebitatimi ritenuti falsa testimonianza, e la mia fedeltà allo Stato".

Tutti, tranne Mancino, sono accusati di attentato a un corpo politico dello Stato, N.Mancino deve rispondere di falsa testimonianza

 

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