20120712 13:01:00 red-roma
Ridurre la spesa pubblica ma garantire il servizio pubblico. Una ardita "scommessa" del Coordinamento Enti Gestori dei corsi di lingua e cultura in Svizzera.
Beccarsi come i polli di Renzo, di manzoniana memoria, fra iniziativa pubblica e privata, rende ancora più agevole la strada del Governo di tagliare e basta,ignorando gli interessi degli emigrati, della loro discendenza assieme all’interesse più generale dell’Italia
Le “Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini” prevedono all’articolo 14 la progressiva riduzione del 40% del contingente dei docenti MAE all’estero. Tale provvedimento colpisce nuovamente in maniera pesante il settore dei corsi di lingua e cultura italiana all’estero che, almeno in Svizzera, rappresenta il vero motore della promozione e diffusione della cultura italiana. Un settore già pesantemente penalizzato dai tagli al capitolo 3153 che ha portato nel triennio 2009-2011 alla soppressione di oltre 200 corsi. I pesanti tagli del 2012 agli enti porteranno a settembre alla chiusura di ulteriori 150 corsi. L’eventuale riduzione del contingente MAE provocherà la soppressione di altri corsi.
Per evitare il tracollo dell’intero sistema corsi è pertanto necessario che le misure di risparmio previste nel DL 95/2012 siano accompagnate dal recupero di fondi per gli enti gestori, in maniera da poter rilevare i corsi che resteranno eventualmente scoperti a seguito della riduzione del contingente di ruolo. Appoggiarsi sul privato sociale e non profit e sostenere gli enti gestori espressione della collettività italiana, non è sinonimo di “selvaggia privatizzazione”, bensì significa mantenere nei corsi l’idea di servizio pubblico accessibile a tutti i figli dei connazionali. Solo con una compensazione dei fondi in favore degli enti gestori sarà possibile garantire all’estero “l’invarianza dei servizi ai cittadini” e allo stesso tempo permettere una riduzione e ottimizzazione della spesa pubblica.
Roger Nesti, coordinatore
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