10004 Vero e proprio boom dell’imprenditoria degli immigrati in tempo di crisi

20120711 13:40:00 red-roma

Un vero e proprio boom dell’imprenditoria etnica in Italia, con un + 49% in sette anni. Lo rileva uno studio della Cna, presentato a Roma, in un convegno dal tema ‘L’impresa etnica nel periodo della crisi’.
I settori di attività sono prevalentemente le costruzioni e il commercio. In questo contesto – conclude la CNA che al suo interno conta oltre 12mila imprese straniere (il 5% del totale) – "le associazioni imprenditoriali possono e devono svolgere un ruolo fondamentale per favorire lo sviluppo di queste nuove realtà”.
In tempo di crisi le attività economiche ed mprenditoriali degli immigrati nel nostro paese possono rappresentare un contributo importante per la ripresa ed una garanzia anche per le entrate fiscali. In questo modo cambia la percezione dell’immigrato e sale il consenso sociale al suo inserimento

CNA: boom dell’imprenditoria etnica, 49% in 7 anni
Roma – E boom dell’imprenditoria etnica in Italia con un + 49% in sette anni. Lo rileva uno studio della Cna, presentato a Roma, in un convegno dal tema ‘L’impresa etnica nel periodo della crisi’. Negli anni della crisi, il ruolo della popolazione straniera in Italia è divenuto sempre più evidente e apprezzabile contribuendo alla crescita dell’occupazione e della ricchezza prodotta e portando dinamismo nel settore imprenditoriale, con +48,7% di crescita dell’imprenditoria straniera tra il 2005 e il 2011, rivela lo studio della CNA, curato da Antonio Murzi, sottolineando che nei sette anni considerati l’occupazione dei cittadini di nazionalità italiana si è ridotta del 3,4%, mentre quella degli stranieri in Italia è praticamente raddoppiata (+97%). Per effetto di questi opposti andamenti, il peso dell’occupazione straniera è passato dal 5,2% del 2005 al 9,9% del 2011 (gli occupati stranieri sono 2,3 milioni).
Contestualmente – aggiunge la CNA – è aumentato il peso della ricchezza prodotta dagli stranieri, dal 7,1% del 2005 al 12,0% del 2010 (pari a 167.537 milioni di euro). Il boom dell’imprenditoria straniera – prosegue la CNA – fa da contrappasso alla diminuzione del 9,3% dell’imprenditoria nazionale. Come conseguenza, il peso dell’imprenditoria straniera è salito dal 5,7% al 9,1%. Nel 2011 – rileva ancora la CNA – i titolari e i soci di impresa straniera sono 440.145; di questi il 56,7% sono titolari d’impresa e l’86,1% risiede nell’Italia Centro-settentrionale. Solo la Lombardia ne ospita il 22,6%. La Toscana è la regione con il più alto tasso di imprenditorialità straniera (7,2 titolari immigrati sul totale delle imprese registrate); la Basilicata presenta invece il più basso tasso di imprenditorialità immigrata (0,5%).
La CNA osserva anche come l’imprenditoria straniera in Italia sia riferita a pochi Paesi d’origine: il 56,3% dei titolari di impresa proviene infatti da soli quattro Paesi: Marocco (16,5%), Romania (15,1%), Cina (14,6%) e Albania (10,0%). I settori di attività sono prevalentemente le costruzioni e il commercio. In questo contesto – conclude la CNA che al suo interno conta oltre 12mila imprese straniere (il 5% del totale) – "le associazioni imprenditoriali possono e devono svolgere un ruolo fondamentale per favorire lo sviluppo di queste nuove realtà”.

 

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