9996 Morti sul lavoro: in Italia nel 2011 sono stati 920, quasi tre ogni giorno.

20120711 09:29:00 red-roma

Secondo i dati INAIL (Istituto Nazionale Assistenza Infortuni sul Lavoro) le vittime di infortuni mortali sul lavoro sono restate sotto quota mille per il secondo anno consecutivo, circa 725mila gli infortuni denunciati.
Ma lo stesso istituto sottolinea: mancano i dati sul lavoro nero.il Presidente dell’Inail De Felice: lo comunica presentando il rapporto annuale.
In calo anche il totale degli infortuni sul lavoro denunciati all’Istituto: 725mila, in flessione del 6,6% rispetto al 2010. Ma il calo delle vittime non può consentire conclusioni troppo tranquillizzanti sul miglioramento della sicurezza degli ambienti di lavoro: Il Presidente della Repubblica GIORGIO NAPOLITANO chiede superare le carenze nelle tutele rispetto agli infortuni su lavoro e l’applicazione severe dlle norme e dei controlli

da Rassegna.it
Nel 2011 i morti sul lavoro sono stati 920. Per le statistiche è il numero più basso mai registrato, in ulteriore calo del 5,4% rispetto ai 973 dell’anno precedente. Lo comunica l’Inail (Istituto Nazionale Assistenza Infortuni sul Lavoro), presentando il rapporto annuale. In calo anche il totale degli infortuni sul lavoro denunciati all’Istituto: 725mila, in flessione del 6,6% rispetto al 2010. Ma il calo delle vittime ‘ha l’effettiva determinante nella componente ‘in strada’: non può perciò consentire conclusioni troppo tranquillizzanti sul miglioramento della sicurezza degli ambienti di lavoro", sottolinea il presidente dell’Istituto, Massimo De Felice, presentando il rapporto alla Camera.

In queste cifre, poi, non rientrano gli infortuni relativi ai quasi 3 milioni che lavorano al nero, tra i quali l’Istituto stima che nel 2010 ne siano accaduti circa 164mila. La diminuzione degli infortuni del 6,6% registrata sull’anno precedente è in realtà una media del calo che ha riguardato sia quelli nei luoghi di lavoro sia quelli in itinere. Il decremento è più sensibile per i casi in itinere (-7,1%), meno per quelli avvenuti in occasione di lavoro (-6,5%) che rappresentano circa il 90% del complesso delle denunce.

Nel 2011 il calo infortunistico ha interessato, in complesso, sia i lavoratori (-7,0%) che le lavoratrici (-5,6%). Il calo complessivo degli infortuni mortali (- 5,4%) è, invece, influenzato esclusivamente dai lavoratori uomini (-7,3% rispetto al 2010). Le lavoratrici, viceversa, hanno conosciuto un sensibile aumento dei decessi (+15,4%, passando dai 78 casi del 2010 ai 90 del 2011). Tale aumento è dovuto prevalentemente ai casi in itinere, che rappresentano più della metà dei decessi femminili. Tenendo conto che le donne rappresentano circa il 40% degli occupati, che la quota di infortuni femminili rispetto al totale è del 32% e quasi il 10% per i casi mortali, si deduce che il lavoro femminile è sicuramente meno rischioso. Le donne, infatti, sono occupate prevalentemente nei servizi e in settori a bassa pericolosità e – se impegnate in comparti più rischiosi come le costruzioni, i trasporti e l’industria pesante – svolgono comunque mansioni di tipo impiegatizio o dirigenziale.

Diminuiscono gli infortuni tra i lavoratori stranieri. Gli infortuni che hanno interessato i lavoratori stranieri sono passati dai 119.396 del 2010 ai 115.661 del 2011, per un calo del -3,1%. I casi mortali sono in lieve flessione (138 casi contro 141) e confermano il trend decrescente del fenomeno. Nel 2011 sono stati circa 3 milioni i lavoratori stranieri assicurati all’INAIL, l’1,3% in più dell’anno precedente e ben il 17,8% in più del 2007: una crescita dovuta non solo a un numero maggiore di assunzioni, ma soprattutto alla regolarizzazione dei contratti di badanti e colf. Gli infortuni degli stranieri rappresentano il 15,9% degli infortuni complessivi, quelli dei soli extracomunitari, invece, l’11,7%. Se si considerano i casi mortali le percentuali sono rispettivamente del 15% e dell’ 8,8%.

Relativamente all’età degli infortunati, tutte le fasce di età hanno registrato nel 2011 un decremento infortunistico. La fascia d’età dai 35 ai 49 anni risulta la più colpita in valore assoluto con il 44% di tutti gli infortuni. A distinguersi per la contrazione dei casi mortali risulta la fascia di età sotto i 35 anni (-23,2%), a fronte di un calo degli occupati (-3,2%). A seguire la fascia di età degli ultra 65enni (-8,3%) e quella dei 35-49 (-6,2%), mentre si rileva un discreto aumento per la classe 50-64 anni (+6,7%).

È il Sud l’area in cui infortuni e vittime registrano il calo maggiore. Una diminuzione che, a livello Paese, riguarda più o meno tutti i settori – dai trasporti alle costruzioni, su cui però pesa anche la crisi e dunque il calo occupazionale – ma meno di tutti le colf. Per il personale domestico si registra infatti la flessione minore (solo -3,4% rispetto per esempio al -14,7% delle costruzioni); mentre guardando ai casi mortali è tra le poche voci a registrare un incremento (insieme alla meccanica +27,3%; alla metallurgia +19,0%, al commercio +8,4%).

"Pur in presenza di una flessione del fenomeno negli ultimi anni – ha detto il PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO, si conferma la necessità di superare le carenze e contraddizioni da tempo rilevate nelle azioni volte alla salvaguardia della salute dei lavoratori e nella diffusione degli strumenti di sicurezza sui luoghi del lavoro",

Spicca anche il dato sul mancato rispetto delle regole. Nel 2011 sono state controllate 21.201 aziende (il 63% aziende del terziario, il 32% del settore industria): 18.145 sono risultate irregolari (l’85,59%). L’alta percentuale d’irregolarità, ha sottolineato De Felice, "denota l’efficienza dei sistemi di scelta, della procedura cosiddetta di ‘business intelligence’ che individua gli insiemi da controllare".

 

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