9917 Pasticcio al Senato: il Senato federale non prevede eletti all’estero!

20120628 17:08:00 red-roma

L’emendamento approvato sul ddl "Riforme per il Senato federale" prevede la riduzione del numero dei Senatori e non prevede nessun eletto all’estero.
L’improvvisazione, le ripicche trasversali ed il clima di confusione che pervade tutta la discussione delle riforme, istituzionali ed elettorali, produce frutti avvelenati.Le proteste della Senatori Mirella Giai, Fantetti e Micheloni.
La lega e Partito della Liberyà votano assieme e, nel solco della loro "indimenticabile" esperienza di governo, regalano agli italiani, in particolare a quelli che risiedono all’estero, un regalo di cui avrebbero fatto a meno.
Toccherà alla Camera correggere il provvedimento e , ci auguriamo, rimettere a posto tutto il disegno di riorganizzazione della rappresentanza degli italiani all’estero.

L’emendamento approvato ieri sera al ddl riforme per il Senato federale prevede una riduzione del numero dei senatori e non prevede senatori eletti all’estero. Ecco il testo: "Il Senato Federale della Repubblica – prevede l’emendamento della Lega approvato – e’ composto da duecentocinquanta senatori eletti a suffragio universale e diretto su base regionale. Nessuna Regione puo’ avere un numero di senatori inferiore a sei; il Molise ne ha due, la Valle d’Aosta uno"

"Sulla questione della presenza dei senatori della circoscrizione Estero, aveva infatti rilevato il senatore Fantetti, vorrei significare a quest’Assemblea che per noi appare dirimente il fatto che, nella suddivisione delle competenze tra le Camere, sia pur sempre garantita – nella Camera che si riterrà più coerentemente esposta agli interessi della rappresentanza degli italiani all’estero – una consistenza numerica in linea con quella già in essere, o per lo meno in linea con quella prevista nella bozza della Commissione affari costituzionali, che prevedeva una riduzione più o meno proporzionale a quella prevista per l’intera Assemblea. Si tratta dunque di un numero che rispetti una fascia compresa tra i 12 membri previsti dalla Commissione affari costituzionali e i 18 attualmente presenti.
Sulla ripartizione delle funzioni delle Camere, ci rimettiamo alla decisione delle Aule, ma è per noi inderogabile che sia rispettata questa consistenza". E’ quanto ha chiesto ieri, il sen. Fantetti, in Senato riferendosi all’emendamento 2.550.

"Infatti- aveva rilevato il sen. D’alia- dalla lettura del testo e il suo combinato disposto con l’attuale testo dell’articolo 57 della Costituzione potremmo trovarci nella paradossale situazione in cui la Camera dei deputati, secondo la votazione che abbiamo fatto la scorsa settimana, vede una riduzione del numero dei parlamentari cui si associa una riduzione del numero dei deputati eletti all’estero, ma comunque un loro mantenimento, mentre emergerebbe dalla formulazione del testo che il Senato non vedrebbe senatori eletti all’estero".

Sull’argomento è poi intervenuto il senatore Micheloni (PD) "Signor Presidente, intervengo per sollecitare una risposta alla domanda sollevata dal senatore D’Alia. Infatti, se si voleva aprire un dibattito sulla presenza della circoscrizione Estero nell’una o nell’altra Camera, la proposta era legittima. Altrettanto legittimo è pensare che avrebbe avuto più senso la presenza, in un Senato federale, di rappresentanti delle comunità all’estero come un territorio a sé, che partecipa ad un dibattito sui territori. Dunque, farlo in questo modo mi sembra assolutamente inaccettabile.
Anche la senatrice Mirella Giai ,eletta nella circoscrizione estero- America Latina, rivendica il diritto di voto e di rappresentanza in Parlamento per gli italiani all’estero.
“Quello che è successo ieri in Senato potrà essere ricordato in futuro solo come la negazione della democrazia e dei diritti”. E’ quanto afferma in una nota la senatrice del Movimento associativo italiani all’estero, Mirella Giai.
“Non solo perché va contro la Costituzione ma anche perché cancella di fatto un diritto, quello di espressione di voto e possibilità di partecipazione per tutta la gente italiana residente all’estero. Ci abbiamo messo anni e anni per affermare questa possibilità e ieri un emendamento privo di senso e ragione cancella per sempre l’impegno e la partecipazione, tanto sentita quanto voluta. Avevamo accettato, visto il particolare momento che sta attraversando l’Italia, la riduzione dei parlamentari ma questa è una vera e propria estromissione frutto solo di accordi e intese unilaterali. Quello che rammarica è come sempre il pugno di forza che viene adottato in maniera silente e scorretta.
L’impegno del Maie sarà totale affinchè non vengano aboliti tutti quei diritti acquisiti dai nostri connazionali, che lo Stato italiano dovrebbe tutelare e non dimenticare. Mi auguro – conclude la Giai – che quando il provvedimento passerà all’esame della Camera, prevalga più attenzione e buon senso, ma soprattutto cancellare un provvedimento ingiusto e anacronistico, e scrivere un provvedimento adeguato ed in grado di rappresentare chi nell’Italia crede ancora e vuole continuare a crederci.

 

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