9761 Filef Australia, 40 anni di attività e di lotte al servizio dei lavoratori e dei diritti umani

20120515 19:01:00 redazione-IT

[b]LA FILEF AUSTRALIA FESTEGGIA A SYDNEY I SUOI 40 ANNI DI LAVORO[/b]
[i]di Francesco Raco e Claudio Marcello[/i]

Era il 1972 quando la Federazione Italiana Lavoratori Emigrati e Famiglie aprì alcune sedi anche in Australia. A Melbourne prima e subito dopo a Sydney e Adelaide. Si era nella fase conclusiva dell’ondata post bellica di immigrazione dall’Italia e in quell’anno in Australia il numero di residenti nati in Italia raggiunse il massimo, quasi 300.000. Si era ancora “in mezzo al guado”: problemi di lingua, discriminazione strisciante, basso livello di scolarizzazione.
La Filef Nazionale era stata fondata 5 anni prima da Carlo Levi, grande scrittore e perseguitato politico sotto il fascismo, proprio per portare aiuto ai nostri lavoratori emigrati, non dall’esterno ma organizzandoli in modo che loro stessi fossero gli artefici della propria emancipazione. Secondo i principi di quel grande leader, sociologo e maestro che fu Antonio Gramsci. Le finalità e gli scopi della Filef, essendo dichiaratamente di carattere progressista e sociale, attrassero soprattutto persone dell’area di sinistra: comunisti, socialisti, libertari, ambientalisti, ma anche molti senza una precisa collocazione politica.

I primi campi d’intervento e di lotta furono all’interno delle fabbriche e dei luoghi di lavoro in collaborazione con i sindacati australiani e nel campo della previdenza sociale e della sanità. In quest’ultimo settore fu fondamentale la stretta collaborazione con il Patronato INCA – CGIL che operava sotto lo stesso tetto. Per rendere più efficace la propria azione nel 1973 fu fondato un settimanale bilingue, Nuovo Paese, che diventò subito un poderoso strumento di formazione e di pressione, diffusissimo sui luoghi di lavoro. Quasi tutte le grandi organizzazioni sindacali erano abbonate, e per un periodo fu presente anche nelle edicole oltre che nelle sedi Filef-Inca. Pubblicazione ancora presente come mensile, in abbonamento e nel sito www.filefaustralia.org .

Per dirigere e aiutare la prima fase di organizzazione e fondare Nuovo Paese, uno dei partiti
politici italiani che sostenevano la Filef, il P.C.I., inviò in Australia Ignazio Salemi, giornalista e
attivista, e incaricò l’On. Giuliano Pajetta di coordinare le attività tra le varie Filef in Australia e l’Italia.

L’azione della Filef a sostegno dei nostri lavoratori e di solidarietà con altri gruppi etnici e
per i diritti umani – dall’opposizione alla leva obbligatoria e alla guerra nel Vietnam, alla difesa dei diritti degli aborigeni e delle donne – rappresentava una spina nel fianco per il governo liberale dell’epoca guidato da Malcolm Fraser. Contro il parere di insigni giuristi, del difensore civico e di una larga fetta di opinione pubblica, il 19 ottobre 1977 il governo fece prelevare Salemi a casa dalla polizia, che lo portò direttamente all’aeroporto dove fu obbligato a imbarcarsi sul primo aereo per l’Italia. Nell’impopolare decisione presa dai liberali senz’altro giocò un ruolo determinante l’aperto sostegno della Filef per il leader laburista Gough Whitlam, vittima di un “colpo di stato bianco” quando fuori da ogni convenzione fu messo in crisi dalla mancata approvazione del bilancio da parte dell’opposizione liberale.
Il governatore generale John Kerr d’autorità tolse l’incarico a Whitlam e insediò al suo posto Fraser, che così potè gestire la campagna elettorale da un punto di forza.

Un’altra grande battaglia la Filef la condusse nella seconda metà gli anni ’70 sul campo dell’introduzione dell’insegnamento dell’italiano nelle scuole pubbliche, battaglia vinta anche per il grande impegno personale dell’allora segretario Bruno Di Biase, ora affermato accademico e linguista. Ancora in funzione di difesa e promozione della lingua e di sensibilizzazione politica, sempre su iniziativa di Bruno, nel 1979 si forma il gruppo di musica popolare “Bella Ciao”. Poco dopo nasce e si afferma con forza il Gruppo Teatrale della Filef, un fenomeno multiculturale di massa che resta ancora ineguagliato. Un lavoro dopo l’altro, a cominciare dal 1984: Nuovo Paese, Storie in cantiere, L’albero delle rose, Otto Marzo, La storia di una cosa, Storie del cuore, Diavolozoppo. Centinaia di persone, non solo di origine italiana, coinvolte negli spettacoli, un successo considerevole, un caso culturale nazionale, un esempio di multiculturalismo vincente. Più di recente, abbiamo collaborato con altri gruppi teatrali, fra cui I Carbonari della Commedia, nello spettacolo Questa guerra non ha da temere nulla di serio.

Fra le altre iniziative, corsi di lingua e di cultura popolare, un corso di conduzione radiofonica, l’allestimento di importanti mostre d’arte contemporanea oggi conservate alla Galleria d’Arte del NSW, e la pubblicazione di libri, principalmente sulla lingua italiana e i dialetti, ma non solo.

Verso la fine degli anni ’80, la rottura degli equilibri politici a livello mondiale provocò un profondo disorientamento nel campo dell’associazionismo impegnato e la Filef non fece eccezione. Si interrompe il legame organizzativo con l’Italia, ogni sezione continua in modo autonomo e indipendente ma lo spirito, la filosofia rimangono quelle delle origini, quelle di Carlo Levi: operare per una maggior giustizia sociale, per la difesa e l’ampliamento dei diritti umani, per l’emancipazione culturale.

Intanto erano cambiate anche le esigenze e i bisogni dei lavoratori italiani: minore domanda di assistenza sindacale e sociale, più richiesta culturale e politica in una prospettiva italo-australiana. Proprio nel 1990 nascono i Comites, nuova versione di organi di rappresentanza degli italiani all’estero, e la Filef ne farà sempre parte. Ma ormai l’angolo di attenzione dell’associazione si sposta sui grandi problemi dei diritti umani e delle grandi emergenze globali. Dalle condizioni degli aborigeni con la loro richiesta di diritto alla terra, al riconoscimento dell’oltraggio subito con la generazione rubata, alla denuncia dell’intollerabile numero di suicidi giovanili in carcere. In sintesi la Riconciliazione. L’altro grande problema su cui la Filef si coinvolge con impegno è quello biblico dei migranti, di ogni tipo ma specialmente i richiedenti asilo in fuga da situazioni di crisi e di pericolo, quasi sempre causate dalle stesse nazioni che ora li vogliono respingere in mare.

Fra le iniziative, riunioni pubbliche di notevole richiamo nel 2002 sul tema Chi sono i profughi? – Dai bastimenti al Tampa – Cosa è cambiato? Cosa fare?, accompagnate da una pubblicazione e una mostra fotografica.
Nel frattempo il baricentro ideologico della Filef si era spostato verso i grandi temi dell’ecologia e dell’ambiente. All’inizio degli anni ‘90’ nasce il Movimento Città Verde attivo nella radio italiana, SBS e Sydney 2000 e sul quotidiano La Fiamma con una rubrica settimanale. E promotore di campagne di informazione, prima contro i cibi transgenici, e poi sull’uso sostenibile dell’acqua con L’acqua è vita e sulle energie rinnovabili e il risparmio di elettricità con Energia alle stelle.

In una dimensione minore, continua anche l’attività culturale con diverse serate musicali e teatrali, in collaborazione con l’Associazione Napoletana, fra cui quelle dedicate a Fabrizio De Andrè, Eduardo De Filippo, Totò e Massimo Troisi. Da segnalare anche un forum sui Rom in Italia e in Australia, in collaborazione con il gruppo culturale Cani Sciolti, seguito da un travolgente concerto di musica gipsy della band Lolo Lovina.

Il fiore all’occhiello per quanto riguarda il settore culturale di questi ultimi anni è stato il
Festival Cinematografico The Weird Mob, tre edizioni dedicate ai registi italo-australiani, alla vita di emigrati italiani attorno al mondo e all’immigrazione in Italia. A questi se ne è aggiunto un altro nel 2010, anno dei Mondiali di calcio, Soccer Unites, sugli aspetti sociali e umani del gioco del calcio e il suo impatto sulla società.

Concludiamo con il tipo di attività con cui abbiamo iniziato e che non abbiamo mai interrotto.
L’impegno per il mantenimento e la promozione della nostra lingua fra le nuove generazioni. Da oltre 25 anni la Filef organizza e conduce l’attività chiamata Vacanzascuola Si tratta di una settimana di “full immersion” in italiano con attività artistiche, culturali e di gioco rivolte a bambini dai 5 ai 12 anni, durante le vacanze scolastiche. Un progetto che grazie alla sua formula a temi e di coinvolgimento diretto dei bambini anche nelle attività organizzative non invecchia mai ed è motivo di grande orgoglio per noi della Filef vedere alcuni dei primi partecipanti, portare oggi a Vacanzascuola i loro figli.

Tutto questo da alcuni anni senza nessuna forma di contributo istituzionale ma grazie all’autofinanziamento e ad alcuni sponsor occasionali tra cui si distingue il Comune di Leichhardt per regolarità.

Un vecchio slogan-canzone della sinistra italiana diceva: Veniamo da lontano e andiamo lontano.
La Filef in Australia viene da lontano sia sotto la dimensione spaziale sia sotto quella dei principi: quelli universali ed eterni della fratellanza, della giustizia e della solidarietà. E vogliamo andare lontano, anche cogliendo quest’occasione celebrativa, per continuare a operare con la garanzia della nostra storia, adeguandoci ai cambiamenti sociali, politici e tecnologici nel frattempo intervenuti.

Francesco Raco

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[b]Teatro, musica, mostre, cinema[/b]

Lo spettacolo teatrale bilingue Nuovo Paese nel 1984, ideato e prodotto con studenti e insegnanti di scuola media – la storia di Chiara che emigra in Australia per raggiungere il marito, e della sua famiglia cresciuta in una nuova cultura – segna l’inizio di una stagione di intensa attività di teatro multiculturale, grazie anche al sostegno di enti governativi. E’ la conferma che fra le priorità dei programmi della FILEF c’è sempre stata la promozione dello sviluppo culturale dei lavoratori immigrati e delle loro famiglie, nella convinzione che l’istruzione e la cultura sono strumenti essenziali di partecipazione sociale.

Con costante attenzione ai temi sociali, del lavoro, dei diritti, della promozione dell’italiano, della lotta al razzismo e del pacifismo, il Gruppo Teatrale della FILEF è rimasto attivo fino agli anni ’90, mettendo in scena una serie di rappresentazioni. Fra queste Lasciateci in Pace del 1986, in occasione dell’Anno Internazionale della Pace, una fantasia musicale in cui due giullari investigatori, grazie alla macchina del tempo, assistono alla parata dei vincitori della seconda guerra mondiale e a come i “grandi capi” dei paesi alleati arrivarono a mettersi d’accordo per spartirsi il mondo.

L’anno dopo è la volta di Otto Marzo, teatro di strada dedicato alle origini della Giornata della Donna e de L’Albero delle Rose, basato su interviste a molte donne della comunità italiana di ogni età e ceto sociale, che mette a confronto tre generazioni. Nel 1988, Bicentenario dell’Australia bianca e “Invasion Day” per gli aborigeni, si affronta il tema dei diritti sindacali, degli incidenti sul lavoro e del razzismo con Storie in Cantiere, basato su una raccolta di storie di lavoratori edili italiani e delle loro famiglie. Una menzione speciale merita poi Diavolo Zoppo – The Con Artist del 1992, in collaborazione con PACT Theatre, con un numeroso cast di giovanissimi attori di tre scuole di Sydney. Nel 1995 è la volta di Storie del cuore.

A parte tutta una serie di attività di promozione culturale svolte sin dall’inizio, è con il gruppo di musica popolare e politica Bella Ciao nel 1979 che inizia un tipo di intervento culturale che ha dato la possibilità di essere presenti con regolarità in numerosi contesti e di farci conoscere come organizzazione capace non solo di elaborazione e azione politica, ma di portare a conoscenza anche degli australiani il patrimonio di musica popolare e politica italiana.

Negli anni successivi un altro gruppo di musica popolare italiana, Vento del Sud, composto di sostenitori della FILEF, ha avuto una lunga stagione di successo fra gli amatori delle World Music e si è esibito in numerosi eventi organizzati dalla FILEF.

Nel corso degli anni, abbiamo organizzato numerose mostre fotografiche e d’arte su temi come la Resistenza, i diritti delle donne e la protezione dell’ambiente. Di grande richiamo l’installazione multimediale Quegli Ultimi Momenti sul tema dell’immigrazione (1984) e le mostre Scenario N. 5 (1985) e Linea di Fuoco (1987), ideate e allestite dall’artista multimediale Dennis Del Favero in collaborazione con la FILEF e ora patrimonio dalla Galleria d’Arte del NSW. Questa attività di tipo arte impegnata ha rappresentato un momento di aggregazione che ha coinvolto diversi dei nostri affiliati e che all’apertura nel Centro di Fotografia di Paddington, ha visto una grande partecipazione di pubblico.

Nel 2004 la FILEF da’ impulso alla collaborazione culturale con altri gruppi della comunità. Con l’Associazione Napoletana, sono state organizzate diverse serate musicali e teatrali, con il sussidio di video, dedicate a Fabrizio De André, Eduardo De Filippo, Totò e Massimo Troisi.

Abbiamo collaborato anche con altri gruppi teatrali, fra cui I Carbonari della Commedia, nello spettacolo Questa guerra non ha da temere nulla di serio e il gruppo culturale Cani Sciolti con “Children of the Wind – I figli del vento” un forum sui Rom in Italia e in Australia, seguito da un travolgente concerto di musica gipsy della band Lolo Lovina.

A cominciare dal 2005, l’attenzione si concentra sul cinema e sui temi dell’emigrazione, con tre festival innovativi e di notevole successo della serie “The Weird Mob”. La prima edizione, nel 2005, è una retrospettiva del cinema degli italiani d’Australia, una raccolta di 29 fra lungometraggi, corti e documentari, in cui per la prima volta viene rappresentato il lavoro di registi e cineasti di tre generazioni.

Il secondo festival, The Italian Invasion, nel 2007, è una selezione di film e documentari unici da paesi come Argentina, Brasile, Stati Uniti, Canada e Germania, che raccontano la vita di emigrati italiani attorno al mondo.

Il 2009 è l’anno di The Weird Mob 3, dedicato all’immigrazione in Italia, con otto film e otto cortometraggi su un’Italia che sta cambiando e fatica ad adeguarsi ai cambiamenti: un quadro di come gli italiani reagiscono alla convivenza con gli immigrati, del superamento dei sentimenti di intolleranza e del processo di accettazione del ‘diverso’.

Nel 2010, anno dei Mondiali di calcio, è la volta di Soccer Unites – The Cup Film Festival, con sette pellicole prodotte in diverse parti del mondo, che analizzano il calcio e il suo impatto sulla società in cui viviamo, affiancato da un seminario dal titolo: Soccer and Multiculturalism in Australia.

Claudio Marcello

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[b]Scarica il programma delle manifestazioni per i 40 anni della FILEF Australia[/b]

[url]http://cambiailmondo.files.wordpress.com/2012/05/40-anni-filef-australia-sydney-open-day-front-back.pdf[/url]

http://cambiailmondo.files.wordpress.com/2012/05/40-anni-filef-australia-sydney-open-day-front-back.pdf

 

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