9648 NUOVA EMIGRAZIONE – Una terra promessa e forse un mondo diverso…

20120214 20:54:00 redazione-IT

[b]di Lucia Abballe[/b]

Alla ricerca di una terra promessa, esattamente come avevano fatto i loro padri ed i loro nonni ma con obiettivi ben precisi che nulla hanno a che vedere con gli occhi disincantati della disperazione del dopoguerra o con il romanticismo degli avventurieri degli anni ‘50. Sono loro gli immigrati dei tempi moderni, diversi da quelli celebrati nel film I Magliari di Francesco Rosi, freddi calcolatori, investitori ma anche scommettitori. Hanno una laurea, un bagaglio culturale istantaneo e interattivo delle più moderne tecniche dei social network, le stesse che hanno permesso di smuovere le coscienze nei teatri di crisi e di scendere nelle strade in nome della libertà e della giustizia. Una fuga di cervelli pianificata che ridisegna la mappa dell’emigrazione, scuote i sociologi alla ricerca di un sistema motivazionale e torna ad essere tema di analisi politico ed economico delle autorità nazionali e delle imprese in cerca di manodopera.
Nonostante non esistano stime accurate nell’ultimo anno sono state circa 200.000 i nuovi emigranti in fuga dalla crisi economica: sono soprattutto greci, spagnoli e irlandesi ma si apprestano a raggiungerli anche gli italiani.

Abbandonano le loro terre natie verso le nuove frontiere emergenti nel panorama mondiale, in grado di dare il giusto valore ai tanti anni di sacrifici trascorsi sui libri o affinando tecniche di specializzazione piuttosto che offrire una modesta occupazione che fa concorrenza soltanto ad una parvenza di decenza offerta dai loro Paesi di origine. La Spagna ha 4,5 milioni di disoccupati e nei primi nove mesi del 2011 il numero delle partenze (oltre 580 mila, di cui 56 mila spagnoli) ha superato il numero degli arrivi (450 mila). Stesso discorso per la Grecia che ha cancellato con un colpo di spugna il brillante biennio 2003- 2004 quando oltre ad assumere la presidenza di turno della Ue, ha ospitato le Olimpiadi del 2004. Il crollo economico ha aumentato le fila dei senza lavoro non solo di alcune categorie, come specializzati, bancari, geometri, carpentieri e muratori ma anche nel pubblico impiego. Avranno pensato: non ci resta che piangere e “tornare alla zappa” oppure attraversare i confini per riprenderci ciò che ci è stato tolto, ossia il nostro valore. Un pensiero, questo, che comporta la scelta di una destinazione che realizzi un progetto di fattibilità, un investimento sicuro e una prospettiva di vita più o meno rassicurante. Probabilmente in tutto questo tempo hanno affinato l’olfatto ed hanno fiutato quell’Europa che ha futuro e che passa attraverso la Germania ma anche l’Inghilterra, la Svizzera, Svezia, Norvegia, Finlandia e Danimarca. Ma la rotta può condurre molto più lontano ed approdare in Brasile, proprio lì dove una Rio de Janeiro in fibrillazione per i Mondiali di calcio e per le Olimpiadi, si aggiudica il titolo di una delle più potenti calamite per gli emigranti. L’economia brasiliana infatti sembra attirare non pochi esuli in cerca di fortuna, tanto che il governo brasiliano ha recentemente dichiarato di voler aprire le porte ad altri 400.000 professionisti e lavoratori specializzati organizzando corsi gratuiti per aiutare gli stranieri con capacità professionali a inserirsi. Ma aumenta l’arrivo di spagnoli anche in Argentina, che nel 2011 è cresciuta del 9%, e a Panama, arrivata addirittura al 10,5% grazie ai lavori per l’ampliamento del Canale, che attraggono altre competenze. In Uruguay dopo che l’ultimo censimento ha rivelato una riduzione della popolazione il presidente Mujica ha lanciato addirittura una campagna per far salire il numero dei residenti da 3,4 a almeno 5 milioni di persone, anche se l’invito a stabilirsi nel Paese è rivolto soprattutto ai latino-americani. Insomma sembra proprio che questi esodi e queste nuove partenze stiano capovolgendo la vecchia logica della frontiera e si stia scommettendo su una nuova geografia culturale che ridisegna quei confini geografici, sempre più labili e sempre più ibridi, di un mondo inevitabilmente diverso.

FONTE: www.litaliano.it

http://www.litaliano.it/index.php?option=com_content&view=article&id=3184:nuova-emigrazione-una-terra-promessa-e-forse-un-mondo-diverso&catid=73:nuove-emigrazioni&Itemid=451

 

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