9567 Esecutivo double face, in arrivo nuovi scioperi

20111213 09:44:00 redazione-IT

[i]di Francesco Piccioni[/i]
[b]Nessun cambiamento nella manovra. Questo l’inutile risultato dell’incontro dei sindacati col premier Monti. La famosa equità non si vede da nessuna parte. Ma c’è la confema di privilegi per banche e assicurazioni. A questo punto altre agitazioni, dopo quella di lunedì con cortei e presìdi in tutta Italia, sono già in programma[/b]

Col nuovo governo c’è stato un indubbio salto di qualitità nelle relazioni con i sindacati: quello precedente si accordava solo con Cisl e Uil, Monti con nessuno dei tre. Come previsto (solo da il manifesto), l’incontro «informale» con Monti non ha portato ai sindacati nulla che potesse sembrare un «cambiamento nella manovra». Nulla.
Le parole con cui Susanna Camusso ha raccontato la discussione col premier testimoniano di una grande sopresa, della presenza di una «novità» che spiazza persino «animali da trattativa» come Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti, segretari generali di Cisl e Uil.

E dire che erano entrati a palazzo Chigi con ben altre attese, tanto da prospettare una revoca dello sciopero generale in cambio di «maggiore equità». Non hanno potuto che confermare l’agitazione. Le piazze più significative, bisogna dire, sono state quelle tenute dalla Fiom o dalle camere del lavoro che avevano prolungato lo sciopero a otto ore. Del resto, le tre ore a fine turno non incoraggiano certo a manifestare… Ma in tutta Italia ci sono stati presìdi e cortei, con le cifre sull’adesione allo sciopero in balia delle note contrapposte.
«Se ci dobbiamo basare sull’incontro di ieri – ha detto la Camusso – non c’è nessun emendamento sull’aumento della fascia di deindicizzazione delle pensioni concordato con la politica». L’idea di portare a 1.400 euro la soglia del recupero parziale dell’inflazione sembra non condivisa da Mario Monti. Eppure il ministro Elsa Fornera, ieri sera, dava « in arrivo» sia le indicizzazioni (senza cifre), sia un’attenuazione dell’effetto «scalone» sui nati nel 1952, i più penalizzati in assoluto dal decreto. Il dream team dei «professori» dà quindi la sensazione di essere già disarmonico nelle movenze. A meno che non stia usando le modalità comunicative berlusconiane, vendendo fumo con aria più seriosa. La stessa Fornero, per esempio, ha detto in tv che l’obiettivo è «fare in modo che il mercato del lavoro possa dare pensioni migliori ai giovani». Ma nessun articolo del decreto menziona meccanismi utili in tal senso. Anzi…
Anche sull’Imu – la nuova imposta municipale che riunifica Ici, rifiuti, servizi vari, ecc – ai sindacati non è stata data alcuna comunicazione positiva. Eppure giornali e agenzie stampa continuano a rilanciare voci su possibili «sconti Ici per le famiglie povere», mentre molto più solide appaiono le indiscrezioni su ulteriori interventi sull’Irap (la tassa sulle imprese con cui si finanzia la sanità pubblica). Qui i dettagli sono numerosi (resta la deducibilità forfettaria del 10% sugli interessi passivi, defiscalizzazione integrale del tributo regionale sul costo del lavoro, ecc).
Confindustria plaude. Mentre ogni proposta di attenuazione della macelleria sociale su lavoro dipendente e pensionati si vede contrapporre il mantra «siamo in emergenza, non ci sono soldi, la struttura della manovra è immodificabile». Poi, dalle stesse indiscrezioni, ne merge una clamorosa: la norma che trasformava le dichiarazioni menzognere al fisco in un reato penale (con tanto di carcere, a seconda delle gravità dell’evasione) sarebbe saltata. «Il semplice errore» nella dichiarazione dei redditi non basta a «far scattare le manette». Insomma, un’attenuazione sostanziale della promessa «lotta all’evasione», che si aggiunge ai numerosi altri scivoloni «classisti» di questo esecutivo; ritiro dell’aumento dell’aliquota per i redditi sopra i 75.000 euro, frequenze gratuite per Mediaset e Rai, niente Ici né rivalutazione delle rendite catastali per gliimmobili della Chiesa, ecc.
«In compenso», l’erogazione dei servizi sociali dipenderà dall’Isee e non più dal solo reddito dichiarato. Ci si arriverà attraverso una «definizione di reddito disponibile che includa la percezione di somme anche se esenti da imposizione fiscale e che tenga conto delle quote di patrimonio e di reddito dei diversi componenti della famiglia nonché dei pesi dei carichi familiari, in particolare dei figli successivi al secondo». In pratica, si selezioneranno molto più attentamente i redditi bassi che richiedono l’accesso ai servizi. Sicuramente verranno tagliati molti «furbi», ma è curiosa questa attenzione «verso il basso» che accompagna la «distrazione» verso gli alti redditi.
Quindi, sono obbligati a dichiarare i sindacati, «non è detto che questo sciopero sia l’ultimo».

http://www.ilmanifesto.it/attualita/notizie/mricN/6053/

 

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