9519 Inizia lo sfaldamento del PD: I liberal-stalinisti chiedono la testa di Fassina

20111123 22:02:00 redazione-IT

[b]Il giovane responsabile economia del PD, Stefano Fassina, messo sotto accusa per aver criticato le lettere BCE e le dichiarazioni di Olli Rehn. Fassina, che conosce da vicino la finanza internazionale avendo lavorato nel FMI, aveva espresso chiaramente che le ricette neoliberiste sono superate dai fatti, essendo la causa stessa della crisi. L’ala "liberal" del PD ha chiesto esplicitamente le sue dimissioni. Con l’attacco a Fassina si apre, come era ovvio attendersi, la battaglia finale tra le diverse anime del Parito Democratico: o la sinistra del PD si rimette in linea sotto le indicazioni del Prof. Mario Monti, oppure il partito si sfalda.[/b]

[i]Di seguito i servizi da Il Corriere della Sera, La Repubblica e l’Unità[/i]

[i]da Il Corriere della Sera[/i]

[b]Pd, la «grana» Fassina. I liberal: «Si dimetta» Ma Bersani frena: «Questa non l’ho capita» [/b]

I deputati che fanno capo a Bianco chiedono un passo indietro del responsabile lavoro, dopo le sue esternazioni su crisi e Ue Stefano Fassina, nel Pd è il responsabile delle politiche del lavoro (Ansa)Stefano Fassina, nel Pd è il responsabile delle politiche del lavoro (Ansa) MILANO – I Liberal del Pd guidati da Enzo Bianco hanno chiesto le dimissioni di Stefano Fassina da responsabile Economia del partito, dopo le sue ripetute critiche alle richieste fatte dalla Ue all’Italia e quelle di martedì al commissario Olli Rehn. Una richiesta che denota una prima incrinatura nel partito dopo la svolta che ha portato alle dimissioni di Berlusconi e alla nascita del governo Mario Monti, operazione che i democratici hanno sostenuto convintamente. Non tutti, però, e Fassina è stato tra coloro che hanno in più di un’occasione esternato opinioni fuori dal coro. Scelta legittima in democrazia ma, devono avere pensato i liberal, non compatibile con il ruolo istituzionale ricoperto nell’organigramma del partito. La richiesta è stata immediatamente liquidata dal segretario Pier Luigi Bersani con una battuta tranchant: «Questa richiesta dei ’liberal’ non l’ho proprio capita». E’ però il sintomo di un malumore che inizia a serpeggiare tra i democratici e le diverse correnti in cui sono divisi. «DIMISSIONI? UN ERRORE» – Anche Cesare Damiano, già ministro del Lavoro nel governo Prodi, si dice stupefatto: «Una richiesta che non capisco e inopportuna. Fassina sul lavoro sostiene la posizione definita dopo che il Pd ha discusso e approvato dei documenti». «Niente dimissioni, Bianco è una persona responsabile, basterà un chiarimento con Fassina» è stato invece il commento di Franco Marini, uno degli esponenti di primo piano della vecchia guarda del partito. E anche da altre componenti del Pd sono giunte delle prese di distanza dalla richiesta di passo indietro. «Ci siamo confrontati molte volte in questi anni con Stefano Fassina, sulle cause e sui rimedi alla crisi, a volte condividendo le sue idee, altre volte avendo opinioni diverse – hanno detto in una nota i deputati del Pd Pier Paolo Baretta, Marco Causi e Marina Sereni -. Non comprendiamo però il senso della richiesta. Siamo un grande partito riformista nel quale la pluralità delle posizioni è del tutto fisiologica e positiva. Non è certo questo il momento di enfatizzare le differenze al nostro interno»] Pd, la «grana» Fassina. I liberal: «Si dimetta»
Ma Bersani frena: «Questa non l’ho capita»
I deputati che fanno capo a Bianco chiedono un passo indietro del responsabile lavoro, dopo le sue esternazioni su crisi e Ue

Stefano Fassina, nel Pd è il responsabile delle politiche del lavoro (Ansa)Stefano Fassina, nel Pd è il responsabile delle politiche del lavoro (Ansa)
MILANO – I Liberal del Pd guidati da Enzo Bianco hanno chiesto le dimissioni di Stefano Fassina da responsabile Economia del partito, dopo le sue ripetute critiche alle richieste fatte dalla Ue all’Italia e quelle di martedì al commissario Olli Rehn. Una richiesta che denota una prima incrinatura nel partito dopo la svolta che ha portato alle dimissioni di Berlusconi e alla nascita del governo Mario Monti, operazione che i democratici hanno sostenuto convintamente. Non tutti, però, e Fassina è stato tra coloro che hanno in più di un’occasione esternato opinioni fuori dal coro. Scelta legittima in democrazia ma, devono avere pensato i liberal, non compatibile con il ruolo istituzionale ricoperto nell’organigramma del partito. La richiesta è stata immediatamente liquidata dal segretario Pier Luigi Bersani con una battuta tranchant: «Questa richiesta dei ‘liberal’ non l’ho proprio capita». E’ però il sintomo di un malumore che inizia a serpeggiare tra i democratici e le diverse correnti in cui sono divisi.

«DIMISSIONI? UN ERRORE» – Anche Cesare Damiano, già ministro del Lavoro nel governo Prodi, si dice stupefatto: «Una richiesta che non capisco e inopportuna. Fassina sul lavoro sostiene la posizione definita dopo che il Pd ha discusso e approvato dei documenti». «Niente dimissioni, Bianco è una persona responsabile, basterà un chiarimento con Fassina» è stato invece il commento di Franco Marini, uno degli esponenti di primo piano della vecchia guarda del partito. E anche da altre componenti del Pd sono giunte delle prese di distanza dalla richiesta di passo indietro. «Ci siamo confrontati molte volte in questi anni con Stefano Fassina, sulle cause e sui rimedi alla crisi, a volte condividendo le sue idee, altre volte avendo opinioni diverse – hanno detto in una nota i deputati del Pd Pier Paolo Baretta, Marco Causi e Marina Sereni -. Non comprendiamo però il senso della richiesta. Siamo un grande partito riformista nel quale la pluralità delle posizioni è del tutto fisiologica e positiva. Non è certo questo il momento di enfatizzare le differenze al nostro interno»

Il Precedente:
[url]http://archiviostorico.corriere.it/2011/novembre/18/Fassina_signor_del_diventa_caso_co_8_111118007.shtml?fr=correlati[/url]

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[i]da La Repubblica[/i]

[b]Pd, Liberal contro Fassina: "Si dimetta"
Bersani: "Una richiesta che non capisco"[/b]

Nel mirino il responsabile economico dei democratici dopo le critiche alle richieste fatte dalla Ue all’Italia e quelle dell’altro ieri al commissario Olli Rehn. "Su pensioni e lavoro è in minoranza"

Pd, Liberal contro Fassina: "Si dimetta" Bersani: "Una richiesta che non capisco" Stefano Fassina (ansa)
ROMA – "Fassina se ne deve andare". L’ala Liberal del Pd si scaglia contro il responsabile economico dei democratici chiedendone la sostituzione dopo le critiche alle richieste fatte dalla Ue all’Italia e quelle al commissario Olli Rehn. In un documento firmato da Enzo Bianco, Ludina Barzini, Andrea Marcucci, Pietro Ichino e Luigi De Sena, si sostiene che le posizioni di Fassina "appaiano in netta dissonanza rispetto alle linee di responsabilità e di rigore assunte giustamente da Bersani". Ma è lo stesso segretario nazionale a gelarli: "Questa richiesta di dimissioni non l’ho proprio capita". Mentre l’ex segretario popolare Franco Marini prova a smorzare: "Enzo Bianco è persona responsabile, basta un chiarimento. Niente dimissioni". "Se le dichiarazioni di Fassina fossero la politica economica di tutto il pd, allora mi preoccuperei. Ma so che così non è…" glissa un altro ex popolare come Beppe Fioroni.

"Criticare aspramente la linea di rigore e sviluppo assunta prima dalla Banca d’Italia e poi dalla BCE – insiste la lettera – bollare come liberiste posizioni ‘liberal’ come quella del senatore Ichino, prospettare soluzioni ispirate alle vecchie culture politiche del secolo passato, non è compatibile con il dovere di rappresentare il complesso delle posizioni assunte dal Pd". Per questo i Liberal chiedono a Fassina "un passo indietro" in modo da poter sostenere "le sue idee liberamente, senza il
vincolo della responsabilità politica che gli è stata affidata".

Nei giorni scorsi Fassina aveva criticato duramente le ricette del commissario Ue Rehn per uscire dalla crisi: ""Le indicazioni riproposte oggi per la crescita dal commissario europeo Rehn sono deprimenti sul piano intellettuale prima che economico – aveva detto Fassina – Dopo un trentennio dominato dalla flessibilità del lavoro e dalla moderazione salariale, le cause primarie della drammatica e infinita crisi in cui siamo immersi, oggi il commissario europeo agli Affari economici insiste su maggiore flessibilità del lavoro e maggiore moderazione salariale".

Che Fassina fosse al centro di aspre critiche da parte dell’area Liber del partito era noto da tempo. In particolare da quando partecipò alla manifestazione della Fiom. Solo nei giorni scorsi il responsabile economico rispondeva così a chi gli chiedeva notizie circa le sue eventuali dimissioni: "Quando qualcuno mi chiederà ufficialmente di dimettermi, in sede politica, rispondero. Se qualcuno metterà la faccia intorno ai pettegolezzi affronteremo il problema, sempre che il quesito sulla mia permanenza del Pd venga posto in maniera esplicita". Richiesta, oggi, esaudita.

La Rete, nel frattempo, va sentire la sua voce. Ed è un coro a favore di Fassina."Stefano, la base di tutto il centro-sinistra è con te! non farti intimidire dai servi di confindustria!", scrive ad esempio Paolo Gonzaga. Questo sarà "uno spartiacque per il pd: o un partito socialdemocratico moderno che ragiona sugli interessi del paese a partire dalla rappresentanza politica dei lavoratori o un rifugio di ciarlatani liberali che solo perchè si autoproclamano progressisti non sono ancora passati con rutelli, fini e compagnia. Forza Stefano Fassina", aggiunge Francesco Maria Pierri.

Intervengono con una nota anche i deputati dell’area modem Verini, Peluffo e Martella: "E’ un momento in cui il Pd deve concentrarsi, tutto insieme, su un punto fondamentale: come sostenere al meglio l’impegno nazionale del Governo Monti. Dobbiamo farlo declinando con coraggio, coerenza e spirito unitario tre punti cardine: rigore, innovazione ed equità". "Fare questo – proseguono – significa corrispondere all’interesse dell’Italia, che è la missione fondamentale di un partito come il nostro. Per questo crediamo sia meglio discutere in maniera aperta, dentro il partito e con la società". "Non ci pare il caso, quindi, di chiedere dimissioni, di costringere i democratici a discutere dei propri assetti e non dell’Italia. Così come al tempo stesso, nei giorni scorsi, era stato sbagliato, ad esempio, esprimere posizioni intolleranti circa l’eventualità che esponenti illustri del Pd come Ichino potessero partecipare al governo. Il nostro -concludono i tre deputati democratici- è un partito ricco di personalità e plurale. Questa è la sua caratteristica, che dobbiamo vivere come un valore aggiunto e non come un impaccio anche nello sforzo nuovo che ci attende per definire le linee di politica economica del partito per salvare e modernizzare l’Italia"

La discussione supera i confini del Pd e arriva a Sel. ‘E’ sempre imbarazzante intervenire nella vita interna di un altro partito; quindi, parlo per me, spero comunque che questa stagione non si sviluppi all’insegna di una sorta di conformismo coatto" dice Nichi Vendola.

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[i]da l’Unità[/i]

[b]Pd, liberal contro Fassina: «Faccia un passo indietro»[/b]

I ‘Liberal’ del Pd guidati da Enzo Bianco hanno chiesto le dimissioni di Stefano Fassina da responsabile Economia del partito, dopo le sue ripetute critiche alle richieste fatte dalla Ue all’Italia e quelle dell’altro ieri al commissario Olli Rehn.

Bersani: «Questa richiesta non l’ho capita»
«Questa richiesta dei ‘Liberal’ non l’ho proprio capita». Così il segretario del Pd Pier Luigi Bersani reagisce alla richiesta della componente del Pd che chiede le dimissioni del responsabile economico del partito.

Fassina: «Vogliono dimissioni? Regalerò
loro un abbonamento al Financial Times»
I firmatari della lettera «di richiesta di mie dimissioni da Responsabile economia e lavoro del Pd sono cari amici. Per Natale regalo loro un abbonamento al Financial Times così possono leggere il dibattito internazionale di politica economica e ritrovare le posizioni, aggiornate e non ideologiche, della cultura liberale». Lo scrive Stefano Fassina sulla pagina Facebook aperta il 19 novembre e intitolata "Noi sosteniamo Stefano Fassina".

La lettera dei Liberal: «Dimissioni»
«Le posizioni che Stefano Fassina ha assunto prima, durante e dopo la crisi del governo Berlusconi – si legge nella lettera dell’ufficio di presidenza dei Liberal – sono pienamente legittime in un partito in cui convivono sensibilità e storie diverse. Quello che non è comprensibile è che esse siano espresse dal Responsabile Economico del Pd, ed appaiano in netta dissonanza rispetto alle linee di responsabilità e di rigore assunte giustamente dal Segretario Bersani».

«Idee legittime, ma non per responsabile economia Pd»
«Criticare aspramente la linea di rigore e sviluppo assunta prima dalla Banca d’Italia e poi dalla Bce – insiste la lettera – bollare come liberiste posizioni ‘liberal’ come quella del senatore Ichino, prospettare soluzioni ispirate alle vecchie culture politiche del secolo passato, non è compatibile con il dovere di rappresentare il complesso delle posizioni assunte dal Pd». «I Liberal Pd – conclude la lettera – chiedono a Stefano Fassina di fare un passo indietro, e di sostenere le sue idee liberamente, senza il vincolo della responsabilità politica che gli è stata affidata». Il testo è firmato da Enzo Bianco, Ludina Barzini, Andrea Marcucci e Luigi De Sena. Piccolo giallo sulla firma di Pietro Ichino, inizialmente riportata dalla agenzie di stampa, ma smentita dallo stesso senatore.

Dal web levata di scudi contro i Liberal
«Giù le mani da Fassina». I liberal del Pd chiedono le dimissioni del responsabile economico del Pd e in meno di due ore sulla pagina sulla Facebook di Stefano Fassina si scatena una reazione durissima. «Massima solidarietà a Stefano Fassina. L’attacco dei liberal è inaccettabile», è stato il primo di decine di commenti, a firma Benedetto Paris. «In qualità di segretario del partito democratico di Casalecchio di Reno ti esprimo la mia più viva solidarietà anche oggi», ha scritto Matt Baglieri. «Vai tranquillo Stefano, la base del Pd è con te», ha assicurato Entico Mattiuzzo. Il più duro è stato Ferruccio Gasparotto: «Giù le mani da Fassina», appunto.

Marino: «Fassina? E’ problema, ma no dimissioni»
«In un partito non si chiedono le dimissioni di chi la pensa in maniera diversa, ma certamente dobbiamo affrontare un problema che esiste. Serve un chiarimento nella prossima direzione nazionale: rispetto alla lettera della BCE, il PD non può accogliere nella direzione nazionale di luglio la nomina di Mario Draghi con scroscianti applausi e poi trasformarlo, in quella successivamente in una figura da criticare, solo perché dice il contrario di ciò che pensa un membro della segreteria. Quello che conta di quella lettera è il merito e ci sono delle questioni fondamentali. Noi possiamo essere in disaccordo su alcuni punti, ma altre questioni sono ineludibili, come la flexsecurity, uno strumento che, non togliendo i diritti acquisiti, crei nuovi diritti per i 4 milioni di precari sul modello del contratto di lavoro unico a tempo indeterminato con reddito di disoccupazione e formazione continua. Io ho firmato nel 2009 il disegno di legge del senatore Pietro Ichino. Il partito ora deve dire cosa pensa con chiarezza quanto prima». Così il senatore PD Ignazio Marino dopo la richiesta di dimissioni di Stefano Fassina resa pubblica dai Liberal Pd.

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[i]da l’Ansa[/i]

[b]Pd: Liberal chiedono dimissioni di Fassina. Richiesta firmata da Bianco e Ichino[/b]

di Cristina Ferrulli

ROMA – Aveva sfidato chi chiedeva la sua testa a uscire allo scoperto. E oggi l’ala liberal del Pd, capitanata da Enzo Bianco insieme a Pietro Ichino, ha chiesto a viso aperto le dimissioni del responsabile economico Stefano Fassina, reo di esprimere posizioni contro la politica economica europea e ricette non riformiste sul mercato del lavoro. "Fassina si rifà alla linea del partito, non capisco la richiesta", si arrabbia Pier Luigi Bersani, impegnato in una faticosa sintesi tra le varie anime del partito, che comunque oggi fanno quadrato intorno al responsabile economia.

Fassina, bocconiano come il premier Mario Monti, su posizioni laburiste e spesso vicino alla linea della Cgil, è stato nell’ultimo periodo al centro di accesi botta e risposta dentro il Pd: con il vicesegretario Enrico Letta in merito alla lettera della Bce, a suo avviso recessiva, con Matteo Renzi accusato di "rimpacchettare come nuove ricette fallite", e, più volte con il senatore Piero Ichino, accusato con la proposta di flexsecurity sul mercato del lavoro di voler facilitare i licenziamenti.

Dentro il Pd c’é chi considera tiepide le sue posizioni a sostegno del governo Monti così come, a quanto si apprende da ambienti parlamentari, le critiche di qualche giorno fa alle ricette "depressive" del commissario europeo Olli Rehn non sono piaciute nemmeno al Colle, che si sarebbe lamentato con il vertice del partito. Materia sufficiente secondo i liberal per chiedere le dimissioni del responsabile economico.

"Le sue posizioni – scrivono Bianco insieme a Ludina Barzini, Andrea Marcucci, Pietro Ichino e Luigi De Sena – appaiono in netta dissonanza rispetto alle linee di responsabilità e di rigore assunte giustamente dal segretario". Così come, incalzano, "le sue soluzioni, ispirate alle vecchie culture politiche del secolo passato, non sono compatibili con il dovere di rappresentare il complesso delle posizioni assunte dal Pd". Un atto d’accusa che ha l’effetto di ricompattare il Pd al di là delle differenze di veduta sulla politica economica. Bersani lo difende mostrandosi stupito che la richiesta di un passo indietro arrivi dai liberal e garantendo che "il Pd ha idee chiare sull’economia e sul lavoro e Fassina si rifà a documenti approvati dal partito".

In difesa del responsabile economia anche Walter Veltroni per il quale "il Paese ha ben altri problemi oggi, problemi drammatici che chiedono responsabilità". Contrari alla ‘defenestrazione’ pur con opinioni diverse anche Ignazio Marino, e Marco Follini evidenzia come "un partito non è né una falange macedone, né un orologio svizzero". Dal canto suo, Fassina non entra nel merito delle critiche e si limita ad invitare i colleghi di partito ad aggiornarsi: "Per Natale – scrive su Facebook – regalerò loro un abbonamento al Financial Times così possono leggere il dibattito internazionale di politica economica e ritrovare le posizioni, aggiornate e non ideologiche, della cultura liberale".

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Stefano Fassina, 44 anni, fa parte della segreteria del Pd ed è responsabile del settore Economia e Lavoro del Partito democratico. Dal 1996 al 1999 è stato consigliere economico del ministero del Tesoro (ai tempi di Carlo Azeglio Ciampi). Dal 2000 al 2005 ha lavorato a Washington al Fondo monetario internazionale. Dal 2006 al 2008 ha lavorato al ministero dell’Economia e delle Finanze. Direttore scientifico dell’associazione Nens.

Il sito di S. Fasssina
[url]http://www.stefanofassina.it/[/url]

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Altri articoli sulla vicenda:

[url]http://blog.panorama.it/italia/2011/11/21/stefano-fassina-l%E2%80%99economista-che-divide-il-pd/[/url]

[url]http://www.rifarelitalia.it/2011/10/15/%C2%ABe%E2%80%99-ora-di-rottamare-il-neo-liberismo%C2%BB-intervista-a-stefano-fassina/[/url][i]

 

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