9509 I difficili passi di un Governo tecnico

20111119 11:05:00 redazione-IT

[b]Il nuovo Governo c’è. Il vecchio Governo Berlusconi per fortuna non c’è più. Per qualche ora ancora vale la pena di assaporare la novità.[/b]

Il nuovo Governo Monti si insedia dopo una lunga, tormentata, costosa fase di declino del Governo Berlusconi, che sembrava non avere più fine e che tanti danni ha fatto al nostro paese. Ricordiamoci, ad esempio, che ancora all’inizio dell’estate scorsa il Governo Berlusconi prometteva sgravi fiscali malgrado l’evidenza di una situazione di crisi tanto grave e per di più millantava conti pubblici in ordine e vantava una rassicurante differenza con la Grecia, salvo la drammatica smentita dei fatti di lì a pochi giorni con l’inizio dell’attacco ai titoli pubblici italiani.

Una sola cosa detta da Berlusconi era corretta. L’attacco alla Grecia, poi a Irlanda, Portogallo, Spagna, Italia era un attacco all’Euro, come dimostra il fatto che ora anche la Francia ha iniziato a ballare. Certo in Berlusconi questo era a giustificazione del pessimo lavoro fatto dal suo Governo, tuttavia qualcosa di vero c’è. E’ un fatto che la finanza internazionale, in particolare quella con la base negli Usa, e ambienti economici e finanziari tedeschi che non hanno mai amato l’Euro o almeno non amano una moneta unica comprendente anche questi paesi.

Questo solleva il problema dell’Europa. Un’Europa del tutto inadeguata non solo nell’affrontare la crisi finanziaria – cosa in sé non da poco – ma soprattutto a dare una risposta forte e di progresso dell’integrazione europea.

Da quanto tempo viene detto che in Europa manca una Bce simile alla Federal Reserve, cioè dedita non solo a contrastare l’inflazione ma a promuovere lo sviluppo e l’occupazione.

Da quanto tempo viene detto che a fronte della Banca Centrale Europea occorrerebbe avere un Ministro Europeo dell’Economia, che servirebbero politiche fiscali e di sviluppo europee, come del resto avviene negli Usa.

L’Euro poteva andare bene per iniziare il percorso ma alla lunga l’assenza degli altri punti di riferimento fa risultare debole il ruolo dell’Europa senza misure politiche ed istituzionali appunto di rango europeo. L’assenza di scelte come gli eurobond per sostenere lo sviluppo o le difficoltà nell’introdurre la Tobin tax per iniziare a mettere sotto controllo i mercati finanziari sono solo 2 punti, per quanto importanti.

La destra oggi egemone nei Governi europei ha lasciato che la crisi marcisse a lungo, centellinando gli aiuti, provocando cadute di Governi e rivolte sociali nei paesi sottoposti a cure draconiane, secondale le tradizionali ricette di tagli durissimi alle finanze pubbliche.

In questo pessimo quadro, che il Governo Berlusconi ha ignorato e in parte condiviso, ora dovrà muoversi il nuovo Governo Monti.

La diversità tra i Governi è evidente fin dall’aspetto.

Tuttavia questo non basta perché possono sbagliare anche le persone per bene.

Certamente ha sbagliato il neonominato Ministro dell’Ambiente a riesumare il nucleare, sepolto dal referendum. Ha sbagliato perché ha fatto un’affermazione inutile tanto finchè lui sarà Ministro non potrà mai riproporlo, pena un ricorso alla Corte Costituzionale in nome dell’esito del referendum. Ha sbagliato perché il suo atteggiamento è stato troppo simile alle affermazioni poi seguite da smentite in cui erano maestri i suoi predecessori. Il Ministro Clini conferma quanto sapevamo e cioè che non basta essere Ministri tecnici per essere buoni Ministri. Ci sono Ministri che fanno bene ed altri no e il fatto che siano tecnici di per sé non è garanzia sufficiente perché possono essere conservatori o innovatori.

Questo infortunio è bene non si ripeta in altri campi.

Teoricamente questo nuovo Governo è destinato a restare immobile. Se infatti non si distinguesse nelle misure che prenderà dal Governo precedente addio risanamento, sviluppo ed equità che sono i 3 riferimenti indicati da Monti.

Se decidesse di allentare la presa sul punto dell’equità le cose potrebbero mettersi male dall’altro versante. C’è da chiedersi se è possibile che un Governo nato in queste condizioni eccezionali possa dimenticare questo punto e possa trascurare ad esmpio il prezzo che ha pagato un’opposizione che aveva tutto l’interesse ad andare all’incasso elettorale in questa fase.

Eppure questo Governo deve muoversi. Lo impone il quadro e lo impongono gli impegni presi. Ci vorrà fantasia per evitare che i punti della Bce, in larga misura non accettabili così come sono, diventino altro in un quadro di sicurezza finanziaria e di equitàsociale.

Del resto le manifestazioni degli studenti di questi giorni dicono che la fiducia e il credito vanno conquistati, perché in una certa misura la caduta di credibilità della politica (termine generico che personalmente non amo) ha generato distacco e sospetto a livello di massa e che in questo caso vengono proprio dai settori della società che si dice dovrebbero essere i benficiari degli interventi futuri.

Via Berlusconi la salita è tuttora ripida e difficile. Esauriti i festeggiamenti occorre evitare l’errore di stringersi a semplice difesa della novità, perché se è vera novità lo deciderà il paese, i suoi settori sociali portanti di oggi e del futuro. Il centrosinistra non deve e non può ritirarsi in panchina.

Un Governo tecnico ha per ragioni di origine difficoltà a stabilire un rapporto con l’opinione pubblica che vada oltre la diversità di aspetto e di comportamento, per quanto importanti siano.

Ognuno deve fare la sua parte e chi si porta retaggi sbagliati è bene li abbandoni, anche tra i nuovi Ministri. Penso al difficile compito di chi affronterà i problemi dell’istruzione, dove abbiamo avuto per 3 anni e mezzo non solo una pessima Ministra ma per di più una persona che mai avrebbe dovuto diventare Ministro, nemmeno in un Governo di destra, dove c’è personale molto migliore.

E’ bene ricordare che l’opposizione da sola non è riuscita a schiodare il Governo. C’è voluto l’attacco dei mercati per arrivare alle dimnissioni e questo peserà sul futuro del nostro paese. Il peso dei mercati si fa sentire e peserà anche in futuro. Occorre tenerne conto e l’unico modo per non restarne prigionieri è di avere idee chiare e di parlare un linguaggio di verità. Il Governo dovrà fare scelte che forse all’origine non potevano essere del tutto esplicitate, ma ora dovranno venire in piena luce e diranno quale direzione intende prendere effettivamente questo nuovo Governo Monti.

Il centro sinistra non deve essere l’agnello sacrificale. Il rischio c’è. Ancora una volta il problema per il centro sinistra è di avere una sua posizione politica chiara sui problemi di fondo e di giudicare su questa base, per evitare di restare afono, di restare schiacciato sotto l’emergenza.

Alfiero Grandi

http://www.alfierograndi.it/blog/

 

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