9502 GLI AUGURI DI MARINO, GARAVINI, NARDUCCI, FEDI a MONTI

20111120 08:19:00 redazione-IT

Buongiorno Italia!

Buongiorno Italia. Berlusconi si è dimesso da Presidente del Consiglio e inizia una nuova alba della politica italiana.
Non possiamo certo sapere quanto durerà il Governo Monti e che futuro ci aspetta. Ma alcune cose sul recente passato e sul berlusconismo possiamo scriverle.
Nel 1994 Berlusconi si è presentato agli italiani per scongiurare il pericolo comunista e promettendo un “nuovo miracolo economico”, una maggiore efficienza dell’apparato dello Stato, un generale abbassamento delle tasse, la costruzione di grandi opere e infrastrutture e un ruolo di primo piano dell’Italia negli scenari internazionali.
Le stesse promesse ripetute nel 2001, nel 2006 e nel 2008.
Oggi il suo bilancio (e per suo tramite quello del Paese che ha governato per 8 anni negli ultimi 10) è completamente fallimentare su tutti i fronti.

Viviamo una crisi economica senza precedenti, frutto del fallimento delle politiche della Destra a livello mondiale e alla quale l’Italia berlusconiana non ha saputo reagire come hanno fatto altri paesi e che soffre più degli altri per uscire dal pantano.
L’apparato dello Stato non ha visto nessun aumento di efficienza, anzi i servizi sono peggiorati, tutti. La pressione fiscale (le famose tasse) sono arrivate al livello più alto mai raggiunto in Italia da nessun Governo. Di grandi opere e infrastrutture importanti non se ne sono viste (nemmeno il famigerato ponte di Messina) e l’immagine internazionale del Paese (rappresentato da Berlusconi) è a pezzi: basti pensare alle bruttissime risate di Merkel e Sarkozy, che tra l’altro sono colleghi di Berlusconi all’interno del Partito Popolare Europeo, quindi suoi alleati di centrodestra in Europa e non pericolosi avversari alla Martin Schulz (l’europarlamentare a cui Berlusconi diede del kapò, tanto per ricordare qualche “bella” figura internazionale).
Quanto alla barzelletta del “pericolo comunista” che Berlusconi voleva scongiurare nel ’94 e che paventa a ogni piè sospinto, occorre sottolineare con forza la fortuna che oggi tutti riconoscono nell’avere a Capo dello Stato, in un ruolo determinante a trascinarci fuori dal Vietnam economico e istituzionale, Giorgio Napolitano: un ex comunista diventato Presidente della Repubblica con i voti del solo centrosinistra e contro il volere della Destra che oggi lo ritiene unanimemente (insieme alla stragrande maggioranza degli italiani) il baluardo della democrazia. E gli stessi partner internazionali (da Obama agli stessi Merkel e Sarkozy), in questo periodo di scarsa credibilità del Governo, hanno palesato la loro fiducia in Napolitano e si sono più volte relazionati con lui e non con Berlusconi.
Per questi motivi, dunque, per questo fallimento politico (e sottolineo politico e non giudiziario) di Berlusconi e della Destra (italiana e non), si apre nel nostro Paese un’alba nuova, che deve essere fatta di serietà istituzionale, di austerità e rigore, di progresso e uguaglianza, e che deve portare al ritorno alla Politica (con la P maiuscola). Una fase nuova che deve ridare all’Italia il prestigio internazionale che le spetta e agli italiani (in Patria e nel mondo) un Paese efficiente, una crescita adeguata e una giustizia sociale equamente distribuita.
Il Governo Monti, in quest’ottica, è un primo passo della Ricostruzione nazionale, che deve vedere l’impegno di tutti. E la nomina agli Esteri di Giulio Terzi di Sant’Agata fa ben sperare anche a una diversa attenzione verso gli italiani nel mondo. Le premesse, infatti, ci sono, e sono quelle che ha sottolineato bene Silvana Mangione su La gente d’Italia di oggi: ma vedremo in questo senso le prime mosse del neo ministro.
Dopo si potrà tornare, e i tempi saranno scanditi dall’efficacia delle politiche che farà e dai risultati che conseguirà Monti, a una dialettica politica Destra-Sinistra fuori dall’emergenza.
E allora, ricordando i fallimenti a cui ci ha portato Berlusconi e il centrodestra, dovremo avviare una legislatura democratica nuova, nella quale non serviranno più venditori di promesse e cavalieri populisti (neri o bianchi che siano), ma leader politici seri e credibili. In questo senso, il Partito Democratico ha molto da offrire all’Italia e al mondo. Per il bene di tutti, per il bene dell’Italia.
Dunque, ancora, buongiorno Italia!

(Eugenio Marino – Resp. Italiani all’estero del PD)

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FEDI (PD): Un pieno di democrazia da questa fiducia. Oggi è la cattiva politica che diventa più debole.

La fiducia del Parlamento al Presidente del Consiglio Sen. Mario Monti è oggi un fatto politico che va molto oltre un semplice avvicendamento di governo. Usciamo da una condizione di impasse interna alla maggioranza che ha governato fino a ieri e che ha gravemente paralizzato il Parlamento. Si chiude – lo speriamo vivamente – una fase di pericolosa stagnazione nelle riforme, a causa delle priorità discutibili e sbagliate proposte dalla maggioranza uscente.
Affrontiamo oggi – con decisione e soprattutto con una squadra di governo credibile – l’emergenza di una crisi finanziaria ed economica sempre sottovalutata dal Governo Berlusconi. Si creano le condizioni per ristabilire la credibilità internazionale dell’Italia, fortemente scossa in questi ultimi anni.
Dovendo misurarsi questo governo con compiti tanto impegnativi, la politica non arretra neanche di un millimetro. Il mandato politico che affidiamo a questo governo è, dunque, pieno e pregnante. Semmai, oggi è la cattiva politica che diventa più debole. Quella degli interessi particolari a scapito di quelli generali. La politica intesa come scontro istituzionale e politico. La politica che non ascolta.
Vince la politica che costruisce soluzioni ed affronta le emergenze, le criticità di un Paese come l’Italia. Questa politica, sobria e in ascolto, è il migliore antidoto alla crescente disaffezione nei confronti delle istituzioni. L’impegno del Presidente Monti, l’impegno dei Ministri del Governo, impone al Parlamento di essere all’altezza delle prospettive che sono contenute negli indirizzi programmatici presentati al Parlamento. Impegno nazionale, come ricordato dal Presidente, che ha bisogno delle energie di tutti per raggiungere gli obiettivi che si propone.
Il collante che può tenere insieme una maggioranza così ampia ed eterogenea che si appresta, anche alla Camera, a votare la fiducia non può che essere, come ricordato, quello dell’impegno nazionale e del buon Governo del Paese.
I mercati seguono con attenzione le nostre scelte. Vogliono capire in che direzione ci muoviamo. Contano, insomma, le prospettive. Chi investe sull’Italia deve avere la convinzione che il nostro Paese ha prospettive positive perché è in grado di far ripartire la crescita, di mantenere uno stato sociale, migliorato e più efficiente, di garantire un futuro alle nuove generazioni. Nel momento in cui tanti giovani abbandonano l’Italia, l’impegno del nuovo esecutivo deve concentrarsi sulla crescita e lo sviluppo e sulle prospettive per i giovani. Nella bufera di questi mesi, abbiamo capito che per essere pienamente europei non basta avere concorso ad edificare le istituzioni continentali, ma è necessario immaginarne e realizzarne la crescita e lo sviluppo, creare le condizioni di un rafforzamento dei vincoli unitari. Continuiamo a credere nell’Europa unita, negli strumenti della sua unità, quindi anche nell’euro. Ma all’Europa chiediamo equità e attenzione ai bisogni dei suoi cittadini, che oggi pagano maggiormente le conseguenze della crisi.
Equità e sacrifici, due parole che ci accompagneranno nei prossimi mesi, che dobbiamo affermare in tutta Europa. Dobbiamo fare in modo che anche i mercati sappiano che questa è la barra che guiderà la rotta dei paesi europei, intrecciando il contenimento della spesa, la riduzione del deficit e il pareggio di bilancio con la lotta all’evasione e con la ricerca costante dell’equità. Non solo sulle deleghe per la riforma fiscale e del welfare, ma anche per quanto riguarda le misure sulla crescita, anche per il regime pensionistico, anche per un nuovo patto di solidarietà tra generazioni.
Le comunità italiane nel mondo seguono con apprensione la crisi europea, soffrono per le difficoltà dell’Italia ed oggi seguono con attenzione e speranza il percorso di uscita dalla crisi che inizia con la fiducia al Governo Monti. Uomini e donne che hanno stabilito un solido e forte rapporto con l’Italia, anche di partecipazione democratica, e che hanno sofferto la mutilazione delle risorse destinate alle comunità nel mondo. Dallo stanziamento complessivo per il 2008 di 73 milioni di euro si è passati ad una proposta per il 2012 di 16 milioni di euro. Un taglio pari all’80% delle risorse che ha colpito la scuola, l’assistenza, la cultura e gli organismi di rappresentanza, Comites e Cgie. Secco taglio di fondi, senza riforme, senza ascolto, con l’arroganza di un Governo disattento ai bisogni della gente, degli emigrati del passato e di quelli che continuano a partire, accompagnato da chiusure di sedi consolari e da una fortissima compressione della rete diplomatico-consolare nel mondo.
Al neo Ministro degli Affari esteri, Giulio MariaTerzi di Sant’Agata, a cui vanno i migliori auguri di buon lavoro, ricordiamo che siamo disponibili a lavorare sulle riforme, a rendere più saldo e moderno il legame con le comunità italiane nel mondo, a confrontarci sullo spending review per garantire una ragionata e utile distribuzione delle risorse e dei tagli. Crediamo che i tempi siano maturi per dare concretezza alla scelta, giusta, dei tagli ai costi della politica, a condizione che si metta mano anche ai privilegi di tante, troppe caste, inclusa quella dei diplomatici.
Riteniamo indispensabile procedere sul cammino delle riforme per il personale a contratto impiegato dal MAE, che in questo scenario sta avendo una essenziale funzione di sostegno della sempre più asfittica presenza dell’Italia nel mondo, sia per quanto attiene ai diritti e alle prerogative sindacali che per quanto riguarda alcune importati questioni aperte, come le detrazioni fiscali per carichi di famiglia, in scadenza a fine anno. Dobbiamo, in sostanza, essere europei anche nei trattamenti economici e nella tutela dei diritti del personale che impieghiamo fuori dai confini nazionali. Una logica di parità di trattamento che si intreccia con l’equità.
Ai colleghi senatori che hanno colto l’opportunità del voto di fiducia per invocare l’approvazione della riforma di Comites e Cgie, tanto cara al Governo appena dimessosi, ricordiamo che il provvedimento è all’esame della Camera. Sinceramente, non si sente il bisogno di un intervento del Governo, che è bene che si occupi di cose più serie e urgenti, come l’insegnamento della lingua e della cultura italiane nel mondo o i diritti del personale a contratto. Il Governo sappia, invece, che si sente forte il bisogno di ripensare l’impianto complessivo delle riforma, largamente insufficiente a fronteggiare la situazione drammatica dei Comites e dello stesso Cgie, che aspettano di essere rinnovati da circa otto anni. Siamo disponibili, dunque, a discutere su basi nuove una riforma della rappresentanza con le forze politiche e parlamentari che oggi sostengono il Governo Monti, nel tentativo di riaprire il dialogo con le nostre comunità, che su questo punto continua a conoscere momenti di dannosa tensione.

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Sostegno del Partito Democratico al Governo di Mario Monti
Garavini (PD): “L’Italia ha di nuovo un Governo che viene preso sul serio in Europa”

“Con Mario Monti l’Italia ha di nuovo un Governo che viene preso sul serio in Europa”. Lo ha dichiarato Laura Garavini, deputata del Partito Democratico eletta nella Circoscrizione Europa, al termine del voto di fiducia che ha sancito la nascita del Governo Monti.

“Il Partito Democratico sostiene il Gabinetto di Monti, un Governo che si è già espresso chiaramente per il perseguimento di rigore, crescita ed equità sociale. L’Italia ha bisogno di una svolta per uscire dalla crisi in cui ci hanno fatto sprofondare anni di malgoverno. Ritengo che il Governo Monti”, ha concluso Garavini, “abbia buone possibilità di arrivare a fine legislatura. Il Partito Democratico è pronto a sostenere Monti a lungo. Vogliamo infatti contribuire a mettere rimedio alla montagna di macerie che ci ha lasciato in eredità Berlusconi, così da consentire all’economia italiana di ripartire”.

Roma, 18 novembre 2011

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Dagli italiani nel mondo possibile contributo per le politiche d’integrazione

Garavini: “Ministro dell’integrazione rivela volontà politica precisa”

“Ottima la scelta di nominare Andrea Riccardi come Ministro della Cooperazione internazionale e dell’Integrazione. Una scelta che rivela la volontà politica precisa di dotarsi di una strategia chiara sulle politiche d’integrazione”. Lo ha detto Laura Garavini, deputata del Partito Democratico eletta nella Circoscrizione Europa, dopo l’annuncio della nuova squadra di governo che sarà guidata dal neosenatore a vita Mario Monti.

“Mentre altri paesi europei hanno da tempo sviluppato delle politiche mirate all’immigrazione”, ha continuato Laura Garavini, “negli ultimi anni, l’approccio italiano è stato confuso e irregolare. I pochi interventi sono stati dettati dall’emergenza. La questione è stata trattata come se rappresentasse soltanto un problema per le politiche sociali e un pericolo per l’ordine pubblico. Per il PD invece, l’immigrazione è una risorsa per l’Italia, ma occorre mettere in atto con urgenza delle politiche attive per l’integrazione”.

“È proprio per valorizzare il capitale umano e sociale degli immigrati che, insieme all’ex Ministro della Salute e della Solidarietà sociale, Livia Turco, ho proposto di istituire presso la Presidenza del Consiglio un Sottosegretariato per l’integrazione e l’accoglienza. Una soluzione molto simile a quella individuata ora dal Presidente Monti”, spiega la deputata PD.

“Andrea Riccardi è una figura autorevole. Sono certa che saprà organizzare le politiche d’immigrazione nella loro complessità per garantire un approccio strutturale alla gestione del fenomeno migratorio. Mi auguro che voglia attingere al patrimonio culturale della nostra emigrazione”, ha concluso Laura Garavini. “Tutt’ora milioni di italiani stanno vivendo la sfida dell’integrazione e i connazionali nel mondo possono offrire un grande contributo per sviluppare efficacemente la convivenza con i nostri immigrati”.

Roma, 17 novembre 2011

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Narducci: auguri di buon lavoro degli italiani all’estero al Presidente Mario Monti

La scelta operata dal gruppo parlamentare del PD di limitare gli interventi ai soli Dario Franceschini (capogruppo) e al Segretario del partito Pierluigi Bersani nelle dichiarazioni sul voto di fiducia al Governo, non mi ha consentito di prendere la parola per esprimere al Presidente del Consiglio Mario Monti gli auguri, ma anche le attese, della grande comunità italiana all’estero. L’ho fatto stringendo la mano al Presidente al termine del discorso, nel quale – dopo avere sottolineato la ricchezza costituita dagli italiani all’estero – ha ricordato la sua personale esperienza maturata all’estero e che suo padre era nato in Argentina, figlio di emigrati. Di seguito riporto il testo dell’intervento che avrei svolto nel tempo di due minuti.
“Signor Presidente del Consiglio, ho apprezzato, abbiamo apprezzato moltissimo le sue dichiarazioni programmatiche rese ieri al Senato della Repubblica e depositate alla Camera dei Deputati. Il popolo italiano ripone grande fiducia nella sue competenza e nella sua sobrietà, e crede molto nell’azione che svolgerà il Governo che Lei presiede. Il popolo italiano è spaventato e bisogna che veda un’azione forte ed equa per ridare forza alla speranza in un futuro migliore, pur nella consapevolezza che il compito è arduo e irto di difficoltà. Occorreranno sacrifici per affrontare le speculazioni finanziarie che hanno scosso il nostro sistema economico, ma occorre contemporaneamente riguadagnare la credibilità politica a livello internazionale. A Lei e alla sua squadra voglio esprimere un sincero augurio di buon lavoro a nome di quella meta Italia, di quella grande comunità italiana che vive all’estero. Una comunità che con affetto e con amore ha contribuito per decenni al progresso e, in varie fasi, alla ricostruzione dell’Italia. Lo ha fatto con le rimesse dirette e soprattutto con i sacrifici e con il lavoro italiano nel mondo. Gli italiani all’estero sono con Lei e il suo Governo e sono sicuro che anche in questo frangente contribuiranno, con orgoglio, alla ripresa economica e morale del nostro Paese. Grazie Presidente e buon lavoro”

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Egregio onorevole Frattini,

dopo aver letto nel Suo blog „Diario italiano” (http://francofrattinidiarioitaliano.blogspot.com/2011/11/grazie-farnesina.html)
il Suo saluto alla Farnesina in cui orgogliosamente rivendica per se stesso, quale ministro uscente, e per la Farnesina quanto fatto nei tre anni del Suo ministero, Le confesso che sono rimasto stupefatto e mi è venuto alla mente quel vecchio adagio popolare secondo il quale “chi non trova un altro che lo lodi fa bene a lodarsi da sé”.

Questo mio stupore è quello di un cittadino italiano emigrato, che vive in Svizzera, e che in questi anni del governo, di cui Ella era un autorevole rappresentante, ne ha dovute subire a iosa di battutacce sul nostro Paese da parte sia degli amici che dei media elvetici a causa delle note vicende del capo del governo italiano, e non solo.

Ma , soprattutto, il mio stupore è quello di un membro del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero (quel Cgie da Lei costantemente boicottato pur essendone il presidente!) che dal 2008, cioè nel corso del Suo mandato, è stato testimone di un degrado sempre più marcato della nostra rete diplomatico-consolare. Un degrado dovuto a finanziamenti insufficienti, a riduzione del personale, nonché a declassamenti e chiusure di Uffici (23). Una situazione di tale degrado che penalizza gravemente tutti gli utenti della rete con in primis proprio noi emigrati ed i cittadini italiani all’estero in generale.

Che dire, poi, dei tagli alle politiche a favore degli italiani all’estero che vi sono stati nel corso del Suo mandato: da una disponibilità di bilancio, che Lei trovò nel Suo ministero, per il 2008 di 58.246.995 euro la cifra iscritta nel bilancio di previsione 2012, approvato recentemente, prima delle dimissioni, dal Suo governo e dalla maggioranza parlamentare del centrodestra, taglio dopo taglio, è crollata a 16.243.591 euro, con una decurtazione complessiva del 72,12%!

Ma, d’altra parte, nessuna sorpresa poiché non solo quest’ultimo governo in toto bensì soprattutto Lei e lo stesso suo Sottosegretario con delega agli italiani all’estero, senatore Alfredo Mantica, non avete mai dimostrato di essere “amici” degli emigrati. Infatti, contrariamente a quanto avveniva in passato con i Vostri predecessori, non Vi siete mai fatti carico di rappresentare e difendere i nostri interessi né nel governo né in parlamento. Pertanto né il sottoscritto, né certamente i nostri connazionali all’estero in generale, avranno alcuna nostalgia di Lei, del Sottosegretario Mantica e del governo da Voi rappresentato e quindi onorevole Frattini mi consenta di salutarLa cordialmente con un semplice ADDIO.

Dino Nardi, emigrato e consigliere Cgie.

P.S. – A scanso di equivoci tengo a precisare che sono perfettamente consapevole della gravità della situazione finanziaria ed economica in cui si trova l’Italia, tuttavia in questi ultimi tre anni i denari per finanziare le sue “priorità” il Ministero degli Affari Esteri li ha sempre trovati, eccome, stando a quanto denunciato dal sindacato della UIL Esteri, anche recentemente, in alcuni suoi comunicati stampa.

Zurigo, 18 novembre 2011

 

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