9456 Grande giocata del Quirinale e della politica bipartisan: il futuro è già ipotecato.

20111108 21:57:00 redazione-IT

[b]di Rodolfo Ricci[/b]

Le annunciate dimissioni del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi dopo che sarà stata approvata la "Legge di Stabilità", ovvero la finanziaria corretta dal maxiemendamento richiesto dalla UE e dalla BCE, con gli ulteriori dettagli previsti nell’ultima lettera pervenuta oggi a Roma, fanno comprendere il carattere della soluzione prospettata dal Presidente della Repubblica Napolitano, così ferrea, che chiude ogni presunto e immaginabile spazio politico: la manovra sarà approvata per forza di cose in modo bipartisan, vista l’emergenza dello spread crescente tra titoli pubblici italiani e tedeschi. L’opposizione sarà soddisfatta dall’essere riuscita (assieme ai mercati) ad ottenere le dimissioni di Berlusconi. Berlusconi ne uscirà con l’inatteso crisma dell’uomo di Stato che si ritira in buon ordine di fronte alle superiori urgenze nazionali. Il gioco è a somma zero. Tutti hanno vinto. Ma allora chi è il perdente ?

Il perdente, spiace constatarlo, è il popolo italiano che nella fattispecie congiunturale perde la sua sovranità; sarà sottoposto ad un prelievo forzoso di durata pluriennale. Vedrà scomparire diritti e pensioni. Ecc. ecc.

Perchè l’approvazione della cosiddetta Legge di Stabilità in grado di placare la fame dei mercati, significa proprio questo.

Da oggi all’approvazione della legge di stabilità, tra l’altro, non è affatto da escludere che si aggiungano nuovi gabelli e nuove misure di flessibilità del mercato del lavoro, visto che nella lettera odierna della UE si pongono una serie di quesiti che fanno presagire che l’enorme manovra di luglio-agosto, sommata alle assicurazioni portate al G-20 di Cannes, non siano affatto sufficienti.

Alla fine del raffinato tragitto programmato dal Capo dello Stato ci troveremmo con un nuovo governo di transizione a guida tecnica, oppure con uno che ci traghetterà, con guida berlusconiana diretta o indiretta, verso nuove elezioni.

Le quali saranno solo un gioco delle parti, poichè tutto ciò che dovrebbe essere deciso da futuri governi, sarà già stato deciso prima, e nessuno, in campagna elettorale potrà vendere, in coscienza, alcun prodotto alternativo: qualsiasi governo sia eletto, infatti, dovrà limitarsi ad attuare quanto già predeterminato con le scelte delle prossime imminenti settimane.

Alla luce degli eventi dell’8 novembre, il futuro dell’Italia appare quindi già ipotecato.

A meno che il popolo italiano non sappia fornire forti ed inequivocabili elementi di orientamento alla classe politica attuale (una volta capito lo stratagemma adottato, potrebbe essere spazzata via) e futura, che andrebbe in buona parte ricostituita ex novo e sottoposta alla volontà delle persone, non a quella degli astratti mercati.

Ciò vale anche per il regista che potrebbe aver superato il suo mandato e forse sta già navigando in un mare che è abbondantemente fuori dal dettato costituzionale.

Siccome, come si dice, l’Italia è un grande paese, le prossime settimane e i prossimi mesi saranno decisivi per confermare o meno, se in questo grande paese, vive (o no), un grande popolo.

Restiamo umani e fiduciosi.

 

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