9411 Pd, lo scontro c’è ma non ha età

20111030 12:11:00 redazione-IT

[b]di Daniela Preziosi[/b]

È bravo Matteo Renzi a raccontare come più gli «garba » l’offensiva che porta al suo – fin qui – partito. È bravo: la comunicazione era il suo mestiere, prima della politica. Così il logo «rottamatori» gode di ottima stampa. E certo sfonda: questo non è un paese per giovani, chi lo dice ha ragione da vendere, dal precario alla Confindustria. Ma non è affatto un conflitto generazionale quello che attraversa il Pd, di cui Renzi è l’ultimo frontman.

Peraltro il sindaco di Firenze ha estimatori non proprio giovanissimi (Veltroni, Fioroni, D’Ubaldo, Castagnetti, per dire), inadatti a rivendicazioni giovanilistiche. Lo scontro vero, in corso en travesti, è fra idee diverse su lavoro, sviluppo, modernità. Fra chi pensa che il mercato poco o tanto, vada regolato. E chi, come i Renzi di tutte le età, crede che la missione dei riformisti sia rimuovere gli inciampi che impediscono al mercato di crescere libero. E per questo è bello.

La natura dello scontro si è vista finalmente in chiaro durante queste travagliate settimane di conflitto fra il governo italiano e le istituzioni economiche europee. Il Pd si è spaccato, non a metà, fra quelli che hanno applaudito alla Bce (Enrico Morando, homo economicus dell’ala veltroniana: «Nessuna delle scelte che propongo io contrasta con le raccomandazioni all’Italia del Consiglio Europeo riprese dalla lettera») e quelli che hanno le hanno criticate (Stefano Fassina, responsabile economico Pd: «Le richieste di maggiore flessibilità nei licenziamenti e di superamento del contratto nazionale sono sbagliate e controproducenti»).

E non è da escludere che queste spaccature finiranno per rimbalzare nel dibattito alle camere chiesto dalle stesse opposizioni. Le differenze sono di fondo, «di paradigma », come si suol dire. La kermesse di Matteo Renzi si è definitivamente schierata dalla parte dei democratici liberisti, come dimostra la presenza fra i rottamatori di Pietro Ichino, «l’uomo che fa le proposte più di sinistra» secondoWalter Veltroni. Ed è infatti stata contestata dai sindacati dei trasporti preoccupati per la svendita ai privati, dai lavoratori del Maggio Fiorentino contrari ai tagli e dai comitati per l’acqua pubblica. Tre giorni fa, in un’illuminante intervista al Sole 24 Ore, il sindaco di Firenze aveva detto: «La sinistra deve innovare. Non può difendere i diritti dei garantiti e lasciar fuori gli esclusi. Chiedere a un lavoratore di lavorare un anno o due di più per avere un asilo nido in più, credo sia equo. E credo che preoccuparsi dei trentenni precari o dei cinquantenni espulsi dal lavoro sia più di sinistra che discutere dell’articolo 18. Rabbrividisco a sentire certe posizioni contro la lettera Bce lanciate da chi non prenderebbe voti nemmeno nel suo condominio».

Al di là della polemica personale, spiega Fassina, «è l’idea che modernità è accettare che l’economia si regoli da sola, e una politica autonoma sia solo un problema: chi lo capisce è riformista, chi no è vecchio. L’idea del ‘micro’ senza ‘macro’, che la produttività dipenda solo dall’impegno e dalla flessibilità dei lavoratori. L’idea di Marchionne ‘senza se e senza ma’, che mette padri sfigati contro figli ancora più sfigati; l’idea dell’Europa che c’è, quella dei governi conservatori, e non di un’Europa che sappia rivitalizzare la democrazia delle classi medie». Diversi di modelli di sviluppo, di ceti sociali di riferimento, ben al di là dello sport delle opposte dichiarazioni che impegna ogni giorno i dirigenti democratici. La crisi, i licenziamenti, le condizioni del 99 per cento della popolazione, per dirla con lo slogan degli indignati, stanno lì a dimostrare concretamente che le vecchie «nuove ricette» liberiste non hanno funzionato. Nel Pd questo nodo verrà al pettine, tanto più nel corso delle prossime primarie, in cui le differenze fra candidati Pd per forza di cose verranno enfatizzate. E Bersani cercherà di collocarsi al centro, fra la sua sinistra e la sua destra. Ma è al centro di uno spazio troppo grande da coprire per un partito solo.

http://www.ilmanifesto.it/archivi/commento/anno/2011/mese/10/articolo/5674/

 

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