9351 Il coro: “isolare i violenti”

20111016 22:23:00 redazione-IT

[b]di Daniela Preziosi[/b]

Poco prima che parta il corteo, Antonio Di Pietro fa sapere che non ci sarà. Ha altro impegno. In piazza comincia a tirare brutta aria, e l’Idv non ha certo voglia di farsi mettere sul conto le immagini degli scontri e delle auto che bruciano. Nichi Vendola sta per entrare nel corteo «per ascoltare più che per parlare» quando nelle vie intorno a San Giovanni il clima si è già incarognito. E decide di fare retromarcia. Fausto Bertinotti, l’ex presidente della camera che ha scritto un lungo saggio sulla necessità della rivolta, ha annunciato una sua presenza «umile e intensa». Ma anche lui in piazza non si vede.

Nel fiume di persone che ieri ha attraversato Roma, i leader della politica ‘tradizionale’, anche quelli più vicini agli ‘indignati’, non ci sono. Gli organizzatori hanno chiesto loro di non monopolizzare le telecamere e di abbassare le bandiere di partito. Così succede. I giovani del Pd sono in centinaia, ma sotto gli striscioni gialli del Comitato 9 aprile, quelli di ‘Il nostro tempo è adesso’, che a fine giornata commentano: «Nessuna violenza può mettere in discussione le ragioni di una generazione che si vuole riprendere la sua vita, che si ribella in modo non violento e che chiede diritti»

Restano in alto solo le bandiere di Sinistra ecologia e libertà, ma i militanti poi debbono portare in ospedale anche uno dei loro. Ci sono anche le bandiere del Pcl, di Sinistra Critica, e della Federazione della sinistra: il segretario Prc Paolo Ferrero, in piazza per tutto il pomeriggio, alla fine conclude che «la grande e pacifica manifestazione di massa è stata la vittima sacrificale di qualche decina di imbecilli incappucciati, che il corteo ha contrastato come ha potuto, e di una gestione assurda dell’ordine pubblico che ha ricordato le peggiori pagine di Genova».

A metà pomeriggio invece gli altri leader ritrovano il fiato per condannare gli scontri. La destra ce l’ha con quelli gli «incappucciati», ma da qui agli avversari politici il passo è breve. Silvio Berlusconi si apre la strada che, c’è da scommettere, batterà per giorni: «Gli incredibili livelli di violenza raggiunti» oggi a Roma cono «un segnale molto preoccupante per la convivenza civile». Che nell’esasperazione della piazza lui porti qualche responsabilità, è pensiero che non lo sfiora. Dai suoi si scatena subito l’attacco alla sinistra: «Macché indignati, sono i soliti comunistos», dice il piemontese Ghiglia, tanto per fare un esempio. Un tal leghista (per la cronaca Paolo Grimoldi): «Questa è la sinistra: disordine, ignoranza, violenza. Raccogliamo i frutti dei sermoni di Vendola, Di Pietro e Camusso». A complicare la situazione, il sindaco di Roma Alemanno denuncia l’assalto a una sede storica del suo partito, L’Msi prima ancora che quello attuale, a Piazza Tuscolo, poco lontano da San Giovanni.

Per questo le condanne più dure vengono proprio dal campo del centrosinistra . Il segretario del Pd Bersani chiede, forse più che altro agli alleati, «una condanna corale di ogni atto di violenza» che colpisce «al cuore le ragioni di un movimento. A Roma si sono viste cose vergognose. Bisognerà capire come sia possibile che centinaia di delinquenti abbiano potuto devastare, aggredire, incendiare e tenere in scacco per ore il centro». Come se non bastasse, c’è anche una statua della Madonna distrutta, con processioni di parroci che se ne lamentano.

Per Nichi Vendola si sono viste «due manifestazioni. Una meravigliosa di persone che hanno manifestato pacificamente lo spirito di rivolta contro un destino di precarietà. L’altra, quella di minoranze di teppisti, black block che sono in azione per togliere la scena agli indignati». Una violenza che «crea solo un cortocircuito che serve a militarizzare il conflitto, mentre questo conflitto, che riguarda la cultura, l’economia e la società, appartiene alla stragrande maggioranza dei cittadini». Di Pietro esprime «solidarietà alle forze dell’ordine» e persino «si congratula» per «il lavoro svolto». «Siamo vicini al popolo degli indignati che ha manifestato pacificamente e che è stato ostaggio di un manipolo di criminali. Bisognava fermarli prima. Vogliamo escludere che siano stati lasciati liberi di agire».

http://www.ilmanifesto.it/archivi/fuoripagina/anno/2011/mese/10/articolo/5544/

 

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