9346 15 OTTOBRE 2011: COMMENTI E INTERVENTI DALLA RETE

20111014 12:37:00 redazione-IT

[b]Commenti sparsi e interventi sulla manifestazione che si annuncia imponente, del 15 ottobre a Roma e in altre centinaia città dell’Europa e del mondo. Oltre la fine del berlusconismo, i contenuti della giornata di domani sono proiettati verso un futuro che riguarda i prossimi decenni, sconfiggere i poteri transnazionali della finanza e delle grandi corporation, per il recupero e l’approfondimento della democrazia partecipata, per l’uscita dal mercato dei beni pubblici (scuola, salute, ambiente, ecc.), per una totale ridistribuzione dei redditi e delle ricchezze che tolga all’ 1-10% e dia al 90-99% della popolazione. Per il riconoscimento dei diritti dei disoccupati, dei lavoratori, delle donne, dei disabili, delle differenze di genere, dei cittadini migranti.

[i]Contro le "minchiate" della politica della casta. "Questa manifestazione l’avremmo fatta anche se il presidente del consiglio fosse stato Vendola". [/i][/b]

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Da il Manifesto:
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* La data del 15 ottobre è stata scelta perché sono passati sei mesi dall’occupazione di Porta del Sol. E’ dunque un caso, ma resta quantomeno altamente simbolico, che questa giornata coincida anche con l’anniversario dell’assassinio di Thomas Sankara, aggiunge altro significato poiché è sicuro che lui sarebbe dalla parte di chi è giunto alle sue stesse conclusioni :
LA CRISI NON LA PAGANO I PIÙ DEBOLI
non solo perché è ingiusto, ma perché non possono pagarla!
Quella del 1983 è stata una delle più grandi sfide lanciata ai cosiddetti “padroni del mondo” da uno dei paesi più poveri, proprio da quell’Africa depredata e impoverita che, per assurdo, è il continente più ricco del pianeta.
Fu in Alto Volta, ribattezzato in seguito Burkina Faso (che vuol dire Paese degli uomini integri) dove Thomas Sankara, un giovane militare, guidò una rivoluzione che ci ha restituito una delle più grandi verità della storia, rovesciando completamente il senso che una logica pietistica vorrebbe ancora oggi farci credere :
LA POVERTÀ NON È UNA FATALITÀ.
Thomas Sankara, il primo altermondialista, il presidente più giovane e più povero del mondo (il suo salario era così misero da far arrossire gli uomini di stato di tutto il pianeta) ci ha dimostrato chiaramente che, se si ha a cuore il benessere del proprio popolo, esistono in ogni paese le scelte giuste da compiere.
Queste in breve furono le priorità adottate dal governo rivoluzionario del Burkina Faso che mise al centro del proprio programma, la liberazione della donna e il sostegno incondizionato ai contadini :
effettiva uguaglianza di diritti e di doveri fra donne e uomini;
autosufficienza alimentare;
diritto alla salute;
diritto alla cultura;
lotta alla corruzione e taglio agli sprechi e ai privilegi di casta dei funzionari e dei politici;
disarmo;
protezione dell’ambiente.
In soli quattro anni di rivoluzione pacifica e popolare, sette milioni di burkinabè ebbero garantiti 2 pasti e 10 litri d’acqua potabile al giorno oltre alla costruzione di case, scuole, dispensari d’igiene, cinema, strade …. Tutto questo fu possibile nonostante il governo avesse rifiutato i prestiti del FMI e della Banca Mondiale, che imponevano programmi di aggiustamento inutili per le esigenze del paese, ma rifiutando anche di rimborsare il debito contratto dai corrotti governi precedenti.

« Non possiamo essere la classe dirigente ricca di un paese povero – diceva – bisogna scegliere se bere champagne o dare l’acqua potabile a tutti ».

Thomas Sankara, il Presidente ribelle mangiò miglio come i contadini poveri del suo paese, circolò in bicicletta o a bordo di una piccola utilitaria, vestì sempre alla burkinabè, non ebbe mai privilegi personali e come tutti stava pagando il mutuo per l’acquisto della sua prima casa. Nel 29 luglio 1987 spiegò le ragioni del suo rifiuto di rimborsare il debito in un discorso all’assemblea dell’OUA di Addis Abeba chiedendo ufficialmente e pubblicamente sostegno agli altri presidenti africani presenti, per la creazione di un fronte unito contro il debito.
Il 15 ottobre 1987, a meno di tre mesi dal suo discorso, un commando militare di Blaise Compaoré, con la complicità et l’ordine del potere internazionale, lo ha assassinato insieme ad altri 12 collaboratori, trascinando nuovamente il suo popolo all’inferno, tra i paesi più poveri del mondo.
Il 15 ottobre 2011, la giornata di mobilitazione mondiale dimostrerà anche, se mai ce ne fosse ancora bisogno, che Thomas Sankara non si è sbagliato nemmeno quando diceva :
“uccidete Sankara, migliaia di Sankara nasceranno”. 14-10-2011 11:28 – Epurazione della CASTA

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* Domani cambia il mondo!
Domani tutto il mondo degli indignati lancerà un urlo così forte che anche DIO si accorgerà di noi!
Domani il mondo cambierà!
Quell’urlo sarà il segnale di un cambiamento epocale!
Finito il capitalismo, morte tutte le idee di restaurazione di monarchie e di dittature, il mondo degli indigniati distruggerà gli ultimi brandelli di una democrazia ipocrita.
La Francia dei borghesi è morta.Legalità,fraternità e libertà sono ormai insufficienti nel nostro nuovo millennio!
a queste tre parole d’ordine aggiungeremo:PARITA’ ECONOMICA PER TUTTI!
I fascisti è inutile che si sbracciano e ci ricordano le repubbliche sociali.
Oggi abbiamo bisogno di una nuova palingenesi.
I parlamentari del mondo si devono tutti dimettere.
Draghi e tutti i signori del signoraggio, devono lasciare le loro banche e fare entrare il popolo.
Dobbiamo ridistribuire il reddito!
Dobbiamo dividere equamente tutte le ricchezze del nostro mondo!
Dobbiamo diventare socialisti,altrimenti sarà la fine delle classi in lotta!
Come diceva Gramsci o rivoluzione o tremenda reazione.
Oggi conviene anche ai padroni cedere,altrimenti non vivranno più nemmeno loro e i loro figli non potranno andare a divertirsi in mezzo al fumo,al sangue e alle bombe!
E’ inconcepibile far rimanere il mondo a testa in giù!
La gente non è più ignorante e anche gli africani deportati dalle nostre motovedette,stanno aizzando il mondo contro l’impero!
Come i barbari dell’antica Roma eccoci a cingere il vostro impero.
Siete circondati,arrendetevi e date al mondo quello che era del mondo!
Siamo come i barbari,ma di diverso ,sappiamo quello che è giusto o sbagliato.Meglio dei barbari,saremo in grado di creare una società migliore a quella dell’impero!
Il domani è nostro,a voi non resta che ridimensionarvi o di sparire,come i dinosauri! 14-10-2011 11:23 – maurizio mariani

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Da l’Unità:

Germano: «Dobbiamo risvegliare la politica»
di Mariagrazia Gerina

[img]http://www.unita.it/polopoly_fs/1.341897.1318582186!/image/2647823262.jpg_gen/derivatives/box_304/2647823262.jpg[/img]
[i]nella foto: elio germano[/i]

Più “drago ribelle” che “indignato” («non mi piace l’idea di imitare qualcuno»). Comunque, dopo l’outing dal palco di Cannes («Dedico la Palma d’Oro agli italiani, che fanno di tutto per rendere l’Italia un paese migliore nonostante la loro classe dirigente»), Elio Germano, 31 anni, attore simbolo di una generazione che fin qui non ha trovato sbocco, ci si è buttato anima e corpo in questa «mobilitazione dal basso» contro la crisi che domani rimbalzerà da Wall Street a Roma. «Ci sarò anche io», dice Germano. E, a sorpresa, in queste ore, è spuntato anche tra gli accampati di via Nazionale.

Sei proprio un indignato doc?
«Mi dà fastidio questa espressione. La battaglia qui è pensare con le nostre teste, non abbiamo bisogno di bandiere o etichette».

Che ci facevi davanti a Bankitalia?
«Ci sono andato da cittadino, che non vede possibili soluzioni a questa situazione se non quelle che vengono dal basso, dalle persone, che vogliono riprendersi gli spazi e smetterla di subire le decisioni. È quello che stiamo facendo anche con l’occupazione del Teatro Valle: un esperimento di democrazia reale, esportabile anche per le scuole, i quartieri. Spero che sia l’inizio di una piccola rivoluzione copernicana per reimpadronirci della cosa pubblica e delle scelte che ci riguardano».

Che vuol dire: non vogliamo subire più le decisioni?
«Che siamo abituati a subire le scelte che riguardano la nostra vita di tutti i giorni: edifici pubblici che vengono svenduti ai privati, scuole che chiudono. Ma l’1% non può decidere per tutti: noi siamo il 99%, dobbiamo esigere di avere voce in capitolo. Non possiamo essere succubi della politica, che a sua volta è succube della finanza. E dimenticare il nostro diritto alla cittadinanza e alla partecipazione».

Quella dedica della Palma d’Oro ora sembra quasi un programma.
«Dopo aver cercare a lungo di farci ascoltare dai rappresentanti sindacali o partitici, è arrivato il momento di metterci non solo la faccia ma anche le braccia: le nostre competenze al servizio della collettività per cercare di cambiare le cose. Non è solo una questione economica. O di organizzazione dello Stato. Una persona che partecipa alle scelte della collettività è una persona più felice. Come ci si riunisce nei condomini, possiamo riunirci anche per decidere cosa succede delle nostre città, dei nostri teatri…»

E la politica?
«La politica, per noi, è questo: presa di consapevolezza che la cosa pubblica ci riguarda».

E ciò che accade in queste ore in Parlamento quanto c’entra con voi?
«Non molto. Berlusconi ha contribuito alla mutazione dei valori di questo Paese. Ma ora il problema non è tanto Berlusconi o no».

Però se cade una “ola” ci scappa…
«Sì ma le questioni che solleviamo sono trasversali e le porremmo anche a un altro qualsiasi governo. La manifestazione di sabato, l’avremmo fatta anche con Vendola presidente del consiglio».

Tu ci sarai?
«Certo, e spero ci sia più gente possibile, senza nessuna bandiera, pronta a brandire solo la propria faccia per rivendicare che è possibile un sistema alternativo a quello in cui privato è la parola d’ordine. Le nostre parole d’ordine sono “pubblico”, “bene comune”, “partecipazione”».

La paura però è che qualcuno voglia brandire altro che la faccia…
«Bisogna uscire da vecchie logiche. Sabato ci saranno tante persone che liberamente, con la propria individualità, scenderanno in piazza: nessuno sa che cosa succederà».

È questo che fa paura.
«A me però fa più paura quello che viene deciso dall’alto. Anche perché sono convinto che chi verrà a Roma non abbia nessuna voglia di distruggere la città. Non è che sfasciando si ottiene più visibilità. Certo, tanta gente non arriva alla fine del mese e forse sta covando rancore verso lo stato che considera responsabile della propria condizione. Ma il nostro obiettivo, cambiare quel milione di cose che riguardano la nostra vita quotidiana, lo raggiungeremo solo se faremo crescere il consenso attorno alla nostra protesta. La storia ci insegna che quando un movimento come questo comincia a far paura spunta sempre qualche violento di dubbia provenienza: dobbiamo essere noi a non subire queste armi di distrazione di massa».

Nel film “La nostra vita” interpreti un ex proletario rabbioso. Pensi che potrebbe scendere anche lui in piazza?
«Non penso, sono stati molto bravi a farci chiudere nelle nostre vite isolate. A quel personaggio che ho interpretato lì non gliene importa nulla della politica, però magari se si trovasse un’assemblea sotto casa avrebbe anche lui qualcosa da dire. Sabato scendiamo in piazza anche per risvegliare questo pezzo d’Italia».
14 ottobre 2011[img]http://

 

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