9298 MAFIA NON E’ COSA NOSTRA

20110929 11:16:00 redazione-IT

Grande successo di pubblico e grande interesse suscitato, anche se il tema affrontato dalla conferenza fosse molto ostico: “MAFIA NON E’ COSA NOSTRA”, questo il risultato raggiunto, salutato con soddisfazione dagli organizzatori.
L’iniziativa promossa dall’USEF a Saint Nicolas (Belgio), ha dato il via alle manifestazioni del 30° anniversario dalla nascita dell’Associazione in Belgio.
Piena la sala, dove si accalcavano più do trecento persone, con un parterre di tutto rispetto, fatto di associazioni, rappresentanti di Enti Locali, rappresentanti del COMITES, che hanno potuto ascoltare oratori di grande livello istituzionale.

Questi gli ingredienti che hanno caratterizzato l’iniziativa, alla quale hanno dato il proprio prezioso contributo: l’On. Saro Cricetto, ex sindaco di Gela e deputato europeo, l’On. Laura Garavini deputato eletta all’estero, capogruppo del PD nella commissione nazionale antimafia; l’On. Lillo Speziale Presidente della Commissione Regionale antimafia.

I lavori introdotti dal presidente dell’USEF locale Giuseppe Chiodo, sono andati avanti con l’intervento del sindaco di Saint Nicolas Jack Heleven, da oltre venticinque anni al fianco dell’USEF, prima come assessore alla cultura ed oggi come sindaco di un comune che ospita tra i suoi cittadini una folta comunità siciliana, che esprime consiglieri comunali ed assessori, che pigliano parte alla gestione della cosa pubblica. Un amico dell’USEF, che si è speso ed ha speso, per celebrare degnamente la ricorrenza.

Dopo di lui, ha dato il proprio contributo l’assessore alla cultura Patrice Ceccato, quindi la parola è passata al Segretario Generale dell’USEF Salvatore Augello, che ha brevemente illustrato le motivazione della scelta di quel tema specifica per la conferenza, nonché le tappe salienti dell’impegno sociale e politico dell’USEF in questi trenta anni della sua attività in Belgio

A Giuseppe Maniglia, il compito di illustrare la corposa mostra fotografica sulla mafia, seguendo un percorso che va dalle grandi stragi alle morti eccellenti, da La Torre a Dalla Chiesa, al lungo elenco dei giudici Costa, Terranova, Livatino, Falcone, Borsellino e le forze dell’ordine che vigilavano sulla vita di queste persone. Via via, dai sindacalisti uccisi a giornalisti che sfidarono la mafia, alla riconquista del territorio da parte dello Stato, con gli arresti eccellenti di Riina, Provenzano, i Lo Piccolo, Giuffrè, a Giovanni Brusca e tanti altri, moltissimi altri, parecchie centinaia tuttora ospiti delle patrie galere.

Il giovane Gionata, nelle vesti di moderatore, ha quindi tirato in ballo gli ospiti istituzionali presenti alla manifestazione, cominciando dalla Garavini, alla quale è stato chiesto quali politiche venivano messe in atto per combattere la malavita organizzata in genere.
L’On. Garavini so è dilungata sul lavoro della commissione nazionale antimafia e sulla visione che lei si era fatta del fenomeno, chiudendo un cerchio non certo facile, entro cui si muove la mafia e dentro il quale deve entrare lo stato se vuole combattere il fenomeno.

La stessa domanda viene posta all’On. Speziale, che dopo avere ripercorso la storia della mafia in Sicilia, ha illustrato provvedimenti e progressi fatti dallo Stato, che anche con l’aiuto dei collaboratori di giustizia, ha segnato parecchi punti a suo favore, facendo crescere una mentalità dell’antimafia in mezzo alla società civile, che sempre più si ribella al sistema allargando le aree di legalità.

Una visione europea del problema è stata invece data dall’On. Crocettaa, nel suo intervento che ha in diversi modi illustrato come la mafia, ma è più appropriato dire le mafie, abbiano messo in piedi una intricata rete di collaborazioni e connivenze, spostandosi da una parte all’altra dall’Europa, addirittura utilizzando l’Unione Europea stessa, per cercare di accaparrarsi pezzi di territorio sempre più grandi, cercando di riciclare uomini e capitali spostandoli gli uni e gli altri verso attività legali non pesequibili.

Attorno al problema che assume connotati che superano i confini della stessa Europa, quest’ultima deve premunirsi, mettendo a punto strumenti sempre più validi a contrastare il fenomeno.
Strumenti che stiano al passo con i tempi e che diano dignità di intervento univoco ed europeo all’impegno dei vari stati nazionali.

Una manifestazione di grande spessore, quella di cui stiamo parlando, che non solo ha potuto contare sull’attenzione di una sala gremita all’inverosimile, dove oltre ai siciliani c’erano anche i belgi e, cosa molto positiva, parecchi giovani, ma è servita a sottolineare ancora una volta il grande impegno dell’USEF verso vitali problemi politici e sociali.

Un impegno, che come ha più volte fatto rilevare il Segretario Generale, ha fin dalla sua nascita connotato l’Unione Siciliana Emigrati e Famiglie.

Salvatore Augello

 

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